mercoledì 31 dicembre 2014

L'inci-dente e i suoi insegnamenti

Da questa vicenda dell'inci-dente del nano M ha imparato parecchie cose:
Non c'è essere umano che non abbia un parente, un amico, un conoscente prossimo a cui non sia successa la stessa cosa;
I dentisti sono molto diversi tra loro anche quando concordano su una strategia;
La paura l'ansia e l'angoscia che prendono un genitore quando un figlio si fa male sono insostenibili;
L'espaniola ha avuto un grande coraggio e ha dimostrato una forza sovrumana due anni e mezzo fa di fronte all'incidente ben più grave dell'espaniolita e a lei sono andati i pensieri di M in queste ore;
Non importa quanto possa essere definitivo o grave il danno, l'importante è tornare a casa tuti insieme, e non a tutti succede e un pensiero va a V e M che invece sono tornati a casa in tre e senza capirne il motivo;
H e M hanno reazioni diametralmente opposte di fronte a avvenimenti del genere, nei tempi e nei modi, ma efficacemente complementari;
L'incisivo sinistro è il dente numero 21;
Si può andare da un dentista mai visto prima alle sette di sera e essere trattati come un figlio;
Si può essere belli anche senza il dente numero 21;
I denti hanno radici che ci mettono anni a chiudersi;
Una madre dovrebbe ricordare o per lo meno riportate su un taccuino le date della dentizione dei figli, sia quella da latte che quella definitiva, perché può capitare di essere sottoposte a un interrogatorio sul tema e trovarsi totalmente impreparate è imbarazzante;
8 anni è l'età peggiore per perdere un dente perché non si è abbastanza piccoli da averlo da latte né abbastanza grandi da avere la radice chiusa;
Un bambino di 8 anni può reagire in una strana maniera di fronte alla perdita di un dente, anche chiedendo di fare il bagno caldo nella vasca tre volte al giorno.
Buon 2015, buona fine e buon inizio a tutti voi che passate di qui da una M un po' provata ma felice.

martedì 30 dicembre 2014

Se ci dice culo

Ci sono dei momenti che non si dimenticano più. Dei momenti che una volta accaduti entrano nella storia di ognuno di noi e nei racconti familiari e si tramandano. Possono essere belli o brutti, non importa. Sono i momenti per i quali esiste un prima e un dopo come si scriveva qualche post fa.

Ieri qui all'Altro Mare in casa della cugnida è avvenuto uno di quei momenti.
Dopo essere usciti indenni dalla pericolosissima pista di pattinaggio più lunga d'Europa, i nani si sono diretti a casa del cugino per cena e pernottamento perché qui nella patria del divertimento sfrenato la movida inizia da piccoli.
Dopo circa tre minuti dall'ingresso in casa, mentre M e H mostravano alla cugnida pigiami e spazzolini, dalla stanza al piano di sopra è arrivato un grido seguito da un pianto preoccupante. M si è precipitata su per le scale e si è trovata di fronte a uno di quei momenti.
Per farla breve il nano ha sbattuto il muso per terra e ha perso l'incisivo sinistro. "Non tutto, il 90% porca merda" ha detto il dentista che lo ha visitato poco dopo, davanti al nano che oggi di tutta la vicenda ricorda solo quel porca merda.
Adesso se ci dice culo, sempre a detta del dentista, il dente potrà essere riattacato tra parecchi mesi e intanto è stato conservato con cura sotto fisiologica in un minuscolo contenitore trasparente che finirà nel bidone in uno dei raptus di ordine di H.
Se invece non ci dice culo, se il nano cominciasse a avere dolori insopportabili che "non c'è Aulin che tenga" bisognerà intervenire subito con un'operazione brutta e difficile.
Dipende tutto da come vanno le prime 48 ore dal trauma.
Adesso mentre M scrive ne sono passate 23 e finora tutto ok. Incrociamo le dita e speriamo.

lunedì 29 dicembre 2014

In settimana bianca o quasi

Forse per il freddo umido che entra nelle ossa.
Forse per le mani e i piedi ghiacciati che non li senti più o forse per la goccia al naso fissa.
Forse per la fatica di mettere e togliere gli scarponi a mani nude, con tutti quei ganci che non vanno mai bene
Forse per l'ansia che qualcuno si faccia male sul serio.

Forse perché a stare fermi ci si congela e a muoversi si suda a bestia così infagottati come palombari.

Per uno di questi motivi o per una combinazione degli stessi o meglio per TUTTI questi motivi insieme e forse anche per qualche altro che adesso le sfugge, M detesta la montagna, lo sci, la settimana bianca e la neve vista da vicino.

Ed è per questo che i nani non ci sono mai andati e probabilmente non ci andranno mai.

Oggi pomeriggio però sono andati a pattinare sul ghiaccio qui all'Altro Mare, sulla pista più lunga (e più stretta) d'Europa, e per M è stato un po' come andare in settimana bianca scarponi compresi.

Ps. Questo post è stato scritto alle 5.30 di oggi pomeriggio, prima dell'inci-dente del nano di cui M parlerà nei prossimi giorni.
Per tranquillizzare voi che passate di qui vi basti sapere che il nano è di là che dorme e che se la notte passa serena è quasi fatta.

domenica 28 dicembre 2014

Piane tempestose ovvero "che tempàz"

M ha provato a ricordare da quanto tempo non trascorresse un capodanno all'Altro Mare e con un grosso sforzo di memoria, è risalita al capodanno del 2007 quando con l'insfangabile nano di tre mesi e H appena tornato dal Venezuela ci andò in occasione dell' imminente parto della cugnida.
Quindi 8 anni fa.

In questi 8 anni M aveva dimenticato:
Il freddo insistente e umido che penetra nelle ossa e non ti lascia più;
L'inspiegabile idiosincrasia degli Altri Nonni nei confronti del riscaldamento, anche se fuori il termometro indica 0,5;
Il brivido gelido quando si appoggia la testa sul cuscino talmente freddo da sembrare bagnato e il vento che soffia dentro "le gobbe" adibite ad armadi;
Il paesaggio del mare con la neve, che per lei invece sono elementi distanti e inconciliabili;
Quella pigrizia atavica che la prende quando il freddo le fa passare qualsiasi fantasia e la relega sul letto sotto la coperta, tutta imbacuccata.

M si ricordava perfettamente:
La difficoltà di buttare qualsiasi cosa nel giusto cassonetto, perché è la stessa difficoltà che incontra d'estate;
Il piacere di un piatto caldo sempre diverso e pronto come per magia a pranzo e a cena, perché è una magia che non conosce stagioni;
Le lenzuola blu, che anche loro sono un immancabile presenza nel letto 12 mesi l'anno;
Il viaggio accompagnato dall'ansia della neve.

M è arrivata oggi all'Altro Mare, dove si fermerà una settimana e festeggerà il capodanno 2015 insieme agli amici di H che sono diventati un po'anche suoi.

Ps. In ogni caso M non si è fatta sorprendere e per i nani ha portato le tute da sci. Queste:

mercoledì 24 dicembre 2014

La vigilia

Quando M aveva l'età che oggi hanno i nani la vigilia di Natale verso le sei e mezza di pomeriggio babbo Natale arrivava in casa in un'atmosfera magica resa suggestiva dal camino acceso e dalle fiamme delle candeline sull'albero, perché allora le lucine elettriche non erano ammesse in casa sua, così come i capelli sotto le spalle, lo smalto alle unghie, la frangetta, gli stivaletti, le merendine e il cerchio alla gonna del vestito di carnevale.
Poi alle otto M con il fratello, NonnaG e l'Arch andava a casa dei nonni materni e lì, in una allegra caciara di 11 cugini, 21 zii e 2 nonni, si tratteneva per la tanto attesa cerimonia dell'albero, il cenone a base di pesce per i grandi e con la pasta al forno per i piccoli e il mitico mercante in fiera dello zio Andrea che durava fino a notte inoltrata e i cui ricchissimi premi sono ancora oggi oggetto di racconti e invidie.

La cerimonia dell'albero prevedeva che i cugini di mettessero in fila indiana in ordine di altezza/età nel lungo corridoio, che anni prima era stato abitato quotidianamente da una famiglia con sei bambini, e che entrassero uno dopo l'altro nel soggiorno dove, intorno all'imponente albero, qualcuno aveva lasciato, in cestini di vimini con il nome sopra, i regali per ciascuno.

Questo rito, perpetrato per almeno 25 anni e tanto amato da noi sempre meno piccoli, è entrato dentro ognuno di noi e ha messo radici inestirpabili.

Oggi il rito è stato tramandato ai nostri nani.
Al posto dei cestini ci sono i sacchi ricamati dalla NonnaGiò; al posto della grande casa dei nonni ci sono le nostre case, che a turno mettiamo a disposizione per questa magica serata. Al posto nostro ci sono i nostri figli e al posto dei nostri genitori ci siamo noi.
L'entusiasmo è lo stesso di allora e anche la posta al forno.
Buona vigilia!

martedì 23 dicembre 2014

Non tutto è perduto

M nell'ultimo periodo molto per caso un po' forse anche per scelta ha rinunciato alle cose che ama di più:
1) andare al cinema.
È talmente tanto tempo che non ci va che non riesce a ricordare l'ultima volta. E non si limita a non andarci più, ha proprio perso contatto con il tema e ignora da mesi quali titoli siano usciti;
2) l'abbonamento annuale alla sua rivista preferita che è scaduto durante l'estate e non è stato rinnovato dopo più di 10 anni di onorato servizio, perché un numero a settimana era diventato troppo e molti partivano da casa sua per il loro giro di seconde e terze mani ancora nel cellophane;
3) non ha comprato i biglietti per il nuovo tour di Jova e sarebbe la prima volta in assoluto dal 1992 che manca l'appuntamento, considerando anche il fatto che gli ultimi tour li ha seguiti in più tappe.
Ma soprattutto
4) M non nuota più da luglio. La sua piscina ha riaperto solo ieri dopo la lunga pausa estiva e lei non ha trovato una sostituta all'altezza e quindi non ha più nuotato. E questa è una mancanza che le fa parecchio male.
Infine M
5) ha smesso di scrivere l'erba per un po' e se non ci fossero state le amiche Emme e ME a spronarla forse avrebbe continuato a non scrivere.

M però continua a mangiare schifezze, a vivere di shopping online e chat con le amiche e a andare avanti a cioccolata, quindi non tutto è perduto.

Buon Natale a tutti voi che passate di qui!

giovedì 11 dicembre 2014

Così vai via...

Che vuoi che sia, se tu devi vai.

È andata via.

Con la sua scrivania, il pc, il portapenne e lo specchio per farsi lo chignon.
Con la sedia girevole e il libro rigido al posto del cuscino per stare più dritta con la schiena.

Con il cestino della carta e la borraccia grigia per bere quando ha fame e un solo scatolone con dentro tutte le sue cose.

Con le sue attenzioni di accendere la luce quando diventa buio; di alzare e abbassare le veneziane quando c'è troppo sole; di aprire e chiudere la finestra per cambiare aria.

È andata via con le sue telefonate, le sue rare incavolature, le sue piccole e gentili richieste di aiuto e le sue grandi e costanti offerte di aiuto e con il suo tè caldo bollente.
È andata via con il suo minimalismo e la sua discrezione, e con la capacità di ascoltare e gestire le follie di M, le lacrime, le paure, le risate, le scoperte.

Al suo posto è rimasto un buco su mattonelle di linoleum verdi.


Per fortuna non è andata molto lontano, ma dopo 14 anni di convivenza è comunque strano non averla lì. 

E anche se si è deciso di fare finta di niente, anche se quando gli omini del trasloco hanno portato via tutto lei non c'era, M ha accusato il colpo.

E stamattina, 24 ore dopo, si è svegliata a distanza di 16 anni dall'ultima volta, cantando una canzone di Baglioni.

martedì 9 dicembre 2014

A te che Sei

A te che la mattina quando vieni nel letto, portato di peso dal tuo babbo, sei caldo e morbido come un panino appena sfornato e pretendi il buio più totale perché non sei ancora pronto per il giorno.

A te che sembravi il più Santo dei Santi e invece sei un capoccione che se decidi una cosa e non riesci a ottenerla, sei capace di tenere il muso fino a domani;
A te che mi hai detto le cose più terribili, ma anche le più belle con la stessa convinzione;
A te che hai le orecchie dell'Arch, i gambini di babbo, la faccia tonda di M e gli occhi verdi grandi.

A te che abbracci tutti quelli che incontri per strada con lo stesso affetto che dimostri per i familiari più stretti; che sei l'unico bambino che conosco sulla faccia della Terra che alla sua festa si dimentica di scartare i regali.

A te che sei nato calciatore, anche se in famiglia nessuno ti dà spago e che anche il prete che dice la Messa "chissà che maglia avrà oggi";
Che impari le poesie per la scuola solo se ti faccio le mosse per ricordarle,
E che sei l'unico di noi che mangia sano e da chi l'avrai imparato non si sa.

A te che metti impegno e ostinazione in tutto quello che fai.

A te che soffri di mal di auto, anche in un tragitto di pochi chilometri, di allergie non ancora comprese e di tosse cronica;
che hai il mocciolo dodici mesi l'anno ma che mai ti lamenti, anche se usi l'aerosol con una dimestichezza e una rassegnazione inusuali.

A te che avrei voluto fossi femmina e invece sei perfetto così
Che per te tuo fratello è ragione di vita e immancabile presenza, e le cose iniziano ad avere un senso solo dopo che le hai condivise con lui.

A te che hai l'indipendenza dei sicuri e la caparbietà dei forti.
A te che dal tuo metro e venti, ci insegni la serenità, la contentezza e la semplicità ogni giorno.
Che ridi e ci fai ridere.

A te che venerdì hai compiuto sei anni,
Buon compleanno Mezzonano e scusa il ritardo.

giovedì 4 dicembre 2014

Quando si dice ordinato

M è una persona ordinata. Non lo era quando viveva con i suoi, ma da quando vive da sola lo è.

H è molto ordinato.
Molto molto molto ordinato.
Ordinatissimo.
Patisce quando ci sono cose in giro per casa; è solito rimettere tutto a posto subito, anzi anche un po' prima di subito ed è piuttosto abile a rimettere a posto le cose che servono, prima che si abbia la possibilità di usarle.
Ci sono diversi esempi per spiegare questa sua propensione per l'ordine.
Come quando M una mattina tirò fuori una camicia dall'armadio per metterla, poi si infilò nella doccia e una volta uscita la camicia era sparita, passata direttamente dall'armadio al cesto dei panni sporchi.
Oppure quella volta che la sera prima M aveva lasciato sulla libreria in ingresso i biglietti del treno  per NonnaG, che sarebbe venuta e ritirarli la mattina, e i biglietti non superarono la notte lì sulla libreria, raggiunsero il bidone nottetempo.
M a volte scherza su questo lato di H. Lui se la prende un po', ma il più delle volte si sdrammatizza e via.

Qualche giorno fa M aveva comprato su Amazon una scheda di memoria per il tablet dei nani. Una cosa minuscola che era arrivata in una busta da lettere marrone.
La busta era stata aperta ieri sera alla presenza di H e la scheda, che sembrava a prima vista non compatibile con il dispositivo per il quale era stata acquistata, era stata riposta nella busta e la busta sulla scrivania, in attesa di capire come funzionasse e cosa farne.

Stamattina in ufficio M ha scoperto che invece era compatibile e che quello che aveva visto lei era solo l'adattatore e che la scheda era inserita lì dentro, quindi ha chiamato H che dopo la lunga trasferta è a casa per qualche giorno in riposo e gli ha chiesto di provare a tirare fuori dall'adattatore la scheda.
"Dov'è?"
"Nella stessa busta nella quale è arrivata, sulla nostra scrivania"
"..."
"?"
"Mi sa che ho fatto un danno. L'ho buttata quella busta"
"???"
"Sì stamattina tutte quelle carte sulla scrivania.. ho buttato tutto."
"Vabbè ma puoi andarla a recuperare nel cestino della carta no?"
"No le ho buttate giù, nel cassonetto."
Per fortuna non è stato un grosso danno economico, però forse un po'di disordine andrebbe rivalutato.

mercoledì 3 dicembre 2014

10 aggettivi per il Mezzonano

1) affettuoso
2) corretto
3) diligente
4) educato
5) socievole
7) sereno
8) chiacchierone
9) bravo
10) integrato

Oggi ci sono stati i primi colloqui con le maestre di prima elementare del Mezzonano. Questo è il ritratto unanime che ne hanno fatto, separatamente.
M conferma il primo giudizio sulla maestra Dominga, che continua a piacerle parecchio e una leggera e non dichiarata antipatia, condivisa con H, per la maestra di matematica.
Per che non li ricordasse e ne avesse curiosità qui i 10 aggettivi ai primi colloqui di prima elementare del nano, alcuni si ripetono. Altri no.

martedì 2 dicembre 2014

La tragedia e Santi Licheri

Stasera a tavola, a casa in compagnia degli Altri Nonni.
"Bambini raccontiamo ai nonni cosa è successo stamattina?"
"No"
"Come no e perché no?"
"Perché non si deve raccontare.."
"Ma sì invece sentiamo cosa dicono, chiediamo un parere.. allora Nonni stamattina è successo.."
"La tragedia."
"La tragedia?"
"Si mamma la tragedia.."
"Sì mamma ha ragione lui la tragedia e babbo ti ha anche detto una parolaccia!"
"Si ma oltre la parolaccia voi avete capito perché abbiamo litigato?"
"No!"
"Come no! Eravate lì!"
"Sì ma voi parlavate talmente veloce che io non ho capito niente di quello che dicevate, solo la parolaccia!"
"..."

Stamattina a poche ore dal rientro di H, M e H hanno avuto una brutta discussione in presenza dei nani. Loro non ci hanno capito molto.
Stasera m ha giocato a Forum davanti agli Altri Nonni, perché pensa che sia sempre meglio affrontare le cose anche quelle difficili e provare a farle capire piuttosto che lasciarle inspiegate, a covare dentro.

NonnoR ha dato ragione a H (tranne che per la parolaccia), l'AltraNonna non si è pronunciata "perché tanto hanno sempre  razone loro".
M avvilita e sola si è sentita un po' incompresa, ma i nani hanno riso e hanno compreso. E sicuramente nella loro testa non è rimasta la tragedia, solo la parolaccia.

lunedì 1 dicembre 2014

Bentornato babbo

Oggi, dopo 17 giorni di assenza è tornato H. In questi 17 giorni M è riuscita a non fare mai la spesa, attività che lei odia e che H da sempre gestisce in piena autonomia, lista compresa, a non chiudere mai le persiane, che tanto con gli scuri va bene lo stesso, a cucinare il minimo indispensabile, a non vedere mai nemmeno un minuto la tele e a andare a dormire ancora prima del solito.
I nani dopo un inizio un po' cupo, in questi 17 giorni non hanno mostrato segnali strani e anzi sono andati mano a mano affrancandosi dal ricordo della figura paterna.
Oggi però appena sveglio il Mezzonano, che in più di un'occasione ha dimostrato di essere parecchio emotivo (chissà da chi avrà preso), ha cominciato a mandare chiari segnali di ansia, lamentava mal di cuore, mal di pancia e mal di gola, a scuola ha vomitato e M è andata a prenderlo prima.
Così è stato il primo ad accogliere babbo al suo rientro ed è immediatamente guarito.
Il nano all'uscita di scuola quando ha visto che c'era il babbo, occasione più unica che rara, lo ha accolto con grande entusiasmo e dimostrazioni d'affetto.
Più tardi M negli spogliatoi della piscina gli ha chiesto se fosse stato contento di trovare babbo all'uscita di scuola. Lui le ha risposto che era stato bellissimo.
Dammi un aggettivo per spiegarmi bene come è stato gli ha chiesto M.
"Sorprendente" ha detto lui, sorprendendo un po' anche lei.
Bentornato a casa, babbo!