sabato 26 dicembre 2015

Due minuti in più

Sarebbero bastati due minuti in più e M sicuramente non sarebbe qui ora a scrivere in queste due ore abbondanti di rara solitudine nel periodo più ecumenico dell'anno.
I nani non sarebbero al cinema con H e gli amichetti a vedere il settimo episodio di Star Wars.
NonnaG non sarebbe all'acquaio a sistemare i resti del terzo pranzo consevutivo e l'Arch non sarebbe sul divano a sfogliare il vecchio album delle fotografie. Quello in bianco e nero.

Sarebbero bastati due minuti in più e questo giorno di festa sarebbe stato un giorno ben diverso.

Sì perché oggi verso le tre di pomeriggio durante il servizio fotografico ufficiale a casa dei nonni con tanto di dress code e fotografo professionista assoldato dall'arch, e precisamente durante la seconda sessione di foto,  quella in esterna in terrazza, M ha improvvisamente sentito odor di bruciato e visto del fumo provenire dalla sua ex camera da letto.

Sarebbero bastati due minuti in più e le fiamme alte mezzo metro sviluppate dall'ornamento di una candela natalizia e appena passate alla tenda sovrastante non sarebbero piu state domabili senza l'aiuto di pompieri e senza danni irreversibili. 
E invece due minuti prima il fuoco è stato domato seppur a fatica da noi familiari. E i danni si sono limitati all'incenerimento della tenda della ex camera di M e all'annerimento di tutte le pareti e del soffitto.

NonnaG ha riportato qualche fastidio alla gola per il troppo fumo inalato e i nani una incontenibile gooia per la insperata  sospensione della sessione fotigrafica.
Subito ripresa a fine incendio.

giovedì 10 dicembre 2015

Non mette e non leva

Ieri ai colloqui a scuola del mezzonano.

(la maestra di m-m-m e cioè matematica-musica-motoria, 11 ore settimanali)
"Buonasera sono la mamma del mezzonano"
"Buonasera.. in effetti non l'avevo riconosciuta, ci si vede talmente poco che da una volta all'altra si cambia e si rischia di non riconoscersi più"
"..."
"..il mezzonano.. beh niente da dire è un buon elemento.. a volte un po' disordinato.. ma..diciamo che in classe non mette e non leva.."
"Cioè?"
"Cioè non mette e non leva.. sta lì.. zitto, buono, non chiede.. potrei averlo in classe dodici ore e non accorgermi della sua presenza, c'è o non c'è è la stessa cosa."
"Ma scusi non capisco è una cosa positiva o negativa?"
"E' così."
"Ma non segue, non partecipa, si isola.. non capisco.."
"No no segue, capisce, le cose le fa..solo che non chiede, sta lì buono.. gliel'ho detto: non mette e non leva"
...

(la maestra principale italiano inglese, 22 ore settimanali)
"Buonasera come sta? Io il mezzonano lo adoro!"
"Ah ok quindi lei mi ha riconosciuto..!"
"Certo! Ci mancherebbe!"
"..."
"Il mezzonano è bravissimo, tranquillo, disponibile.. non si lamenta mai.. non si unisce al gruppo dei disturbatori.. a volte mi chiede un libro e si mette a leggere.. gli piace molto leggere!"
"Sì.. molto.."
"Il mezzonano è un bambino speciale. Io sono molto contenta."

(la maestra di storia, geografia e scienze 4 ore settimanali)
"La mamma del mezzonano!"
"Sì..anche lei sa chi sono.."
"Certo.. che coccolone.."
"..."
"E' un bambino strano.. non ne esistono altri così.. sta lì buono zitto.."
"..."

"Signora, il mezzonano è troppo buono."
"..cioè è una cosa negativa?"
"No, ma è strano! Un bambino così tranquillo.. buono.. silenzioso.. non è normale!"
"..."
"Troppo buono.. forse deve ancora crescere.. fare quello scatto..vediamo."
"Ok, vediamo.."

M è uscita dai colloqui un po' stordita. Probabilmente nessuna delle maestre si riferiva al bambino iperattivo e esagitato che vive a casa con lei.

mercoledì 9 dicembre 2015

Sette

Caro Mezzonano,
scusa se ti scrivo con qualche giorno di ritardo, ma sai siamo stati a Genova per festeggiare il tuo compleanno e non ho avuto modo di scriverti. 

Ho avuto però l'occasione per conoscerti un po' meglio e per scoprire alcune contraddizioni che ti contraddistinguono:

1) Non sapevo che tu che giocheresti a pallone dal lunedì al lunedì senza soluzione di continuità, non riesci a camminare per più di qualche metro senza lamentarti.

2) Che tu che non riesci a stare seduto a tavola per un tempo superiore a quello che ci vuole per bere un bicchier d'acqua, col tablet del ristorante in mano potresti anche dormirci a tavola, per giorni e giorni.

3) Che tu che segui un'alimentazione sana e che da chissà chi l'avrai imparata, sicuramente fuori dalle mura domestiche, a colazione non disdegni i wustel tra un muffin e l'altro.

4) Che anche se parli di notte, riesci ad avere un sonno profondissimo e incurante del mondo.

5) che soffri il mal d'auto anche per spostamenti di pochi metri, ma sei capace di viaggiare in treno al contrario con il tablet in mano (non quello del ristorante) per cinque ore filate senza un beo.

6)  che tu che sei nato buono come un santo, che ancora non so come ho fatto a non dimenticarti mai in macchina, oggi sei diventato insensibile e testardo e sei capace di mettere un muso che non finisce più.

A te che non ti sei accorto che per questi tuoi sette anni non hai avuto la partita a calcio con i tuoi amici che volevi tanto, ma sei stato "deportato" a Genova per vedere l'acquario che dopo dieci minuti non ne potevi più di tutti quei pesci e invece ci sei stato quasi tre ore; a te che non hai spento le candeline, né avuto la torta di compleanno. 

A te che non hai scartato un regalo perché quelli di Amazon arrivano già scartati, a te che  per essere felice ti basta stare con noi, anzi ti basterebbe anche solo stare con tuo fratello che noi ci butteresti spesso e volentieri dalla torre, buon compleanno numero sette, M


martedì 24 novembre 2015

Un talento speciale, ma non sarà Papa

Oggi alla fine della lezione di calcio dei nani.
Bordo campo.
Umidità 98%
Escursione termica del campo rispetto al resto della città -15 gradi.
M è appena arrivata e sta aspettando insieme agli altri genitori che i nani finiscano le docce.

"Scusate. Chi è la mamma del mezzonano?"
"Io..."
"Buonasera, posso parlare un momento?"
"Mi dica.."
"..ehm.. posso parlare in privato?"
"..."
"Venga.."
"..sì ma... è successo qualcosa? Il mezzonano ha fatto qualcosa?"
"No no niente di male, ci mancherebbe.."
"Ah ok.."
"..è vero il mezzonano ha sei anni?"
"beh in realtà ne compie sette tra due settimane.."
"quindi ha sei anni.."
""sì"
"non ci potevo credere quando mi ha detto che ha sei anni.."
"è alto sì.. per la sua età dico.."
"no signora non è questione di altezza.. senta.."
"..."
"..io faccio allenamento specifico per i portieri, vengo dagli stati uniti.. ho allenato moltissimi bambini nella mia vita.. e.. ecco io.. non ho mai visto un bambino di sei anni a questo livello.. mi creda. Mai."
"mi fa piacere! glielo dico senz'altro! Sarà contento!"
"Senta.. dico sul serio ha un rapporto con il terreno che hanno solo i veri talenti.."
".. molto intimo direi sta sempre per terra!"
"..vorrei poterlo allenare sempre. Vorrei che fosse seguito."
"..."
"Che schedule ha il bambino"
" (...) beh si allena il martedì e giovedì qui nel campo più umido della città alle cinque e poi il sabato mattina nell'altro campo.. sotto casa.."
"io qui ci sono solo il martedì. Poi sono a PV dall'altra parte della città.. vorrei.. se voi poteste venire lì.."
"No guardi mi fa molto piacere che il mezzonano sia bravo e che lei lo abbia preso cosi a cuore ma ha sempre sei anni quasi sette e ecco il calcio è un gioco.. e noi ci alleniamo qui.."
"ok ho capito mi organizzerò io in modo da poterlo seguire meglio. Mi lascia il suo numero?"
"sì certo.."
"Mi creda è un talento speciale."

martedì 17 novembre 2015

La donna con la valigia

E' alta meno di un metro e sessanta
minuta
porta capelli cortissimi che M non potrebbe permettersi mai anche se ci ha provato
ha occhi chiari trasparenti curiosi e intelligenti
veste in maniera stravagante con calzini corti in evidenza e scarpe strane il più delle volte
niente trucco
porta piccoli occhiali dalla montatura di metallo ma non li indossa sempre
ha due figli e fa avanti e indietro dalla città dove abita con una valigia con le ruote al seguito
è molto timida
ha un leggero accento marchigiano/toscano con la c un po' aspirata
nessuna inflessione del nord
sorride
non si vergogna di tutte le cose che ancora non conosce
non simula sicurezza
siede sulla sedia in posizioni yoga
e usa un quadernino per gli appunti.

Ha una stima professata per Lui.

M ci ha scambiato sì e no tre parole da quando è arrivata e lei non si ricorda nemmeno come si chiama, però pensa che sappia di buono e che potrebbe meritarsi la L grande.

E soprattutto che sia venuta a portare la salvezza.

martedì 20 ottobre 2015

Grandi cambiamenti

Ci sono dei momenti della vita che meritano di essere trascritti, di lasciare traccia del loro passaggio.

Possono essere dei passaggi importanti, dei momenti indimenticabili, dei traguardi oppure dei grandi cambiamenti.
M sabato ha fatto quello che credeva fosse un piccolo cambiamento di look: si è tagliata la frangia.

Che era dal 1992 che non lo faceva e se erano passati 23 anni dall'ultima volta un motivo ci doveva essere.

Eccolo, nelle reazioni che ha raccolto.

Un figlio non l'ha quasi riconosciuta, e con tono sinceramente preoccupato le ha chiesto come avrebbe potuto porre rimedio a tale danno, per poter di nuovo mettere piede fuori casa con dignità.

L'altro non le ha detto niente. Allora lei pensando che il suo silenzio fosse sintomo della precoce noncuranza maschile a qualsivoglia accadimento nell'universo femminile, lo ha sollecitato. Lui invece si era accorto eccome, ma non le aveva detto niente per non offenderla.

H, ben conoscendo i traumi pregressi di M in materia di capelli e le sue relative ansie, ha reagito con un generico "sembri un'altra" subito corretto da uno strategico "stai bene".

L'amica trimamma della macchinetta alla vista di una foto inviatale su whatsapp le ha chiesto incuriosita "chi è?"

Lui, l'ex giovane capo di M, la preferiva prima "però non stai male".

Le amiche che hanno avuto modo di incontrarla, hanno malcelato dietro sorrisi e silenzi, giudizi negativi.

Ma il vero scoglio ancora non è stato superato: NonnaG travestita da giudice della Germania dell'est ancora non è stata messa di fronte a tale cambiamento. 

Ma M non potrà sfuggirle a lungo...

lunedì 21 settembre 2015

Nove

Nove che tra un anno diventa una cifra doppia che fa paura
Nove ma con la testa di uno di tre come hai detto stamattina appena sveglio
Nove come le tabelline che ripetiamo a casa ogni tre per due
Nove numero perfetto perché terzo multiplo di tre

Nove che cominci a essere ragazzino e mi chiedi se sono ancora pochi per iniziare a odiare tua madre

Nove che sono troppi per giocare con i Lego, ma non per non voler stare ancora in braccio
Che sono troppo pochi per avere il tuo telefono, ma abbastanza per usare quello di mamma

Nove che sei già innamorato e fedele da tre  
Nove che sono ancora pochi per fare tutto di testa tua, ma non ti importa
Nove che mentre passavano hai imparato a fare tantissime cose, alcune con me ma molte da solo

Nove che hai iniziato a avere i segreti, e hai smesso di chiedere il perché delle cose.

Nove che li ho avuti anche io ma non me lo ricordo più com'era quella sensazione di non essere né piccoli né grandi, né dipendenti né autonomi, né completamenti liberi ma nemmeno completamente protetti.

Nove che ti senti pronto a volare via, come dice tuo padre, con il filo dei palloncini però aggiungo io.

Nove che non potrai festeggiarli con la mega festa che hai aspettato per 365 giorni, perché sei in punizione. Ma che forse proprio per questo ti ricorderai.

Nove, magari bastasse girarlo e farlo tornare sei.

Tanti auguri, Lo
mamma

martedì 1 settembre 2015

Estate 2015

Alla fine di questa lunghissima estate che ci ha ospitato in varie spiagge italiane più o meno incantevoli occorre annotare qualche piccola verità che ha interessato la nostra vita:
1) Il mezzonano ha superato il metro e trenta e ha perso ben 4 denti, due dei quali fondamentali per la masticazione.  Di nessuno dei 4 è stato lontanamente avvistato il sostituto;
2) il nano fedele-nei-secoli-che-manco-un-carabiniere-e-nemmeno-un-cavaliere-della-tavola-rotonda ha iniziato a "chattare susi" visto che evidentemente per lui chattare è un verbo transitivo e ogni sera "mamma posso chattare susi oggi?";
3) susi non ha iniziato a chattare il nano se non con rare e per questo preziosissime risposte;
4) i ricci pungono sul serio se ci si cammina sopra e le spine non c'è verso di eliminarle nonostante l'impiego di tutte le strategie consigliate dall 'internet tra cui impacchi notturni di pane e latte, aceto, acqua, sale, aghi, pinzette etc..;
5) il miglior amico dell 'uomo non è il cane ma il wifi, almeno dell'uomo al di sotto del metro e cinquanta;
6) si può stare 4 settimane senza mai aprire la posta dell'ufficio senza senso di colpa alcuno (questa verità non vale per h);
7) si può portare a termine la lettura di  4 libri pur ritenendoli noiosi e lunghissimi per amore e del club di JA e comunque ammettere, a fatica, che il kindle è una grande invenzione;
8) i compiti delle vacanze non finiscono mai;
9) alle vacanze ci si può pericolosamente abituare fino a non riuscire ad accettarne la fine (anche questa non vale per h);
10) una volta entrati nel tunnel del pane guttiau è molto difficile uscirne.

mercoledì 8 luglio 2015

Ringrazio il dottore rifiuto l'offerta e vado avanti

Un bivio.
Di quelli che le fanno una paura blu.

I preziosi consigli di Lui (il giovane e ahilei ex adoratissimo capo)
Pochissime ore per rispondere, parte delle quali passate in bagno.

Centro contro periferia
Conosciuto contro ignoto
Generale contro particolare
Grande contro piccolo.

Un orribile nuovo capo contro Lei (la versione femminile di Lui in tutto).

Responsabilità ufficializzate soltanto ieri contro altre nuove e da ufficializzare
Il gruppo di sempre
e quello da costruire.

Il senso di responsabilità che la inchioda
contro quello dell'avventura e del chissene frega che non le appartiene da mai

Anche stavolta M ha deciso che sta.
Ringrazio il dottore rifiuto l'offerta e vado avanti. Stavolta a schiantarmi probabilmente.

lunedì 15 giugno 2015

Bimbo day

C'è un giorno, uno solo, in tutto l'anno in cui i bambini sono ammessi nell'ufficio di M.
E' un'iniziativa nata qualche anno fa alla quale M, snob come pochi, non ha aderito mai.
Una volta perché erano troppo piccoli e che ce li porto a fare.
La volta dopo perché vanno ancora a scuola e stanno meglio lì.
L'anno dopo ancora perché solo uno è a casa e poi l'altro resta escluso..

Quest'anno M ha deciso di portarli perché potessero vedere dove lei passi tutte quelle ore tutti i giorni quando la vedono scomparire all'entrata di scuola e riapparire in orari diversi la sera. 

Mercoledì scorso:
- Allora nani se vi va venerdì pomeriggio potete venire in ufficio con me!
- A fare che?
- Niente di speciale.. a vedere dove lavoro.. dove mangio.. a conoscere qualche mio amico del lavoro..
- Ok...

Giovedì:
- Allora nani, domani pomeriggio venite in ufficio?
- ...
- Non è un obbligo.. se non vi va non venite!
- Sì ok.. ci va.

Venerdì all'ingresso dell'ufficio di M:
- Eccoci qui!
- Ma quanto ci dobbiamo restare?
- ...

La verità è che alla fine, dopo aver conosciuto il numero due del Personale, aver rifiutato la pizza a mensa dal direttore preferito di M, giocato e scherzato con Lui al bar, mangiato gelati e patatine, preso e ripreso l'ascensore, corso per i corridoi, scalzato la compagna di stanza dalla sua scrivania per giocare al pc, rischiato la figura di merda della storia con il nuovo capo di M, non volevano più andare via.

M è stata felce di vederli dentro quel palazzo, a proprio agio come fossero a casa. A stringere mani a destra e a manca come se non avessero fatto altro in vita loro. 
Anche se il nano il suo ufficio se lo immaginava molto diverso.
- E come te lo immaginavi?
- Una stanza molto grande, il capo sulla cattedra con alle spalle al posto della lavagna una tv gigante e un bastone per indicarla e voi seduti nei banchi a due a due ognuno con il suo pc davanti.

Che tenerezza.


martedì 9 giugno 2015

Piccoli uomini crescono

Ieri è finita la scuola e con lei gli accompagni, le riprese singole e doppie, le recite e i saggi, gli zaini importabili, la tuta uno il mercoledì e uno il giovedì, il doposcuola, i compiti del fine settimana, la car2go del venerdì con la pizza al taglio.

È finito il nuoto, il catechismo e oggi per ultimo anche il calcio.

Domani sera si chiude con l'ultimo impegno scolastico: la cena di classe del nano dove M, H e i nani presenzieranno in formazione completa.

- mamma domani sera è l'ultima volta che vedo Susanna?
- sì, per quest'anno direi di sì..ti dispiace?
- ....
- poi la rivedi a settembre..e ogni tanto se vuoi, puoi telefonarle..
- e con quale telefono??
- ..con il mio, chiamiamo la mamma e te la fai passare..
- preferirei scriverle su whatsapp mamma, ok?
- ...

E la classe appena conclusa è soltanto la terza elementare.

giovedì 4 giugno 2015

Tutto molto bello

A fine anno scolastico si fa un po' fatica, diciamo la verità.

Che poi è bello assistere ai frutti del loro lavoro, eh.
Guardarli mentre esprimono tutto quello che hanno con più o meno difficoltà imparato tra l'autunno e l'estate.

Però.

La recita del grande
La recita del piccolo.
Il brevetto di nuoto del grande.
Il brevetto di nuoto del piccolo.
Il mercatino del grande.
Il mercatino del piccolo.
Il coro del grande.
E il coro del piccolo.
Magia dell'opera del grande.
La premiazione della classe del grande arrivata seconda a un concorso nazionale in cui si doveva, se M ha capito bene, scrivere un racconto su "La famiglia millesogni".
La pizza di fine anno del grande.
Il pranzo fuori Roma del piccolo.
La giornata del perdono del Catechismo del grande.
E poi ancora il brevetto del calcio e del grande e del piccolo.
E la consegna dei regali alle maestre e alle rappresentanti.
E agli operatori scolastici.

Insomma un gran da fare, un entra e esci dai tornelli dell'ufficio a velocità supersonica e in gran segreto, che manco Superman dalla cabina telefonica.

Sarà per questo che tra lui e Supermam, la differenza è impercettibile.

A M in momenti così viene sempre in mente la frase che H pronunciò dopo i primi tre giorni di vita del nano e che faceva più o meno così: "Tutto molto bello, un po' impegnativo.. forse..".

mercoledì 3 giugno 2015

Caro nano

La mamma è quella che ti perdona sempre, anche quando o se sarai imperdonabile. È quella che si preoccupa del freddo del caldo della fame e di aver sempre una bottiglietta di acqua in borsa e le salviette del treno.
È quella che al mare ti spalma la crema per non farti bruciare anche se ti dà fastidio e ogni volta è una lotta.
È quella che ti accompagna e ti viene a prendere, il più delle volte.
La mamma è quella che non ti ha insegnato un'alimentazione sana e che ti ha propinato i vasetti di omogeneizzati invece di cuocerti la carne al vapore.

Quella che ti mette a letto la sera, quella che ti corregge i compiti. Quella che ti sgrida e ti rompe.
Quella che ti costringe a fare nuoto come se facesse parte della scuola dell'obbligo.
Quella che ti ha costruito pezzo pezzo come si diverte a raccontarti sempre.
Quella che quando dice di essere vecchia ti arrabbi a morte e metti il muso.

Quella noiosa che le cose bisogna meritarle e bla bla bla.

È quella che pensa che tu sia bellissimo specialmente ora con il tuo ciuffo lungo sugli occhi e quell'abbronzatura appena accennata.

La mamma è quella che ancora ti tiene per mano quando attraversi la strada, che ti allaccia il casco sotto il mento, ti asciuga i capelli col fon, anche ora che in piedi sul water al mare non ci entri più.
La mamma è quella che ti pone i limiti e ti insegna i valori, i suoi.
Quella che vorrebbe vederti sempre felice.

Quella che stamattina piangeva al coro delle terze, sulle note di Pino Daniele.

La mamma è quella che c'è sempre.

Anche oggi all'ultima lezione di catechismo, per metterti il vestito bianco del perdono, anche se lei non lo sa se ci crede a tutte queste cose qua e alla fine nel dubbio si è sposata in comune.

È quella che tu credi immortale e che vorrebbe esserlo.

La tua mamma sono io e non so se ti è andata bene o male, sappi però che ce la metto tutta.

venerdì 15 maggio 2015

Miracolo (e sfortune) a Milano

Oggi alle 13:30 M e il collega siamese da poco arrivati a Milano si apprestavano a raggiungere gli studi. Non prima però di comprare una bottiglia da mezzo litro di coca zero al supermarket sotto l'albergo. Spingendosi poco più in là avvistavano un supermarket più grande dove il collega siamese decideva di entrare per cercare il pacchetto di mandorle che non aveva trovato al primo supermercato. E qui va fatta una piccola postilla sull'alimentazione del collega siamese che consiste esclusivamente in proteine.

I due entravano così nel supermercato più grande con la bottiglietta di coca zero quasi finita in mano e ne uscivano pochi minuti più tardi con un pacchetto di mandorle e la bottiglietta di coca zero quasi finita nella borsa di M.

Appena usciti dal supermercato più grande.
"Scusate sono una guardia in borghese" tuonava una voce straniera alle loro spalle "avete una bottiglietta di coca zero in borsa e non l'avete pagata. Me la può far vedere?"
"Certo! Eccola..ma come vede è quasi finita.. non l'abbiamo comprata qui.."
"Se non avete lo scontrino per me l'avete presa qui."
"Ecco guardi miracolosamente... lo scontrino.. vede c'è scritto che l'abbiamo presa 10 minuti fa.. nel supermarket più piccolo qui vicino vede l'indirizzo?"
"Sì ma non c'è scritto che avete comprato una coca zero."
"..me vede qui? C'è scritto reparto bibite 1 euro e 29.. è la coca zero!"
"No..mi dispiace io non leggo coca zero, seguitemi."

E si inoltrava all'interno del supermercato grande, sotto gli occhi incuriositi degli altri clienti.

La storia non ha un lieto fine per la "guardia in borghese" che guardia non era, ma Said mero guardiano anti-taccheggio triplamente sfortunato 1) perchè M e il collega siamese erano miracolosamente muniti di scontrino, 2) perchè il formato di coca zero in bottiglia da mezzo litro non era nemmeno in vendita nel supermercato più grande e 3) perchè il collega siamese quando si incazza lo fa sul serio.

Probabilmente la guardia in borghese che guardia non era si beccherà una denuncia e nella peggiore delle ipotesi sarà rispedito al suo paese non essendo evidentemente munito di permesso alcuno, o nella migliore, passerà soltanto dei giorni orribili sotto la minaccia della denuncia.

Morale della storia: la regola non è più "mai buttare gli scontrini per terra una volta usciti dal negozio", bensì "mai buttare gli scontrini".



giovedì 14 maggio 2015

La ragazza con la valigia

Oggi è il compleanno di M.
Lo sanno tutti.

Lo sanno i nani che stamattina le sono saltati addosso ancora caldi di sonno.

Lo sa H con i suoi moti affettuosi sempre molto apprezzati, perché assai rari.

Lo sanno l'Arch e la NonnaG che le hanno telefonato di primissima mattina.

Lo sa il fidanzato storico che come tutti gli anni dal 1992 le scrive un messaggio di auguri a mezzanotte e 01.

Lo sa Google che per l'occasione le ha dedicato un doodle personalizzato, conquistandola per sempre. Così come lo sa Hangout il messenger che al primo accesso stamattina le ha fatto trovare un omino che le portava una torta multipiano su un carrello.

E lo sanno gli amici e le amiche di M che le hanno fatto auguri più o meno virtuali e regali reali.
Nell'ordine:
questa borsa












accompagnata da questo bigliettino di auguri









questo bracciale











due costatine di due tipi di marmellata diversi.

E poi ancora l'erba in due volumi 2013 e 2014 elegantemente rilegati, un lenzuolo matrimoniale da mille e una notte,  un telo da spiaggia, una lanterna cinese volata così in alto che non la si vedeva più e che probabilmente ora è diventata una stella,  una torta con le candeline.

Non male davvero.
Grazie a tutti....

domenica 10 maggio 2015

La festa della mamma tra Baglioni e l'Acea

Oggi è la festa della mamma.

La giornata di M è iniziata con una telefonata di fraintendimenti e tentate spiegazioni con l'Arch, iniziata al buio nel dormiveglia e finita camminando convulsamente per casa.

È poi proseguita con una colazione in 4, momento preferito dei week-end di M, finita con un'intera tazza di tè bollente rovesciata ovunque dal nano e la requisizione dei tablet dei bambini per mancanze varie del nano per cui hanno pagato entrambi.

Nel pomeriggio, nonostante fosse domenica, M è andata, come di consueto da otto mesi a questa parte, in ufficio e ha trovato il collega siamese di pessimo umore che non le ha rivolto la parola.

Rientrata a casa ha trovato ad attenderla una bolletta dell'Acea di cinquemilasettecentounidici euro virgola cinquantacinque, che potrà pagare in comode rate solo se ne farà richiesta entro il 20 maggio.

Fortunatamente oltre alla bolletta al suo rientro ha trovato anche le letterine dei nani del giorno della mamma e ha scoperto che nel nano, a sua e nostra insaputa, alberga un piccolo Baglioni.

lunedì 20 aprile 2015

Otherwise

"I still dont know if I can come back at 6. So you are the one one who will come at 6, OTHERWISE I will call".
"Ok mam".

Si erano lasciate così davanti al cancello della piscina dei nani oggi pomeriggio alle 5.
Poi la muta Mar è tornata a casa e M in ufficio perché aveva appuntamento con il nuovo capo e non poteva mancare.

Un'ora e mezza più tardi, lei ancora dal capo, squilla il telefono.
L'Espaniola.
M non può rispondere perché il nuovo capo non gradisce si portino i telefoni alle riunioni, dice che sono elementi di distrazione.

Quindici minuti più tardi, alle 6.45 circa, M finalmente liberata richiama l'Espaniola.
"Pronto scusa non potevo rispondere..tutto ok? Successo qualcosa?"
"No figurati niente..volevo solo avvisarti che li porto da me.. sai in piscina non è venuto nessuno.."
"La muta non c'era???"
"No, non c'era nessuno..ma non ti preoccupare ci ho pensato io..e adesso li porto a casa da me..gli faccio anche due fili di pasta?"
"No no grazie adesso esco e vengo subito a prenderli.. mi dispiace scusa sarebbe dovuta venire la muta..alle 6..eravamo d'accordo così.. Non capisco"
"Magari si è sentita male.."
"Lo spero per lei..".

Naturalmente non si era sentita male.
Era a casa, serena.
"Nobody goes at 6 to fetch them at swimmingpool..!"
"...why mam?"
"...."

martedì 14 aprile 2015

Il tampone antiesplosivo

BZZ BZZ 
Fatto tutto, anche tamponi antiesplosivi. Abbiamo già un'ora ti ritardo... mi hanno detto che è normale per la el al.. sono già stanco morto"

Questo era l'ultimo messaggio whatsapp che M aveva ricevuto da H domenica mattina. H era all'aeroporto in partenza per Tel Aviv. La El Al è la compagnia aerea israeliana che a detta di wikipedia è la più sicura del mondo, e non è la Quantas come diceva rain man negli anni 90. Ed è considerata tale perchè fa dei controlli molto molto approfonditi su ogni passeggero. Per questo è richiesta la presenza dei passeggeri in aeroporto 4 ore prima del decollo.

M era rimasta abbastanza colpita dal tampone antiesplosivo. Si era immaginata due posti in cui il tampone potesse essere stato inserito. In entrambi i casi si era immaginata una lunga fila di passeggeri rassegnati e pronti a farsi ispezionare dal tampone antiesplosivo. Si era immaginata tutti questi tamponi con nome e cognome sistemati in fila e analizzati. 

Dopo alcune ore.

BZZ BZZ
Appena atterrati tutto bene.. appena posso ti chiamo.. baciiii

E poi effettivamente H aveva chiamato, una volta arrivato in albergo. Fatto alquanto inconsueto visto che lui quando parte un po' si dimentica della nostra esistenza e sparisce.

M ha approfittato della telefonata perchè era dalla mattina che si arrovellava sulla storia del tampone.

"Senti ma dimmi un po' di questi tamponi.."
"Eh sì.. li hanno fatti a tutti.."
"Ma scusa e nessuno si è ribellato, stranito.."
"No per loro è normale"
"..."
"è per quello che devi arrivare con tanto anticipo ti fanno aprire le valigie ispezionano tutto il contenuto molto meticolosamente, levano tutto.. e poi fanno il tampone antiesplosivo.. menomale che io avevo fatto una valigia perfetta non hanno trovato niente che non andasse.. perfetta,.. fierissimo io.."
"Sì ma la valigia ok.. posso capire.. ma il tampone.. a tutti.. ma proprio nel sedere o nella gola?"
"..."
"..dove?"
"M il tampone antiesplosivo lo fanno nella valigia, è per quello che la svuotano."
"Ahhhh ma io avevo capito... credevo.. che tutti in fila.. per il tampone... fisico... diciamo.."
"..."

Forse H non chiamerà più.

lunedì 13 aprile 2015

Fifties

Quella della mia eta' non si mettono le magliette con le maniche corte perché hanno le braccia flaccide e dicono che dopo la gravidanza il corpo non torna più quello di una volta (figuriamoci poi con la menopausa).

Devono truccarsi per forza perché senza trucco si sentono nude e usano il fondotinta meno neutro che c’è.

Parlano solo dei figli adolescenti e di cosa cucinare la sera.

Se si sono perse un marito per strada, si sfiancano su internet per trovare quello di un'altra che faccia al caso loro.

Quelle della mia età si  depilano le sopracciglia e ogni volta che c'è un rinfresco si ammazzano di dolci (tanto … chilo più chilo meno…), si vestono da vecchie (o peggio da ragazzine con le minigonne 'scopami scopami') e si fanno crescere le unghie lunghe e arrotondate come le streghe dipinte con smalti perlati come le zoccole d'altri tempi.
Portano il reggiseno rinforzato e i pantaloni a vita alta (che e' meglio tenere i reni caldi).
Il giorno della festa delle donne escono solo amiche.
Hanno l’abbonamento a teatro e ci vanno rigorosamente con le amiche.
Hanno le vene varicose.
Non si comprano i vestiti su internet perché ‘devo vedere come mi sta’.
Usano gli occhiali con le montature da vecchia.
All’ora di pranzo quando è bel tempo si fanno ‘una passeggiatina al mercato’ e quando tornano entrano in stanza dicendo ‘non sai quanto si sta bene’.
Escono il sabato sera e cucinano la domenica per tutta la settimana.
Vanno dall’estetista a farsi schiarire le macchie in faccia.
Hanno la ricrescita e sono convinte che non si veda.
Hanno i pigiamoni di felpa, le vestaglie pesanti e le mutande ascellari.

Si sono dimenticate cosa vuol dire essere innamorati e hanno smesso di pensarci.

Hanno sbavato quando hanno letto ‘cinquanta sfumature’ e poi hanno mentito dicendo che non gli era piaciuto.

Inoltrano sempre alle dieci amiche del cuore le mail sul significato dell’amicizia e quelle con le immagini dei ragazzi più fichi del mondo (compagni di classe dei loro figli) sperando che nei prossimi venti minuti ‘qualcosa di bello ti accadrà’
Sono convinte (giustamente) che un bel paio di tette facciano la differenza e che per questo sia giusto che gli uomini paghino quando le portano fuori a cena.

Sono sempre stanche e quando non sono stanche sono acide. Spesso sono stanche e acide. Ma difficilmente sono felici.

A maggio si mettono inutilmente a dieta e a settembre si rilassano.
Vanno in ferie ad Agosto.

Molte (moltissime) non si lavano le mani dopo aver fatto pipì.

Io
Ho scoperto da poco che c’è una sensazione molto più brutta di quella che provavo ogni mese quando avrei disperatamente desiderato rimanere incinta della terza.
E’ la consapevolezza che quel tempo è passato e che non mi daranno più un neonato da abbracciare. Perché quello davvero è un momento magico. Il momento più bello della vita.
Adesso ci sono tanti occhi da guardare, tante mani da stringere e baci da dare, tanti cuori a cui pensare.
E mentre faccio tutte queste cose davvero non mi riesco a sentire e a vedere come quelle della mia età.
Continuo ad avere sedici anni con la testa e con il cuore.


Questo post è pervenuto nella casella di posta di M oggi pomeriggio. 
L'età a cui fa riferimento non è l'età di M, ma ancor meno è l'età dell'autrice, se non anagraficamente.

domenica 12 aprile 2015

Il libro e il senso

Non è che M avesse ben chiaro se e quando sarebbe successo.
Non era nemmeno certa che sarebbe successo, sarebbe anche potuto non succedere mai.
Non aveva programmato niente e, anzi, c'eri chi le aveva consigliato di fare in modo che non succedesse mai.
Perchè avrebbero potuto rimanerci male.
Sentirsi messi alla berlina.
Sentirsi presi in giro nelle loro piccole manie.
Insomma non era detto che sarebbe successo, nè come sarebbe stato l'esito.

Ieri sera i nani hanno cominciato a leggere l'erba.
M aveva preso una versione stampata che le avevano regalato al primo natale quindi nel 2011, che raccoglie quindi i primi otto mesi dell'erba perchè cercava un post in particolare.
Il nano le si è seduto accanto e ha riconosciuto, mentre lei sfogliava le pagine, una foto di loto due di spalle con il cappellino a cloche in testa, in piedi in riva al mare.
"Questi siamo noi!"
"Sì"
"E perchè siamo in questo libro?"
"Non è proprio un libro.. sono le storie che io scrivo la sera.. sai quando mi vedi al pc certe volete e mi chiedi cosa faccio e io ti dico che scrivo delle piccole storie? Ecco queste sono alcune delle storie che ho scritto.."
"E puoi leggercene qualcuna?"
"..se vi va.."
"Sìììì.. mezzonano vieni che mamma ci legge delle storie che scrive proprio lei!"

M ha letto questa storia e loro hanno riso con le lacrime per un sacco di tempo, non riuscivano a smettere di ridere e hanno trascinato nella loro risata anche eM e H che stava seduto alla scrivania intento ad attaccare figurine sull'album dei calciatori.
Poi ne hanno voluta ascoltare un'altra e M ha scelto questa per par condicio e se possibile loro hanno riso ancora di più.
L'ultima che M ha letto però è stata davvero quella che ha riscosso il maggior successo, perchè le parolacce si sa a questa età non hanno rivali.

Per tutta la giornata di oggi i nani hanno chiesto insistentemente a M di leggere ancora altre storie da quel libro divertentissimo che scrivi la sera. 
Forse il senso era anche questo.

mercoledì 1 aprile 2015

Ex sconosciute

Ieri sera Il Club di lettura fondato da M e dalla Collega Alta si è riunito e ha festeggiato:
i tre anni del Club, di cui la prima riunione, qui documentata, risale al 25 marzo 2012;
un quaranticinquesimo che cade il 5 aprile;
un quarantreesimo (?) caduto il 14 marzo;
e il primo anno di vita di Pi, 26 marzo.

In questi tre anni di cose ne sono cambiate parecchie nelle vite di noi sei:
una separazione
un trasloco, quasi due
una pancia e una nascita
la fine di un Amore che si credeva Totale
un trasferimento dalla Grande Città a Macondo
due cambi di lavoro e un'assunzione
un volo giù dall'adorato trullo
due tagli di capelli, non radicali
una dieta evidente
due nonne che non ci sono più
viaggi più o meno lontani
e 15 libri letti insieme (tutti o quasi).

Il sedicesimo in programma è Sconosciute, proprio come erano loro sei tre anni fa.






martedì 31 marzo 2015

Er dopo

M lavora in un ufficio molto grande. In questo ufficio insieme a M lavorano tantissime persone. Tra queste tantissime persone ce ne sono pochissime che per lei valgono la pena.
Una di queste è Lui di cui ampiamente si è parlato qui, l'ancor giovane ma non più capo di M, iper-tutto. 

Un'altra è un Megadirettore (ma non galattico) molto caro all'amica trimamma della macchinetta, che negli ultimi anni l'ha presa in simpatia. 
Tra loro passa una confessata stima reciproca. 

Questo Megadirettore, molto stimato e popolare, soprannominato in modi diversi nell'enorme ufficio di M, ma che per lei è "er dopo" perché secoli fa alla fine di una riunione, per chiedere un'analisi previsionale chiese proprio testualmente "ce l'abbiamo er dopo?", ogni tanto le chiede informazioni, dati, pareri. Qualche volta le ha scritto dei ringraziamenti speciali, cosa assai rara nell'enorme ufficio di M e ogni tanto l'ha invitata da lui per condividere idee e fare piccole richieste, cosa altrettanto rara.

Oggi mentre era in piscina con il Mezzonano, er dopo l'ha chiamata per un'urgenza e lei a fine lezione, fine doccia, fine vestizione e fine accompagnamento a casa, è tornata in ufficio per risolverla.
E gli ha scritto.
"Ciao Direttore sono tornata ora. Ci sono solo due persone qui dentro per cui lo avrei fatto spontaneamente e una sei tu."
Lui ha risposto:
".. e chi è l'altra??"

M ha sorriso, ha pensato che avesse fatto bene a tornare e poco dopo lui si è presentato alla sua porta per ringraziarla e darle un po' di conforto.

Per M l'umanità viene prima di tutto, anche prima della bravura, della professionalità, della competenza, dell'intelligenza. 
Poi quando tutte queste cose si incontrano, altro che rarità. 




lunedì 30 marzo 2015

About two boys

Il nano stamattina è partito per il camposcuola e tornerà mercoledì sera.
Aveva il trolley con tre cambi completi dentro, ognuno in una busta di plastica trasparente come nella valigia del parto, quando è nato. Uno zainetto con il pranzo al sacco e un quaderno per scrivere un piccolo diario. Sullo zainetto una spilla "un po'da femmina" per distinguerlo da altri eventualmente uguali che faceva molto "about a boy" e che lui, appena appurato che non ci fossero doppioni, ha restituito a M. Il kway celestravivo, come direbbe l'amica rausea, un antiestetco cappello con visiera e un misto di ansia e eccitazione.

Il fratello era visibilmente stranito. Girava intorno, guardava, saltava, correva. Lo guardava da lontano.. un po' rideva un po' no.
Poi a un certo punto si è avvicinato e gli ha detto:
- Nano, posso infilarmi dentro la tua valigia e venire con te?
M si aspettava una risata, una battuta, una presa in giro. Invece il nano si è abbassato sul trolley ha aperto la lampo e gli ha detto
- Magari..

M è convinta che farà bene a tutti e due stare un po' separati, però questa scena non la dimenticherà facilmente.

giovedì 26 marzo 2015

Quattro luci nel buio

Questo è un post molto triste.

Domenica è un anno da quando VR può contare una bambina in meno.

La mattina del 29 marzo dell’anno scorso, una mamma di VR ha portato in clinica sua figlia e l’ha affidata nelle mani di quella che pensava fosse una squadra di specialisti, dicendole ci vediamo dopo.
Il dopo, che sarebbe dovuto durare meno di un’ora, è diventato un infinito per sempre.

La mamma è tornata a casa, la bambina no.

A un anno di distanza questa mamma e il papà e il fratello e tutti quelli che le volevano bene non hanno idea di cosa sia successo. Del perché quell’ora si diventata per sempre.
Nessuno di quegli specialisti si è preoccupato di dare una spiegazione, una risposta, un perché.

La mamma e il papà che M ogni tanto incontra in giardino, hanno organizzato per domenica sera una fiaccolata nel km quadrato e invitano a partecipare con una candela, un telefonino acceso, una torcia per fare luce nel buio.

M parteciperà con H e i nani. Saranno quattro luci.

Spera di vederne tante e magari anche qualcuna delle vostre, che passate qui sull'erba.

mercoledì 25 marzo 2015

Tutti tranne uno

Queste sono le regole per fare una buona impressione a un colloquio di lavoro. 
Siccome non si può mai sapere, e nel particolare contesto più che mai, è bene tenerle a mente.
In realtà M parte parecchio avvantaggiata perché sono regole che segue a prescindere. Tutte tranne una.

1) La camicia bianca è il capo d’elezione
2) Mai tenere gli occhiali scuri al colloquio. L’effetto diva che si maschera non sarà apprezzato.
3) Puntare sui classici blu, nero, grigio, riservando stampe animalier all’aperitivo con gli amici (stampe animalier????)
4) Evitare scollature esagerate e trasparenze
5) Per gli accessori puntare sulla comodità, senza mai rinunciare allo stile, però: zoppicare sui tacchi alti 11 cm non lascerà certamente una buona impressione.
5) Capelli e trucco devono essere naturali e in ordine
6) Le mani devono essere sempre in ordine: evitare le unghie glitterate come auto (...) 
7) Aggiungere sempre un tocco personale, una sciarpa particolare, una collana o un tocco di colore, a patto che sia donante, Un decoro divertente influisce anche sull’umore
8) Meglio scegliere tra collana e orecchini per non sovraccaricare troppo. 
9) Non sottovalutare l’importanza della borsa, che racconta sempre molto di noi. Evitate quelle troppo grandi (a questo proposito si rimanda qui).

mercoledì 18 marzo 2015

La mia mamma

Il nano qualche giorno fa a scuola ha dovuto completare un piccolo testo descrittivo dal titolo "la mia mamma".

Eccolo, in corsivo la parte scritta da lui, il resto "signora" compresa era già stampato.

La mia mamma si chiama Nome Cognome.
E' una signora di 41 anni e di statura magra.
Ha capelli marroni e d'oro. Il suo viso è bello e bianco.
Gli occhi marroni, un naso medio e una bocca con labbra rosa e belle.
Oggi indossa una maglietta a righe bianche e blu, un maglione blu con i pallini bianchi e i jeans blu.

Descrizione sintetica ma completa.
Si evince che si tratta di persona di piacevole presenza, magra con capelli decolorati, e dal look informale ma sobrio.

M ci può decisamente stare.




martedì 17 marzo 2015

I dati inutili

Il nano a scuola sta studiando i problemi con i dati inutili.
I dati inutili in matematica sono dei dati che non concorrono a determinare la risoluzione del problema, ma che vengono inseriti nel testo per confondere l'alunno e per portarlo a capire quali sono i dati necessari e quali appunto quelli inutili.
Quando M faceva le elementari non esistevano i dati inutili. Nei problemi i dati erano tutti utilissimi e quindi questa novità dei dati inutili l'ha colpita parecchio.
Un esempio di problema con dati inutili preso dal libro del nano è:
In libreria ci sono 143 fumetti. 26 sono di avventura. Il libraio ne vende in tutto 113 quanti libri restano in libreria?
Il dato inutile per chi non avesse capito è "26 sono di avventura".

I problemi con i dati inutili sono talmente piaciuti a M che ha pensato di inserirli a pieno titolo nelle domande che fa ai nani prima di dormire.
I problemi proposti da M però hanno solo dati inutili.

Ieri sera.
"Mamma ci fai le domande?"
"Ok.. andate nei letti e vi faccio due domande a testa"
"No tre!"
"..ok tre domande a testa"
"..e prima devi dire la materia  il nome della maestra e poi fai la domanda!!
“..ok..!
"Allora ieri abbiamo iniziato con il Mezzonano e stasera inizi tu Nano"
"Ufff"
"Allora Matematica Maestra RobertaSantaSubito.."
"Ok..."
"Problema: Lo zaino di Giovanni pesa 20 kili.."
"..ma non li abbiamo ancora studiati i kili!"
"Zitto! Lo zaino di Giovanni pesa 20 kili, dentro ci sono 7 libri e 12 quaderni..un astuccio completo e un diario.."
"..sì però i kili non li abbiamo studiati!"
"Shhhh.. che perdo il senso.. Allora lo zaino di Giovanni pesa 20 kili, dentro ci sono 7 libri e 12 quaderni..un astuccio completo e un diario.. quanti anni ha Giovanni?"

Loro hanno riso come matti e M ha continuato con una serie di problemi bizzarri, non avranno ripassato matematica, ma si sono molto divertiti. Viva i dati inutili.




lunedì 16 marzo 2015

Je suis Charlie

Quando M, quasi quattro anni, fa ha iniziato a scrivere sull'erba, l'ha fatto perché ne aveva bisogno; non poteva farne a meno.

Voleva uno spazio tutto suo, libero; uno spazio dove scrivere tutto quello che le passava in testa. All'inizio non sapeva bene nemmeno lei di cosa avrebbe scritto. L'erba non ha un titolo, un tema. E' semplicemente una pagina bianca ogni giorno.

M non ha cominciato a scrivere un diario di carta. Di certo voleva essere letta da qualcuno, ma non voleva pubblicizzare in alcun modo la cosa, tanto che in questi quasi quattro anni non ha mai pubblicato un link dell'erba in "luoghi" pubblici.

In nessuna parte del web è possibile risalire alla sua identità partendo dall'erba, né è possibile arrivare sull'erba partendo dalla sua identità.

Tutti quelli che in questi quasi quattro anni l'hanno seguita e la seguono, a parte le amiche e gli amici intimi, lo fanno perché l'hanno trovata e non perché lei li abbia indotti a cercarla.

M ha sempre mantenuto l'anonimato.
M non ha nome, così come H e i nani.
Così come anche tutti quelli di cui scrive qui.
M non ha nemmeno mai esplicitato il luogo in cui vive, anzi lo ha espressamente vietato nella regola numero 1 ben visibile a destra sulla home.

Tuttavia, a distanza di quasi quattro anni, ha qualche dubbio.
1) L'anonimato forse non le garantisce quella libertà che lei pensava di potersi permettere.
2) Gli amici e le amiche che conoscono la sua identità forse non sono poi così così amici e amiche.
3) Tutto ciò che lei non ha mai esplicitato è facilmente identificabile nel giro di qualche click.

E nonostante lei non abbia mai mancato di rispetto a nessuno,
nonostante non abbia mai inventato nulla di quello che ha scritto,
nonostante lei continui ad avere la coscienza a posto,
da qualche giorno non si sente più sicura della sua libertà nemmeno qui, nel posto che ha costruito a sua immagine e somiglianza.

Per la prima volta ha cancellato post che aveva scritto, dietro più o meno vivo consiglio.

E siccome per lei la libertà, quando non manca di rispetto a nessuno, viene prima di tutto, adesso è indecisa se continuare a scrivere sull'erba, auto-censurando pensieri e parole o smettere del tutto, con un grandissimo senso di sconfitta e un forte disagio.

ps. M chiede scusa a chiunque abbia involontariamente e inavvertitamente offeso, ferito, dispiaciuto in questi quasi quattro anni e per il titolo di questo post che potrebbe sembrare irriverente e irrispettoso, ma che assolutamente non lo è. 

lunedì 9 marzo 2015

Il gioco delle famiglie e l'insegnamento del nano

Negli ultimi giorni il nuovo giochino di M con i nani consiste nel fargli individuare famiglie mono o poli componenti tra quelle che si conoscono.

Domenica mattina dopo la "Santa Messa", al campetto della Chiesa. 
Sulla panchina M e il nano.

- Mamma facciamo ancora il gioco delle famiglie?
- ok..dimmi una famiglia da tre
- ... quella di George!
- ok una da tre però dell'Altro Mare e non parenti..
- ....
- dai...è facile all'Altro Mare sono tutte da tre come sull'isola di Salina!
- ah sì la famiglia di Barbie!
- ok bravo
- una famiglia da due
- da due??
- sì (immaginando una coppia senza figli)
- Susanna e la mamma!
- (touchè) bravo.. e una da otto? pensando al film "Tutti insieme appassionatamente" che il nano ha visto a scuola in occasione del giorno della memoria
- quella di Angelina Jolie!
- ...
- ahahha bravo eh?!
- sì, molto.. adesso una famiglia da 4 tutti maschi.. ovviamente escluse le mamme che ci devono essere per forza..
- non è vero che ci devono essere per forza
- ...ah no?
- ... eh no scusa, e i gay?
- ma i gay però non possono avere figli e io ho detto una famgilia da 4 ..
- sì però li possono adottare!
- (aritouchè)