martedì 30 ottobre 2012

Una giornata interessante

La notizia di un'alopecia areata in un bambino troppo piccolo
Il malore di una M in ufficio, probabilmente per stress
Il primo assorbente della vita messo al contrario, con l'adesivo in su perché altrimenti come si tiene attaccato?
Ventiquattro ore con un apparecchio attaccato a misurare i battiti del cuore
Il distacco di una placenta in una pancia numero due e qualche settimana di riposo
Pietro che ha smesso di camminare
Le valigie di H e dei nani pronte per la partenza di domani sera
Una mail scritta con troppa disinvoltura a un gentile collega che tanto gentile non è e forse nemmeno collega
La prima formula in excel lunga tre righe che risolve in mezzora un lavoro che avrebbe richiesto giorni
I cioccolatini di Lui da Bruxelles
Un regalo che ancora si fa aspettare
Il buio alle cinque di pomeriggio e la luna piena
Il pranzo di Halloween a mensa con un giorno di anticipo
Una rampogna e un rampognato
La difesa del Dir in una situazione difficile che proprio non me l'aspettavo
La cena pronta preparata da H che sono due sere che torno tardi

Oggi è stata una giornata interessante direbbe un amico.

lunedì 29 ottobre 2012

Cambio di stagione

E' ufficiale è arrivato l'inverno.
Piove, fa freddo e le giornate sono più corte per via dell'ora solare che è scattata domenica, stavolta senza trovare NonnaG impreparata, ma l'Arch sì.
Tra due giorni è novembre, il mese più brutto dell'anno.
Al nord ha cominciato a nevicare e la mattina dalla bocca esce il fumo.

A casa di M sono giorni di cambio di stagione:
H preciso come uno svizzero, svuota la cabina armadio delle sue magliette "sgargiule", dei suoi bermuda di tutti i colori ma di un solo modello, dei calzini di cotone e dei pigiami corti e li sostituisce con maglioni scuri, pantaloni pesanti, calzini di lana e pigiami lunghi. Va e viene dalla cantina con enormi contenitori di plastica trasparente.

Gli armadi dei bambini, fino a ieri traboccanti di polo a maniche corte, felpe e pigiami estivi, stasera sono stati riempiti con pantaloni a coste di velluto, golf di lana e giacche a vento dell'anno scorso.
L'armadio del mezzonano ha recepito tutti i capi di età compresa tra i tre e i cinque anni e quello del nano si è andato via via generosamente svuotando.

M che insieme a novembre, alla pioggia, al freddo, al tempo che passa e ai cambiamenti di ogni genere, odia anche il cambio di stagione, resta estranea a tutto questo. Anni fa scoprì, con sommo dispiacere della NonnaG che di cambi stagione è cintura nera, che fare il cambio di stagione non è obbligatorio. Basta portare sempre gli stessi vestiti e limitarsi a cambiare il numero degli strati: fino a sei d'inverno e ridotti a uno d'estate ed è fatta.

domenica 28 ottobre 2012

Il primo pensiero e l'ultimo

Domenica mattina presto M e H dormono.

"Posso venire lì con voi?"
"Vieni nano ma zitto che babbo dorme e anche io non è che sia proprio sveglia.."
"Mamma posso mettermi sopra di te?"
"Ok"

"Ecco.. MI piace stare così"
"Bene.."
"Io voglio sempre stare con voi due"

"E certo"
"No, proprio sempre insieme"

"Bè più o meno è così.."
"Insieme a tutti e due!"
"Sì ho capito!"
"E se vi separate?"

"Se ci separiamo tu puoi scegliere con chi stare"
"Io voglio stare con tutti e due!"
"Sì amore ho capito certe volte però succede che due genitori si separano perchè non si volgiono più bene e vanno a vivere in due posti diversi.."
"Come i genitori di A?"
"Sì come loro e allora i bimbi possono scegliere con chi stare e possono anche stare un po' con la mamma e un po' con il papà. A ha due stanze una a casa della mamma e una a casa del papà, quindi non è poi tanto male sai?"

"No, se voi vi volete separare io chiudo tutto a chiave e la chiave la butto via e voi non potete più uscire"
"Ma non capisco perchè ti sei svegliato con questi pensieri, sono le sette e mezzo di domenica.."

Domenica sera nel letto del nano. Luce spenta.
"A cosa pensi nano?"
"Ai gentiori di A"
"Ah e cosa pensi?"
"Penso al loro cuore"
"Pensi al cuore dei genitori di A??"

"E certo perchè non sono più innamorati e allora il loro cuore deve essere spezzato e forse gli fa pure male".

giovedì 25 ottobre 2012

La soluzione del cassetto

Dai telefonisti.

"Ciao"
"Ciao entra! Qual buon vento?"
"Vorrei restituire il telefono aziendale.. cioè non solo il telefono, diciamo tutto, la linea e il telefono"

"Ah ok allora mi devi portare l'autorizzazione del tuo direttore.."
"Ah.."
"..sì con scritto che autorizza il passaggio della linea numero etc etc a forma privata. Mantieni il tuo numero, non c'è nessunissimo problema.."
"..bè un problema ci sarebbe.."
"Quale?"
"Bè diciamo che non vorrei chiedere l'autorizzazione al mio direttore.."
"Ah..capisco..il viagra ha fatto molti danni.."
"No bè.. non è questione di viagra..diciamo che senza linea aziendale mi sentirei più libera.."
"Ho capito tutto. Non devi dirmi nient'altro"
"..."
"Fammi pensare...che situazione del cazzo.. hai la reperibilità te?"
"No"
"Perfetto. Allora tu ti tieni il telefono aziendale, lo accendi quando arrivi qui e quando esci per tornare a casa lo spegni e lo lasci nel cassetto. E te ne fai uno tuo privato con un altro numero.."

"Già era quello che volevo evitare.."
"Non vedo tante soluzioni.."
"Mi potrebbe autorizzare qualcun altro?"
"Potrebbe, ma dovrebbe comunque informare il tuo direttore, che in ogni caso alla prima telefonata a cui non rispondi perchè è diventata una linea privata lo verrebbe a sapere.."

"No.. ma adesso non vorrei che tu pensassi.."
"Non dire niente. Tu pensaci, ma io dico che per evitare ulteriori problemi la soluzione del cassetto è la migliore, hai un tuo numero, non glielo dai..e in ufficio usi quello aziendale"

"..."
"Mi dispiace, io te lo dico sempre che sei troppo bella.."
"Sì, mai per telefono però.."

mercoledì 24 ottobre 2012

Rewind

Non tutto quello che dice Simone è vero.

I bambini a scuola in bagno non vanno mai da soli e mai in gruppo.

I bagni non hanno la chiave e i bambini non possono restare chiusi dentro.

La matita che ha infilzato Simone non era appuntita.

Non è stato confermato il rutto fatto o promesso in faccia alla maestra di inglese.

Nessun bambino viene messo in punizione fuori dalla classe perché sarebbe un premio o dietro la lavagna perché è ribaltabile.

Nessun bambino ha smesso di fare pipì per paura di essere chiuso dentro dai compagni.

Al momento all'interno della classe non si è formata nessuna cellula impazzita e rivoluzionaria.

Il nano non è a capo di alcuna squadra autarchica, né ne fa parte.

La maestra I è dolce.

La maestra I è disponibile.

La maestra I vuole bene ai bambini e rispetta la loro natura e i tempi di ciascuno.

La maestra I ha costruito un castello di carta per Halloween.

La maestra I non è la Rottermaier che M avrebbe desiderato per le elementari del nano, ma non è nemmeno la sprovveduta che M credeva che fosse. E oggi alla riunione interclasse M ha appurato che, fatte salve le insegnanti di ruolo, sarebbe potuta andare molto peggio.

martedì 23 ottobre 2012

La giornata dell'avvilimento

Oggi ore 10
Nuova mail in arrivo.
Oggetto: il nano
Questa mattina dopo che i bambini sono entrati a scuola, mi ha avvicinato la mamma di Simone, dicendo che ieri il nano lo ha colpito al petto con una matita appuntita, passando sotto la maglietta e lasciando un bel segno, ha detto che la maestra I lo ha sgridato molto davanti a tutti ma magari di dirgli qualcosa anche noi senza esagerare.
Mi dispiace  
H

Ore 10.30
Mail inviata
Cara mamma di Simone,
H mi ha appena raccontato della brutta vicenda del nano e Simone. Stasera affronterò con lui la questione. Non ne sapevo proprio niente, lui non racconta niente a casa di quello che succede a scuola, non racconta nemmeno le cose belle, figuriamoci quelle brutte.
Domani pomeriggio all’incontro interclasse parlerò anche con la maestra I per chiederle come è successo il tutto.
Il nano è senz'altro un bambino molto vivace, ma non è un bambino violento quindi sono molto sorpresa e dispiaciuta.
Mi scuso ancora.
M

Qualche minuto dopo
Nuova mail in arrivo.
Ciao M, figurati non ti preoccupare, i bambini giocando a volte possono non rendersi conto che alcuni gesti possono far male, so che la maestra I'ha già ripreso il nano quindi nessun problema davvero.
Erano seduti accanto al banco per cui la maestra non se n'e' accorta ma Simone e' andato da lei per fargli vedere il segno e lei ha ripreso il nano perché credo si sia un po' spaventata.

Può succedere, sono bimbi :-)

Approfitto per dirti che Simone mi ha detto che il nano chiude i bambini nei bagni durante la ricreazione insieme a Raffaele e Jacopo e alcuni bimbi non fanno più la pipì per evitare di essere chiusi dentro..

Prima delle 11 di mattina, oggi M aveva raggiunto livelli di avvilimento e di vergogna, impensabili solo poche ore prima.

Ore 20.30
Dopo una rivoltante riunione di condominio M rientra finalmente a casa.
Trova i nani e la muta Mar appollaiati davanti alla tele.
Richiama il nano all'ordine e lo porta in camera.
Gli parla. Gli dice tutto.
Usa parole semplici, frasi nette e concise. 
Alla fine, sfinita, gli chiede cosa lui provi dentro.
Lui risponde "i germi"
Allo stupore di M lui ribatte "mi hai chiesto cosa trovo dentro di me e io dentro di me trovo i germi!"

Alle 22.00 da sola in camera, H a cena fuori i nani a letto, M si è sentita demoralizzata e persa.

lunedì 22 ottobre 2012

Cara maestra

Cara Maestra della I B,
che insegna matematica italiano inglese ginnastica ma che non è unica perché per fortuna di maestri ce ne sono altri tre, ci siamo viste poche volte e probabilmente non si ricorderà di me.
Sono la mamma del nano.

Le scrivo perché sono un po' preoccupata per questo inizio della prima elementare.
Niente è come io avevo immaginato.

La mia maestra della I elementare non mi permetteva di fare cancellature sul foglio, se ci si sbagliava a scrivere una cosa si doveva metterla tra due parentesi; non sopportava che facessimo le orecchie ai fogli e ce li faceva tenere tutti legati con le attaches; i primi giorni di prima elementare ci aveva già insegnato a scrivere "castagna" in corsivo e non nei mega quadretti che utilizzate ora, ma nelle normali righe dei quaderni di prima elementare.

La mia maestra non era vecchia e non portava i capelli legati in una crocchia e calze riposanti color carne. La mia maestra  era giovane come lei e aveva come lei capelli lunghi e sciolti. Come lei portava i pantaloni stretti e i tacchi, ma al contrario di lei non considerava gli alunni come delle creature da proteggere e far divertire; li considerava piccoli soldatini con propri doveri e pochissimi diritti.

Il suo scopo principale non era quello di farci andare a scuola volentieri come lo è per lei, ma di insegnarci le materie a lei assegnate (tutte) secondo un programma ben preciso. La mia maestra quando mia mamma prima delle iscrizioni andò a chiederle se potevo frequentare la sua classe pur avendo un anno meno degli altri bambini, rispose "Proviamo un mese. Se ce la fa, bene. Altrimenti se la riporta a casa." Non come lei che quando le ho chiesto se il nano disturbava in classe o era agitato o non seguiva, mi ha risposto "ma è piccolo, poverino..!"

Cara maestra ormai è passato più di un mese dall'inzio della scuola e io nei quaderni del nano non trovo alcun miglioramento. Al confronto con quelli dei bambini dell'altra sezione non sembrano nemmeno appartenere a esemplari della stessa razza.
In I A già usano quaderni a quadretti piccoli, scrivono mela e pera (e probabilmente anche castagna) in corsivo e leggono libri a casa, mentre lei ci ha fatto comprare dieci quaderni a quadretti enormi su cui scriveremo per il resto della nostra vita e i nostri figli invece di imparare a leggere cercano di indovinare le parole come alla ruota della fortuna.

Gentile maestra della I B le sue colleghe del doposcuola mi dicono che il nano è insofferente, esuberante e incontenibile. Mi giungono voci di rutti veri o promessi in faccia alla maestra di inglese, torna a casa ogni giorno con dodici matite colorate in meno nell'astuccio, e i suoi "bravo!" o "10 e lode!" per essere riuscito tra due figure (un ippopotamo e un'ape) a identificare quella più grande.

E che cazzo, cara maestra della I B, che vogliamo fare?

giovedì 18 ottobre 2012

Lesson number one

"Pronto?"
"Ciao Emme dimmi"
"G mi ha raccontato una cosa che ha fatto il nano a scuola.."
"Ok sono seduta, vai pure"

"No aspetta prima dovremmo dirci come vogliamo comportarci quando i nani ci dicono qualcosa che l'altro ha fatto a scuola.. cioè vogliamo dircelo oppure no?"
"Emme così mi preoccupi.."
"No è per sapere.."
"Certo che dobbiamo dircelo! Ci mancherebbe! Spara!"

"No ma poi non è così grave.."
"Sentiamo.."
"Bé pare che il nano abbia risposto male alla maestra di inglese.."

"Ma inglese è appena cominciato! Male come"
"G dice che lei lo ha sgridato e lui le ha detto ti faccio un rutto in faccia"
"..."
"O non ho capito bene se proprio gliel'ha fatto sto rutto in faccia"
"..."

"Sai i racconti dei bambini vanno presi un po' con le pinze.. non sai mai dov'è la verità.."
"Scusa ma la maestra cosa ha detto?"
"Gli ha detto che lo avrebbe raccontato ai suoi genitori.."
"E lui?"
"Lui le ha risposto che i suoi genitori gli avrebbero dato un calcio in faccia"

"Alla maestra o a lui?"
"Questo non l'ho capito.."

M non è più tanto sicura di voler sapere dagli altri cosa fa il nano a scuola, che nell'ignoranza non si vive così male..

mercoledì 17 ottobre 2012

Beato

Casa.
Sette di sera.
In soggiorno, loro profumati in pigiama, noi meno profumati e vestiti.

"Allora raccontatemi la vostra giornata.. che avete fatto a scuola?"
"Io a ccuola ho un nuovo amico!"
"Davvero mezzonano? Un nuovo compagno di classe?"
"Sì"
"E come si chiama?"

"Indovina!"
"Bé indovina... dammi un indizio almeno"

"Allora inissia con la D"
"Davide?"
"No"
"Daniele?"
"No anzi inissia con la F"
"Ok Federico?"
"No"
"Francesco?"
"No"
"Fillppo?"
"No anzi inissia con la E"
"Edoardo?"
"No"
"Emanuele?"
"No anzi ora ti dico come inissia?"
"..."
"Inissia con la B"
"Ok allora vediamo.. Bruno?"

"No!"
"Ma con la B è difficile.. B..B..Bernardo?"
"No!"
"B...Biagio?"

"No! Ma che nome è Biazo.. E' troppo ttrano.. ma che disi!"
"Hai ragione è strano.. ma con la B non me ne vengono in mente altri..come si chiama questo nuovo amico?"
"Beato".


In verità il nuovo compagno del mezzonano inizia con la A e si chiama Adriano.
Forse Beato è il suo nuovo amico immaginario e M sente già di volergli bene.

martedì 16 ottobre 2012

Pietro

Era sorridente.
Spesso colorato. Portava un giaccone impermeabile verde fosforescente, che lo potevi riconoscere da lontano.

Parlava toscano perché veniva da Pisa. E faceva un lavoro di quelli difficilissimi e da maschio come ingegnere aerospaziale o qualcosa di simile.
Si era fatto eleggere rappresentante della classe del mezzonano perché era pieno di iniziative e sempre disponibile.

Suo figlio piccolo andava al nido con il mezzonano già due anni prima e anche lì lui si era dato da fare per aggiustare il cancello di entrata e per sistemare le piante dell'ingresso.
Era fatto così: non dovevi nemmeno chiedere che lui ci aveva già pensato.

Aveva deciso di scegliere un simbolo per la classe l'anno scorso e aveva proposto l'uomo vitruviano di Leonardo perché l'uomo è quella macchina perfetta che si inscrive armoniosamente nelle figure del cerchio e del quadrato.

Aveva una figlia più grande biondissima e paffuta che incontravamo sempre in giro per la scuola o in cortile.
Il figlio era l'unico bambino della classe con cui il mezzonano aveva legato.

Quest'anno si sono trasferiti.

Lui non è più il nostro rappresentante di classe e alla fine l'uomo vitruviano non è stato stampato sulle visiere dei venticinque cappellini per le gite.

Pietro si è ammalato di quella malattia terribile e definitiva che non lascia speranze.
Non risponde più ai messaggi né alle telefonate. Non ci riesce.

M se lo immagina sempre all'uscita di scuola con la sua giacca a vento verde fosforecente e la piccola borsa a tracolla a proporre qualche nuova idea con entusiasmo e passione non comuni e da giorni non riesce a pensare a altro che ai suoi due bambini quella biondissima e l'unco amico del mezzonano e alla sua M rassegnata e forte. 
E al fatto che a volte l'uomo non è proprio quella macchina perfetta che lui credeva.

lunedì 15 ottobre 2012

Meritata ricompensa

Improvvisamente ritrovarsi nella sua stanza perché alla terza convocazione non se te la sei sentita di rispondere con il terzo rifiuto, seduta di fronte a lui che tira fuori da uno zaino un librone nero sui tarocchi e una bustina di plastica trasparente contenente ventidue carte.

Vedersele passare davanti una dopo all'altra, la papessa, l'imperatrice, le stelle, la luna, il sole, il baratto "ecco il baratto siamo noi io e te.. te che stai sempre a pinciare sui tasti vatti a vedere cosa significa la carta del baratto su internet e dopo capirai.." e poi il papa, l'imperatore.. che "messe tutte insieme secondo un progetto a una intelligente come te la fanno arrivare alla divinazione.."

Doversi giusticare dicendo di non essere religiosa, di non credere all'incredibile, di non voler essere oggetto di lettura di tarocchi, di non essere minimamente interessata all'argomento "quanto sei cocciuta te..credevo che fossi molto più profonda.."

Alzarsi dalla sedia per infilare la porta e dover subire i suoi "quanto sei bella" anche se hai un informe poncio addosso che ti fa sembrare una tenda canadese, gli occhiali da nerd e gli stivaloni da pioggia, che oggi era previsto un nubifragio e invece splendeva il sole, sbuffare e guardare in su, prendersi una parolaccia qualsiasi dal mazzo e finalmente guadagnare il corridoio con la minaccia che "ti leggerò le carte e vedrai che ti piacerà e ti introdurrò in questo mondo che ti farà capire tante cose importanti per la tua vita!".

Per tutto questo M sente di essersi meritata non solo l'angolo di torta alle mele offerto dell'ingegnerino dopo pranzo, ma anche un pezzo di cioccolata, magari dopo cena.

domenica 14 ottobre 2012

Husbands reloaded

M ha cominciato a conoscerli.
Adesso ne distingue le voci, i passi in giardino, le sagome da lontano.

Sa che quello che l'aveva stupita a scuola perché cuciva bambole di pezza con l'abilità di un sarto d'altri tempi, scandisce con vignette la sua storia d'amore da quindici anni, prepara panini per i pranzi al sacco della domenica, si improvvisa parrucchiere per tagli e tinture casalinghe e aspetta sempre di poter assaggiare qualcosa dal piatto della sua M a tavola.

Sa anche che un paio di loro hanno perso cinquanta chili in due negli ultimi mesi e non somigliano più a quelli di prima. Sono più giovani e veloci, più sereni con loro stessi e con le loro M, più leggeri nei movimenti e sì anche più belli.

Sa che un husband non è più husband perché davanti ha aggiunto un "ex" ma fa sempre parte del giardino e di qualche raduno del week end. E un altro ancora oltre a essere un "ex" husband è anche un "ex" del giardino e ormai non si vede quasi mai in giro con i suoi nani.

Sa che ci sono prof che non cambiano mai e H che temono i fine settimana trascorsi in famiglia come una visita dal dentista.  

M sa per quali squadre tifano e che nonostante le tifoserie diverse e opposte guardano le partite insieme; sa che uno è più bravo a giocare a pallone e un altro più paziente nell'insegnamento; sa che uno ha più feeling con la figlia femmina e un altro della figlia femmina ha quasi timore.

M in questi mesi di convivenza outdoor ha imparato a volere bene a ognuno di loro in modo diverso e ad apprezzarne le qualità più o meno nascoste.

giovedì 11 ottobre 2012

Brutta brutta

"Mi dici cosa ti è successo ieri?"
"Ma niente le solite cose.. non ce la faccio più passo tutte le giornate a piangere.. sono stanca.."

"Ma c'è stato un fattore scatenante ieri?"
"Ma no sì ho trovato la macchina.."
"Hai ritrovato la macchina che ti avevano rubato?"
"No, ne ho trovata un'altra da comprare, un affare.."

"Bé è una buona notizia no?"
"No è una Panda, bianca!"
"Bé il bianco a me non dispiace è il colore Apple.."
"Senti la Panda bianca proprio no, fa schifo è un'umiliazione"

"E non la prendere allora.."
"Ma è un affare! ..ormai è fatta l'abbiamo presa"
"Ma sei sicura che il problema sia la Panda?"
"No bé sì anche quello si aggiunge..è un'ulteriore sconfitta! M tu non capisci: sono stanca, non ca la faccio più, lavoro, tre figli, quello grande che andrebbe seguito, quello di mezzo che potrebbe anche finire arruolato nell'esercito palestinese per quanto ne sappiamo e la piccola ha tre anni..e poi la spesa, gli sport, i soldi che non bastano mai non ce la faccio più.. la notte non dormo, la mattina mi alzo e ricomincia tutto da capo: colazioni, pranzi, cene, lavatrici..e adesso avrò la Panda bianca!"
"Dai scusa cerchiamo di affrontare una cosa per volta, cerchiamo di capire il vero problema così pensiamo a una soluzione.."
".. una soluzione l'avrei trovata.. però è proprio brutta brutta"

"Li ammazzi nel sonno tutti?"
"No macchè sei pazza???"
"No dicevo così.. per scherzare.. brutta brutta hai detto... allora qual è la soluzione?"
"Mi ammazzo io".


Certe volte noi M non ce la facciamo, certe volte avremmo bisogno di respirare, di prenderci qualche ora per noi, di stare sdraiate a occhi aperti, di fantasticare, di fare qualcosa che ci piace, di camminare lente, di chiacchierare con un'amica, di spegnere la tabella arrivi e partenze che accendiamo tutte le mattine per organizzare le giornate, avremmo bisogno di un piccolo spazio, di piangere, di non fare niente, di andare dal parrucchiere senza sensi di colpa né cronometri alla mano, certe volte vorremmo poter chiedere una aiuto a qualcuno prima di arrivare a soluzioni estreme, brutte brutte.

mercoledì 10 ottobre 2012

Il grande amore della vita

"Ah sei qui.."
"..sì.."
"Sei sempre stata qui?"

"..nell'ultima ora direi di sì.."
"Oddio che paura come sono stato male..."

"..."
"Ti ho scambiato per un'altra.. una che stava in corridoio a fare tutta la scema con quell'architetto..oddio che paura e invece tu eri qui..che pace ora che ti ho trovata"

"Tu sei pazzo"
"Sì sono pazzo! Ma non hai capito che durerà tutta la vita? Per sempre? Che non finirà mai?"
"Ah quindi è il grande amore della vita"
"Sì.. non è ricambiato purtroppo ma per me è il grande amore della vita"

"Vabbè.."
"A te non frega niente.. te sei la mia montagna da scalare, piena di crepacci minacciosi, che ad ogni passo rischi di cadere giù.. ma se mai riuscissi a arrivare in cima.."
"..."
"Nessuno ci è arrivato mai sulla tua vetta incontaminata nemmeno tuo marito, nemmeno lui ha la chiave per entrare dentro di te"
"Lui ce l'ha ma non la usa, non vuole entrare.."
"E ti credo! Perché bisogna essere esploratori, naviganti, scalatori, bisogna avere coraggio, volersi perdere.."

"E te sei tutte queste cose?"
"Sì per te sì, io vorrei solo entrare ma non mi basta una chiave ce ne vogliono tre per arrivare dentro, al centro"

"..."
"Sì.. ma il tuo fascino è tutto lì nel restare chiusa, nel lasciare intravedere soltanto quello che c'è dietro il plastico che hai costruito davanti. Fai accedere solo al plastico tu e gli altri si illudono che tu sia il plastico ma io lo so che non è così"
"Ma quale plastico!"
"Dammi le chiavi ti prego"
"Non le ho"
"Come no! Potresti fabbricarne milioni se volessi! Dammele!"

"Guarda che ti sei fatto tutto un film dentro non c'è niente da vedere, nessun mistero, nessuna montagna da scalare.."
"Non mi freghi, fanculo"

martedì 9 ottobre 2012

Una fruttuosa giornata

Tardo pomeriggio.
Casa.
Camera di babbomamma.

"Allora ragazzi come è andata oggi a scuola?"
"Bene"
"E cosa mi raccontate?"
"Il nano ha imparato le mani!"
"E' vero quello che dice babbo? Hai imparato le mani?"
"Sì"
"E cosa significa che hai imparato le mani?"
"La destra, la sinistra..."
"Ah e qual è la destra?"

"Questa"
"Bravo! E come hai capito che è la destra?"
"Perché è quella per scrivere!"
"Bravo!"
"Io sclivo con la sinitla pelò.."
"Sì tu scrivi con la sinistra e tuo fratello con la destra"

Poco dopo a tavola.

"E poi che altro avete fatto oggi a scuola?"
"Abbiamo mangiato"
"Cosa hai mangiato tu nano?"
"Non mi ricordo.."
"Dai pensaci la pasta, la carne.."

"Ah sì mi ricordo! Ho mangiato una pera"
"E basta?"
"Sì"
"E tu mezzonano te lo ricordi cosa hai mangiato oggi a scuola?"
"Celto che me lo licoldo!"
"Bene e dimmi cosa hai mangiato?"

"Tutto quello che z'ela."

lunedì 8 ottobre 2012

Doposcuola

Circa un mese fa.

"Salve sono la mamma del nano.."
"Ah sì piacere, glielo chiamo subito"
"Come è andata questa prima volta al doposcuola?"
"Bene.."
"Si è inserito?"
"Inserito? Pure troppo!"
"..."
"Direi che non ha alcun problema di inserimento né di socializzazione"
"Mi fa piacere.."
"Ha un solo problema..i compiti.."
"..."
"Per lui sono proprio l'ultima cosa.. Non gli interessano, non gli va.."
"Ma già aveva compiti? Il primo giorno?"
"Sì.. una paginetta.."
"..e non l'ha finita?"
"No non l'ha finita e poi anche il pezzo che ha fatto non l'ha fatto con impegno.."

"Ah"

Una settimana fa.

"La mamma del nano.."
"Sì.. glielo chiamo subito.."
"Grazie come va?"
"E' molto, molto vivace"

"E' un male?"
"Bè gli altri devono fare i compiti.."
"Lui no?"
"Oggi non li aveva..ma anche quando li ha per lui sono l'ultima cosa.."

Oggi

"Buonasera glielo chiamo subito"
"Grazie"
"Oggi era..."
"Era??"

"Era..non so come dire..non vivace..non è la parola giusta.."
"..."

"Insofferente, ecco."

 

domenica 7 ottobre 2012

Riconciliazione

Il ritorno in una sala cinematografica a cui si è molto affezionati e che ci ricorda un periodo lontano
Un film strano che resta in testa anche dopo
Una piacevole serata in compagnia di un'amica di vecchia data e del suo H
e un cono cioccolato fondente e maron glacé degno di nota
Due rotelle di bicicletta che aiutano la psiche e la schiena
Una seduta dal parrucchiere tanto piacevole quanto inutile
e l'inizio di un romanzo che ti piace dalla prima riga
I bambini a dormire dai santi nonni
e una seconda serata cinema con H
Una cena fuori in due all'aperto
Una vocina di bambino nella notte che non può essere il tuo perché non è a casa e ti puoi girare dall'altra parte con un senso di libertà e di pace inusuali e graditi
La sveglia naturale senza i piedi in faccia e i gomiti puntati nella pancia della domenica mattina
La colazione al bar
Un invito pranzo
107 malcontate ciambeline alle noci e vino rosso.

Nelle ultime 48 ore M si è riconciliata con il fine settimana.

giovedì 4 ottobre 2012

Partiamo?

Martedì sera come tutte le sere M preparava le cose per il giorno dopo:
gli zaini dei ragazzi, uno grande con dentro cinque quadernoni, l'astuccio, due merende, una bottiglietta d'acqua, un succo di frutta, l'inutile ma tanto gradito diario e l'altro piccolo con la tovaglietta per la merenda e il bicchiere per l'acqua;

la borsa della piscina dei ragazzi contenente quest'anno il doppio di quello che conteneva l'anno scorso: due paia di ciabatte, due accappatoi, due costumi, due cuffie, due saponi perché il mezzonano ha la pelle delicata e il nano al momento no;

l'enorme borsa della piscina di M con tutto quello che c'è in quella dei ragazzi più il fon, il cambio e il beauty;

la propria borsa personale che pesa quanto la somma delle precedenti tre.

"Domani giochi a calcetto H?"
"No, non abbiamo trovato il campo.."
"Ah ok allora niente borsa per il calcetto.."
"No.."

M finita la preparazione, posizionava in ingresso tutte le borse perché si sa che la mattina si va di corsa e non si ha il tempo di ricordare niente ed è meglio organizzare tutto la sera prima.

Impilate le borse una sull'altra con una certa difficoltà, guardava il suo operato con un pizzico di smarrimento quando con passo leggiadro e zompettante passava il nano nel suo pigiamino scozzese, si fermava accanto a lei e guardando nella stessa direzione chiedeva:
"Mamma, partiamo?"

mercoledì 3 ottobre 2012

La maestra della IB vista dal basso

Stasera a tavola, alla fine di un lungo mercoledì con tripla piscina (M la mattina, e i nani il pomeriggio nello stesso circolo, ma in due piscine diverse  e a orari leggermente scaglionati per permettere a M la gestione alternata delle docce).
"Nano ieri ho conosciuto tutti i tuoi maestri della scuola elementare"
"Sì lo so"
"E volevo sapere qual è il tuo maestro preferito tra la maestra I, il maestro maschio, la maestra di musica, la maestra di religione e le due maestre del doposcuola"
"Allora: il primo preferito è il maestro maschio"
"Ma davvero?"
"Sì, poi al secondo posto la maestra di musica"
"Sì hai ragione, è piaciuta molto anche a me"
"..poi al terzo posto la maestra E del doposcuola"
"..e io che pensavo che fosse al primo posto.."
"No è al terzo, poi la maestra di religione e poi all'ultimo posto la maestra M del doposcuola"
"..."
"Ho finito, adesso posso vedere la tele?"
"No niente tele a tavola lo sai.. ma non ti sei dimenticato qualcuno?"
"Chi?"
"Bé la maestra principale..la maestra I!"
"Ah sì è vero.."
"E dove la mettiamo la maestra I?"

"Al primo posto"
"Ma come! Ma se te la sei dimenticata.. avevi messo il maestro maschio al primo posto.."
"No dai metto lei, poi al secondo posto il maestro maschio. Ora posso vedere la tele?"

martedì 2 ottobre 2012

La maestra della IB

Era la prima volta per M. Aveva aspettato con ansia quel momento nelle ultime settimane, aveva pensato che non si poteva giudicare senza conoscere, cercare di capire senza sapere. Bisognava aspettare la prima riunione di classe della prima elementare del nano per poter farsi un'idea.
La prima riunione di classe era oggi.

La maestra incaricata "fino alla fine dell'attività didattica (di quest'anno)" si chiama con la I come la maestranumerouno della scuola materna. Che poi è un caso strano perché di nomi con la I non ce n'è poi così tanti.
Ma con la maestranumerouno in comune ha solo quella I.
E' una bella ragazza sui trentacinque anni, riccia castana, capelli lunghi sciolti sulle spalle, ha grandi tette finte rotonde e sporgenti che lascia intravedere da una canottiera trasparente. Un paio di jeans strappati da parte a parte proprio sotto la chiappa sinistra, una perfetta manicure, i tacchi alti, il rossetto un po' fuori dai margini e non ha un profilo facebook.
Parla con un leggero accento del sud, non conosce l'uso dei pronomi e degli avverbi di modo e sovente li scambia. Sorride calma e risponde senza nessuna ansia alle ansiose domande delle mamme.
"Quante ore starà con i ragazzi ogni settimana?"
"Molte, non le ho contate"

"Quanti quaderni devono portare i ragazzi a scuola tutti i giorni?"
"Tutti.."

"Che materie insegna lei?"
"Italiano, matematica, inglese.. ah sì educazione motoria.."

"Cosa fanno i bambini in classe?"
"Bé la prima elementare..imparano a leggere e a scrivere.."

"Non esiste un orario delle materie in modo da sapere prima quali materiali servono e evitare di portarli sempre tutti?"
"Non che io sappia"

Adesso l'idea M se l'è fatta: la maestra I non è severa, non è precisa, non è agitata, non è formale, forse non è nemmeno troppo organizzata. 
E' l'esatto opposto di quella discendente in linea diretta della signorina Rottermaier che M aveva sperato ricercato e fortemente voluto per la prima elementare del nano.
Ma sembra dolce, pacata e ha parlato bene dei bambini e forse per loro è meglio così.

lunedì 1 ottobre 2012

Ricky Martin

Per qualche tempo in stanza con M in ufficio, al posto della collegaGy che sorvegliava per tutta la notte con un complicato e avanzatissimo sistema di telecamere la figlia di tre anni mentre dormiva, è arrivato Ricky Martin, chiamato così non perché sia bello e nemmeno per le origini spagnole, né perché sia un formidabile ballerino e neanche gay.
Chiamato così semplicemente perché ha un nome simile.

All'inizio M ne diffidava, poi piano piano si è abituata alla sua presenza pressoché silenziosa, alle sue cravatte mozze di maglina, all'odore di alcol misto a deodorante per ambienti che emanava e negli ultimi giorni si sono scambiati qualche parola.
"E' possibile che ti abbia visto stamattina sul Lgt?"
"..sì è possibile.."
"..in motorino..."

"..sì.."
"..davanti alla sede di Equitalia.."
"..sì.."

"E COSA FAI PASSI COL ROSSO?' NON LO SAI CHE TI LEVANO SEI PUNTI DI PATENTE OLTRE A ESSERE UN PERICOLO PER TE E PER GLI ALTRI??" aveva improvvisamente urlato Ricky Martin davanti a una mortificata quanto spaventata M che si ritrovava a mentire
"..sai che a pensarci bene.. stamattina non ho fatto il Lgt.."

M aveva cominciato a pensare che quella scrivania, lasciata tempo addietro dalla "rausea", fosse oggi adibita a esperimenti antropologici e sociali.

Poi, qualche giorno dopo, al termine di una sommessa telefonata terminata con "ti sto portando una statistica", Ricky Martin usciva dalla stanza per rientrarci poco dopo:
"Ecco!" esclamava con vigore mettendo sulla scrivania di M un foglio
"Cosa è?"
"Una statistica.."
"Ah vediamo.. ma cosa sono? Dentifrici???"
"Sì e leggili bene, imparali a memoria perché sono tutti can-ce-ro-ge-ni!! E' uscito un articolo su repubblica adesso! E ne ho subito stampate molte copie.."
@_@

"..dammi il tuo indirizzo mail che te mando una copia così lo diffondi.. praticamente tutti quelli che non hanno il "no" in questa colonna sono cancerogeni.. ma ti rendi conto??? Pe-ri-co-lo-sis-si-mi!"
"..quindi si può usare solo il primo della lista?"

"Sì! Ma dove lo venderanno?? Io non l'ho mai sentito..bisogna trovarlo!"

Ricky Martin da qualche giorno ha traslocato a un altro piano in una singola, perché gli esperimenti antropologici e sociali alle volte falliscono, ma M si è domandata se qualcuno si sia curato di avvisarlo che siamo nel palazzo dell'amianto.