mercoledì 31 dicembre 2014

L'inci-dente e i suoi insegnamenti

Da questa vicenda dell'inci-dente del nano M ha imparato parecchie cose:
Non c'è essere umano che non abbia un parente, un amico, un conoscente prossimo a cui non sia successa la stessa cosa;
I dentisti sono molto diversi tra loro anche quando concordano su una strategia;
La paura l'ansia e l'angoscia che prendono un genitore quando un figlio si fa male sono insostenibili;
L'espaniola ha avuto un grande coraggio e ha dimostrato una forza sovrumana due anni e mezzo fa di fronte all'incidente ben più grave dell'espaniolita e a lei sono andati i pensieri di M in queste ore;
Non importa quanto possa essere definitivo o grave il danno, l'importante è tornare a casa tuti insieme, e non a tutti succede e un pensiero va a V e M che invece sono tornati a casa in tre e senza capirne il motivo;
H e M hanno reazioni diametralmente opposte di fronte a avvenimenti del genere, nei tempi e nei modi, ma efficacemente complementari;
L'incisivo sinistro è il dente numero 21;
Si può andare da un dentista mai visto prima alle sette di sera e essere trattati come un figlio;
Si può essere belli anche senza il dente numero 21;
I denti hanno radici che ci mettono anni a chiudersi;
Una madre dovrebbe ricordare o per lo meno riportate su un taccuino le date della dentizione dei figli, sia quella da latte che quella definitiva, perché può capitare di essere sottoposte a un interrogatorio sul tema e trovarsi totalmente impreparate è imbarazzante;
8 anni è l'età peggiore per perdere un dente perché non si è abbastanza piccoli da averlo da latte né abbastanza grandi da avere la radice chiusa;
Un bambino di 8 anni può reagire in una strana maniera di fronte alla perdita di un dente, anche chiedendo di fare il bagno caldo nella vasca tre volte al giorno.
Buon 2015, buona fine e buon inizio a tutti voi che passate di qui da una M un po' provata ma felice.

martedì 30 dicembre 2014

Se ci dice culo

Ci sono dei momenti che non si dimenticano più. Dei momenti che una volta accaduti entrano nella storia di ognuno di noi e nei racconti familiari e si tramandano. Possono essere belli o brutti, non importa. Sono i momenti per i quali esiste un prima e un dopo come si scriveva qualche post fa.

Ieri qui all'Altro Mare in casa della cugnida è avvenuto uno di quei momenti.
Dopo essere usciti indenni dalla pericolosissima pista di pattinaggio più lunga d'Europa, i nani si sono diretti a casa del cugino per cena e pernottamento perché qui nella patria del divertimento sfrenato la movida inizia da piccoli.
Dopo circa tre minuti dall'ingresso in casa, mentre M e H mostravano alla cugnida pigiami e spazzolini, dalla stanza al piano di sopra è arrivato un grido seguito da un pianto preoccupante. M si è precipitata su per le scale e si è trovata di fronte a uno di quei momenti.
Per farla breve il nano ha sbattuto il muso per terra e ha perso l'incisivo sinistro. "Non tutto, il 90% porca merda" ha detto il dentista che lo ha visitato poco dopo, davanti al nano che oggi di tutta la vicenda ricorda solo quel porca merda.
Adesso se ci dice culo, sempre a detta del dentista, il dente potrà essere riattacato tra parecchi mesi e intanto è stato conservato con cura sotto fisiologica in un minuscolo contenitore trasparente che finirà nel bidone in uno dei raptus di ordine di H.
Se invece non ci dice culo, se il nano cominciasse a avere dolori insopportabili che "non c'è Aulin che tenga" bisognerà intervenire subito con un'operazione brutta e difficile.
Dipende tutto da come vanno le prime 48 ore dal trauma.
Adesso mentre M scrive ne sono passate 23 e finora tutto ok. Incrociamo le dita e speriamo.

lunedì 29 dicembre 2014

In settimana bianca o quasi

Forse per il freddo umido che entra nelle ossa.
Forse per le mani e i piedi ghiacciati che non li senti più o forse per la goccia al naso fissa.
Forse per la fatica di mettere e togliere gli scarponi a mani nude, con tutti quei ganci che non vanno mai bene
Forse per l'ansia che qualcuno si faccia male sul serio.

Forse perché a stare fermi ci si congela e a muoversi si suda a bestia così infagottati come palombari.

Per uno di questi motivi o per una combinazione degli stessi o meglio per TUTTI questi motivi insieme e forse anche per qualche altro che adesso le sfugge, M detesta la montagna, lo sci, la settimana bianca e la neve vista da vicino.

Ed è per questo che i nani non ci sono mai andati e probabilmente non ci andranno mai.

Oggi pomeriggio però sono andati a pattinare sul ghiaccio qui all'Altro Mare, sulla pista più lunga (e più stretta) d'Europa, e per M è stato un po' come andare in settimana bianca scarponi compresi.

Ps. Questo post è stato scritto alle 5.30 di oggi pomeriggio, prima dell'inci-dente del nano di cui M parlerà nei prossimi giorni.
Per tranquillizzare voi che passate di qui vi basti sapere che il nano è di là che dorme e che se la notte passa serena è quasi fatta.

domenica 28 dicembre 2014

Piane tempestose ovvero "che tempàz"

M ha provato a ricordare da quanto tempo non trascorresse un capodanno all'Altro Mare e con un grosso sforzo di memoria, è risalita al capodanno del 2007 quando con l'insfangabile nano di tre mesi e H appena tornato dal Venezuela ci andò in occasione dell' imminente parto della cugnida.
Quindi 8 anni fa.

In questi 8 anni M aveva dimenticato:
Il freddo insistente e umido che penetra nelle ossa e non ti lascia più;
L'inspiegabile idiosincrasia degli Altri Nonni nei confronti del riscaldamento, anche se fuori il termometro indica 0,5;
Il brivido gelido quando si appoggia la testa sul cuscino talmente freddo da sembrare bagnato e il vento che soffia dentro "le gobbe" adibite ad armadi;
Il paesaggio del mare con la neve, che per lei invece sono elementi distanti e inconciliabili;
Quella pigrizia atavica che la prende quando il freddo le fa passare qualsiasi fantasia e la relega sul letto sotto la coperta, tutta imbacuccata.

M si ricordava perfettamente:
La difficoltà di buttare qualsiasi cosa nel giusto cassonetto, perché è la stessa difficoltà che incontra d'estate;
Il piacere di un piatto caldo sempre diverso e pronto come per magia a pranzo e a cena, perché è una magia che non conosce stagioni;
Le lenzuola blu, che anche loro sono un immancabile presenza nel letto 12 mesi l'anno;
Il viaggio accompagnato dall'ansia della neve.

M è arrivata oggi all'Altro Mare, dove si fermerà una settimana e festeggerà il capodanno 2015 insieme agli amici di H che sono diventati un po'anche suoi.

Ps. In ogni caso M non si è fatta sorprendere e per i nani ha portato le tute da sci. Queste:

mercoledì 24 dicembre 2014

La vigilia

Quando M aveva l'età che oggi hanno i nani la vigilia di Natale verso le sei e mezza di pomeriggio babbo Natale arrivava in casa in un'atmosfera magica resa suggestiva dal camino acceso e dalle fiamme delle candeline sull'albero, perché allora le lucine elettriche non erano ammesse in casa sua, così come i capelli sotto le spalle, lo smalto alle unghie, la frangetta, gli stivaletti, le merendine e il cerchio alla gonna del vestito di carnevale.
Poi alle otto M con il fratello, NonnaG e l'Arch andava a casa dei nonni materni e lì, in una allegra caciara di 11 cugini, 21 zii e 2 nonni, si tratteneva per la tanto attesa cerimonia dell'albero, il cenone a base di pesce per i grandi e con la pasta al forno per i piccoli e il mitico mercante in fiera dello zio Andrea che durava fino a notte inoltrata e i cui ricchissimi premi sono ancora oggi oggetto di racconti e invidie.

La cerimonia dell'albero prevedeva che i cugini di mettessero in fila indiana in ordine di altezza/età nel lungo corridoio, che anni prima era stato abitato quotidianamente da una famiglia con sei bambini, e che entrassero uno dopo l'altro nel soggiorno dove, intorno all'imponente albero, qualcuno aveva lasciato, in cestini di vimini con il nome sopra, i regali per ciascuno.

Questo rito, perpetrato per almeno 25 anni e tanto amato da noi sempre meno piccoli, è entrato dentro ognuno di noi e ha messo radici inestirpabili.

Oggi il rito è stato tramandato ai nostri nani.
Al posto dei cestini ci sono i sacchi ricamati dalla NonnaGiò; al posto della grande casa dei nonni ci sono le nostre case, che a turno mettiamo a disposizione per questa magica serata. Al posto nostro ci sono i nostri figli e al posto dei nostri genitori ci siamo noi.
L'entusiasmo è lo stesso di allora e anche la posta al forno.
Buona vigilia!

martedì 23 dicembre 2014

Non tutto è perduto

M nell'ultimo periodo molto per caso un po' forse anche per scelta ha rinunciato alle cose che ama di più:
1) andare al cinema.
È talmente tanto tempo che non ci va che non riesce a ricordare l'ultima volta. E non si limita a non andarci più, ha proprio perso contatto con il tema e ignora da mesi quali titoli siano usciti;
2) l'abbonamento annuale alla sua rivista preferita che è scaduto durante l'estate e non è stato rinnovato dopo più di 10 anni di onorato servizio, perché un numero a settimana era diventato troppo e molti partivano da casa sua per il loro giro di seconde e terze mani ancora nel cellophane;
3) non ha comprato i biglietti per il nuovo tour di Jova e sarebbe la prima volta in assoluto dal 1992 che manca l'appuntamento, considerando anche il fatto che gli ultimi tour li ha seguiti in più tappe.
Ma soprattutto
4) M non nuota più da luglio. La sua piscina ha riaperto solo ieri dopo la lunga pausa estiva e lei non ha trovato una sostituta all'altezza e quindi non ha più nuotato. E questa è una mancanza che le fa parecchio male.
Infine M
5) ha smesso di scrivere l'erba per un po' e se non ci fossero state le amiche Emme e ME a spronarla forse avrebbe continuato a non scrivere.

M però continua a mangiare schifezze, a vivere di shopping online e chat con le amiche e a andare avanti a cioccolata, quindi non tutto è perduto.

Buon Natale a tutti voi che passate di qui!

giovedì 11 dicembre 2014

Così vai via...

Che vuoi che sia, se tu devi vai.

È andata via.

Con la sua scrivania, il pc, il portapenne e lo specchio per farsi lo chignon.
Con la sedia girevole e il libro rigido al posto del cuscino per stare più dritta con la schiena.

Con il cestino della carta e la borraccia grigia per bere quando ha fame e un solo scatolone con dentro tutte le sue cose.

Con le sue attenzioni di accendere la luce quando diventa buio; di alzare e abbassare le veneziane quando c'è troppo sole; di aprire e chiudere la finestra per cambiare aria.

È andata via con le sue telefonate, le sue rare incavolature, le sue piccole e gentili richieste di aiuto e le sue grandi e costanti offerte di aiuto e con il suo tè caldo bollente.
È andata via con il suo minimalismo e la sua discrezione, e con la capacità di ascoltare e gestire le follie di M, le lacrime, le paure, le risate, le scoperte.

Al suo posto è rimasto un buco su mattonelle di linoleum verdi.


Per fortuna non è andata molto lontano, ma dopo 14 anni di convivenza è comunque strano non averla lì. 

E anche se si è deciso di fare finta di niente, anche se quando gli omini del trasloco hanno portato via tutto lei non c'era, M ha accusato il colpo.

E stamattina, 24 ore dopo, si è svegliata a distanza di 16 anni dall'ultima volta, cantando una canzone di Baglioni.

martedì 9 dicembre 2014

A te che Sei

A te che la mattina quando vieni nel letto, portato di peso dal tuo babbo, sei caldo e morbido come un panino appena sfornato e pretendi il buio più totale perché non sei ancora pronto per il giorno.

A te che sembravi il più Santo dei Santi e invece sei un capoccione che se decidi una cosa e non riesci a ottenerla, sei capace di tenere il muso fino a domani;
A te che mi hai detto le cose più terribili, ma anche le più belle con la stessa convinzione;
A te che hai le orecchie dell'Arch, i gambini di babbo, la faccia tonda di M e gli occhi verdi grandi.

A te che abbracci tutti quelli che incontri per strada con lo stesso affetto che dimostri per i familiari più stretti; che sei l'unico bambino che conosco sulla faccia della Terra che alla sua festa si dimentica di scartare i regali.

A te che sei nato calciatore, anche se in famiglia nessuno ti dà spago e che anche il prete che dice la Messa "chissà che maglia avrà oggi";
Che impari le poesie per la scuola solo se ti faccio le mosse per ricordarle,
E che sei l'unico di noi che mangia sano e da chi l'avrai imparato non si sa.

A te che metti impegno e ostinazione in tutto quello che fai.

A te che soffri di mal di auto, anche in un tragitto di pochi chilometri, di allergie non ancora comprese e di tosse cronica;
che hai il mocciolo dodici mesi l'anno ma che mai ti lamenti, anche se usi l'aerosol con una dimestichezza e una rassegnazione inusuali.

A te che avrei voluto fossi femmina e invece sei perfetto così
Che per te tuo fratello è ragione di vita e immancabile presenza, e le cose iniziano ad avere un senso solo dopo che le hai condivise con lui.

A te che hai l'indipendenza dei sicuri e la caparbietà dei forti.
A te che dal tuo metro e venti, ci insegni la serenità, la contentezza e la semplicità ogni giorno.
Che ridi e ci fai ridere.

A te che venerdì hai compiuto sei anni,
Buon compleanno Mezzonano e scusa il ritardo.

giovedì 4 dicembre 2014

Quando si dice ordinato

M è una persona ordinata. Non lo era quando viveva con i suoi, ma da quando vive da sola lo è.

H è molto ordinato.
Molto molto molto ordinato.
Ordinatissimo.
Patisce quando ci sono cose in giro per casa; è solito rimettere tutto a posto subito, anzi anche un po' prima di subito ed è piuttosto abile a rimettere a posto le cose che servono, prima che si abbia la possibilità di usarle.
Ci sono diversi esempi per spiegare questa sua propensione per l'ordine.
Come quando M una mattina tirò fuori una camicia dall'armadio per metterla, poi si infilò nella doccia e una volta uscita la camicia era sparita, passata direttamente dall'armadio al cesto dei panni sporchi.
Oppure quella volta che la sera prima M aveva lasciato sulla libreria in ingresso i biglietti del treno  per NonnaG, che sarebbe venuta e ritirarli la mattina, e i biglietti non superarono la notte lì sulla libreria, raggiunsero il bidone nottetempo.
M a volte scherza su questo lato di H. Lui se la prende un po', ma il più delle volte si sdrammatizza e via.

Qualche giorno fa M aveva comprato su Amazon una scheda di memoria per il tablet dei nani. Una cosa minuscola che era arrivata in una busta da lettere marrone.
La busta era stata aperta ieri sera alla presenza di H e la scheda, che sembrava a prima vista non compatibile con il dispositivo per il quale era stata acquistata, era stata riposta nella busta e la busta sulla scrivania, in attesa di capire come funzionasse e cosa farne.

Stamattina in ufficio M ha scoperto che invece era compatibile e che quello che aveva visto lei era solo l'adattatore e che la scheda era inserita lì dentro, quindi ha chiamato H che dopo la lunga trasferta è a casa per qualche giorno in riposo e gli ha chiesto di provare a tirare fuori dall'adattatore la scheda.
"Dov'è?"
"Nella stessa busta nella quale è arrivata, sulla nostra scrivania"
"..."
"?"
"Mi sa che ho fatto un danno. L'ho buttata quella busta"
"???"
"Sì stamattina tutte quelle carte sulla scrivania.. ho buttato tutto."
"Vabbè ma puoi andarla a recuperare nel cestino della carta no?"
"No le ho buttate giù, nel cassonetto."
Per fortuna non è stato un grosso danno economico, però forse un po'di disordine andrebbe rivalutato.

mercoledì 3 dicembre 2014

10 aggettivi per il Mezzonano

1) affettuoso
2) corretto
3) diligente
4) educato
5) socievole
7) sereno
8) chiacchierone
9) bravo
10) integrato

Oggi ci sono stati i primi colloqui con le maestre di prima elementare del Mezzonano. Questo è il ritratto unanime che ne hanno fatto, separatamente.
M conferma il primo giudizio sulla maestra Dominga, che continua a piacerle parecchio e una leggera e non dichiarata antipatia, condivisa con H, per la maestra di matematica.
Per che non li ricordasse e ne avesse curiosità qui i 10 aggettivi ai primi colloqui di prima elementare del nano, alcuni si ripetono. Altri no.

martedì 2 dicembre 2014

La tragedia e Santi Licheri

Stasera a tavola, a casa in compagnia degli Altri Nonni.
"Bambini raccontiamo ai nonni cosa è successo stamattina?"
"No"
"Come no e perché no?"
"Perché non si deve raccontare.."
"Ma sì invece sentiamo cosa dicono, chiediamo un parere.. allora Nonni stamattina è successo.."
"La tragedia."
"La tragedia?"
"Si mamma la tragedia.."
"Sì mamma ha ragione lui la tragedia e babbo ti ha anche detto una parolaccia!"
"Si ma oltre la parolaccia voi avete capito perché abbiamo litigato?"
"No!"
"Come no! Eravate lì!"
"Sì ma voi parlavate talmente veloce che io non ho capito niente di quello che dicevate, solo la parolaccia!"
"..."

Stamattina a poche ore dal rientro di H, M e H hanno avuto una brutta discussione in presenza dei nani. Loro non ci hanno capito molto.
Stasera m ha giocato a Forum davanti agli Altri Nonni, perché pensa che sia sempre meglio affrontare le cose anche quelle difficili e provare a farle capire piuttosto che lasciarle inspiegate, a covare dentro.

NonnoR ha dato ragione a H (tranne che per la parolaccia), l'AltraNonna non si è pronunciata "perché tanto hanno sempre  razone loro".
M avvilita e sola si è sentita un po' incompresa, ma i nani hanno riso e hanno compreso. E sicuramente nella loro testa non è rimasta la tragedia, solo la parolaccia.

lunedì 1 dicembre 2014

Bentornato babbo

Oggi, dopo 17 giorni di assenza è tornato H. In questi 17 giorni M è riuscita a non fare mai la spesa, attività che lei odia e che H da sempre gestisce in piena autonomia, lista compresa, a non chiudere mai le persiane, che tanto con gli scuri va bene lo stesso, a cucinare il minimo indispensabile, a non vedere mai nemmeno un minuto la tele e a andare a dormire ancora prima del solito.
I nani dopo un inizio un po' cupo, in questi 17 giorni non hanno mostrato segnali strani e anzi sono andati mano a mano affrancandosi dal ricordo della figura paterna.
Oggi però appena sveglio il Mezzonano, che in più di un'occasione ha dimostrato di essere parecchio emotivo (chissà da chi avrà preso), ha cominciato a mandare chiari segnali di ansia, lamentava mal di cuore, mal di pancia e mal di gola, a scuola ha vomitato e M è andata a prenderlo prima.
Così è stato il primo ad accogliere babbo al suo rientro ed è immediatamente guarito.
Il nano all'uscita di scuola quando ha visto che c'era il babbo, occasione più unica che rara, lo ha accolto con grande entusiasmo e dimostrazioni d'affetto.
Più tardi M negli spogliatoi della piscina gli ha chiesto se fosse stato contento di trovare babbo all'uscita di scuola. Lui le ha risposto che era stato bellissimo.
Dammi un aggettivo per spiegarmi bene come è stato gli ha chiesto M.
"Sorprendente" ha detto lui, sorprendendo un po' anche lei.
Bentornato a casa, babbo!

venerdì 28 novembre 2014

Il favoloso mondo di Amazon

Sei attualmente connesso con Serena di Amazon.it
Io: Buongiorno
Serena:Salve sono Serena e sarò lieta di esserti utile. Ho il piacere di chattare con M?
Io: sì, mercoledì 1 ottobre ho effettuato un ordine numero 171-9796436-2143517 
(ci avevo pensato parecchio e alla fine mi sono detta ma dai sì la spesa non è eccessiva si può fare e ho cliccato su acquista)
successivamente ho deciso di restituirlo 
(perché alla fine dai ma chi è che va in giro con un paio di zoccoli da olandesina di vero legno, in città, alla veneranda età di 41 anni?? e come si abbinano poi?? con i calzini a righe di pippi calzelunghe?? o con la maschera di Carnevale taglia tre anni che ho indossato nel 1976?)
e ho seguito al vostra procedura di reso. Ho contattato SDA e ho richiesto un ritiro in data 3 novembre (ho mail di conferma prenotazione ritiro del 3 novembre).
Pochi giorni fa ho scoperto che nessuno mai è venuto a ritirare il pacco (è in portineria)..
(cioè l'efficiente Mister Brown ci ha messo tre settimane per dirmi che forse era venuto il momento di andarmi a riprendere quella scatola..). In realtà avrei potuto renderlo indietro entro l'8 novembre..ma io ero convinta che SDA fosse venuta a ritirarlo!
(Lei si chiederà come ami mi sono ridotta al 3 novembre a chiamare SDA visto che l'ordine lo avevo fatto il 1 ottobre..ma deve sapere che H è un po' maniaco dell'ordine e ha buttato la scatola e siccome voi specificate che ilr eso va fatto nella stessa scatola ho dovuto aspettare di fare un nuovo acquisto. Ho prima comprato il vocabolario per il nano ma la scatola era troppo piccola per infilarci gli zoccoli poi finalmente si è rotto il ferro da stiro e la scatola nella quale era impacchettato era perfetta , di qui il ritardo.)
Posso fare qualcosa?
Serena: Non ti preoccupare M, in questo caso potrai comunque restituire l'articolo anche se sono trascorsi i termini di ritiro. Puoi per favore indicarmi il codice di ritiro che ti è stato comunicato per email?
Io:sì.. certo.. Codice prenotazione ritiro da Sito SDA: CP17082650
Serena:Grazie M, segnalo questo inconveniente al nostro dipartimento competente in modo che possa ricevere un nuovo appuntamento da parte di SDA. Posso fornire il tuo recapito telefonico?
Io:sì, ma io nel frattempo cosa devo fare?
Serena: Nulla, attendi semplicemente una telefonata da parte di SDA entro 2 giorni lavorativi in modo da fissare un nuovo appuntamento. Segnalo appunto che non è stato rispettato il precedente appuntamento.
Io: ok grazie mille.. 
(ma davvero tutto qui?? posso davvero disfarmi degli imporponibili zoccoli da olandesina??)
Serena: Posso fare qualcos'altro per te?
Io: (mille cose credo ma così su due piedi non mi viene in mente niente..) no, ma sei stata molto gentile! :)
Serena: Grazie a te, spero di esserti stata d'aiuto e per qualsiasi dubbio restiamo a tua disposizione. Ti auguro una buona giornata :)
Io: grazie... W Amazon!

giovedì 27 novembre 2014

30 giorni ha novembre

Caro mese di novembre,
eccoci qui. Anche quest'anno sei quasi finito senza troppi danni. ancora un fine settimana (da ragazza madre) ed è fatta.
Cioè, senza danni irreparabili perché qualche danno lo hai fatto anche quest'anno.
E forse non sarà colpa tua, ma a me sei sempre piaciuto poco e quindi parto un po' prevenuta.

H è partito da ormai due settimane, la vita procede e ha anche acquistato una sua routine.
E' tutto cambiato dall'ultima volta che è partito (2006, sempre novembre..) per andare un mese a Caracas. Sono passati 8 anni, l'intera vita del nano. Allora non c'erano nè Facebook nè Whatsapp, ci si vedeva via Skype tutti sfuocati e a scatti. Adesso ci si scrive parecchio e non ci si parla più quasi per niente.
Come allora sono arrivati gli Altri Nonni per darmi una mano, rifocillarci un po', vedere i nani e aspettare il figlio in trepidante attesa.
Ho superato la crisi con Lui che per l'ennesima volta sembrava  dovesse andare via, e invece alla fine no, nemmeno questa volta e menomale.
Ho superato un brutto litigio con il collega siamese ma non so ancora se ne sono uscita proprio indenne.
Ho visto tornare l'amica trimamma, sebbene per lavoro, ma è pur sempre un ritorno e magari chissà.
Non sono riuscita a mandare indietro gli zoccoli olandesi che avevo preso su Amazon e che giacciono ancora in portineria da quasi un mese.
Ho finalmente al dito il secondo tentativo dell'anello perso prima dell'estate, ma ne ho già chiesta la terza versione per cui questo anello diventerà il più caro mai venduto dall'orafo dell'AltroMare, quello della figa attaccata ai piedi di H per intenderci.
Il mezzonano ha avuto la sua piccola influenza, e ha superato senza alcun fastidio al richiamo del vaccino e ora si avvina a passi grandi verso i suoi 6 anni.
Sono successe anche cose molto belle, come l'arrivo dell'egiziano a casa di NonnaG e l'Arch, che non li ha ammazzati nella notte e anzi è affettuoso e gentile con tutti.

Ciao novembre, all'anno prossimo.





mercoledì 26 novembre 2014

Le amiche geniali

Una ha tre figli, un cane, intolleranze alimentari a nastro, un lavoro full time per cui è pagata tutti i 27 del mese e uno, sempre full time, per cui non è pagata nemmeno un centesimo e che comincia a pesarle un po'.
Una è una neo-mamma, espatriata ob torto collo in una ridente località non abbastanza lontana dalla città da dimenticarla, ma nemmeno abbastanza vicina da poterci tornare solo per una cena tra amiche. Scrive per lavoro e per hobby, racconta storie che la ascolteresti per ore con quel suo accento meridionale infarcito di parolacce, eterna indecisa come si definisce lei stessa e aspirante maschio.
Una è felicemente separata, forte, decisa, un po' egocentrica e, per chi ancora non lo sapesse, ha un ex fidanzato storico con cui è stata 14 anni da lei nominato sempre tra il venticinquesimo e il quarantesimo minuto dall'inizio di ogni incontro. Lei è quella che chiacchiera di più, anche se è quella che meno segue le regole, in generale.
Un'altra ha un nuovo taglio di capelli che le giova parecchio, anche lei due lavori, uno artistico e uno meno, una leggera cadenza del Sud, una numerosa e solida famiglia alle spalle. Viene dal mare, va in moto, ha vissuto in un una famiglia di femmine ed è la più dolce tra noi e la più saggia.
Una è silenziosa discreta, a volte distratta, diligente e poco espansiva. Anche lei avrebbe voluto essere maschio in varie occasioni della sua vita, forse perché è cresciuta in una casa con otto femmine e un maschio che non è sopravvissuto all'esperienza.
Une è M.

Sono le girls del club di lettura nato per Jane Austin e a lei sopravvissuto.
Sono le Clubbers. Così diverse tra loro, ma così compatibili che M ogni volta che le vede tutte insieme è contentissima di averle unite.
Ieri sera si sono incontrate per discutere del quarto e ultimo volume dell'amica geniale, davanti ai cassoni, le crepes e i cantucci dell'Altra Nonna.
M, che si è trovata in disaccordo con tutte, sta ancora riflettendo su quello che si sono dette, chiusa nel suo irreale e stonato manicheismo.

lunedì 24 novembre 2014

Babbo chi?

Il primo giorno, a vederlo andar via con la valigia con le rotelle, si sono messi a piangere che M non riusciva più a fermarli. Lo hanno seguito affacciati al balcone, inconsolabili.
La stessa sera a tavola in tre, il Mezzonano ha avuto un altro rigurgito di nostalgia canaglia tanto che M gli ha preparato il letto transformer in modo che potessero dormire insieme e dimezzare il dolore.
La mattina dopo, sporadiche domande "è arrivato?".
Il secondo giorno, quando lo hanno visto apparire sullo schermo del pc hanno mandato baci e abbracciato il monitor.
Poi piano piano si sono abituati a questa routine a tre e non hanno più chiesto niente. Per difesa pensava M. Tanto che non sapeva come dirgli che il rientro, previsto inizialmente dopo una settimana e fissato per sabato scorso, era slittato di altri 10 giorni.
E invece..
Ora quando chiama via Skype non si alzano più, non si avvicinano, mandano baci distratti senza alzare la testa da quello che di più importante stanno facendo. Non fanno domande, non hanno curiosità.

Ieri sera è passato il collega giovane di M, per portare loro un pezzo della sua torta di compleanno, con sette strati di cioccolato.
È salito, si é seduto a parlare un po' con loro, e il Nano dopo 5 minuti, con una semplicità disarmante, gli ha chiesto "rimani a vivere con noi?"

Babbo 9 giorni fa è partito con il cuore triste perché vederli piangere disperati quando andiamo via, ci fa sentire in colpa come niente altro al mondo, però adesso forse se sapesse che il primo esemplare maschio passato di qui, in mente loro, avrebbe potuto sostituirlo con naturalezza e senza drammi, sarebbe felice?

mercoledì 19 novembre 2014

Lo schiaffo

Soltanto una volta nella sua vita NonnaG ha dato uno schiaffo a M. Uno schiaffo vero sulla guancia.
M se lo ricorda bene perché è stato l'unico e poi perché non ne aveva capito il motivo e lei quando non capisce non va avanti, resta lì.
M avrà avuto 16 anni.
Successe che come sempre dopo un tema in classe portò la brutta copia a casa per leggerla come d'abitudine a NonnaG e ottenere la sua approvazione. A NonnaG però quella volta il tema non piacque e M ci restò parecchio male.

Lo stesso tema però piacque alla professoressa di italiano che dopo qualche giorno lo riportò in classe con un sette sopra.

M me fu molto felice.

Quando NonnaG tornò a casa, in soggiorno, davanti alla panchetta di paglia, trovò una trepidante M che le spiattellò il suo sette e lo accompagnò con una linguaccia provocatoria di sfida.

A NonnaG partì la mano e così M ricevette l'unico schiaffo in faccia della sua vita.

Che poi se ci si pensa bene è un paradosso a 16 anni prendersi uno schiaffo per un tema andato bene, ma tant'è.
Tanto bene M quello schiaffo non l'ha capito mai. La linguaccia non è certo un gesto carino da fare, ma di qui a prendersi uno schiaffo ce ne vuole.

Solo quando è diventata mamma M ha finalmente capito. Che ci sono delle giornate che proprio non vanno e che può succedere di prendersela con qualcuno che non c'entra o di avere reazioni sbagliate.

Oggi M è in una di quelle giornate, anche se di schiaffi a casa non ne sono volati.
Insomma aveva avuto ragione NonnaG a darle quello schiaffo. La sua ragione.

martedì 18 novembre 2014

Senza pelle

Senza pelle è il titolo di un bellissimo film italiano di parecchi anni fa.

Nel film "Senza pelle" vuol dire essere molto sensibili, troppo. 
Non riuscire a ripararsi dalle cose che succedono, non avere la pelle come ultimo strato di delimitazione tra noi e tutto il resto. 

Essere senza pelle può essere molto bello ma può anche essere orribile e spaventoso. Perché si vive tutto senza filtri. Si viene investiti con tutta la violenza possibile dalle cose belle e da quelle brutte che ci entrano dentro senza niente in mezzo ad attutirne il colpo.

M in questi giorni si sente proprio così: senza pelle.

Le sembra di essere soggetta a tutte le correnti, alla pioggia, alla neve che non c'è, al vento che le entra dentro. Ha sempre freddo, le sembra di avere tutti gli organi a vista, come quei mezzi busti di plastica sezionati a metà che si usavano a scuola per conoscere e studiare il corpo umano.

Sarà che è Novembre e M questo mese proprio lo patisce di brutto.









mercoledì 12 novembre 2014

Colpita negli affetti più cari

Quelli che calpestano questa erba conoscono l'entusiasmo con cui M ha accolto le car2go.
Probabilmente è stata tra i primi a iscriversi e a provarla.
E questo suo entusiasmo per l'idea è andato mano a mano crescendo tragitto dopo tragitto.

L'ha utilizzata nella sua città e nell'altra, anche nell'arco della stessa giornata.
Da sola in due in tre e da un po' anche in quattro.
Anche oggi, complice la pioggia, ne ha presa una per tornare a casa dall'ufficio con l'entusiasmo di sempre.
Arrivata a destinazione però, non riusciva a scendere dalla macchina per via della trasmissione dei dati di chiusura che non andava mai a buon fine.
La macchina suggeriva di cambiare parcheggio perché in quel punto la connessione non funzionava.
E M ubbidiente cambiava parcheggio.
Al quarto parcheggio però l'entusiasmo cominciava a fare spazio all'ansia di non riuscire a lasciare la macchina e di prendere il treno per Milano un'ora e mezza dopo.
Allora ha spinto il pulsante magico dell'sos.
Ma anche lì nessuna risposta.
Dopo trenta minuti, 4 parcheggi, e numerosi tentativi, le ha risposto Salvatore.
Mai nome fu più azzeccato.

Salvatore l'ha trovata in stato semi confusionale, le ha fatto qualche domanda, l'ha chiamata all telefono e dopo svariati tentativi automatici da remoto, le ha proposto di provare la procedura manuale.

La procedura manuale consiste nel raccogliere tutte le proprie cose, spingere un pulsante tenendo la portiera aperta e appena si accende una spia lampeggiante uscire immediatamente e chiudere la portiera, perché dice Salvatore che una volta attivata la procedura manuale, si hanno pochi secondi per abbandonare l'abitacolo e quindi è bene prepararsi in tempo.
Cosa possa succedere nel caso non si abbandoni in tempo la macchina non è dato sapere perché Salvatore alla fine dopo 40 minuti ha liberato M  (il tragitto ne era durati 3), la procedura manuale ha funzionato, M ha preso il suo treno, però adesso si sente un po' tradita.

martedì 11 novembre 2014

Blablacar

Nel profilo c'è scritto che ha 44 anni, si chiama Roberto, segni particolari intenditore.
Nella foto assomiglia un po' a Fabrizio Corona, con gli occhiali sulla testa e la barba di un paio di giorni.
Si descrive come un papà affettuoso e presente di un bimbo di 13 mesi, dice di saper parlare sette lingue, ha una macchina comoda e si sposta spesso per lavoro tra Roma e Milano.
Lì non c'è scritto, ma domenica sera Roberto porterà l'Arch da Firenze a Roma, dopo uno spettacolo, in un orario in cui i treni non viaggiano più.

È stato contattato, non senza difficoltà, da NonnaG su Blablacar.

Blablacar, per chi non lo sapesse, è un sito di annunci per offrire o trovare un passaggio in macchina da una città all'altra. Ci sono viaggiatori di tutti i tipi che in cambio di qualche chiacchiera e pochi euro offrono di ospitarti a bordo per fare un prezzo di strada insieme.
Una specie di autostop 2.0.

A M, che considera la rete un posto meraviglioso ed è per la condivisione di tutto, l'idea, conosciuta in astratto ma mai approfondita, è sembrata geniale.

NonnaG e l'Arch hanno dimostrato spesso di essere parecchio avanti e dopo l'egiziano che, alloggia da una settimana felice ospite in casa loro, è la volta di Roberto.

lunedì 10 novembre 2014

Il quarto e ultimo

È lì sul comodino da 7 giorni.
L'ha dovuto comprare subito.
Non poteva pensare che fosse disponibile su uno scaffale e che lei lo lasciasse lì invece di portarselo a casa insieme agli altri.
Erano messi che lo aspettava.
E ora che ce l'ha dopo mesi di attesa non riesce a aprirlo.
Sa che una volta aperto non lo chiuderà prima di averlo finito e quindi aspetta perché, come c'è scritto sopra è il quarto e ultimo. E quella parola "ultimo" la frena.

Anche se le amiche del club hanno già iniziato e finiranno in men che non si dica e probabilmente gliene parleranno e lei non vorrà sapere.
Ma M è strana e anche un po' semi autistica e quando una cosa le piace le piace gustarne l'attesa.
Perché il bello è tutto lì.

Quando puoi immaginare come sarà prima ancora di saperlo.

Così il quarto volume dell'amica geniale è lì sul comodino.
M non vede l'ora di leggerlo ma allo stesso tempo ne teme la fine e rimanda.

giovedì 6 novembre 2014

C'è un prima e un dopo

Oggi in ufficio una collega ha raccontato a M di aver sentito il figlio diciassettenne scambiarsi effusioni amorose con la fidanzata e di esserne rimasta alquanto scioccata.
La collega ha concluso il racconto con questa frase: "esiste un prima e un dopo quando ti capita di sentire tuo figlio che fa l'amore con qualcuno".

Quel "prima e dopo" hanno girato nella testa di M tutto il giorno portandosi dietro diverse occasioni che per lei sono state così importanti da determinare che ci fosse un prima e un dopo ognuna di esse.

Queste occasioni sono state, in ordine sparso:
Quando è morta la sua adorata maestra delle elementari, durante l'estate tra la terza e la quarta, perchè per lei era la sua maestra e dopo di lei, nonostante altri 10 anni di scuola e 4 di università, non ne ha più avute.
Quando una M diciassettenne ancora illibata, particolare di fondamentale importanza, sentì i suoi genitori scambiarsi effusioni amorose, tra l'altro per una sfortunata coincidenza di elementi, da molto vicino.
Quando M è stata lasciata dal fidanzato storico e ha capito che le cose non sempre si possono prevedere e programmare e che si sopravvive a tutto anche quando si crede impossibile.
Quando M è diventata Mamma la prima volta perché l'equilibrio si sposta e l'asse si inclina in maniera irreversibile da un lato.
Quando M ha traslocato nella sua attuale abitazione perché è la casa per la vita e la stabilità (anche se le cose non sempre si possono prevedere e programmare).
Tutte le volte che M ha incontrato qualcuno di importante, le amiche soprattutto.
Quando M ha avuto il primo attacco di panico nello sharks corner a 30 mt sotto il livello del mare alle Maldive mano nella mano con un indianino a farle da guida, perchè ha capito di non poter contare sempre su se stessa.
Quando NonnaG si è ammalata e poi è guarita, perché fino ad allora per lei era un punto fisso e un essere immortale.
La prima volta a Caprera.
Dopo alcuni libri.
Quando è nata l'erba.

mercoledì 5 novembre 2014

L'erba è morta, viva l'erba

Oggi pomeriggio M ha deciso di eliminare un suo account di posta che non utilizzava mai. Anzi che non aveva mai utilizzato. Un account di posta Google. Quindi quando le è apparso sullo schermo l'avviso sei sicuro di voler rimuovere l'account? Nonostante quel rimuovere la inquietasse un po', lei ha cliccato impavida sull'ok.

Dopo qualche secondo le sono apparsi sul telefono strani simboli dalla forma triangolare, cui lei sa dai tempi della scuola guida, di dover associare l'idea di pericolo.
Un presentimento si è fatto strada in lei lentamente ma inesorabile e quando ha tentato di accedere alla posta con il suo abituale account ha scoperto che non esisteva più.
E con lui tutta la posta degli ultimi x anni dove x è un numero compreso tra 7 e 10.

Ma tutto questo niente è stato in confronto allo choc sopravvenuto quando ha capito che insieme all'account e alla posta aveva cancellato in un clic tutta l'erba. Filo dopo filo...783 fili di erba coltivati in questi quasi 4 anni.

Sconforto, senso di perdita, vuoto, panico.

Per fortuna esiste una procedura, benché alquanto impervia, per il recupero degli account rimossi. E per fortuna dopo una serie infinita di domande tipo:
Data della creazione dell'account mese e anno
Data dell'ultimo accesso giorno mese e anno
Città di creazione dell'account
Provider tramite il quale si accede da casa, dall'ufficio e dal telefono
Modello del telefono marca e nome esatto comprensivo di sigla e numeri
Sabrina la gentile e efficiente dipendente Google del reparto recovery le ha garantito che nei 15 minuti successivi avrebbe ricevuto una mail dall'ufficio tecnico in cui le avrebbero detto se accettavano o no la sua richiesta di ripristino.

Fortunatamente il reparto tecnico, nonostante M non avesse risposto a tutte le domande, ha accettato la sua richiesta e ha ripristinato l'account e con lui l'erba e i suoi 783 fili.

E per fortuna siamo qui a raccontarlo.

martedì 4 novembre 2014

Un semi complimento

Oggi pomeriggio alla macchinetta del caffè con la collega alta.

"Non ne posso più tutte queste voci cattive che mettono in giro su di me.. ma perchè?? Sono incazzata come una biscia"
"Ma scusa cosa dicono??"
"Che sono una iena che voglio far carriera a tutti i costi che punto alla dirigenza.. che mi farò raccomandare da husband, che lui con il lavoro che fa conosce..."
"Ma chi lo dice scusa?!?"
"L'arpia.."
"Ma che ti importa??"
"Mi importa!"
"Chi vuoi che le creda?? Lo sanno tutti che è un'arpia.. cattiva.. lascia stare.. io me ne fregherei se fossi in te.."
"Invece io ci sto male.."

"E non devi, che ti importa! Ma poi chissà perchè ti ha preso di punta.. proprio a te.. di me non dicono niente??"
"..."
"Dicono qualcosa?"

"..sì"
"E cosa dicono?
"Che sei strana.."
"..."
"Chiusa, che con te non si può lavorare, lavori da sola.."
"..."
"Hanno paura a chiederti le cose.."
"..."
"Dicono una parola.. aspetta che non mi viene..."

"..."
"Ah sì.. semi autistica".


M è strana sicuro perché per lei, semi autistica è un complimento.





martedì 28 ottobre 2014

L'egiziano

Oggi pomeriggio in ufficio.
DRIIIINNN DRIIIIINNN
"Pronto? Ciao NonnaG!"
"Ciao M. Come state?"
"Tutto ok grazie, voi?"
"Noi bene..tu fai mai il ponte della metropolitana quando torni a casa?"
"Certo, sempre"
"E hai presente il ragazzo che lava i vetri al semaforo?"
"No..veramente no.."
"Uno molto carino.."
"No, temo di non averlo presente perché?"
"No niente...papà lo vedeva sempre tutti i giorni..e anche io..Uno molto carino giovanissimo.."
"..."
"..insomma sai che tuo padre..ha sempre questa cosa di fare del bene...."
"..."
"..insomma qualche giorno fa mi ha proposto di prenderlo in casa.."
"...prenderlo in casa? Come il messicano?"
"...sì qui con noi.."
"..a dormire?"
"..sì a vivere.."
"..."
"..allora l'ha portato a casa..ci ho parlato.."
"..."
"Lui è egiziano..tu conosci il traduttore di google?"
"Sì.."
"Ecco abbiamo parlato con quello davanti al pc prima dall' italiano all'inglese ma lui non capisce molto l'inglese allora abbiamo fatto dall' italiano all'arabo..Ma lo sai che l'arabo è molto sintetico in confronto all'italiano?"
"..."
"Sono rimasta sconcertata da quanto sia breve.. davvero..."
"..."
"..e insomma ci siamo detti tutto..lui lavora tutti i giorni tranne la domenica dalle 10 alle 18"
"Al semaforo?"
"Sì..guadagna 40 euro al giorno e ora divide un appartamento con altri e paga 200 euro al mese..noi gli abbiamo offerto di dormire e mangiare qui e di darci una mano con la terrazza..in cambio di un piccolo stipendio.."
"Cioè lo pagate anche?"
"Sì.. è molto carino..secondo me è perfetto per i bambini..sarà alto poco più del nano.. ha 25 anni, è avvocato..sono tre fratelli sai?"
Dopo la prima esperienza di qualche anno fa con un messicano con i capelli lunghi come Romina Power, e dopo la clamorosa buca del giocoliere Arnaud, in un mondo xenofobo dove abbiamo tutti paura della nostra ombra, NonnaG e l'Arch hanno adottato un lavavetri egiziano molto carino al semaforo sotto casa.
E M, anche se con un po' di ansia, li ammira profondamente.

lunedì 27 ottobre 2014

Il gioco dei cognomi

Primo atto.
Sabato pomeriggio M ha accompagnato il Mezzonano alla sua prima festa di prima elementare e lì oltre a scoprire che il Mezzonano è stato ammesso a pieno titolo nel gruppo dei bulletti scalmanati della classe, ha conosciuto Matilde. Matilde è una compagna di classe con gli occhi grigi all'insù, i capelli castani raccolti in una coda di cavallo e le fossette sulle guance. Bellissima.
Sulla strada del ritorno:
"Ma Matilde è bellissima non trovi?"
"Noooo che schifo!"
"Ma come che schifo è molto carina, soprattutto quando sorride..è sicuramente la mia preferita!"
"Anche per me è la mia preferita peggiore."
Secondo atto.
La sera M quando mette a letto i nani si inventa sempre qualche gioco. Delle volte canta, altre fa il gioco dei contrari, o dei sinonimi, chiede divisioni in sillabe e tabelline, e altre cose. Qualche sera fa, non si ricorda come, si è inventata il gioco dei cognomi che consiste nell' associare il nome dei compagni di classe ai cognomi di altri compagni e formare coppie maschio femmina. Loro ridono come pazzi e M si diverte a formare le coppie più assurde.
Stasera ha ripensato a Matilde.
"Mezzonano come si chiama di cognome quella bambina bellissima della festa?"
"Non te lo dirò mai!"
"Dai...dimmi il cognome..che facciamo la coppia più bella della classe!"
"E chi sarebbero?"
"Come chi? Tu e lei!"
"Noooo non te lo dico"
"Dai..è la mia bimba preferita..bella sorridente..come si chiama Matilde...?"
"Previti."
"..."

mercoledì 22 ottobre 2014

A ognuno la sua biancheria intima

Sono circa 27 anni che M si fa la ceretta. All'inizio la pratica era casalinga: NonnaG preparava un intruglio buonissimo di acqua zucchero e limone chiamato tecnicamente la pallina di madame Lebeau che era in realtà uno strumento infernale di tortura al quale M riusciva a sottoporre a stento una mezza gamba. Il metodo successivo, sempre casalingo, meno doloroso della malefica pallina, era puzzolente, scaldato in una pentola e steso bollente sulle parti da depilare con l'aiuto di un cucchiaio di legno da cucina.
I metodi casalinghi a M non sono mai piaciuti e appena raggiunta l'età dell'autonomia ha iniziato a andare a fare la ceretta dall'estetista.
Attualmente M ha due estetiste una estiva e una invernale, che definire di fiducia è poco. Perché M è fatta così, ha bisogno di certezze e di stabilità.
Entrambe le estetiste di M sono diventate ormai per lei delle amiche, non soltanto perché conoscono parti di lei che forse solo l'ostetrica al parto, ma anche perché in quella ora ogni 45 giorni in cui si incontrano si raccontano un sacco di storie.
In particolare con quella invernale, che attualmente viene a domicilio, si è instaurata una certa confidenza.
La terzultima volta:
"Hai portato gli slip di carta usa e getta?"
"No..mettiti un paio di mutande vecchie..le più brutte che hai..un paio da buttare.. che poi le tue..ora che ci penso..sarebbero da buttare tutte"
"..."
La penultima volta:
"Ce l'hai stavolta gli slip usa e getta?"
"No..mettiti un paio delle tue.."
"Ok..ecco"
"E che te sei messa..il pigiama??"
"..."
Oggi:
"Non li hai vero gli slip usa e getta?"
"No, dai..vai a mettere le mutande della nonna va.."
"..."

martedì 21 ottobre 2014

Miracolo

Ieri sera poco dopo essere rientrati a casa con i nani dalla piscina M e H sostavano in cucina alla ricerca di una cena qualsiasi.
La muta Mar, in camera sua, li ha chiamati per dichiarare loro la fine della candeggina e da lì ha iniziato a parlare come non aveva mai fatto prima, più di quanto M l'abbia sentita parlare complessivamente in questi ultimi 4 anni e mezzo di convivenza.
Ha parlato del marito, della madre, dei nipoti cresciuti in Italia, delle pratiche per il ricongiungimento familiare, del lavoro che farà lui una volta ricongiunto, dei figli e dei loro studi all'università, delle pratiche che lei ha dovuto affrontare, delle agenzie che hanno sbagliato le pratiche, dei soldi spesi. Ha raccontato a rotta di collo, ha pianto un po' e alla fine ha riso.
M è rimasta a guardarla tutto il tempo incredula e incapace di arrestare quel fiume in piena. Ha pensato che forse 4 anni e mezzo sono un tempo giusto per prendere un po'di confidenza e per decidere di aprirsi un po'.
Poi oggi tutto è ripiombato nel silenzio più assoluto.
Ma i miracoli di sa sono attimi.

Ps. Per amor di giustizia: la candeggina non era finita, H l'aveva già ricomprata.

lunedì 20 ottobre 2014

Va così

Giornate tristi e faticose.
Una notizia inaspettata e affatto gradita venerdì.
Una accusa dolorosa sabato.
Una domenica passata in ufficio.
Un'assenza importante oggi.
Poca comprensione.
Una stanchezza che viene da lontano.
Pezzi che si rompono.
M sbanda un po' e resta in attesa.

giovedì 16 ottobre 2014

Niente da dichiarare

Oggi pomeriggio in ufficio, M ha ricevuto una mail dalla nuova efficientissima e preziosa rappresentante della classe del Mezzonano. 
Di seguito l'incipit.

Care mamme, cari papà,
come prima cosa vi voglio informare che ieri si è svolta la prima riunione con i rappresentanti delle altre classi e la preside Caterpillar: i temi affrontati sono stati tanti, la settimana prossima sarà reso disponibile un report e io provvederò a girarvelo. Ci tengo solo ad anticiparvi che, a proposito del “topolino” rinvenuto dai bambini a ricreazione, la preside ha già predisposto un intervento straordinario di derattizzazione.

La mail continuava con le classiche informazioni sul fondo cassa, le iniziative extra didattiche, l'assicurazione e il contributo volontario.

Ma M è rimasta lì. Ferma al "topolino" rinvenuto dai bambini a ricreazione.

Che si aggiunge insieme al polso di Susanna nella liste delle cose che non sa perché loro non hanno mai niente da dichiarare.

mercoledì 15 ottobre 2014

Nella top 10

M è abbastanza famosa per le sue figure di merda. Le vengono proprio bene, da sempre. Alcune sono diventate storiche. Altre nuove potrebbero diventarlo.
Le ultime due risalgono a quest'ultima settimana. Una qualche giorno fa e una oggi pomeriggio. Entrambe sullo stesso oggetto perché bisogna aver stile.
Qualche giorno fa in ufficio.
DRIIIIINNN DRIIIINN
"Pronto?"
"Parlo con M?"
"Si sono io.."
"Buongiorno sono Tizio Caio dell'ufficio del personale, la formazione.."
"Mi dica.."
"Lei ha cestinato una nostra mail senza leggerla..posso chiederle perché?"
"..."
"Le abbiamo mandato un invito a un evento e lei lo ha cestinato senza leggerlo..perché ha questo atteggiamento nei confronti del suo ufficio del personale?"
"Ma no! Certo che l'ho letto! Solo che..l'avrò letto nel riquadro di anteprima.. senza aprire la mail e poi dopo averlo letto l'ho buttato.."
"Ok e a cosa faceva riferimento l'invito?"
"..."
"Pronto M?
"Sì...Bè un aggiornamento...un corso..."
"Mi sembra un po' vago non crede? Ora per favore recuperi la mail dal cestino la legga e venga il 15 ottobre all'evento in questione."
"Si certo..."
"Il suo nome è stato fatto da Lui..quindi magari un po'di riguardo..."
Oggi all'evento.
"Ciao M!
"Ciao! Ma che fine hai fatto? È un sacco che non ci si vede.. hai già firmato tu? Pensa che io volevo fare sega che due palle qui... e menomale che invece sono venuta che bisogna firmare la presenza! Tu hai firmato?"
"No io l ho organizzato questo evento."
"..."
M alla fine si è ricreduta, l'evento in questione era interessante e ringrazia Lui per averla segnalata e per averle dato la possibilità di arricchire la sua top 10 delle fdm.

martedì 14 ottobre 2014

Senza patemi

M ha una cugina che nel marzo 2003, a 32 anni, si è trasferita in provincia di Savona a vivere in un ashram.
Per chi non lo sapesse un ashram è un luogo di culto induista dove vivono in comunità delle persone che hanno scelto di dedicare la loro vita all'induismo e per fare questo hanno abbandonato le loro vite vissute fino allora. In un ashram possono viverci induisti laici o monaci induisti.
La cugina di M ha fatto le cose per bene: è diventata monaca, ha cambiato nome e ha abbandonato per sempre la vita precedente con annessi e connessi.
La cugina di M era molto bella, e lo è tuttora seppur vestita perennemente con una tuta informe color arancio. Magra alta con bellissimi occhi grigio azzurri da gatta.
Dall'età di 12 anni aveva avuto parecchi fidanzati tutti meno belli di lei, e sempre sbagliati.
Oggi M si è ritrovata a pensare a quella volta, negli anni del liceo, in cui la cugina le raccontò che il suo fidanzato in carica dopo una serie infinita di litigate, scenate, telefoni attaccati in faccia etc le disse "ok andiamo avanti..però senza patemi eh"
Ecco, a distanza di tanti anni M che all'epoca rimase offesa e indignata per quella risposta così distante da lei che quasi non riusciva a comprenderla, oggi l'ha finalmente capita.
È bello stare insieme, vivere, condividere, ma appunto senza patemi, eh.
Aveva ragione quel tipo lì, che forse si chiamava Livio e indossava un Henry Lloid rosso, e che già al liceo aveva capito tutto.
M che al liceo tra un po' ci accompagnerà i nani, ancora non riesce a vivere senza patemi ma per lo meno ci vuole provare.

lunedì 13 ottobre 2014

L'ultima a sapere

Ogni giorno all'uscita di scuola M chiede ai nani un ragguaglio.
Che avete fatto oggi?
Cosa avete imparato?
Vi siete divertiti?
Qualcosa da dichiarare?
Sono le 4 domande di rito, che restano sempre senza risposte.
Le stesse 4 domande vengono poi inutilmente ripetute la sera a tavola.
Giovedì sera M lavorava alla redazione dei panini e distrattamente seguiva una chat
delle mamme dissidenti della classe del nano. Le mamme dissidenti sono quelle che, stanche dei continui messaggi, hanno abbandonato la chat ufficiale della classe e ne hanno creata una nuova. Sono le mamme simpatiche.
Sono poche ma buone.
A un certo punto una mamma chiedeva informazioni su un braccio rotto e M scopriva con un po' di amarezza per non essere stata avvisata dal nano, che Susanna, la preferita del nano dalla prima elementare, si era rotta un polso a scuola durante la ricreazione.
Venerdì pomeriggio M incontrava una mamma dissidente.
"Ma davvero Susanna si è rotta un polso a scuola?"
"Sì.."
"E quando?"
"Martedì"
"Mannaggia..Non sapevo niente.."
"..."
"Ma proprio rotto?"
"Sì sì ha il gesso"
"Poverina e come è successo?"
"Uno scontro con il nano."
Così M ha scoperto, avvilendosi due volte, che non solo non era stata avvisata che Susanna si era rotta un polso a scuola, ma anche che il responsabile era persona a lei parecchio vicina.
Interrogato poco dopo il nano raccontava di un incidente involontario in cui entrambi guardavano in direzioni opposte: l'orologio lui, indietro lei.
"Quando vi chiedo tutte le sere se è successo qualcosa o se avete qualcosa da dichiarare, intendo chiuse del genere!"
"Ah, ok.."
La madre è sempre l'ultima a sapere.

domenica 12 ottobre 2014

Coppie

Venerdì pomeriggio in ascensore uscendo dall'ufficio e diretta a scuola per la ripresa contemporanea dei nani.
Al telefono frenetica e organizzativa con H.
"Ciao senti sto andando a prenderli, torniamo a casa a piedi e lascio il motorino qui sotto..però sotto la copertina del motorino ho la mia borsa del nuoto..e non mi va di lasciarla qui che non si erogando la recupero.. quando esci dall'ufficio puoi passare a prenderla tu? Che io ho i due nani e i due zaini loro e a piedi non ce la faccio a portare anche la mia borsa del nuoto che possa un accidenti.."
"Mi dispiace ma io ho la borsa del tennis e vado direttamente a giocare, non passo per casa.. Quindi no non posso aiutarti perché non prendi una car2go?"
In ascensore era presente il collega omonimo di H con la voce perfetta per un programma radiofonico che chattava allegramente con la moglie omonima di M.
Al termine della telefonata di M lui ha alzato gli occhi dalla tastiera e le ha letto gli ultimi messaggi della moglie.
- Hai mangiato?
- Ti ricordi di prendere il polase?
- E ti ricordi che ti amo?
"Cioè tua moglie ti ha scritto questo??"
"Sì"
"E per voi è normale?"
"Sì... noi siamo molto innamorati"
(Ma senza figli).
C'è chi prende il polase e chi la car2go.

mercoledì 8 ottobre 2014

Fiordilava

Oggi pomeriggio il nano ha avuto la sua prima lezione di catechismo. Questa storia del catechismo M l'ha un po' subita. Tutti gli amichetti fanno la comunione, nella vita averla fatta può tornare utile e comunque meglio da bambini tutti insieme che da adulti da soli e poi il nano ha ben chiaro che per la comunione si ricevono regali fichissimi e quindi, magari non con i giusti presupposti, era molto intenzionato.
M, dal canto suo, con una madre soprannominata Chiesa e un padre ateo, si è sposata in comune con all'attivo un figlio che quasi camminava, non va a messa più o meno dal giorno della cresima, patisce un po' i preti e le suore, e concorda in pieno con l'Arch quando dice che la prima comunione andrebbe chiamata la prima e ultima comunione.
In ogni caso oggi era il giorno della prima lezione di catechismo e M è uscita presto dall'ufficio per accompagnare il nano e vedere com'era.
Un prete che non aveva niente in comune con don Andrea, ha cantato, intimato ad andare alla messa delle 10.30 tutte le domeniche e li ha divisi in gruppi. Il nano è capitato nel gruppo capitanato dalla suora.
All'uscita, dopo un'ora:
"Allora com' è questo catechismo?"
"Un po' noioso.."
"Ah e la suora com'è?"
"Bo.."
"E come si chiama?"
"Fiordilava."
Forse arriveremo alla prima e ultima comunione.

martedì 7 ottobre 2014

Social network

Accorciano distanze 
Moltiplicano le possibilità 
Ti mettono al centro del mondo, con la tua foto profilo di dieci anni e dieci chili fa, capelli perfetti e chiaro scuri tattici che non ti riconosci nemmeno tu
Ti fanno fare cose, come ordinare un piatto al ristorante, dipingere il sistema solare con i figli o provare un paio di scarpe,  solo per twittarle, selfiarle, shararle
Ti permettono di avere relazioni senza averne, senza parlare, senza incontrarsi
Ti fanno condividere tutto senza in realtà condividere niente
Ti liberano dalla responsabilità di una scelta autonoma e  ti offrono l'illusione dell'unione che fa la forza
Sono una droga e danno dipendenza
Minano quel che resta dei tuoi rapporti reali
Ti fanno compagnia sempre giorno e notte, nella tasca dei jeans o sul comodino accanto al letto, rubando il tempo e lo spazio alla compagnia reale
Diventano motivo di discordia e causa di gelosie più o meno sensate
Ti tengono informata su tutto e tutti, amici e nemici, famosi e sconosciuti, ti dicono dove sono come si vestono cosa fanno e di che umore sono un mese fa ieri ora
Esaudiscono il desiderio nascosto e inconfessabile di essere mosca in casa degli altri, di vedere senza essere visti, di sentire senza essere percepiti
Hanno tolto il senso alle telefonate pronto ciao come stai? 
Aiutano a ricordare ricorrenze e compleanni
Sostituiscono libri e chiacchierate
Hanno rivoluzionato il mondo, la vita, le persone, le relazioni, il tempo, lo spazio, il modo di essere.
Sono divertenti e utili.
E sono il pane quotidiano di M per lavoro e non.

Questo post è liberamente ispirato a un articolo che M ha letto qualche tempo fa ma che non ha più ritrovato. 

lunedì 6 ottobre 2014

Quindici anni

Buonasera a tutti.
Questo vuole essere un discorso di ringraziamento come si deve. Come quelli che si fanno quando si vince un premio e si sale sul palco a ritirarlo.
Oggi sono 15 anni che M lavora nel suo ufficio. 15 anni che sono come un ragazzo di seconda liceo che già fuma, va in motorino, puzza e molto probabilmente nonostante puzzi ha avuto le sue prime esperienze sessuali.
Un bel pezzo di vita insomma.
In questi 15 anni passati in ufficio M ha trovato almeno tre importanti amicizie, anzi quattro.
Ha conosciuto tante persone e ne ha apprezzate una parte. Ha sofferto per le ingiustizie e gioito per le conquiste.
Ha imparato l'arte della convivenza e la regola della discrezione.
Ha subito molestie più o meno palesi e complimenti più o meno graditi.
Ha pianto chiusa in bagno e riso fino alle lacrime in momenti non sempre opportuni.
Si è messa la smalto di nascosto, ha mangiato dal cassetto delle merende fuori pasto, ha vissuto la sua storia Bridjet Jones che è stata una delle esperienze più devastanti della sua vita, dopo i Teletubbies, ha incontrato direttori mega galattici e assistito a eventi felici e a tragedie insuperabili.
Questo premio e tutto quello che ne è derivazione diretta, nani compresi,  M lo deve a NonnaG che quindici anni fa ha creduto in lei e le ha donato questa grande opportunità.
Dopo 15 anni M è sicura che questo sia stato il più grande regalo che abbia mai ricevuto, ma è anche certa di non aver mai ringraziato abbastanza e quindi un discorso di ringraziamento le sembra il minimo. Grazie mamma

domenica 5 ottobre 2014

5 ricordi che contano

Oggi M è molto sentimentale. Sarà che è in quei giorni lì e dopo quasi trenta anni ancora non ci si è abituata e le fanno questo effetto, sarà che è lontana, sarà che è sola in casa all'altro Mare per i motivi di cui sopra, sarà perché ha letto un articolo che l'ha riportata indietro nel tempo e che l'ha commossa, insomma oggi sarà questo o sarà quello M è in modalità sentimentale on e ha deciso di fare una lista delle sue. La lista dei 5 ricordi che contano, i primi che le vengono in mente senza pensarci troppo, esclusi tutti quelli che riguardano i nani che altrimenti monopolizzerebbero la lista, come fanno con la tele, la scatola dei biscotti, il tablet.
Eccoli in ordine sparso:
1) da piccole quando ci mettevamo a dormire nei letti attaccati nell'enorme camera del mare e chiacchieravamo al buio per ore
2) la prima volta a Caprera e l'ultima, la passeggiata allo spaccio, l'alba ai lavandini, la gita a cala dei francesi, il vento, i colori e Carla che me l'ha fatta conoscere e amare
3) il click (leggi qui)
4) la fine dell'università per il senso di libertà e il brivido dell'ignoto
5) l'uscita dai tunnel di Mmm e dell'Arch.

mercoledì 1 ottobre 2014

La prima elementare, questa sconosciuta

Oggi alla riunione della classe del Mezzonano, prima elementare, M ha scoperto che:
la prima elementare è l'anno della lettura e se non ci si applica con impegno e attenzione adesso, non si recupera più, quindi bisogna leggere tutti i giorni sempre anche per strada riconoscere lettere e scritte da subito.
I bambini che arrivano in prima elementare devono possedere i prerequisiti dettagliati in un elenco stampato che comprende tra gli altri la conoscenza dei luoghi spazio-temporali vale a dire il davanti il dietro il sopra il sotto il fuori e il dentro ma anche il prima e il dopo e la correlazione oculo-manuale vale a dire il coordinamento tra lo sguardo e il movimento della mano sul foglio.
I compiti che le maestre danno da fare a casa, anche e soprattutto in prima elementare, devono essere fatti e che non sono ammesse giustificazioni di alcun genere.
I bambini che porteranno a casa i quaderni durante la settimana sono indietro con il programma e devono recuperare a casa per non rischiare di non recuperare la distanza con gli altri.
E che il nano non ha mai fatto la prima elementare e probabilmente non ha speranze.

martedì 30 settembre 2014

Ogni maledetto lunedì

La giornata di lunedì è per M particolarmente pesante:

in ufficio si accumulano tutte le cose del weekend e quindi c'è un sacco da fare e inoltre ogni maledetto lunedì lei ha preso l'impegno di inviare un report settimanale ad alcuni colleghi che forse lo destinano direttamente nel cestino, ma lei una volta preso l'impegno va avanti e lo onora.

A scuola i nani escono uno alle 4 e uno alle 4.30 e questo le permette di fare la "doppia ripresa" in motorino e cioè prenderne uno portarlo a casa, tornare a scuola a prendere l'altro e portare a casa anche lui.

Il lunedì inoltre quest'anno è la giornata del nuoto dei bambini e la kamikaze che alberga in lei, che l'anno scorso ha disertato quasi l'intera stagione, quest'anno ha deciso di tornare.
E questa è la normale routine.

Ieri in particolare dopo la piscina dei bambini, M doveva andare in parrocchia (...) a iscrivere il nano al catechismo.
La cosa le dava non poca ansia essendosi lei sposata in comune e non avendo molta confidenza con chiese e parroci. Tuttavia Don Andrea (dopo H, il pediatra, il ginecologo, Lui, anche il parroco si chiama così) le è talmente piaciuto che è arrivata a invidiarne la serenità assoluta e priva di ombre.
Dopo l'iscrizione al catechismo, M è tornata a casa per ricordarsi immediatamente di dover passare in libreria per ultimare l'ordine dei libri del nano, quindi (particolare degno di nota) si è tolta le scarpe (chiuse) che portava dalla mattina si è messa quelle aperte e è andata in libreria.
E' scesa al piano seminterrato della libreria, ha fatto il suo ordine e risalendo ha sbattuto l'alluce destro al bordo dello scalino e ha perso la quasi totalità dell'unghia con tanto di smalto adorato amarena.
Serafica senza fare un beo, ha continuato a salire le scale, si è fermata a comprare il latte ed è tornata a casa sanguinando, con le lacrime che le scendevano sulle guance.
Una volta a casa il nano l'ha guardata sanguinare..e ha voluto assistere alla medicazione casalinga, dolorosissima. 
M era sul punto di commuoversi per la sua sentita e inaspettata partecipazione quando:
"Dai mamma.. non sarà mica più doloroso di quando siamo nati noi.." ed è tornato davanti alla tele, incurante di sangue, lacrime e dolore come ogni maschio Alfa che si rispetti.

mercoledì 24 settembre 2014

Corsi e ricorsi

17 anni fa.
Nel lontano 1997 M si laureò. E organizzò una festa di laurea invitando i suoi amici.
Non c'erano ancora i telefonini, qualcuno l'aveva ma M no e quindi gli inviti li fece per telefono.
Una telefonata a un amico di vecchia data che non sentiva da un po' fu questa:
"Ciao Giorgio sono M è un sacco che non ci sentiamo, come stai? Io tutto ok volevo invitarti alla mia festa di laurea il 14 giugno..la faccio al mare..Non puoi mancare!"
"Ciao M.. sai mi becchi in un momento un po'così.."
"No non ti inventare niente..ci vieni e basta!"
"Immagino tu non abbia saputo ma stanotte è mancato mio padre.."
Il padre di Giorgio era stato il professore preferito di M all'università. Tra loro fin dai tempi in cui lei andava alle elementari c'era sempre stata una forte simpatia. All'momento della telefonata lui aveva un importante incarico a livello nazionale e la sua morte era di dominio pubblico. Pubblico ms non di M.
Giorgio non andò alla festa di laurea il 14 giugno.
Oggi.
Circa sei mesi fa in questa fantastica comune che è il giardino di VR una MdVR ha chiesto in prestito a M il mini pimer. M non è una assidua cuoca, ma erano un po'di giorni che H le ricordava di richiederne la restituzione. Siccome da un po'di tempo M non la incontra, stasera si è decisa a chiamarla.
"Pronto ciao come state?"
"Ciao M in effetti un po'così.."
"..."
"Stanotte è mancata la mamma di husband"
"...mi dispiace molto..Non sapevo niente.."
"Già...siamo tornati adesso.. tu perché chiamavi?"
"..no.. niente lascia stare.. una cavolata davvero.."
"No..dimmi.."
"..Bè...il mini pimer..lo avete ancora voi?"