giovedì 26 aprile 2012

L'imbarazzo della scelta

"Mamma quando sarò grande voglio farti un regalo!"
"Bene nano mi sembra un'ottima idea!"
"..mamma?"
"Dimmi.."
"...ma quando io sarò grande tu sarai vecchia?"
(lo sapevo..)
"Bè non è detto.. dipende quanto sarai grande.."
"Quando sarò grande che ho dei figli..."
"Ah.. io sarò nonna sì"
"Ma sarai nonna vecchia?"
"Un pochino..."
"Allora so cosa ti voglio regalare.."
"E dimmelo!"
"Scegli tu o un iphone o un bastone"
"..."
"Dai scegli.."
"Bè nano messa così..direi l'iphone.."
"E il bastone non ti serve?"
"Forse mi servirà anche ma vuoi mettere con l'iphone?"
"Ma l'iphone ce l'ha già babbo..non ti serve un altro"
"Ah quindi cosa suggerisci?"
"Un bastone"
"Ok..avevi detto che potevo scegliere.."
"Sì ma il bastone è meglio per te quando sarai vecchia."

mercoledì 25 aprile 2012

Il pomello giusto

La scena è questa:
Sono le cinque di pomeriggio.
Per una forsennata concatenazione di eventi M ha appena pranzato.
L'indomani è vacanza e in ufficio c'è un'aria da venerdì pomeriggio.
Tanto che Lui, il giovane capo prodigio di M che tutto sa e tutto prevede, indossa scarpe da ginnastica nuove.
M sta compilando uno specchietto riepilogativo seduta davanti al suo pc.
Lui entra in stanza
"Ti va di andare al bar?"
"In effetti  sono appena scesa (dal bar) ho pranzato da poco.."
"E non ti va di accompagnarmi?"
"Ma sì certo ok..andiamo!"
M si alza, fa il giro della scrivania, Lui le cede il passo davanti alla porta per farla passare.
Lei passa e, appena varcata la soglia, si gira per chiudere la porta alle loro spalle.
Ma invece di prendere il pomello della porta, prende quello di Lui.
E si sente morire.
"Ops scusami"
"Niente..figurati.."
M chiude la porta afferrando il pomello giusto.
Sguardi bassi.
Una leggera accelerazione dei battiti.
Viva sensazione di rossore sul viso.
Silenzio.

Cazzo cazzo cazzo.

lunedì 23 aprile 2012

Ciak

Venerdì mattina in ufficio il Dir ha improvvisamente indetto una riunione straordinaria.
"Avete tre minuti per presentarvi nella mia stanza!" andava urlando in corridoio e tutti temevano un suo improvviso attacco d'ira e soprattuto di esserne l'oggetto.

Come vermi che escono dalle mele tutti i convocati sono usciti dalle loro stanze, hanno abbandonato i loro dati, le tabelle, i conti e le presentazioni e si sono avviati mesti alla riunione.
Nella stanza del Dir al centro erano state posizionate due sedie una di fronte all'altra a circa un metro di distanza tra loro.
Tutti hanno cominciato a prendere posto e a sedersi intorno e anche M si stava sedendo quando il Dir ha detto
"M e ME qui sulle sedie!"
(...)

Per fortuna il Dir non era arrabbiato. Tutt'altro. Nel bel mezzo di una normale mattinata gli era venuto in mente di mimare la scena di un film: due attrici una di fronte all'altra che litigavano per lo stesso uomo.
Ha iniziato improvvisando Angelina-ME senza uno straccio di canovaccio
"Dimmi che motivo c'era di chiamarmi a quell'ora ieri sera..."
@_@
(Julia-M non ha sapito cosa ribattere)
Il Dir incalzante
"Allora dai queste battute forza!"
"Dimmi che motivo c'era di chiamarmi a quell'ora ieri sera!" ha ripetuto Angelina-ME sempre più compresa nel ruolo
"..in effetti non avevo chiamato te..e non era con te che volevo parlare.." ha risposto Julia-M titubante e perplessa.
"Ah no? E allora perchè mai mi hai chiamato sul cellulare???" ha chiesto con un tempismo perfetto Angelina-ME dimostrando di avere capacità di improvvisazione non comune e invidiabile disinvoltura.
@_@
E spiazzando ancora una volta Julia-M, mettendola al tappeto muta e imbarazzata con gli occhi interrogativi di una ventina di colleghi addosso.

La scena si è conclusa così con la schiacciante vittoria di Angelina e il mutismo di Julia.
Il Dir si è poi dilungato con la spiegazione di come si gira una scena, quante persone sono coinvolte e l'importante ruolo della controfigura.

Poi ogni vermino è tornato nella sua mela, ai propri dati, alle tabelle, ai conti e alle presentazioni. Comprese le attrici, dopo il loro momento di gloria, come Cenerentola dopo la mezzanotte.

La favola di Simone

C'era una volta una ragazza che viaggiava spesso per lavoro. Era sempre di corsa, con mille cose da fare. Un pomeriggio chiamò un taxi per andare alla stazione e prendere un treno per tornare a casa.
Dal taxi scese un ragazzo bello e biondo che le sorrise e le chiese di sedersi davanti accanto a lui.
E lei accettò.
Le fece scegliere un cd e lei ne scelse uno di Rino Gaetano.
Chiacchierarono un po' e lui le propose di scendere e di fare una passeggiata nel suo posto preferito.
Ma lei era di corsa, aveva un treno da prendere al volo e rifiutò l'invito.
Quando arrivarono alla stazione, lei scese e si salutarono.
"Comunque io sono Simone.."
"Ciao"
"Ciao".
La ragazza salì sul suo treno e partì.

Dopo qualche mese lei si ritrovò di nuovo in quella città. Era sera, voleva tornare in albergo, era stanca. Ma era in compagnia di un collega e nonostante lei avesse scelto di tornare in albergo invece di cenare con lui, lui le propose di prendere un taxi insieme.

Ne fermarono uno.
Il tassista scese.
Era Simone.
Si guardarono.
"Ma noi due ci conosciamo?"
"Se in macchina hai un cd di Rino Gaetano direi di sì.."
Salirono sul taxi, sotto lo sguardo curioso e sorpreso dell'ignaro collega.
"Ce l'ho, eccolo"
"Allora sì ci conosciamo."

Quando arrivarono al ristorante il collega scese e rimasero soli.
"Devo andare in albergo, ma ti ricordi davvero di me?"
"Mi ricordo molto bene di te, solo che davanti al tuo collega non volevo metterti in imbarazzo.."

Lui era carino e sorridente come la prima volta. Chiacchierano ancora fino all'albergo e poi lei scese.
"Ciao Simone"
"Certe volte capito a Roma sai.."
"Bè allora magari ci incontreremo ancora.."


Ieri sera la MdVR sono uscite a cena.
Rispetto all'ultima volta c'era una pancia in più, un trasloco appena concluso, un nuovo taglio di capelli e una certa difficoltà a calcolare il conto.
E c'erano come sempre le loro piccole storie, gli aggiornamenti, le chiacchiere e le risate.

Questa qui è la storia di Simone. L'insolita storia di un incontro casuale, che la sorprendente ripetizione ha reso magico e indimenticabile come una favola.
"E se vi rivedete ancora?" hanno chiesto le MdVR con gli occhi sognanti e il fiato sospeso...

giovedì 19 aprile 2012

The artist e Hugo

"Un capolavoro"

"Oscar meritatissimo"

"Una poesia"

"Lui eccezionale"

"Non te ne accorgi nemmeno, anzi"

"Non si può non andare"

"Allo stesso tempo attuale e autentico"

"Erano proprio così, lui lei il cagnolino.."

"E quel finale poi..perfetto!"

Ieri sera M l'ha finalmente visto. Sul pc con H stesi nel letto al buio con le cuffie.
M aveva altissime aspettative per tutto quello che aveva letto e sentito e qualche perplessità per via del "muto" e del bianco e nero.
H era curioso.

A metà film H si è addormentato.
"C'è troppo silenzio come si fa a non dormire qui al buio!" ha detto quando si è risvegliato a una M imbambolata e sognante.

Poi stasera sono andati al cinema a vedere l'altro film che si erano persi e che, cagnolino e dialoghi a parte, racconta una storia molto simile.
H ha pianto perchè lui al cinema (col sonoro) piange.
A M è piaciuto, con sua grande sorpresa. A secco però perchè lei al cinema non piange (quasi) mai.

Ps. Auguri ai Nonni per i loro quarantuno insieme.

mercoledì 18 aprile 2012

Cura di bellezza

M non ha un buon rapporto con la parte fisica di se stessa.
Non si cura se non il minimo necessario. Non si guarda volentieri allo specchio. E non ha piacere di essere fotografata.
Soltanto dallo scorso inverno si è convinta a mettersi la crema idratante sul corpo dopo la doccia quotidiana.
Non usa il balsamo per i capelli, non va dal parrucchiere più di una volta l'anno.
La sua cura del corpo si riduce alla ceretta bi-trimestrale e alla quotidiana stesura della crema "giorno" sul viso.
Per questo la scorsa settimana è stata la prima a stupirsi per essersi lasciata convincere da un h medico a provare una portentosa crema con effetto esfoliante.
"La spalmi la sera sul viso come una qualsiasi crema idratante."

"Facile. Ce la posso fare" si è detta  M tra sè e sè.

E prima di andare a dormire ha messo in pratica il compito.
Poi ha dormito.
La mattina si è alzata.
Ha affrontato la vestizione dei bambini e l'uscita di casa.
E' andata a nuotare e subito dopo in ufficio.
Ha lavorato.
Ha avuto un meeting con un nuovo fornitore in tutto somigliante a Jude Law con la disinvoltura di sempre.
Ha mangiato con i colleghi e alle quattro e mezza è andata a prendere il nano e lo ha portato in piscina, in scioltezza.

Durante la lezione si è seduta sulle gradinate con la mamma di amicodelcuore.
"ODDIO CHE HAI???"
"Niente.. perchè?"
"Ma sei tutta rossa.."
"Rossa??"
"Sì qui intorno agli occhi e anche qui intorno al naso tutta rossa come se avessi un attacco allergico terribile!"
"Ma no forse sono stata con le guance appoggiate sulle mani...o mi sono grattata.."
"Ma no" ti dico che è uno sfogo allergico! Che hai mangiato?"
"Ma niente!"
"Ma in ufficio non ti hanno detto niente???"
"..no.."
"Forse non sono così in confienza.."
"Ma no.. ti dico che..."

"ODDIO MA CHE HAI IN FACCIA??"
"Ciao Emme.. ma me lo stava dicendo lei..se lo dici anche tu comincio a preoccuparmi..."
"Hai un'allergia a qualcosa sei tutta rossa a chiazze..paonazza!"
"@_@" (pensando all'incontro con il sosia di Jude Law).

M in preda a un crescente stato di ansia è andata nello spogliatoio a verificare la situazione. E si è guardata allo specchio: intorno agli occhi aveva come un paio di occhiali tondi rossi bordeaux e intorno alle narici una strana macchia della setssa foggia e colore.
E ha capito. 
Ha capito che non è portata per le cure di bellezza.
Ha capito che se esistono prodotti specifici per il contorno occhi, tutti gli altri prodotti lo devono evitare.
Ha capito che il suo contorno occhi si estende fino alle narici e dintorni.
E ha capito che è sempre meglio essere in confidenza con i colleghi.

martedì 17 aprile 2012

Lo stretto necessario

Ieri sera al rientro dalla sua trasferta a Milano, la borsa di M aveva superato ogni decenza.
M era in giro dalle 6.20 della mattina e quando è rientrata a casa alle 21.30 sentiva la schiena a pezzi e un dolore terribile alla spalla destra.
Ha deciso così che era arrivato il momento di svuotare la borsa della parte di contenuto non strettamente necessaria.

La parte del contenuto della sua borsa non strettamente necessaria constava di:
un notebook
un'agenda per gli appunti
tre documenti cartacei
l'edizione con copetina rigida di Ragione e sentimento e di Orgoglio e pregiudizio
il caricabatterie del notebook con annesso cavo
il cavo di collegameno telefono-notebook
gli inutili trucchi per i mai avvenuti ritocchi (fard con pennello non portatile, rimmel, matita per occhi e un numero di lucidalabbra superiore a cinque che non vale la pena esplicitare)
un astronave di Jetta robot
una hot wheels
un disegno, neanche dei migliori, del nano
una bolletta dell'acea scaduta ma ancora da pagare
tre custodie di occhiali contenenti in tutto quattro paia di occhiali di cui uno da vista e quindi utile e tre da sole e quindi inutili
due pacchetti di fazzoletti non usati
e il solito numero di fazzoletti usati e appallottolati
l'agenda personale
le chiavi del motorino
i documenti del motorino nel loro ingombrante portadocumenti
le chiavi di casa dei Nonni
una decina di pile scariche da buttare nell'apposito contenitore del secondo piano dell'ufficio.

Al termine dell'operazione M si rendeva conto che lo stretto necessario di riduceva a:
il telefono
il portafoglio (anch'esso non portatile)
le chiavi di casa
una bustina di aulin
un pacchetto di gomme.

lunedì 16 aprile 2012

Il collega Emanuele

TOC TOC

"Prego"
"Buongiorno, è qui che si consegna il modulo per i figli a carico?"
"Sì"
"Ok bene"
"E quanti figli hai?"
"Due"
"Due maschi?"
"Be' si'.."
"La tua è una famiglia monoparentale?"
"No"
"Sei separata?"
"No.."
"Divorziata?"
"Nemmeno.."
"Quindi?"
"Quindi niente vorrei solo consegnare questo modulo.."
"Se non sei separata, divorziata e nemmeno monogenitore.. non devi consegnare proprio niente.."
"Ah non avevo capito che fosse solo per i divorziati etc.. non era chiaro.."
"In effetti non sei la prima che viene.. e tu sei sposata?"
"Sì sposata sì!"
"Io no.."
"Ah.."
"Non sono sposato, a dire il vero attualmente non sono nemmeno fidanzato.. ho avuto delle storie certo ma mai davvero importanti.."
"..."
"In effetti non so perchè..se sono stato sfortunato, se non ho incontrato la persona giusta o se non era giusto il momento.. tu che dici?"
"Io??..bè non saprei cosa dire.. è la prima volta che ti vedo in vita mia.. forse sei troppo esigente.."
"Macchè! Anzi mi adatto molto io, sono uno facile a cui va bene sempre tutto.."

"Non so cosa dire..mi dispiace"
"Già chissà.. comunque io sono Emanuele"

"Molto lieta M"

domenica 15 aprile 2012

Nonni vecchi

Nella logica del nano si muore solo quando si diventa nonni vecchi.

Per essere nonni vecchi bisogna camminare piano aiutati da un bastone, essere piccoli piccoli e un po' storti. I nostri nonni non sono considerati nonni vecchi e sono quindi esentati dalla morte per ora.
Quando si diventa nonni vecchi col bastone piccoli piccoli etc si muore in ordine di altezza che per lui è sintomo di età maggiore.

"Quando diventano nonni vecchi muore prima il nonno o la nonna?"
"Non lo so tesoro, è una cosa che non si può sapere prima"
"Sì-ì io lo so"
"Ah allora dimmelo tu se lo sai"
"Muore prima il nonno che è più grande (= alto), lascia sola la nonna per un po' e poi dopo muore anche lei"
"Ah"
"E chi è più triste il nonno che muore o la nonna che resta sola?"
"...bè sono tristi tutti e due ma forse è più difficile per chi rimane solo.."
"E certo l'altro dorme non sente niente"
"Già.."
"Io non voglio che muori dopo il babbo!"
"@_@"
"E certo perchè non voglio che rimani da sola, che sei triste.."
"Allora preferisci che muoio prima del babbo?"
"No, preferisco che morite insieme così nessuno resta da solo"
"Mi sembra una buona idea sai?"
"Sì e anche io voglio morire insieme al mezzonano e non lo voglio lasciare da solo nemmeno un giorno".

giovedì 12 aprile 2012

Buon compleanno nonostante tutto

"Stasera devi scrivere?"

"Non ce la farai mai, Prodi è durato due settimane"

"Certo.. tutti i giorni, ma come ti va?"

"Ti mancava proprio un altro impegno a te.."

"Ma la vita di coppia non ne risente?"

"La nostra vita di coppia ne sta risentendo"

"Sono rimasta molto indietro mi dispiace"

"Ma tutti i giorni è troppo le persone non riescono a stare al passo!"

"Questo però non lo scrivere, me lo prometti?"

"Ormai ho paura a parlare con te.."

"Ma.. pure in vacanza??"

"Da quando hai iniziato non sei più la stessa"

"Vabbè ma basta no? Quanto tempo deve durare?"

"Non ti leggo più, sai?"

"Non ha più senso nell'era dei social network.."

"Ma chi te lo fa fare??"

"Ma quando trovi il tempo? Me lo dici?"

"Non ti invidio per niente"

Oggi l'erba compie un anno.
Nonostante i social network, l'abbandono di qualcuno, gli impatti sulla vita di coppia, il cambiamento (non in meglio) di M, fraintendimenti e offese non intenzionali e l'ansia dell'impegno quotidiano non sempre facile da gestire, siamo ancora qui.

Grazie a tutti i fedeli della prima ora e a tutti quelli che si sono aggiunti filo d'erba dopo filo d'erba.

mercoledì 11 aprile 2012

Scuole tecniche

A letto qualche sera fa.
Luce del comodino accesa.
H e M ognuno assorto nella propria lettura.
"Ah oggi non ti ho letto"
"Fa niente"
"No ti leggo ora"

Tempo di lettura 1 minuto.

"..dice davvero ppinasi il mezzonano al posto di spinaci"
"Già"
"Sbaglia un sacco di parole ancora.."
"Sì gli mancano parecchie lettere"
"Ormai parlerà per sempre così"
"???"
"Eh sì dai quanti anni anni ha, è grande.."
"Tre"
"Sì ecco tre, bè il nano non parlava così a tre anni, non gli mancava nessuna lettera a lui"
"E' vero ma non tutti i bambini sono uguali! Ma come fai a  pensare che parlerà per sempre così scusa..."
"Bè non impara mai.."
"Non è vero l'anno scorso se ti ricordi gli mancavano anche i dittonghi invece durante l'estate li ha imparati"
"I...cosa???"
"I dittonghi"
"E cush'è chel'è??"

H ha fatto le scuole tecniche e da quando sono nati i bambini è tacito accordo che lui li affiancherà nei compiti di matematica e nello studio delle materie scientifiche, mentre M sarà per loro un riferimento nello studio della letteratura, della grammatica e della lingua italiana.

martedì 10 aprile 2012

Morte e resurrezione

Sono stati giorni un po' pesanti queste "vacanze" di pasqua.
Prima si è ammalato il nano.
Poi è stato il turno del mezzonano.
Infine ieri, lunedì di pasquetta, giorno abitualmente dedicato alle gite fuori porta, H non è riuscito ad alzarsi dal letto "che debolèèèsss".

M si è domandata se il malessere dei tre maschi di casa fosse una causa o un effetto degli arresti domiciliari di questi giorni. Ed è arrivata alla seguente conclusione:
1) l'otite del nano, iniziata il fine settimana precedente a quello di pasqua, non poteva essere un effetto della clausura e ne è stata invece in parte la causa;
2) l'influenza con febbre a 38.5 del mezzonano cominciata il primo giorno di vacanze non poteva essere un effetto della clausura per lui non ancora iniziata;
3) il collasso di H ieri mattina è senza dubbio effetto della clausura.

M, dal canto suo, si è chiusa in un mutismo depresso e sordo. E' scoppiata in lacrime all'inizio del pranzo pasquale (alla pizza di formaggio per essere precisi) e si è dovuta ritirare nella sua stanza per riprendersi.
Causa della depressione l'infinita lotta psicologica con il nano e la perdita definitiva di quattro flutes da champagne regalatele dalla sua amica della macchinetta, trimamma, per il matrimonio e gelosamente custodite una a una nella carta velina, fino a domenica mattina quando il mezzonano con un unico movimento degno di un fine prestigiatore, le ha scaraventate per terra, rovinosamente.

Un ringraziamento perenne ai nonni che con la loro assidua presenza ci hanno "resuscitato".

giovedì 5 aprile 2012

Braccio di ferro e la volpe

A tavola qualche sera fa.

"Chi vuole asaggiare gli spinaci?"
"Io 'i vojo assazzare"
"Io no: che schifo gli spinaci"
"Non si dice che schifo delle cose da mangiare.. Tieni mezzonano..come sono?"
"Mmm buonissimi"
"Bene sono contenta che ti piacciano, mangia piano però e mastica bene"
"Vojo anco'a ppinasi mamma"
"Certo tieni"
"Nano sei sicuro che non li vuoi nemmeno assaggiare? Hai visto quanto piacciono a tuo fratello? Forse non sono così cattivi come credi ma se non li assaggi non lo saprai mai!"
"Non li voglio gli spinaci"
"Non fare quella faccia schifata"
"Sono buoni 'i ppinasi invese"
"Certo mezzonano sono buoni e poi li mangia anche braccio di ferro perchè gli spinaci fanno diventare molto forti"
"Sì e io divento fotte fotte che manzo monti ppinasi"
"Eh già il mezzonano diventa forte e tu nano no?"
"No io no"
"Ah non ti interessa diventare forte?"
"Eh no perchè lui sarà anche forte, io sono furbo però".

mercoledì 4 aprile 2012

Monologo serale

"Ma come è possibile che non vuoi bene a tua mamma? Tutti i bambini dovrebbero voler bene alle loro mamme.. tu invece cosa fai per dimostrare che mi vuoi bene? Sono tornata a casa e stavi facendo piangere tuo fratello solo perchè sei un prepotente, senza motivi come sempre. Siamo andati a tavola e la pastina prima la volevi e poi no mi fa schifo poi volevi la piadina con il filadelfia e non hai mangiato nemeno quella, hai voluto la nutella a tutti i costi e poi l'hai lasciata.. Per farti prendere l'antibiotico tutte le volte una lagna che non finisce più, il muso, i pianti..mille storie che poi è solo per il tuo bene perchè non ti ricordi come stavi ieri con il mal d'orecchio?? Non sarà meglio prendere una medicina anche che non ti piace piuttosto che avere di nuovo quel dolore? Hai voluto che ti disegnassi Mazinga Z e te l'ho disegnato, che leggessi il libro degli Snorky e te l'ho letto, hai voluto vedere Chuck e ti ho acceso la tele.. ti ho lavato, messo il pigiama, messo a letto coccolato e sbaciucchiato e tu per tutta risposta dopo dieci minuti mi chiami per dirmi che ci sono tutte gocce di sangue nel letto?? Chissà perchè poi guardati il dito, quante volte te l'abbiamo detto che non devi metterti le dita nel naso che ti fai male? Guarda qua che macello..adesso devo cambiarti le lenzuola..ma guarda te..sei contento di vedermi sempre arrabbiata? Guarda è passato anche sotto..vado a prendere la spugnetta che devo pulirlo subito che non va più via..un principe sei.. esisti solo tu, non te ne importa di niente e di nessuno solo dei regali che ti fanno e di andare a casa dei tuoi amici, per il resto non ti importa niente..che tristezza..ecco il letto è pronto principe buonanotte..Iu-hu c'è qualcuno qui?? Ma tu mi ascolti quando parlo??"

"No perchè ho questo mal d'orecchio e proprio non ti sento"

Stasera M era a casa da sola con i nani, H giocava a calcetto. Il nano ha messo in piedi tutto il suo migliore repertorio e M è molto avvilita, ha parlato da sola per un quarto d'ora buono mentre lui la guardava assente senza mostrare alcun segno di pietà o di pentimento o di empatia. Niente.

martedì 3 aprile 2012

La deriva del brutto

Come ogni nonno che si rispetti, l'Arch adora i suoi nipoti. Li considera intelligenti, bravi, superiori in ogni cosa che fanno e soprattutto molto belli.
Ogni tanto M riceve un sms dell'Arch che recita "'nto sò belli" così senza ulteriori dettagli.
In una parola li adora.
Oggi l'Arch ha voluto accompagnare M e il dolorante nano in preda a otite febbre e vomito dal pediatra. "Per una volta che posso stare un po' con mio nipote, ho cancellato tutti i miei impegni" ha detto.

In macchina, alla guida, l'Arch ha cominciato con la solita solfa di (qua)nto sono belli i nani e come ogni mamma che si rispetti, M seduta dietro nella minicar con le ginocchia in bocca il nano lamentoso in braccio e i piedi arrampicati  l'uno sull'altro, gongolava  a dispetto dell'otite, della notte insonne dietro le spalle e di quella altrettanto insonne davanti.

"L'altro giorno dov'è che stavo...ah sì l'altro giorno ero in fila alla posta e ho notato uno"
"Un bambino?"
"No non un bambino"
"Ah che ne so stavi parlando dei nani.."
"No no insomma uno, un tipo"
"Un signore?"
"Sì un signore diciamo.. ma giovane, non un ragazzo ma giovane"
"Ok ho capito, e?"
"..e ho pensato che sarebbe potuto essere il mezzonano da grande"
"Ah sì gli somigliava?"
"Sì bè non ti so dire in cosa ma lo guardavo e ho proprio pensato che il mezzonano sarebbe potuto diventare proprio così da grande"
"Ah e com'era questo giovane?"
"Brutto"
"@_@"

"Sì brutto"
"Ma come brutto??? Che vuol dire brutto? Ciccione?"
"No no non ciccione.."
"Pelato?"

"No no nemmeno pelato"
"E allora brutto come?"
"Brutto brutto"

"@_@"
"Bè il mezzonano potrebbe diventare così, se prende la deriva del brutto."

lunedì 2 aprile 2012

Guardare per guardare

In ufficio a mensa parlando con la collega alta in una più unica che rara occasione di un pranzo tutto al femminile, M ha scoperto che esistono due modi per guardare: guardare e guardare per guardare.

Il primo modo e cioè "guardare" è quello normale: si guarda la tele, si guarda il cielo, si guarda il semaforo e si aspetta che diventi verde, si guarda un documento presentato su uno schermo, il benzinaio che ci riempie il serbatoio, la pagina di un giornale, un film, si guarda un aereo che passa, un albero che fiorisce, il quaderno dei compiti, lo specchio.

Il secondo modo e cioè "guardare per guardare" è ben diverso: durante una dieta ferrea guardare una fetta di torta al cioccolato, quando un uomo guarda una donna ammirandone forme e desiderandone attenzioni, un assetato che incontra un'oasi nel deserto, una shoppingaholic davanti alla vetrina di uno show room, Carrie Bradshaw davanti a un paio di Manolo Blahnik, Biancaneve davanti alla mela avvelenata, Paperon de Paperoni davanti a una moneta.

La discriminante tra "guardare" e "guardare per guardare" è in una parola la bava.

La collega alta di M, che ne sa una più del diavolo, ha detto a M che sicuramente più di una volta le era capitato di essere l'oggetto di un "guardare per guardare"
"Pensaci M. Dai ti sarà capitato un sacco di volte.."
M ci ha pensato intensamente, ma non le è venuto in mente nemmeno un esempio.

M non è oggetto di bave. Tuttalpiù sbava.

domenica 1 aprile 2012

Che macello

Alle cinque di pomeriggio di venerdì Lui, il giovane capo prodigio, chiedeva a M se prima di uscire poteva aprire un account google per il dipartimento dove lavorano. L'assertiva M rispondeva con un "certamente", si sedeva alla propria postazione e provvedeva.
Al termine dell'operazione M inviava ai colleghi e a Lui il nuovo account con annessa la password di accesso.
Sapendo di dover andare a recuperare il nano e l'amico G alla lezione di basket alle 17.30, M alle 17.20 spegneva il pc e si accingeva all'uscita.
Tuttavia, quasi arrivata alle scale, M veniva assalita da un feroce dubbio: aveva veramente creato un nuovo account per il suo ufficio oppure senza uscire dal suo account personale si era limitata a SOSTITUIRNE indirizzo mail e password e li aveva spediti a tutti i colleghi dando loro accesso diretto alla sua posta personale e all'erba con i privilegi di amministratori?

Per fugare ogni dubbio M tornava indietro, riaccendeva il pc, provava l'accesso al suo account e scopriva che il feroce dubbio era terrificante realtà.
Si affrettava a inviare un'errata corrige ai colleghi con un nuovo account e una nuova password di accesso.

In uno stato di agitazione palpabile e sudata fradicia, M segneva il pc, correva al motorino, alla lezione di basket, prendeva il nano e l'amico G, li portava di corsa alla festicciola organizzata in giardino per la sorellina di amicodelcuore, affidava alla muta Mar il nano e a nessuno l'amico G e tornava sul luogo del delitto perchè nonostante l'errata corrige non poteva avere la certezza che qualche collega distratto non accedesse con le sue credenziali al suo piccolo mondo segreto.

Soltanto a tarda notte, a casa, con il supporto del fedele H, M riusciva a recuperare la situazione, reimpostava la propria mail, eliminava per sempre l'inidirizzo inviato ai colleghi con annessa password e dormiva finalmente un sonno tranquillo.