mercoledì 29 febbraio 2012

Il giorno che non c'è

Oggi, nel giorno che non c'è, ma che quest'anno c'è, tutto quello che è successo sarebbe dovuto non succedere.

In mattinata a scuola dei nani è scoppiato un incendio che ha comportato la totale evacuazione dell'edificio (che comprende scuola dell'infanzia, elementari e medie), un articolo sul messaggero.it, l'intervento di pompieri, polizia e ambulanze e un elicottero a sorvolare la zona forse per riprendere la scena per l'edizione regionale del tg, che dato il simulcast con Bob Aggiustatutto, anche stasera ci è stata preclusa. 
L'eccezionale vicenda è stata sbrigativamente ridotta dall'imperturbabile nano a un "non era un incendio era una brace di qualcuno che cucinava le salsicce ma non le sapeva cucinare, non c'era nessun incendio vero, solo il fumo della brace".

Nel pomeriggio la programmata operazione di pochi minuti alla prima delle due cataratte dell'Arch, prevista in anestesia locale è stata portata a termine su sua insistente richiesta in anestesia totale. "Ho dormito dalla due alle sette, perfetto" è stato il suo commento.

In serata la ricezione da parte di M di una mail il cui oggetto recitava "cancellazione del volo per Lampedusa" e il cui testo proseguiva con una consolatoria e pronta sostituzione del volo in oggetto con un volo per Palermo, senza possibilità alcuna di raggiungere da lì il residence (pagato) sull'isola che (a questo punto) non c'è.

In serata la comparsa di un brufolo sulla faccia di M ormai anagraficamente distante dalla pubertà da circa venticinque anni ha posto fine a questa giornata che esiste ogni quattro anni, e per fortuna.

martedì 28 febbraio 2012

Se non che

Venerdì mattina
"Ehi come ti chiami?"
"M"
"Ah io mi chiamo (non sono riuscita a leggere il labiale)"
"Ah"
"..e ascolti musica nelle cuffie?"
"Sì"

"Ah quindi sono delle cuffie speciali.."
"Direi che è proprio il lettore a essere speciale, subacqueo più che speciale..scusa eh.."
Splash.

Stamattina
"Ehi? M?"
"Sì?"
"Allora è questo il lettore speciale.."
"Sì.."
"..e che fai di bello M nella tua vita.."
"Di bello faccio la mamma di due nani"
"Ah."

Non ci sarebbe niente di strano in questi timidi approcci di un ragazzo con M. E ancor meno nelle stroncanti risposte di M. Davvero niente di speciale. Non ci sarebbe motivo di scriverlo qui sull'erba. Di lasciarlo ai posteri.

Se non che M nelle due occasioni era in piscina.

Nella prima occasione era in acqua con solo la testa fuori, nella breve pausa tra una serie di vasche e un'altra. Nella seconda M era FUORI dall'acqua, in direzione spogliatoio, come sempre super di corsa. 
Con la cuffia azzurra di gomma ben calcata sulla testa.
Con il costume intero di nonna Abelarda color malva stinto.
Con la maschera e le ciabatte ai piedi.
Con quel biancore che solo l'inverno inoltrato sa donare.
Con tutte le sue brutture esposte alla luce del neon.

Mai nella vita M avrebbe pensato di poter essere considerata come essere umano in queste condizioni. Figuriamoci come essere umano femminile. Mai dire mai.

lunedì 27 febbraio 2012

URST make the world go round

Fino ad oggi M aveva sempre pensato che fosse l'amore quella cosa che fa girare il mondo, che fa toccare il cielo con un dito, che dà un senso al tutto. La medicina per guarire dal dolore, la ragione del nostro incessante girare in tondo.
Pensava fosse l'amore a tenerci in vita, a farci crescere, a insegnarci la differenza tra il bene e il male, a toglierci il respiro e a farci battere il cuore.
L'amore a non farci dormire la notte a passare giorni in attesa di una risposta, un segnale, un sì.
M aveva sempre pensato che per amore si vive, si sceglie, si prende una strada invece che un'altra, si fanno sacrifici, ci si arrovella l'anima, ci si consuma e si mangiano le unghie.

E invece no.

M ha scoperto che non è  per amore che si fa tutto questo, è per l'URST.
URST é un acronimo inglese che sta per Unresolved Sexual Tension e cioè tensione sessuale irrisolta.
Che sarebbe poi quel meccanismo per cui due persone innamorate l'una dell'altra non si incontrano mai.
Può capitare che una sia libera e disponibile e l'altra no.
Può capitare che nel momento della dichiarazione una delle due debba partire per posti lontanissimi, irraggiungibili e solitari.
Può capitare che non si dichiarino mai l'una all'altra per timidezza paura incomprensioni o.
Insomma per una serie di motivi queste due persone non riescono a coronare il loro sogno d'amore e palpitano, piangono, sospirano, digiunano, soffrono, volano e precipitano in nome dell'urst.

In letteratura quasi tutte le più grandi storie d'amore da Romeo e Giulietta a Renzo e Lucia, da Jo e Lory a Em e Dex si basano su soffertissimi URST.
E in tv, le serie televisive, quando trovano il giusto URST possono durare per sequel e sequel, ce lo insegnano Candy e Terence, Carrie e Big, Scully e Mulder o non finire mai fino a che morte non li.. unisca.

domenica 26 febbraio 2012

Il buongiorno si vede dal mattino

Domenica mattina.
Ore 7.20
"Mamma posso giocare?"
"Mmmm"

"Mamma?"
"..."
"Mammaaaaa?"
"Che c'è?"
"Posso giocare?"
"No è presto dormono tutti e non devi svegliare tuo fratello. Vai a fare pipì e torna a letto"

Ore 7.40
"Mamma posso stare qui con voi?"
"Mmmm"
"Mamma posso stare qui con voi?"
"Sì dai vieni ma dormiamo che è presto"

Ore 7.45
"Mamma è vero che se mangi qualcosa di sporco ti vengono i vermi?"
"No e dormi"

Ore 7.46
"Mamma posso andare a prendere un gioco?"
"No devi aspettare che si svegli tuo fratello e stai zitto e DORMI"

Ore 7.50
"Mamma devo fare la cacca"
"..."
"Mammaaaa hai sentito? Devo fare la cacca"
"Vai e quando hai fatto mi chiami.."

Ore 7.56
"Fattoooooooooooooooooooooo"
(Sgrunt)

Ore 7.59
"Mamma?"
"Ancoraaa? Ma che c'è??"
"Mi attacchi la spada nella mano di Daitarn che io proprio non ce la faccio?"

"Ma non puoi aspettare? Qui al buio.. mezza addormentata.."
"Dai per favore.."
"Uff... ok ecco qua.. attacata. Ora basta ok? E' un'ora che chiedi parli..mi hai svegliato sei contento?"

Ore 8.02
"Mamma?"
"Mmm"
"Posso andare a giocare sul divano in salotto?"
"Sì vai nano vai non ne posso più VAI"
"Mamma però vieni pure te? Tanto ormai sei sveglia.."

giovedì 23 febbraio 2012

Se dieci vi sembran troppi

In questo mondo in cui si va sempre di corsa, i ritmi aumentano, il tempo si riduce, le lettere d'amore si condensano in 160 caratteri e le chiacchiere in 140, anche i dieci comandamenti si dimezzano.
E così adesso diventano cinque.

Per qualcuno sono:
1) Onora il padre e la madre.
2) Esercita la curiosità.
3) Vivi in una città non tua.
4) Non giudicare e non farti giudicare.
5) Sii moderno.
(Jova)

Per qualcun altro:
1) Ricordati di santificare le feste.
2) Ammetti le tue debolezze.
3) Sii ironico e soprattutto autoironico.
4) Mettiti nei panni degli altri.
5) Vola alto.

(Luca Dini)

Per M:
1) Comprendere il comprensibile, ma non spingersi oltre
2) Amare con tutta la forza possibile, ma mai per tutti e due
3) Impegnarsi in quello in cui si crede e non perdere tempo nel resto
4) Saper aspettare, ma saper anche capire quando smettere di farlo
5) Saper mettere d'accordo il cuore (sensibility) e la testa (sense) e seguirli ovunque.
(ancora Jane, scusate)

mercoledì 22 febbraio 2012

Paralleli

Cinque ragazze si stanno organizzando per creare un club letterario.
Il club letterario sarà composto da loro cinque e un maschio.
Una, la promotrice, ha due figlie, un figlio, un cane, un marito giornalista e la passione per Jane Austen.
Un'altra ha un figlio, è affetta da dismorfofobia, vive accanto a una borraccia d'acqua che svuota e rempie di continuo, ha un marito con le cuffie e la passione per lo yoga yenger.
La terza è single, sorridente, è nata vicino al mare, frequenta aperitivi e happy hour, vive controcorrente, e sta curando il suo cuore acciaccato.
La quarta ha una figlia femmina che non ha ereditato il suo colore di capelli, la tata perfetta che manco a La7, la passione per i favolosi anni 80 e il buonumore sempre in tasca.
La quinta è M.
Il maschio lo stanno cercando. Requisiti necessari: sense and sensibility.

Cinque bambini sono in cerca di una prima elementare dai primi di gennaio.
Quattro sono maschi e una è femmina.
Le scuole selezionate erano due.
La prima li ha condannati all'esclusione senza appello.
La seconda è stata scelta dopo settimane di dubbi, riflessioni, open day, colloqui con maestre, scambi di mail piene di idee e di perchè.
Oggi anche la seconda scuola ha escluso i cinque bambini in cerca della loro prima elementare e li ha inseriti tra i primi dieci posti di una lista di attesa.

martedì 21 febbraio 2012

Lo zio

Quando è nato, M aveva un anno e mezzo, i ricci di Arnold, il pollice in bocca e dormiva in un cassetto.
Lui era biondo con i capelli lisci, gli occhi grandi e le ciglia lunghe e ricurve.
Aveva la bocca carnosa. La pelle chiara e liscia, le guance rosa. E dormiva in una cesta.

Quando è cresciuto si vestivano uguali, lui con i gambini magri che uscivano dai bermuda, le ginocchia sbucciate, il compleanno a carnevale,  la maschera da capitan fracassa, il ciuffo troppo lungo pettinato da una parte e fissato con una molletta. Fumava i tappi dei pennarelli, conquistava le lettere dell'alfabeto una a una e giocava con i playmobil.

Oggi ha la barba lunga e folta che pizzica sulle guance dei nani, le spalle allargate e il fisico irrobustito da anni di costante palestra, i ricci. Fa la vita del single, ha amici un po' pazzi, conserva lo stesso sorriso e la bellezza invariata.

Oggi è il suo compleanno e lo abbiamo festeggiato come venti anni fa. A cena dai nonni, senza bambini in giro, con l'amicodelcuore delle medie, la torta con le candeline e i suoi sguardi silenti.

Tanti auguri zio!

lunedì 20 febbraio 2012

Dal pediatra (con NonnaG)

"Pronto? Come è andata?"
"Bene siamo tornati da poco.."
"E che ha detto?"
"Niente, la tosse è grassa e va bene così, non devono prendere niente"
"Ah"
"La visita del nano benissimo, quella del mezzonano una tragedia"
"??"
"Sì ha pianto tutto il tempo non so perchè.."
(oddio il trauma della maschera da dottore sta già dando i suoi frutti..)
"E li ha misurati'?"
"Sì sì tutto.."
"Bene e il nano quanto è alto?"
"Bo.. quindici..."
"Quindici??"
"Non ricordo bene quindici o ventuno"

"..."
"Il mezzonano invece è molto alto, in proporzione più alto del nano ma non so quanto"
"..."
"Ah e il nano deve fare una visita ortopedica, l'ha messo in piedi, l'arco va bene ma sotto un piede lo guardava e ha detto di farlo controllare..."
"Ma per cosa?"

"Non so..ha visto qualcosa..non poggia bene.."
"Ah"
"Il mezzonano invece tra un pianto e l'altro ci vede bene, gli ha fatto vedere delle forme su dei cartellini che io non vedevo e lui sì le ha riconosciute tutte quindi ci vede bene da tutti e due gli occhi..."
"Bene..."
"Ah ha detto che quando fate il bagno al nano gli dovete tirare giù la pelle del pisellino che si è aperto ma è ancora tutta attaccata e che dovete dirgli di farlo anche da solo.."
(non ce la farò mai.. così già a cinque anni..non ce la faccio)
"Ok grazie.."
"Ma comunque se non hai capito qualcosa delle misure lui ha scritto tutto sui libretti.."
"Ah bene ok allora gurado lì che non ho capito tanto bene in effetti.."

Oggi pomeriggio NonnaG ha portato i nani dal pediatra perchè era preoccupata per la brutta e persistente tosse che li affligge da una settimana. M ha approfittato per fargli fare il controllo annuale (che era da un anno e mezzo che non li portava). Sono in perfetta salute. Il "grande" ha forse un piede piatto, il pisellino mezzo chiuso e un richiamo di vaccino da fare prima dell'estate. Il "piccolo" è un gigante, ci vede bene da entrambi gli occhi, ma è traumatizzato dalla figura del dottore, dal camice, dallo stetoscopio e da tutti i pezzi che gli ricordano la sua maschera di carnevale.

domenica 19 febbraio 2012

Supereroi e supermamme

Per la festa in maschera della scuola il nano si è mascherato da Ben 10 con la maschera (casalinga) dello scorso anno. Il mezzonano restìo a indossare i panni di un dottore qualsiasi, si è lasciato ingannare da M che gli ha spacciato il germbiule bianco, la valigetta, lo stetoscopio e il cartellino con la croce rossa, per i vestiti del Dottor Procton ( quello di Goldrake), su consiglio del malefico primogenito. 

"Com'era la festa, nano? Divertente?"
""Sì.."
"E erano tutti mascherati?"
"Sì"
"E da cosa si era mascherato l'espaniol?"
"Facile da Ironman!"
"Ah e GG?"
"Facile inizia con la z...."
"Zorro?"
"Sì!"
"Tutto nero con il mantello la spada e il cappello?"
"Sì.."
"E GC da cosa si era mascherato?"
"Da Gormito e da cavaliere e da power ranger.."
"E S?"
"Da Spiderman"

"E FG?"
"Da cavaliere lui.."
"E le ragazze?"
"Non mi ricordo però tutte da principesse, ma non mi ricordo i nomi"
"E EC da cosa si era mascherato?"
"Da un supererore nuovo!"
"Ah sì?"

"Sì un supereroe che non abbiamo mai visto il cartone alla tele.."
"Ah e allora lo dobbiamo cercare.. ti ricordi il nome di questo nuovo supereroe?"

"Sì: Arlecchino. E' tutto colorato e ha un cappello con le punte e una mascherina sugli occhi".

M non è quindi l'unica mamma ad aver usato l'inganno per convinvere il figlio a mascherarsi.

giovedì 16 febbraio 2012

Must

Ci sono cose che non cambiano mai.
La buonanotte della NonnaG che disegna con il pollice una croce sulla fronte e poi ci stampa un bacio in mezzo.
L'arrivo della primavera, dapprima stentato e poi esplosivo.
Il sapore del gelato di cioccolata fondente della gelateria dei G.
Il profumo del camino e quello delle castagne.
Il sapore del rientro a casa dopo un periodo di assenza.
Ogni estate al mare i saluti con gli amici lasciati un anno prima "come state?"
Il rumore dei tasti del bancomat e della pioggia che batte e del parquet che scricchiola e di un bambino che piange e di una sirena che passa e delle prime note della canzone preferita.
Ci sono cose che non cambiano mai.
Il festival di Sanremo è una di queste. Che alla fine almeno un po' te lo vedi sempre. Con i Matia Bazar, che nascono e muoiono ogni anno nella settimana del festival, come le statuine del presepe che metti via tutto insieme e lo riprendi l'anno dopo. Con la scalinata dietro, l'orchestra, il maestro Vince Tempera (che per M bambina era due verbi insieme Vince e Tempera) e Beppe Vessicchio a dirigere l'orchestra.
Con le chiacchiere del giorno dopo, le critiche su tutto tranne che sulle canzoni, che nessuno le ascolta, la farfalla di Belen come la spallina di Patty Kensit, i vestiti delle vallette e un aggetivo che si tira fuori e si mette via insieme ai Matia Bazar: "nazionalpopolare".

mercoledì 15 febbraio 2012

Pari

Per un lettore mp3 subacqueo che si rompe, un regalo inaspettato e sorprendente di Lui appena arrivata in ufficio.

Per un buco nella fodera della borsa "che ogni cosa che ci metto scompare", un'amica pronta a cucire il buco col sorriso.

Per un nano con la tosse che non lo fa dormire da tre giorni, un mezzonano sano e vivace che nei panni di dottore domani farà faville.

Per un'amica con un problema di cuore, un'altra perdutamente innamorata.

Per una ragazza che deve rinunciare al suo sogno, un uomo che ancora ci crede.

Per un mistero che non riesco a risolvere nè capire, una piacevole e sperata rivelazione.

Per un libro che non va avanti, un altro che non vedo l'ora di iniziare.

Per una cosa che ho perso, una che ho ritrovato.

Per una persona cancellata del tutto, forse un modo per recuperarne una parte.

Per una cosa che non succederà mai, una che ha il 60% di possibilità di succedere.

Oggi la partita finisce pari.

martedì 14 febbraio 2012

Past and furious

Nelle ultime trentasei ore M ha avuto la sensazione di vivere in un'epoca passata, di non essere al passo con i tempi. Si è sentita indaguata, fuori posto e incompresa.

Ieri al colloquio con la maestra candidata per la prima elementare del nano si è ritrovata a chiedere "..ma l'educazione, le buone maniere le insegnate? Per esempio i bambini si alzano in piedi quando la maestra entra in classe?" davanti alle risatine poco celate delle altre mamme presenti e all'incredulità della maestra, alla visibile ricerca del cartello "sei su scherzi a parte".

Oggi davanti alla notizia che giovedì il mezzonano deve andare a scuola mascherato, M ha reagito con la brillante idea della maschera del dottore: un camice bianco, in realtà il grembiule della scuola del cuginetto Pisolo, la valigetta del dottore di cui disponiano da circa tre anni, lo stetoscopio al collo, gli occhiali tondi giocattolo gentilmente prestati dal cuginetto Mammolo lo sdentato, e una croce rossa adesiva all'altezza del taschino, chiesta in dono alla farmacia sotto casa senza successo, per la quale si rimedierà con una casereccia stampa da internet (non adesiva). Accanto a transformer, gormiti, power rangers e supereroi di ogni foggia, ci sarà dunque un anacronistico dottore, che probabilmente per tutta la vita porterà i segni del suo disagio carnevalesco.

Stasera a cena con H in un posto dove tutto quello che vedi, mobilio incluso, lo puoi portare a casa pagandolo a peso, dove per tovagliette usano i dischi di vinile, dove puoi trovare i telefoni col disco e le tv anni settanta senza telecomando, M ha scelto di portarsi a casa una scatola giocattolo di legno da usare come portalavori con il manico rosso, il doppio fondo e la stessa forma che aveva il suo portagioie di quando era piccola.

lunedì 13 febbraio 2012

L'amore quando c'è

Per primi ho conosciuto Claire e Henry. All'inizio lei era molto giovane e lui andava e veniva nello spazio e nel tempo sorprendendola ogni volta e ogni volta in un età diversa della sua vita. Mentre la vita di Claire scorreva seguendo il normale ordine cronologico, quella di Henry si accendeva e si spegneva ogni volta casualmente: così poteva succedere che lei avesse quindici anni e lui quarantatrè e dopo poche pagine che lei ne avesse diciannove e lui ventiquattro. Ogni volta non sapevi mai dove e quando sarebbe ricomparso, ma eri lì accanto a Claire ad aspettarlo pagina dopo pagina e quando arrivava non sapevi nemmeno quanto tempo sarebbe restato, l'unica cosa che sapevi è che sarebbe andato via, presto o tardi come sempre accade.

Poi è stata la volta di Emma e Dexter, loro si erano conosciuti al college, si erano scambiati gli indirizzi e i numeri di telefono il giorno del diploma e si erano persi di vista, ognuno per la sua strada. Si erano sempre tenuti in contatto, diversissimi tra loro, per nascita, per indole, per carattere, lontani sempre e vicini una volta l'anno. Si erano amati in momenti alterni e odiati anche e alla fine si erano ritrovati dopo venti anni finalmente pronti l'uno per l'altra. Ma.

Poi ho conosciuto Emmi e Leo e li ho amati dalla prima mail. Lei insopportabile, viziata, minuta, 37 di scarpe, moglie di un uomo molto più grande e con due figli non suoi. Lui single, interessante, intellettuale, linguista, con una sorella indossatrice. Conosciuti per errore e per destino, si scrivono per due anni via mail. Si amano, litigano, si dividono, si conoscono a memoria fino alla noia, si adorano e si desiderano come se fossero l'uno di fronte all'altra e invece non si sono visti mai.

Qualche giorno fa M ha conosciuto Amanda e Tommaso. M credeva che si sarebbero sistemati accanto a Emmi e Leo nel suo cuore. Ma no. Non le sono piaciuti un granchè. Forse perchè Amanda le somiglia o forse perchè ci sono cose che hanno il loro tempo e che una volta scadute non possono ricomporsi. E il solo provare a farlo ha un sapore un po' stantìo.

Adesso M è appena uscita dalla storia di Mitchel, Maddy e Leonard. Un triangolo amoroso dove c'è sempre qualcuno che insegue qualcuno che fugge qualcuno che insegue qualcun altro. E nessuno che vince. Perchè non è vero che in amore vince chi fugge, in amore vince chi ama, sempre e comunque, che lo faccia correndo o da fermo poco importa.

domenica 12 febbraio 2012

Odi et amo

"Chiudi il becco mamma!"

"Pomiciamo un po'?"

"Non sei più la mia mamma"

"Io ti amoro"

"Allora io me ne vado da quetta casa!"

"Quando sono grande te sei morta?"

"Sei la mia mamma adorata"

"Chi muore prima te o babbo?"

"Voglio stare SEEEEEmpre con te!"

"Io non vojo mai più i tuoi basi"

"Se non azzendi SUBITO la tele ti dò le botte"

"M tieni in braccio come un gheghè?"

"Mi hai ttufato!"

"Mi fai le carezze?"

"Oggi sei un butta!"

I weekend di M a casa con i nani, murati vivi causa neve/pioggia/freddo/blocco mezzi di trasporto, sono così: odio e amore alternati.

giovedì 9 febbraio 2012

I settenani

Oggi è nato l'ultimo dei cuginetti. L'ottavo. Il settimo maschio, ma essendo l'unica femmina nata al nord e lì vivendo, i cuginetti qui sono sette e sono tutti maschi.

Il primo dei sette nani e l'ultimo sono fratelli, in mezzo ce ne sono altri cinque.
I settenani pur essendo diversissimi tra loro, passano molto tempo insieme, alcuni sono compagni di scuola e tutti sono compagni di giochi e di mare.

C'è Brontolo che è il nano di M, perennemente scontento, imbronciato per natura e scontroso per carattere.
C'è Mammolo, lo sdentato, che ci ha messo un po' a affrancarsi dalla sua mamma, a lasciarle prima la mano, poi il dito e a trovare la sua indipendenza.
C'è Dotto che è il più grande dei sette, esperto di vulcani e magie. Conoscitore di storie e di tesori, piccolo scienzato, capace di interpretare i "segnali" della luna.
C'è Gongolo, il mezzonano, cuor contento, sorridente e in pace con il mondo. Perennemente di buonumore, anche se ultimamente un po' troppo facile all'offesa.
C'è Pisolo, un po' pigro e un po' "anziano" dentro, che non esce volentieri, non va mai di corsa, dà poca confidenza e resta sempre un po' in disparte, silenzioso e tranquillo.
C'è Eolo, che è spesso raffreddato e febbricitante, non dorme volentieri la notte un po' perchè fa fatica a respirare, un po' perchè non gli va e forse gli sembra una perdita di tempo.
E da oggi c'è Cucciolo, che stasera M è andata a conoscere. Era nella sua culla con i lati trasparenti, gli occhi chiusi, i capelli neri dritti sulla testa e la pelle nuova di pacca e violacea degli ultimi arrivati.

mercoledì 8 febbraio 2012

Un giorno

La sveglia con la musica del postino,
il ritorno dei nani a scuola dopo i giorni di neve
il rimbalzo in piscina che non c'è l'acqua calda per le docce.

Una mail che non avrei voluto scrivere
e una cestinata senza averla letta.

Un documento infinito da aggiornare per venerdì.

Cinque minuti da Lui all'ora di pranzo
che sono diventati un'ora e mezza
la tele accesa su canale 5 e quanto sono invecchiati Brooke e Ridge
e alla fine in omaggio un "position paper" da scrivere per domani pomeriggio

su un argomento che ignoro del tutto.

L'uscita di corsa che è mercoledì,
il caldo insostenibile degli spogliatoi della piscina,
le chiacchiere fitte con l'espaniola,
la stella marina del nano con la pancia sempre troppo sotto
e le gambe anche.

E "possiamo invitare l'espaniol?"

Il ritorno a casa
una banana spiaccicata nella borsa
la cacca nella vasca raccontata dalla muta Mar
il trenino Thomas in televisione
e il mezzonano pulito e profumato (dopo la cacca nella vasca) con la sua vestaglia scozzese.

Le farfalle al pesto con le patate per loro
un aggiornamento al telefono con NonnaG.

martedì 7 febbraio 2012

Quello che mi è piaciuto

Domenica sera M è andata a sentire un concerto all'A. Che le è piaciuto moltissimo.
Credeva di non essere all'altezza e non aveva scritto niente in proposito.
Poi GParker, che sul tema ha scritto un articolo sulla sezione "spettacolo" di Repubblica, mica cavoli, le ha detto "ma scrivi quello che ti è piaciuto!"


Quello che mi è piaciuto:
La passeggiata da sola a piedi col freddo, in mezzo alla strada che tanto non passano macchine, la neve per terra che scricchiola sotto le scarpe, andata e ritorno.

L'acustica, che essendo abituata agli stadi e ai palazzetti dello sport, vuoi mettere?

La sala rettangolare lunga con le sedie rosse e le gallerie laterali che si vede tutto da sopra e se sei fortunato anche da vicino spendendo la metà (M è fortunata).

Lo schermo alle spalle dell'orchestra con tutte le immagini di film vecchi e meno vecchi tutti visti al cinema, rimontati per l'occasione e con la scritta del titolo e del nome del regista che non stai a domandarti "oddio questa di che film era?"

Il Maestro, siciliano, chiacchierone, un po' a disagio ma molto composto, visibilmente poco abituato alla ribalta.

La compagnia dell'amica della macchinetta, in sostituzione di H-Rocky a casa tumefatto, in lacrime dall'inizio alla fine.

Riuscire a ricordare in che sala e con chi avevi visto i film le cui immagini scorrono sullo schermo.

La performance del pugliese con la voce ritrovata e rinnovata.

L'attesa che arrivi lui quasi all'ultimo, alto, vestito di nero e paillettes, un po' romano un po' toscano, molto a suo agio, poco composto, egocentrico, visibilmente abituato alla ribalta e in perenne movimento nonostante il poco spazio a disposizione.

E la musica, impetuosa e calma, assordante e quasi muta, di un solo strumento o di tutta l'orchestra, che insegue le imagini e le precede e che ti resta, incisa, anche sul cd in omaggio.

lunedì 6 febbraio 2012

Prime nozioni di grammatica (e di entomologia)

Ultimamente il nano sta dando a M grandi soddisfazioni con la consecutio temporum. Pur non avendo ancora iniziato la prima elementare e non sapendo nulla di grammatica, riesce  a costruire periodi ipotetici perfetti con tutti i congiuntivi al posto giusto e i condizionali anche. E tutto questo per M è motivo di grande orgoglio perchè è lei la depositaria della lingua italiana in famiglia, mentre a H è demandato lo studio delle materie scientifiche perchè lui, come ripete sempre, ha fatto le "scuole tecniche".

In giorni diversi:
"Mamma se mi venissi a prendere sempre tu, sarebbe molto bello"
"Ma che bravo nano, hai messo tutti i verbi giusti!"
"E cosa sono?"
"Sono quelle parole che si usano quando devi fare fare una cosa. Se devi dire che vuoi fare qualcosa devi usare i verbi"
"Ah"

"Mamma non voglio che tu vada!"
"Bravo! Anche oggi hai usato i verbi giusti! Stai iniziando a parlare davvero bene, sono molto contenta!"

"..."

"Mamma se mi facessi vedere la tele, sarei molto felice"
"Ehi ometto, ma lo sai che sei proprio bravo con i verbi?"
"..."

Stasera a tavola.
"Mamma ce l'abbiamo il gelato con il bastoncino?"
"Sì, mi sa di sì"
"Allora lo posso avere?"
"Va bene.."
"Aspetta.. i vermi.."
"Che vermi amore??"
"I vermi per fare le cose.."
"I vermi???"
"Sì come per favore.. se voglio fare le cose devo dire i vermi.. per favore è un verme?"
"...no...ma..non sono vermi.."
"E  anche grazie. Grazie di sicuro è un verme"
"VerBi tesoro verBi.. e comunque per favore e grazie non  sono verBi"
"..ma servono per fare le cose, però".

domenica 5 febbraio 2012

Uomini nella neve

Uno è impazzito. Corre impavido e noncurante del freddo, tira palle ovunque, le scaraventa contro muri, motorini parcheggiati, macchine, persone che incrocia per strada. Prende la rincorsa e si butta per terra, rotola, ride. Bagnato fino alle mutande, con le guance rosse come Heidi.

L'altro è incazzato nero. Piange, non vuole camminare. Si lamenta del freddo. E' accecato da tutto quel bianco intorno e si ferma ogni due passi implorando di essere preso in braccio. Non gli interessa fare a pallate con il fratello, non è incuriosito, vuole soltanto tornare a casa il prima possibile e farla finita.

H, dopo un leggero entusiasmo iniziale, vestito da David Niven con pantaloni di velluto alla zuava, scarponi da neve, giaccone con collo di pelliccia e cappello, è stato colto da malore. Dapprima ha pensato a un peggioramento della sua allergia cronica ai mesi invernali, poi con la complicità degli impacchi alla camomilla, nella notte si è trasformato in un mostro aniba e stamattina era Rocky Balboa, sconfitto, alla fine del combattimento contro Apollo.

Questo week end ha nevicato. Per i nani era la prima neve così tanta, la prima da giocarci a pallate, da farci il pupazzo di neve con due sassi al posto degli occhi e come braccia due ramoscelli spezzati.
E anche davanti alla neve hanno preso ognuno la propria strada, agli antipodi.

Per H non era la prima neve, speriamo nemmeno l'ultima..

Nani spalatori di ghiaccio

VR venerdì pomeriggio

Il motorino di M abbandonato in ufficio
VR dall'alto

giovedì 2 febbraio 2012

Maestri

1984 Il maestro di vela all'isola d'Elba era di Bologna portava i capelli lunghi con la riga al centro e un cappello di paglia per ripararsi dal sole. Dall'alto dei suoi venti anni scarsi la trattava da bambina anche se lei a undici anni si sentiva già grande, e la prendeva in giro per il naso perennemente spellato.

1986 Il maestro di wind surf aveva i capelli lunghi biondi mossi. Era selvaggio e muscoloso. mentre andava, la schiena parallela all'acqua e le braccia tese, sembrava volasse. Qualche volta la portava stesa dietro a pancia sotto e per lei era come in un film. Si sentiva fortunata e felice nel suo giubbotto salvagente arancione.

1988 Il maestro francese di tennis era brizzolato, alto e atletico nel suo completo bianco. Dall'altra parte del campo le parlava lentamente con la voce forte e la erre moscia. Le insegnava il rovescio a due mani, il dritto lungolinea e il passante incrociato. Quando stavano vicini sulla linea di fondo campo, il sole in faccia e le palline accanto nel cesto, le prendeva le mani nelle sue, circoscrivendola con le sue spalle larghe, e le insignava i segreti di un buon servizio.

1999 Il maestro di sub, il siciliano, è stata medicina per il suo cuore ammaccato. Le ha insegnato a scrutare il profondo blu, a fidarsi del mare e dei suoi abitanti. Le ha fatto ritrovare la strada perduta, la fiducia negli altri e in se stessa. L'ha fatta sentire bella e importante. Era alto e magro, con i capelli sbiaditi dal mare lunghi quasi alle spalle, la pelle salata, un sorriso da pubblicità e la sigaretta tra i denti. Coraggioso, viaggiatore, solitario.

2003 Il maestro di vela di Caprera, era moro magro con i capelli lunghi, andava in barca solo con il "ventone", magrissimo e bruciato dal sole. Gentile, sorridente e instancabile. La sera cantavano insieme con la chitarra lì fuori sulla spiaggia, i piedi nell'acqua. Che era così buio che portavi sempre una torcia e attenzione ai cinghiali.

2011 Il maestro di nuoto di quest'anno è carino. Porta gli occhiali, le soprascarpe azzurre e la tuta blu. Ha la erre moscia anche se non è francese. Ha ventisei anni e  guardandolo, lei ha pensato che il nano potrebbe diventare così da grande e non le dispiacerebbe. Un po' si somigliano con i capelli lisci e neri e gli occhiali tondi.

Un tempo la ragazzina era lei e loro "i grandi". Oggi il ragazzino è il maestro e "la grande" è lei. Un tempo li temeva e li ammirava e un po' se ne invaghiva, oggi con sguardo materno ricerca nel suo viso qualcosa che le faccia intravedere come sarà il nano alla sua età.

mercoledì 1 febbraio 2012

Il coraggio di dirlo, ma poi?

A scuola oggi pomeriggio.
"Ciao Mamma, il nano ti deve dire una cosa.."
"Dimmi nano che mi devi dire?"
"Niente"
"Come niente? La maestra mi ha detto che mi devi dire una cosa.. è una cosa bella?"
"No.."
"No mamma, il nano ti deve dire una cosa brutta che ha fatto oggi a scuola"
"Ah.. allora nano dimmi, cosa hai fatto?"
"Ho sputato"
"Hai sputato??? Ma a chi, a cosa? Perchè? Dove?"
"Ma perchè me lo ha detto L mi diceva dai sputa sputa e io ho sputato!"
"Ma nano ma tu non hai una testa tua? Fai tutto quello che ti dicono gli altri senza pensare se è una cosa bella o brutta?"
"..."
"Scusa maestra ma mi dici la dinamica dello sputo?"
"Erano tutti insieme e il nano ha sputato per primo a L, poi ha sputato L e poi anche G e amicodelcuore.. solo l'espanol che era seduto lì con loro si è alzato e se ne è andato"
"Ha sputato per primo???"
"Sì ma non è grave noi maestre li abbiamo sgridati.."
"E si sono mortificati almeno?"
"Macchè!!"
"..."
"Però il nano è stato bravo perchè ha avuto il coraggio di dirtelo da solo"
"Bravo?"
"Sì noi gli abbiamo detto che se avessero avuto il coraggio di dirlo alle mamme, non sarebbero stati puniti"
"Ah quindi non gli posso dare nessuna punizione?"
"E certo sennò non vi raccontano più niente e invece va premiato il fatto che abbia avuto il coraggio di dirlo"
"Premiato??"
"Sì basta parlargli, spiegargli che non si fa.."
"Maestra se bastasse parlare, sarebbe un principe te lo assicuro".

Due anni fa al primo anno di scuola materna il nano treenne sputò sul computer giocattolo di un compagno di classe. Le maestre lo punirono isolandolo nell'angolo della riflessione. M venuta a conoscenza dell'accaduto (dalle stesse maestre di oggi), dopo aver parlato seriamente con il nano, cercando di spiegargli la gravità del gesto e sentendosi rispondere "basta parlare, mi sono stancato di sentirti", lo punì severamente con il divieto assoluto di vedere la tele per una settimana.
Oggi, a distanza di due anni, il recidivo nano non va punito, va premiato. Ma poi?