venerdì 9 giugno 2017

Mirta

Indossa sempre qualcosa di arancione
Ha capelli lunghi tenuti da un fazzoletto
La stessa faccia di sempre, le mani morbide e i piedi con quel mignolo sovrapposto e storto
La pelle di gomma, ambrata e liscia che non ha mai conosciuto le sofferenze della ceretta
Gli occhi azzurroverde, che una volta portava truccatissimi da gatta e oggi senza trucco sono ancora più belli.
La risata, sempre quella; il tatuaggio sul polso un po' sbiadito dal tempo e chissà se è sbiadito anche quello sulla schiena fatto con M tanti anni fa, uguale.

Quando parla con noi ha la stessa voce di allora, ma quando parla della sua nuova vita quella in cui ha cambiato nome due volte, ha rinunciato a tante piccole cose per arricchirsi di altre più grandi, la accompagna con un'inflessione del nord, come se parlare della sua nuova identità con la voce di un tempo non le fosse possibile.

Per M è rimasta quella che è sempre stata, la sua cugina grande. Quella che andava male a scuola, faceva sega, faceva impazzire i genitori, usciva con i ragazzi, fumava.
Quella che ha sempre adorato gli animali più degli esseri umani, tutti compresi.

Quella che 14 anni fa ha scelto di vivere un un altro posto, insieme a una nuova famiglia.

Qualche giorno fa, dopo anni, M ha rivisto Mirta, che non si chiama più così ma che sempre Mirta per M sarà. 
E' partita a marzo 2003 nel periodo più difficile della vita di M con NonnaG malata e il fidanzato cattivo. Da allora non l'aveva più rivista, se non qualche mese dopo la sua partenza, quando era andata a trovarla con H perché, anche se erano all'inizio della loro relazione e portarlo in un posto tanto lontano dalla nostra cultura avrebbe potuto farlo scappare via, M aveva già capito che H era speciale e voleva che lei lo conoscesse e che la vedesse felice.
Da allora sono passati 14 anni, 5 voti, 2 nomi, un matrimonio e 2 figli.


giovedì 8 giugno 2017

I ragazzi della VB e quello della IIIH

Avevano tutti la maglietta rossa, quella con l'ape, quella della VB;
ognuno con il suo piccolo bagaglio, chi un sacchetto, chi una busta, chi lo zaino.
Sono usciti un po' ammucchiati, qualcuno ha urlato "è finita!"
Ma gli altri, quasi tutti non gioivano, piangevano: le ragazze aggrappate alla Maestra Santa Subito e i ragazzi un po' in disparte, più vergognosi.
Si guardavano tra loro e appena incrociavano lo sguardo di un compagno, riprendevano in singhiozzi più forti.

Anche le mamme, dietro strategici occhiali scuri, piangevano a vederli così grandi, a saperli fuori dal primo ciclo di scuola, usciti dall'infanzia per sempre; a ricordarli piccoli e bassissimi all'inizio della prima, e ora quasi irriconoscibili: lunghi, magri, alle prese con il primo brusco, obbligato passaggio che la vita ci mette davanti.

Le vedevi, queste mamme e ne indovinavi i pensieri e i ricordi a ripercorrere dentro la testa tutte le mattine di questi 5 anni fondamentali, perché erano gli stessi che hai dentro tu.

Poi è arrivato il momento della III H, e sono usciti anche loro, meno disperati e consapevoli e tra loro c'era il Mezzonano. 
Aveva un disegno in mano.
Si è diretto verso il fratello, tieni questo è per te.
Il nano all'inizio diffidente e quasi scocciato perché pensava di non essere abbastanza compreso in questo momento di doloroso passaggio da lui, considerato forse troppo piccolo e anagraficamente lontano. Poi, quando ha capito che il disegno proprio questo raffigurava: il passaggio dalla vecchia alla nuova scuola, dagli amici di sempre a quelli nuovi, sconosciuti e ancora indefiniti, lo ha abbracciato forte e sono rimasti così immobili abbracciati a lungo.

Davanti a loro M.
E qui altro che occhiali grandi e scuri, manco la maschera del Decathlon, quella per vedere bene i pesci, quella che ricopre tutta la faccia  avrebbe potuto camuffare la sua evidente emozione.

E mo?




martedì 6 giugno 2017

Forse non tutti sanno che


si può scegliere il colore dell'apparecchio per i denti;
si può, dopo aver scelto il colore dell'apparecchio per i denti, financo personalizzarlo con adesivi e immagini varie come ad esempio lo stemma della Juventus;
per questi due motivi, si può accogliere la notizia di doverlo tenere per un paio di anni con un entusiasmo grande e inconsapevole ma non contagioso;
anche i denti da latte, che quando cadono sono piccoli e con la base piatta, in precedenza hanno avuto radici profonde;
i denti definitivi durante la loro discesa per prendere il posto dei denti da latte si "mangiano" le loro radici ed è per questo che contestualmente i denti da latte cominciano a dondolare e cadono (non tutti);
alcuni bambini che rompono su tutto, si lamentano, fanno capricci, in occasione dell'estrazione di due denti che non ci pensano nemmeno a dondolare perché hanno ancora le radici ben salde, possono restare impassibili durante l'estrazione e anzi uscirne sorridendo;
andare a scuola con una garza masticata tra i denti, leggermente macchiata di sangue fa figo più del ciuffo;
per pulire l'apparecchio (fisso) dei denti tutte le sere occorrono minuscoli scovolini di diverse dimensioni e una vista incompatibile con l'età di un genitore;
per tutta la durata dell'apparecchio (due anni circa) non si possono mangiare, gomme caramelle e la pizza con la mozzarella?

Ieri pomeriggio M ha portato i nani dal dentista. Il mezzonano, molto contento, ha messo l'apparecchio (fisso) e ora lo mostra con fierezza a ogni passante.
Il nano ha estratto un dente da latte inamovibile e fedelissimo senza fare una piega, solo rimandando alla settimana prossima la seconda estrazione prevista insieme alla prima e adesso gira con una bustina con dentro il prezioso amico con tutta la sua radice e fa il figo con una garza salivosa tra i denti, che manco la sigaretta di Humphrey Bogart.