giovedì 9 giugno 2011

L'irpinio zappatore

Uscire di corsa dall’ufficio per andare alla recita teatrale del nano con senso di colpa galoppante per avere già la certezza assoluta di non essere la prima mamma ad arrivare, ma probabilmente l’ultima.
Arrivare a scuola con quattro minuti di ritardo e trovare la porta chiusa blindata, attaccarsi inutilmente al campanello e decidere di fare il giro e entrare dal cortile.
Mentre giri l’angolo, ormai con sei minuti di ritardo, sentire dalle finestre aperte del seminterrato gli applausi delle altre mamme, tutte puntuali e con la coscienza a posto.
Finalmente giungere alla mèta, dopo aver accumulato nove minuti di ritardo e entrare nel piccolo teatro, buio, a recita iniziata.
Trovare inaspettatamente H pronto con telecamera in mano, alla sua prima recita scolastica e cercare tra i nanetti sul palco, tutti vestiti uguali, e solo per questo commoventi, il proprio.
Scambiarlo per i primi due minuti per un altro per poi, vedendo H riprendere da tutta altra parte, decidersi di inforcare gli occhiali da vista e riconoscere finalmente il nano giusto, seduto dal lato opposto.
Finalmente respirare, godersi la recita, sentire caldo all’improvviso, levarsi il golf, appoggiarsi al muro e fissare il nano.
Sbracciarsi e salutare insistemente per fargli capire di esserci, in due per la prima volta.
Ascoltare, applaudire, commuoversi, ridere, emozionarsi e ancora applaudire.
Notare con stupore come sul palco alcuni di loro siano intimiditi, mentre altri acquistino spavalderia, sicurezza e verve imprevedibili.

Incrociare lo sguardo del nano, trattenerlo e assistere al montare della sua gioia.
Asciugarsi le lacrime prima di uscire fuori, al sole.
Pensare che è bello anche così, anche se la parte all’ultimo minuto ci è stata sfilata da EN perché non ci ricordavamo le frasi, e accettare serenamente di essere stati declassati da Marte a un irpinio zappatore qualunque.
Sorridere del fatto che anche EN, minuscolo e emozionato sul palco, non si è ricordato le frasi.
E la sera a tavola sentirle recitare finalmente, senza esitazione.

E, quando tutti dormono il meritato riposo, nella cartella dei diplomi, aggiungere, tra il diploma del corso di inglese in classe, quello del corso di inglese a casa, e il tanto sudato brevetto di acquaticità, che ci rende idonei non al primo livello di nuoto, ma al secondo di acquaticità, condannandoci per un altro anno al limbo della piscina dei piccoli, anche l'attestato di "piccolo attore", seppure irpinio e zappatore.

3 commenti:

  1. rido,mi commuovo,rido =')
    firmato ME
    (cui spuntano le lacrime anche per una canzoncina qualunque cantata mezza si e mezza no in una caciara di mani e piedi in quel pulcinaio che chiamano nido)

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  2. Mi rincuora leggere che non sono la sola M con la lacrima facile, alla recita del mio nano ho piagnucolato per tutto il tempo cercando di non farmi vedere dalla maggior parte della altre M contente e composte! Avevo un nodo alla gola, quando è entrato sul palco e con voce tremolante e prossima alle lacrime, ha detto la sua frase, alla fine ce l’ha fatta non ha pianto ed io non ho resistito
    ho applaudito forte forte e gli ho detto “bravo Nano” facendo girare verso di me le altre compostissime M!

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  3. io sono la M di quel nano che faceva lo spiritoso, si dimenava e parlava a macchinetta...inspiegabilmente eccitato dal suo ruolo di fratello buono (come nella realtà)...mi sono commossa, un pò vergognata, un pò emozionata, un pò sentita male.
    ed ho finalmente capito che le recite di fine anno mi commuoveranno oggi e per sempre quindi, la prossima volta fazzoletti in abbondanza.

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