domenica 31 luglio 2011

Pranzo al "sacco"

Stamattina il nano non è sceso in spiaggia perché ha preferito andare in paese con l'arch. M e H sono scesi in spiaggia con il mezzonano in una delle più uniche che rare occasioni da figlio unico. A ora di pranzo NonnaG si è offerta di tornare a casa con il mezzonano e lasciare M e H in spiaggia da soli in vacanza vera, per due ore scarse visto che il nano li avrebbe raggiunti dopo pranzo con lo zio matto.
H ha approfittato della gentile offerta della NonnaG per giocare quasi due ore a beach tennis, mentre M ha fatto amicizia con il nuovo iphone di H e ha approfittato per fare qualche bracciata a nuoto a largo.
Prima che arrivassero il nano e lo zio matto ha telefonato alla NonnaG per un favore.
"Pronto come va? Tutto bene?"
"Sì, il mezzonano dorme e il nano sta venendo con lo zio matto"
"Ok senti gli puoi dare due barrette per me?"
"Ok va bene"
"Grazie ciao"
"Ciao"
All'arrivo del nano e dello zio matto, M aveva una discreta fame ma delle barrette non c'era traccia. Lo zio matto non ne sapeva niente, il nano meno ancora.
M ha telefonato alla NonnaG pensando che se ne fosse dimenticata, ma lei ha confermato di avere dato allo zio matto un sacchetto con dentro un paio di pannolini, una confezione di salviette umidificate e le due barrette richieste.
M ha cercato ovunque il sacchetto, ha chiesto notizie allo zio matto che continuava a non saperne niente, ha ipotizzato erroneamente che i due si fossero abbuffati di barrette sulla via della spiaggia, e in ogni caso non si capacitava di dove fossero finiti pannolini e salviette.
Stasera in un interrogatorio faccia a faccia con NonnaG e lo zio matto finalmente il mistero è stato svelato.
"Ma quale sacchetto? Quello della spazzatura?"
Ha chiesto lo zio matto, messo alle corde.
E così abbiamo saputo che il sacchetto perfettamente preparato dalla NonnaG contenente due pannolini di ricambio, una confezione di salviette umidificate e due barrette al cioccolato fondente fresche di frigorifero, è finito nel bidone della spazzatura, per un eccesso di ordine e pulizia dello zio matto.
M per pranzo non volendo cedere di fronte a un panino mozzarella e pomodoro ed essendo di gran lunga superiore alla tentazione del maxicono bigusto, ha diviso con il generoso mezzonano un pacchetto di cracker alle 5 del pomeriggio.

venerdì 29 luglio 2011

Giornata fortunata

Stamattina in spiaggia sotto l'ombrellone:
"Mamma, come si può morire?"
(...) "Bè..si può morire di vecchiaia..che si diventa vecchi vecchi e poi a un certo punto come un gioco che non funziona più, si muore"
"Ok.. e poi?"
"Poi si può morire se si va in macchina senza cinture e si fa un incidente forte, che la ferita è troppo grande e non si può curare"
"Sì, poi?"
"Poi se si va in bici o in moto senza casco e cadi e sbatti forte.. può succedere che si muore"
"Sì lo so, poi?
"In mare se vai lontano al largo dove non si tocca e non sai nuotare.."
"Ah già.. poi?"
"Poi se vai vicino vicino al fuoco e ti bruci tanto"
"Sì.."
"Se uno ti spara con un pistola vera"
"No quello no perché io ho uno scudo vero di ferro e quindi non muoio mai"
"Ok, ma nano mi spieghi come mai oggi mi fai questa domanda?"
"Per sapere come si muore"
"Ma hai paura di qualcosa?"
"No, no.."
"Vuoi far morire qualcuno?" (scherzando)
"No.."
(Sospiro di sollievo)
"Non oggi, mamma".

giovedì 28 luglio 2011

Scene dal futuro

In questo insolito luglio che ha preso in prestito alcuni giorni da altri mesi dell'anno, nello specifico questi ultimi da ottobre, al suo arrivo al mare ieri pomeriggio, dopo aver passato due ore incastrata in un fiume di macchine sotto un nubifragio non da poco, M si è trovata improvvisamente catapultata nel 2020.
Quando è scesa dalla macchina ed è entrata in giardino, in direzione opposta alla sua ha incontrato il nano, con una banconota da dieci euro in mano, che stava uscendo.
"Ehi ciao.. dove stai andando?"
"Al cinema, ciao".

Una volta entrata in casa, M ha trovato il mezzonano, in braccio alla nonna, visibimente contrariato per essere costretto dalla sua minore età, a restare a casa
"Che succede? Perchè quella faccia triste?"
"Pecchè vo'evo anda'e al sinema acche io, ma sono toppo piccolo invese e non si posso anda'e".

M era stordita, le sembrava di essere mancata pochi giorni, eppure il nano aveva improvvisamente quattordici anni, usciva da solo con gli amici, salutava appena sua madre, nonostante non la vedesse da tre giorni e, soldomunito, le voltava con noncuranza le spalle. Il mezzonano, dodicenne, non era ammesso al cinema perchè evidentemente il film era vietato ai minori di quattordici anni e ce l'aveva chiaramente con lei perchè lo aveva fatto nascere per secondo.

Per fortuna questa mattina al suo risveglio, era di nuovo il 2011, M aveva trentotto anni, il nano aveva ripreso i capricci dei suoi quasi cinque anni, il mezzonano la serenità che lo contraddistingue dalla nascita e tutti insieme sono andati al mare a onorare la giornata settembrina.

mercoledì 27 luglio 2011

E altri piccoli piaceri della vita

Certe volte i commenti della NonnaG mi fanno venire in mente una scena del mio film preferito in cui lui descrivendo un suo sogno ricorrente dice a lei: "Sto facendo i campionati mondiali di sesso, sono in finale il giudice americano mi da nove, il giapponese otto, l'australiano mi da un bel dieci. Mia madre travestita da giudice della Germania dell'Est mi da tre, mi ha sempre smontato".
Una di queste volte è stato quando giorni fa' mi ha detto che l'erba mi ha cambiato.
Io ci ho pensato su qualche minuto, ho convenuto che è vero, e gliel'ho confermato, felice.
Ma lei ha specificato "non ho detto in meglio".

M non sa se è cambiata in meglio o in peggio, ma da quando c'è l'erba, si sente molto bene e quando come stamattina riceve un regalo accompagnato da un biglietto dall'ammirato e non più anonimo lettore che le regalò tre tavolette di cioccolata qualche tempo fa (leggi qui), non può fare a meno di pensare che forse la saggia NonnaG per una volta si sbaglia e che se l'erba e' diventata per qualcuno un piccolo piacere della vita come "La prima sorsata di birra", tanto male non deve fare.

Ps. M è ufficialmente in "vacanza", oggi ultimo giorno di lavoro.
Bella la vita eh?
(...)

martedì 26 luglio 2011

Soddisfazioni amorose

"Hai ricevuto un sacco di auguri su fb oggi"
"Davvero? Ma io non ci vado mai.."
"Sì lo so, anche delle donnine che non so proprio chi siano ti hanno fatto gli auguri"
"Carine.."
(...)
"E anche sull'erba ti hanno fatto gli auguri, sai?.. nei commenti"
"Non c'ho fatto caso.."
"Ah"
"Non ho nemmeno commentato ora che ci penso.."
"Già.."
"Ma lo sai che sono sempre occupato, che mi stanno addosso, che non ho mai un minuto"
"Sì sì lo so.. e la foto ti è piaciuta"
"Quale foto??"
"Quella che ho messo nel post.."
"Mi dispiace, non l'ho notata, non ho visto le figure, solo le parole"
(...)
"Dai, magari senza concentrazione.. non ho notato la foto, ero di fretta però l'ho letto."

Questa conversazione si è svolta a casa, dopo aver cambiato il regalo di M, mentre H era immerso con concentrazione nella lettura dell'ultimo romanzo di Wilburn Smith.

H Birthday

Dalla prima volta che ti ho visto, che mi sei piaciuto subito,
mentre a te piaceva una che ringrazierò per sempre per non averti ricambiato,
a oggi;
da "quello col pizzo bianco" a H,
dal "non riesco a dormire con una persona accanto" al tuo russare piano, profondo e sereno.


Dalla distanza di chilometri alla convivenza in pochi metri
dal monolocale al castello, passando per la torre del vento
dalla prima decade del millennio alla seconda
da disillusa a fiduciosa, da giovane a adulta, da figlia a mamma
da Roma alla Romagna, che basta aggiungere tre lettere, e ritorno.

Dai capelli lunghi di ragazzi a quelli corti di oggi,
dal cantiere alle gare,
dalla moto alla station wagon,
dai viaggi in due, leggeri e centauri a quelli in quattro, carichi come muli.
Dal primo numero primo a due, poi a tre e ora a quattro (e cinque?)

Tutta la strada l'ho fatta con te, con un anello al dito e una promessa nel cuore.

Da me a te, buon compleanno tes.

lunedì 25 luglio 2011

La Rausea

M è tornata in ufficio, ufficialmente per lavorare, in realtà per stare con H che domani festeggia il compleanno e che stasera esce per i fatti suoi con Mister Ripley per una serata da maschi aperitivo e Capitan America.

M è seduta di nuovo alla scrivania, dopo dieci giorni di "bella la vita, eh?".
Stanza per la prima doppia anziché tripla dal momento che la collega F, dirimpettaia di scrivania dal 2001 ha cambiato ufficio, per scelta e liberazione personali.

M e ME restano vicine di scrivania con un grosso buco nel cuore e uno alla scrivania di fronte.
Il buco alla scrivania di fronte

La collega F ha portato via con sé il meraviglioso cassetto delle merende, l'acol e le pezzette per disinfettare le scrivanie, le foto dei suoi bambini e di HP quando lavorava in Africa, le risate alle lacrime, le lacrime, i momenti di grande sconforto, la condivisione delle pance contemporanee e dei mesi in maternità-questa-sconosciuta, le telefonate innamorate col marito, i saggi proverbi della nonna perfetti in ogni occasione, i racconti delle sue strambe convivenze ai tempi dell'università, la solitudine di quando il marito era fuori.

La collega F lascia qui i bellissimi ricordi dei nutella party in ufficio, tante nozioni excel e power point, il risolutivo foglio orari, il suo microtelevisore degli anni 80, vari e importanti insegnamenti di vita, la ricetta della pizza di olive e patate, l'abbonamento annuale a VF, un po' del suo lessico familiare, la pizza del martedì e tutti i colleghi con i quali ha scambiato chiacchiere e racconti (il 99% del totale anche se la collega F si autodefinisce da sempre "rausea", che nel suo lessico familiare regionale significa chiusa).

M tutte le cose più preziose che ha le deve alla collega F. Perché se non avesse conosciuto lei, non avrebbe mai conosciuto H e senza H non esisterebbero i nani. E anche perché la "rausea" le ha fatto ritrovare la strada che più volte aveva perduto, le ha fatto vedere le cose da punti di vista a lei sconosciuti, l'ha spronata con le giuste parole e incoraggiata quando non aveva più stima in se stessa.
La "rausea" ha consegnato a M una piccola luce per vedere nel buio e una chiave per aprire porte verso nuovi dove.

La "rausea" ci ha lasciato, ma l'amica resta.

Ps. M si scusa con la "rausea" per essere venuta meno a una promessa. Ma spera vivamente che verrà compresa e perdonata. E divide la responsabilità con ME che l'ha spinta a non mantenere la parola data, visto che il peggio è passato.

sabato 23 luglio 2011

Aggiornamenti di un sabato mattina

Soccorsi arrivati insieme alla prima cena della settimana degna di questo nome, consumata ieri sera nel tavolo grande.
H (momentaneamente) felice di rivedere i nani, dopo i cinque giorni di totale solitudine.
Il nano inaspettatamente contento dell'immeritato regalo.
Il mezzonano felice per l'ennesima macchinina.
Tempo grigiastro, da fuori stagione.
M, al sesto giorno consecutivo di mal di testa e con mal di pancia altalentanti, leggermente inquieta e nervosa per i cinque giorni a stretto contatto con i nani, sogna i primi tre giorni della settimana prossima a casa, senza.
Lo zio matto rientrato nella notte, dorme nella sua tana, a dispetto delle urla dei nani, caricati a molla per la giornata di mare. Che comincia ora.

giovedì 21 luglio 2011

Di noi tre

Quando: sei della sera.
Dove: in spiaggia sotto l'ombrellone chiuso in anticipo per il vento, mare mo'to arrabbato alle spalle.
Chi: M, la Nonna G e il cugino serio si scambiano pensieri, mentre il nano si è imbucato a una festa al bar e il mezzonano con lo sdentato giocano una partita di tennis alla Fantozzi e Filini.

"Da quando sono qui non c'è mai stata una giornata con il mare calmo. Mi piacerebbe proprio una giornata co il mare piatto, poco vento, senza il rumore assordante delle onde, ma quello scacquettio ninnante di acqua sul bagnasciuga" ha detto M guardando un punto invisibile all'orizzonte, senza aspettare risposte.

Dopo una manciata di secondi

"A me piacerebbero dieci gradi, il piumone e le foglie gialle per terra" ha sentenziato il cugino serio alla sua terza settimana di convivenza a tu per tu con lo sdentato, che pur non consecutive sono una bella prova di resistenza.

A seguire

"A me invece piacerebbe una bella pizza margherita con il basilico", ha chiosato Nonna G allargando le braccia per meglio evidenziarne le dimensioni.

Domani è venerdì, arrivano i soccorsi.

mercoledì 20 luglio 2011

Sarà perché ti amo

Nella vita di ogni ragazza esiste una storia d'amore che in realtà era tutt'altro.
Non che tutte abbiano alle spalle, o peggio davanti, una storia di questo tipo vissuta personalmente, ma sicuramente ognuna di noi l'ha perlomeno vissuta indirettamente nei racconti dell'amica del cuore/collega d'ufficio/sorella/vicina di ombrellone/compagna di merende.
M è tuttavia un caso eccezionale dal momento che può contare su ben due storie del suddetto genere.
Sono quegli "amori" in cui una delle due parti (nel caso di M, lui),
a) pretende un amore e una devozione assoluti, senza per questo mostrare riconoscenza alcuna nè dare nulla in cambio;
b) stabilisce una serie infinita e sconosciuta di regole personali, difficilissime da rispettare perchè illogiche, che non hanno fondamento universale, ma che nella storia tra i due devono essere seguite alla lettera pena il castigo fisico e/o psicologico.
Sono quegli "amori" in cui la parte che subisce (nel caso di M, M), sta sempre con due piedi in una scarpa, non sa come comportarsi, ignora che piega possano prendere gli eventi e si aspetta perennemente che la situazione precipiti in maniera irreparabile e che un attimo di tranquillità apparente nasconda invisibili trappole e si trasformi improvvisamente in inferno.
Sono quegli "amori" che nel migliore dei casi finiscono per affrancamento della vittima o per volontà del carnefice, e nel peggiore dei casi in tragedie che si leggono sui giornali.
Alcune volte i due "amanti" sono coetanei, altre ci può essere tra loro una grande differenza di età.

Il primo "amore" di questo tipo che è capitato a M è ormai lontano nel tempo e si concluse con l'affrancamento della vittima dopo un anno di atroci e inspiegabili ingiustizie. Lui era più grande di lei di sette anni.
Il secondo "amore" di questo tipo che è capitato a M è tutt'ora in corso, M non sa come comportarsi, non riesce a gestire la cosa in maniera coerente ed è impossibilitata a mollare. Lui ha 33 anni meno di lei.

Oggi il nano ha messo a durissima prova M, lei è a pezzi e spera di non finire mai sui giornali (come vittima ovviamente).

martedì 19 luglio 2011

Tutto torna

E poi una sera ti ritrovi a spiarli mentre giocano con i lego, dopo cena, senza tele perché ieri sono stati troppo capricciosi. E li ascolti, li guardi, quelle due miniature di uomini, che diventeranno medici o falegnami, architetti o scrittori, tutto o niente, che distruggeranno il mondo o ne saranno distrutti, che stanno lì sul divano davanti a una montagna rovesciata di pezzetti di costruzioni colorati e parlano ognuno per conto suo, sputando anche un po', di cose senza senso.
Poi a un tratto vedi che il nano comincia a costruire un'astronavina.
"La faccio per te" dice al mezzonano
"Pemmè??" risponde il fratello incredulo pensando che probabilmente non ha sentito bene e che quindi è meglio appurare.
"Si per te"
"Io la vojo gandissima" azzarda il mezzonano, pensando di approfittare di questo più unico che raro momento di generosità.
"Ok te la faccio grandissima"
"Mamma ma 'o'enso me 'a fa popo pemmè... gandissima" mi dichiara avvicinandosi, forse per avere testimoni in questo momento speciale.
"Si ho sentito"
"Ecco tieni questa è grandissima" afferma il nano specializzato in lego-astronavi allungandone al fratello un buon esemplare.
"Gasse è popo be'issima".

E lì, mezza nascosta nella penombra pensi che vale sempre la pena, anche se ti toccherà raccogliere pezzetti di lego per ore, anche se non più tardi di ieri sera ti sei dovuta trasformare in strega cattiva, anche se non ti stanno mai a sentire, che pensi che siano sordi e li porti anche dall'otorino per sicurezza, e anche lui ti conferma che sono solo paraculi.

Vale sempre la pena, perché tutto torna.

Ps. Oggi pomeriggio il cugino serio al termine di una giornata passata a fare il mammo del suo nano, chiedeva "se qualcuno conosce Vespa gli potete dire di preparare la progettazione del plastico del LdG?"
Un po' cinico, ma rende...

lunedì 18 luglio 2011

Bella la vita

Ed eccomi qui alla fine del mio primo giorno di "vacanza".
Sì perché parliamoci chiaro a definire "vacanza" questa ci vuole fantasia.
Sveglia alle otto con il primo "mammmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa" della giornata urlato a duemila dalla stanza dei nani, che nemmeno ho decifrato bene chi dei due fosse, ma che comunque due porte chiuse non sono servite a attutirne l'insistenza e il volume.
Richiesta repentina di due biberon carichi di latte e nesquik perché il nano nei nostri 12 giorni di latitanza, che adesso mi sembrano il paradiso, è regredito al biberon, proprio lui che a 10 mesi passò direttamente dalla tetta alla cannuccia snobbando la bottiglietta di plastica, come alla nascita aveva snobbato il ciuccio.
Preparazione per la spiaggia, lavaggio denti, cacche e bidet per entrambi, crema solare, vestizione, riempimento borsa e via. Al mare bagni coatti inutilmente lunghi visto che la reazione del nano, che si esca dopo un minuto o dopo tre ore, è sempre di pianto isterico che il bagno è stato troppo corto, nonostante abbia due spontex al posto delle mani.
Discussioni infinite per salire a ora di pranzo.
Discussioni per mangiare qualsiasi cosa.
Spesa con il nano, alle due e mezza dopo aver messo il mezzonano "impatto zero" a dormire, che nel lettino ci sarei voluta stare io, ciuccio compreso.
Al rientro ritorno in spiaggia e ripetizione dello schema della mattina, crisi comprese.
Rientro a casa ore 20 con il recalcitrante nano che non avrebbe voluto tornare mai più.
Docce e vestizioni.
Una specie di cena, che se ci vedevano i nonni di R mi avrebbero levato i bambini e il saluto.
Giochi sfrenati, televisione e crisi isteriche di entrambi per andare a dormire.
Trasformazione di M in strega cattiva, e urla con la voce dell'esorcista.
Fine della giornata, con mal di gola da sforzo.

Il prossimo idiota che passando in riva al mare mi dice "bella a vita eh?", gli cedo il posto per 24 ore.

venerdì 15 luglio 2011

Chi ben comincia

All'arrivo al mare, con la macchina carica come se non dovessimo tornare mai più, abbiamo trovato all'angolo della strada i nani che ci aspettavano trepidanti con il nonno.
"Dov'è il mio regalo?" chiedeva il nano che tutte le sere della settimana aveva chiesto a M di portargli la maschera e il boccaglio (entrambi severamente vietati dalla ventitreenne maestra di nuoto).
"E 'in valigia tesoro, ma mi saluti? Come stai?" 
"Posso guidare?"
"Certo vieni siediti in braccio e guida tu" rispondeva M, al volante, con l'intenzione di iniziare la lunga permanenza con i nani nel migliore dei modi.
"Dove sono i notti 'ega'i? Dèto?"
"Si amore, sono dietro nella valigia"
"'I pendamo?"
"Si, mettiti seduto con babbo che dopo apriamo la valigia e li prendiamo"

Dopo qualche minuto

"Ecco i regali!"
"Ma che cos'è?"
"Amore è la maschera con il boccaglio, come avevi insistentemente chiesto tu"
"Nooooooooooo io non li volevo io voglio solo i robot"
"Ma come me l'hai chiesti tu, la maschera e il boccaglio!"
"No io volevo un gioco per giocare ORA" ribadiva lui in preda a una crisi isterica

"Fai finta di niente non lo assecondare come se non esistesse... shhh... iniziamo bene la vacanza... ommmm" ripeteva M tra sé e sé.

"Mamma pecchè 'oenso panze?"
"Perché non gli è piaciuto il regalo che gli abbiamo portato"
"Ma 'ui vo'eva 'a macche'a"
"Si lo so ma adesso non la vuole più"
"E pecchè?"
"A saperlo amore..tu lo vuoi il tuo regalo?"
"Sì"
"Ecco tieni"
"Ma è be'issima gasse" affermava il mezzonano che non chiede mai niente, ma che ci ammazzerà una notte nel buio, estasiato davanti all'ennesima macchinina identica a mille altre che gli abbiamo portato senza sforzi di fantasia.
"Bene sono contenta che ti piaccia"
"Sì mo'to mo'to mi paze"

L'inizio non è stato dei migliori, per calmare il nano ci sono volute promesse di robot e panini di philadelphia,  rigorosamente senza bordi. Non possiamo che migliorare.

giovedì 14 luglio 2011

Un altro mondo

Sarà per il buio che non è mai buio buio, ma lascia sempre illuminato lo spazio intorno
sarà per il cielo così grande e così vicino
sarà per le sedie legate l'una all'altra in fila indiana
dure e scomode
sarà per il sonoro che non è mai dolby, mai pulito,
ma mantiene quel fruscio tipico in sottofondo
sarà perchè ci si va d'estate anche per prendere un po' di fresco
perchè mi ricorda quello del mare negli anni 80 che ci si andava tutti insieme a piedi
passando attraverso una porticina nascosta e una scorciatoia segreta
e si poteva fumare
e ci si metteva nelle ultime file a pomiciare
e si usciva estasiati dal film e dal pomicio
completamente persi nell'amore sceneggiato e in quello reale.
Sarà perché spesso ci sono persone affacciate alle finestre e ai balconi che non pagano il biglietto
e perché il biglietto costa meno dei pop corn delle multisale.
Sarà che sono spazi, che d'inverno non esistono, vivono un paio di mesi l'anno
e sono sempre un po' improvvisati, caserecci, che ti sembra di stare in "un altro mondo",
fermo nel tempo.

Non lo so che sarà, ma a me il cinema all'aperto mi piace sempre da morire.

Ieri sera M e H sono andati al cinema all'aperto. Si sono sentiti, ed erano, i più giovani tra i presenti, non hanno pomiciato ne' fumato nelle ultime file e non sono usciti estasiati dal film, che comunque proiettato all'aperto ha avuto una sua (seppur minima) dignità che al chiuso non avrebbe potuto avere.

mercoledì 13 luglio 2011

Buon compleanno Princess

Alta  e magra ("longilinea" preferisce lei) da sempre e per sempre, nonostante tutto quello che riesce a mangiare, che io al posto suo rotolerei gia' da anni senza sosta ne' forma.
Chiara nei capelli e negli occhi.
Mamma di due maschi a cavallo dei miei, che un po' le somigliano e un po' no.
Moglie del ragazzo che ama da sempre, da quando a 16 anni puntando il dito verso una partita di calcetto sulla spiaggia disse "mi piace quello lì".
Sorella, cugina, amica, compagna di corse d'inverno e d'estate, acerrima nemica in litigate, fonte e oggetto di travolgenti sentimenti a volte anche contrastanti tra loro.
Mai rivale in amore per i nostri gusti diametralmente opposti.
La parte bella delle due, anche con gli occhiali.
Fredda a volte e rigida nelle sue posizioni e nei suoi giudizi, ma ammorbidita nello spirito e nel corpo dalle due pance.
Seduta dietro in motorino, stesa accanto al mare, abbracciata mille volte, amata e odiata e amata.
Mai persa, sempre ritrovata.
Il suo cesto dei regali di Natale accanto al mio, sotto l'albero dei nonni.
In piedi sull'altare in abito bianco, pettinata come Cenerentola, e io dietro, a tutti i costi, a testimoniare il suo decennale amore.
Seduta testimone vicino a me, quando la sposa ero io.

Oggi e' il tuo compleanno, tanti auguri principessa!

martedì 12 luglio 2011

Quel clic

Nella notte dei tempi, prima di incontrare H, prima di pensare anche soltanto di poter diventare madre, prima di tutto, M ha avuto, come tutte le ragazze del mondo, un fidanzato storico.
Il fidanzato storico di M per lei era proprio il principe azzurro, era biondo, aveva grandi occhi celesti, le scriveva bigliettini d'amore, la chiamava con ridicoli nomignoli e le faceva delle fantastiche sorprese.
La portava a Firenze bendata senza dirle niente prima, le organizzava cenette a lume di candela ed era sempre pronto a partire per romantiche fughe.
M era innamoratissima, si sentiva la ragazza più fortunata del mondo, gli dedicava intere discografie del suo cantante preferito, lo seguiva ovunque e non poteva stare nemmeno un giorno senza perdersi nei suoi occhi.
M accanto a lui cresceva, diventava adulta, studiava, si laureava, vinceva borse di studio all'estero e affrontava la vita con la spavalderia e la sicurezza degli innamorati.
Un giorno, dopo sei anni di fughe romantiche, candele, bigliettini d'amore e occhi negli occhi, lui improvvisamente la lasciò in una triste sera di novembre in macchina davanti al portone di m&p.
Lei impazzì di dolore nello scoprire che lui mentre le diceva "ti amo" in tutte le lingue del mondo, si vedeva con un'altra ragazza gia' da un po' e ne mori', a 50 chili scarsi, soffrendo di quel dolore acuto, insopportabile, disperato e profondo che si può provare a 25 anni dopo la fine di un grande amore.

Anni dopo M e il fidanzato storico si incontrarono casualmente, lui iniziò una discreta, ma serrata corte e lei un giorno che ricordera' per sempre, guardando quegli occhi che aveva tanto amato, senti' un clic.
Era il rumore della sua testa che realizzava che non provava più niente per quel tizio. Che non gli interessava quello che raccontava. Che non ne amava la voce e non ne trovava sexy i movimenti. Era il rumore di una porta che si chiudeva, dello scatto di una foto che ferma un attimo che non tornera' piu'. Clic.

Oggi M e quel tizio sono in amichevoli rapporti, si sentono per telefono e qualche volta si incontrano per un saluto. E ogni volta che succede, M non può fare a meno di pensare al momento in cui senti' forte e chiaro quel clic.

Ps. L'altra sera al NS M ha visto un film molto bello. C'e' una scena in cui la protagonista, seduta su una panchina con il suo fidanzato storico che torna dopo averla tradita, sente quello stesso clic. Liberatorio e rasserenante.

lunedì 11 luglio 2011

Proprio così

Venerdì sera M e H hanno rivisto i nani dopo 12 giorni.
M aveva immaginato l'incontro un milione di volte nella sua testa, la notte prima non aveva dormito per l'eccitazione ed era affetta da mal di pancia da ansia come sempre nei momenti clou della sua vita.
Tuttavia, anche nelle sue più rosee fantasie, non aveva immaginato che l'incontro sarebbe stato proprio così.
E in effetti M deve ammettere che è stato proprio così. Come nei film.
M e H si sono presentati al mare davanti al cancello alle otto circa , senza chiavi di casa e hanno visto a trecento metri di distanza i nani che si avviavano in passeggiata con i nonni in direzione mare e pizze fritte a casa degli zii.
Per una strana coincidenza proprio mentre M e H intravedevano il quartetto all'orizzonte, i nonni si giravano e iniziavano a salutare con le braccia. I nani, rivolti verso di noi, restavano fermi immobili. M e H iniziavano a correre verso di loro, veloci e sorridenti e quando la distanza lo ha loro permesso e i nani realizzavano chi fossero quei due signori che correvano all'impazzata, il nano per primo ha fatto un sorriso gigante misto a urlo e ha cominciato a correre e il mezzonano, pur non capendo assolutamente cosa stesse succedendo, lo ha seguito.
Proprio così ci siamo corsi incontro tutti e quattro per cento metri circa come nel migliore dei film possibile, li abbiamo presi in braccio, M il nano e H il mezzonano e ci siamo abbracciati fortissimo, e sbausciati e emozionati e sì commossi.
"Ti vojo bene io" ha addirittura detto il mezzonano aggiungendo poi "adesso vai via?" completamente smarrito nel bailamme delle partenze e dei ritorni.
"Sei la mamma più migliore del mondo e io ti amoro" ha dichiarato il nano, felice, a una M estasiata.

M li ha trovati abbronzati, grandi e soprattutto cicciottelli, anche l'inappetente nano, che in questi 12 giorni è regredito al biberon.

E ancora più belli di come se li ricordava.

Il nano e la sua ragazza adorata
 Dopo i commossi convenevoli, la consegna dei regali di ordinanza e le pizze fritte (anch'esse commoventi a modo loro), tutta l'emozione è passata e il nano ha sostituito l'amorata M con la sua ragazza adorata.

sabato 9 luglio 2011

Nastri azzurri e carta bianca

M ha due figli maschi.
Prima della prima pancia aveva sempre immaginato che avrebbe avuto una figlia femmina, che l'avrebbe vestita con i vestitini punto smock appossitamente conservati dagli anni 70 per lei nella soffitta dei nonni, che le avrebbe somigliato nei capelli castani e nello sguardo mite.
I primi mesi della prima pancia M sognava la bambina, le aveva dato un nome e le aveva comprato un vestito rosa con le maniche a palloncino.

Il responso dell'amniocentesi non le diede ragione.

Quando, due anni dopo, scoprì che anche la seconda pancia conteneva un pisellino, M si rassegnò, pensando che l'importante era che stesse bene. H era contento e dopo tutto per i due fratelli era meglio così.

Tuttavia poco dopo ebbe un attacco di panico durante una riunione in ufficio, quando realizzò che i vestitini conservati sarebbero ammuffiti in soffitta per altri trent'anni, che non avrebbe avuto confidenze tra ragazze, che non avrebbe accompagnato nessuno in giro per vetrine, ne' fatto trecce e code di cavallo, mai.

Ieri pomeriggio grazie all'amica trimamma M ha però potuto realizzare un piccolo sogno. E' andata nel negozio di abbigliamento per bambini molto chic sotto casa e ha potuto sbizzarrirsi in acquisti rosa, colletti rotondi, maniche a sbuffo e fiorellini pastello, con in tasca un discreto budget affidatole con la massima fiducia nel gusto e la piena libertà nella scelta.
Il frutto di questo incarico svolto con l'entusiasmo delle prime volte, è stato molto apprezzato dalla committente e M oggi ha un nuovo incarico da portare a termine e un nuovo budget da spendere.

venerdì 8 luglio 2011

Prime impressioni e ultime verità

La verità è che:
quella che sembrava sempre incazzata, era timida e soprattutto "abusiva" frequentatrice del giardino e quindi sempre un po' sulle sue. Giravano voci, mai confermate, che avesse un figlio preferito e che abbandonasse l'altro di pochi mesi in balìa di gruppi di tate caciarone e invadenti.
Quello che sembrava un trio, era forse un duo, ma sicuramente non a numero chiuso.
Quella simpatica a tutte da subito, la preferita,  forse flirta con qualche H di troppo, ma nel frattempo qualcun'altra flirta con il suo.
Quella giovane è molto gelosa, ed è talmente giovane che alle medie invece di scambiarsi bigliettini come le altre, si scambiava sms.
Quella che è sempre in ritardo, stavolta è arrivata per prima, splendida in minigonna taglia S e tacchi, ma senza le "arie" di un tempo.
Quella che era considerata sexy, lo è davvero e infatti offriva un'ampia scollatura e luccicava di paillettes d'oro.
Quella che si considera una fifona, nelle situazioni più estreme sfoggia una sicurezza e un senso pratico risolutori, al gusto di limone.
E che un birraio stràmicio, nasconde un passato (prossimo) pop.

Stasera le MdVR sono uscite per la terza puntata. Hanno girovagato per il quartiere in cerca di cibo. Sono rimbalzate dal posto fighetto, dove non avendo prenotato non hanno avuto diritto nemmeno a una nocciolina, alla pizzeria sotto casa, transitando per il bistrot alla moda e il pub affollato. Si sono confidate canalizzazioni imbarazzanti e depilazioni coatte e una volta sedute a tavola hanno portato a termine la missione della serata: lo scambio delle prime impressioni reciproche, e hanno mantenuto la promessa di non offendersi.

La verità è che le prime impressioni forse non sono sempre giuste e che spesso vale la pena verificarlo.

giovedì 7 luglio 2011

Bimbi belli

M e i nani non si vedono da dieci giorni. Non era mai successo prima. M sente molto la loro mancanza, ma fa finta di niente e conta i giorni che mancano a venerdì sera, anche se una parte di lei sa benissimo che rimpiangerà questi giorni "senza bambini".
M per non essere sopraffatta dalla nostalgia, cerca di chiamare il meno possibile i nonni, di fare telefonate brevi e soprattutto evita accuratamente di farsi passare i nani. Era da lunedì della scorsa settimana che non sentiva la voce del nano.
Stasera ore nove:
"Buonasera sono M come va?"
"Tutto béne, sctiamo finéndo di manziare abbiam fatto tardi che sctascera sciamo sctati al mare fino alle otto che sci sctava béne.."
"Ah bene, sono contenta..sono bravi?"
"Sci sciono bravisscimi.. ascpètta che ti vuole parlare il nano.."
(...)
"Mamma..?"
groppo in gola
"lo sai che ho ritrovato i mazinghini? tutti e due, però a Mazinga Grande si sono staccate le ali"
"sono contenta che li hai ritrovati, bravo! vedrai che il babbo le riattacca"
"no non le voglio attaccate che adesso sono diventate un'astronavina"
"ok come vuoi"
In sottofondo:
"acche io vojo pailaie"
"acche io vojo pailaie"
"acche io vojo pailaie"
"acche io vojo pailaie"
"Mamma?"
"Dimmi"
"Lo sai che la sera usciamo dopo cena e andiamo in piazzetta?"
"Ma come...la sera col buio?? Ma sono cose da grandi non potete.."
"Tanto già l'abbiamo fatto quindi.."
In sottofondo:
"acche io vojo pailaie"
"acche io vojo pailaie"
"acche io vojo pailaie"
"acche io vojo pailaie"
Il mezzonano si è sempre rifiutato di parlare al telefono con M da quando è partita.
"Mamma, ti vuole parlare Francio, te lo passo"
lucciconi e pizzicore al naso
poi
rumori, caccapuzza, risate
"Sscuscia careina, ma sciono in gaszoia, ciao eh e sctate tranquilli che sctiamo benisscimo"
Clic.

I nostri bimbi belli sono cresciuti, escono la sera dopo cena e non chiedono più notizie sul nostro ritorno, né con quale meraviglioso gioco ci presenteremo al loro cospetto.
I bimbi belli della rassegna di Nanni Moretti siamo andati a vederli stasera al NS, dove abbiamo incontrato l'arch, visto un delizioso film e assistito a un interessante dibattito.

martedì 5 luglio 2011

Signore nuove e carpe virtuose

In questi giorni ho realizzato di essere cambiata. Cresciuta, invecchiata un po'. E' un processo lento e inesorabile, non risparmia nessuno. Per ognuno di noi esiste il momento in cui ci sentiamo diversi da prima. In cui ci sono delle cose che non riusciamo a fare più e altre che cominciano a darci fastidio.
Che sono "cresciuta" io l'ho capito quest'anno perché:
non riesco a fare a meno della crema idratante sul viso dopo la doccia;
riesco a stare tranquillamente un giorno intero in spiaggia senza fare il bagno,
ma se faccio il bagno devo subito fare la doccia, che il sale mi da fastidio;
non riesco a leggere senza occhiali;
ho dovuto aumentare la grandezza dei caratteri degli sms sul telefonino;
non conosco la maggior parte delle pop star di oggi;
ne' dei tennisti;
ne' dei telefilm
e posso dire che trenta anni fa facevo le elementari.
Ho qualche capello bianco, ma voglio godermi il mio colore fino a quando posso, perché non lo avrò più;
ho due figli e probabilmente non ne avrò altri e le pance mi sembrano una cosa da giovani.
Mi danno spesso del lei e per i bambini sono una "signora"e quando una volta ho chiesto al nano se secondo lui ero una ragazza o una signora, mi ha risposto una signora e quando ho insistito "..ma una signora vecchia?" lui mi ha risposto "no, nuova".
Faccio ancora il calcolo con le lire, se una cosa mi sembra che costi troppo.
Sono venticinque anni che mi faccio la ceretta.
A novembre per la seconda volta dovrò rinnovare la patente.
Ci sono dei vestiti che non mi sembra più il caso di indossare, e altri che con il passare degli anni sono rimasti gli stessi ma hanno cambiato nome.
Sono troppo grande per portare i capelli lunghi e evitare l'effetto Romina Power.
Non sono mai "la più giovane" da nessuna parte.
Quando sono nata c'era ancora Elvis.

Koi
Ps. Stasera serata giovane: aperitivo con amici e amiche, vecchi e nuovi. Drink, stuzzichini, il pollo più buono che la storia ricordi, chiacchiere e bancariello di gioielli.
M si è comprata un bracciale Koi (carpa in giapponese).
"Il koi - recita il biglietto - è un pesce che nuota controcorrente. E' un simbolo di fortuna e forza, saggezza e umiltà, perseveranza e coraggio di affrontare le avversità".
M non è sicura di avere tutte queste virtù, ma le sembra che la ragazza (non signora) che li crea le abbia e forse indossandone uno, qualcosa trasmetterà anche a lei.


Lokki & Koi
www.koi-ml.it

lunedì 4 luglio 2011

Il corpo e la mente

Il corpo è tornato in ufficio. Dopo la piscina, stamattina è passato ai tornelli, si è seduto alla scrivania, ha letto la posta arrivata negli ultimi giorni e ne ha cestinato la maggior parte, dando come sempre la priorità alle mail personali rispetto a quelle lavorative. Ha chiacchierato con le compagne di stanza, ha chiesto novità, ha ascoltato storie e aggiornamenti. Ha salutato colleghi e capi, è andato a fare colazione alla macchinetta con la collega trimamma, ne ha ascoltato i racconti mangiando un ventaglio e bevendo un cappuccino liofilizzato. Verso le 13.15 è salito in mensa, ha scelto il pranzo, ha mangiato, è tornato alla scrivania e ha lavorato spalla a spalla con il colleghino a un infinito quanto inutile database.
Alle 18 è uscito, è salito sul motorino ed è andato a trovare mmm.

La mente è rimasta in qualche caletta della S.
C'è chi giura di averla vista sott'acqua spiare i pesci che nuotano in branco o forse sul bagnasciuga ammirare quel mare così azzurro che l'occhio ci si perde dentro e non torna più in superficie. Alcuni dicono che vaghi tra i cespugli dell'isola che non c'è, l'amata C., tra i profumi di mirto e di sole. Altri sono certi di averla intravista in terrazza con un bicchiere accanto, affacciata a guardare giù la spiaggia, le barche, i gabbiani che volano lenti e che abbia provato a volare via anche lei.
C'è chi dice di averla trovata con un gelato in mano e i piedi a mollo, vagare su quella sabbia fatta di minuscoli sassolini solleticanti.

Non so se gli avvistamenti siano veri o fasulli. A quale credere e a quale non dare retta, fatto sta che la mente in ufficio proprio non s'è vista.

Ps. tra quattro giorni M rivedrà i nani e già sente forte l'emozione dell'incontro.

domenica 3 luglio 2011

L'amore non ha età

Lui è gentile, educato, sorridente. Ha i capelli chiari sbiaditi dal sole e i denti grandi, con lo spazio in mezzo. E' molto carino. Ogni tanto, quando è felice o emozionato batte le mani velocemente due, tre volte. La guarda, le sorride, le chiede quali sono i suoi gusti di gelato preferiti. E' un po' preoccupato al pensiero che lei partirà prima di lui, ma si lascia consolare dalla promessa che si rivedranno in agosto, dopo la montagna. Gioca in una squadra di calcio, in attacco. La mattina le bussa in camera per salutarla un'altra volta e assicurarsi che si vedranno dopo per cena. E' dolce e mette in mostra tutte le sue doti davanti a lei "tu lo sia fare questo?" e fa una capriola mezza storta nell'acqua. "E questo lo sai fare?" e cammina dritto come un soldatino. Ha sette anni, un principio di eritema sulle guance e si è innamorato di M. Cerca di prenderla in braccio, le salta al collo, le fa i massaggini sulle spalle e il solletico sui fianchi.
M sorride e si lascia corteggiare, immersa fin sopra i capelli nella nostalgia dei nani che non vede da ormai una settimana e che in questa settimana probabilmente l'hanno dimenticata, visto che non hanno mai chiesto di lei.

Siamo tornati a casa. Abbiamo disfatto le valigie, mandato una lavatrice e steso il bucato. La casa è silenziosa, il frigorifero vuoto e siamo usciti a mangiare una pizza. M ha realizzato che le partenze non sono più disperate come un tempo, quando quello che avevamo cominciato ad amare eravamo costretti a lasciarlo lì. Adesso le partenze sono più dolci e meno tristi, perchè quello che conta lo portiamo con noi a casa.

Ps. In S. si fanno molti incontri di vario tipo. Può succedere di conoscere un bambino di sette anni e di farlo innamorare e può succedere anche di incontrare più o meno spaventose specie di animali e di scappare a gambe levate. Eccone due incontrate da M a distanza di poche ore l'una dall'altro.
La biscia

Il biscione