mercoledì 30 novembre 2011

Un treno per l'eternità

"Mi scusi, posso?"
"Sì certo si accomodi.. aspetti che le libero il posto..tolgo tutto.. mi scusi.."
"..no guardi non si preoccupi..in realtà non sarebbe nemmeno il mio posto.."
"Ah no?"
"No"
"Ah"
"In realtà a dire il vero non sarebbe nemmeno il mio treno.."
"Ah..davvero?"
"Già.."
"Questo va a Roma.. lei dove doveva andare?"
"No no.. a Roma certo..solo tra un'ora.."
"Ah ho capito..va bene ma si accomodi.."
"Grazie.."
"Posso dirle un segreto?"
"..."
"Questo non sarebbe nemmeno il mio posto.. io starei lì al 26, ma preferisco questo a un posto solo..è più comodo"

"Sì certo."
"Però, a differenza sua, questo è decisamente il mio treno."

Oggi M è andata in trasferta a Milano. E' stata sei ore in treno e un'ora a un'inutile presentazione spacciata per corso. Però ha affidato il nano e il suo corso di nuoto a NonnaG, ha viaggiato in prima classe, ha usufruito per 6 ore della connessione wi fi di Trenitalia, ha mangiato dolce all'andata e salato al ritorno, ha fatto acquisti online, ha bevuto il tè, ha chattato con l'amica della macchinetta, con H e con qualcun altro. Ha sentito amiche di vecchia data per telefono, ha apprezzato la pulizia dei treni e la gentilezza e educazione dei suoi partner di viaggio e al ritorno è riuscita a salire in corsa sul treno che partiva un'ora prima del suo.
Tutto perfetto. Peccato solo per l'alta velocità, perchè M su quel treno coccolata, servita e riverita ci sarebbe rimasta volentieri qualche giorno..

martedì 29 novembre 2011

Programma interrotto

Interno sera.
A casa.
Bambini in pigiama, profumati di bagnetto, seduti a tavola.
Silenzio celestiale.
Una specie di cena preparata dalla muta Mar su input di H che agiva per input di M.
"Mamma, vuoi sentire il programma di stasera?"
"Sì certo, c'è un programma?"
"Sì.."
"Sentiamo.."
"Adesso mangiamo tuuuutta la cena, composti"
"Ok bene"
"Poi vediamo un po' cartunito, fino alla fine del camioncino ciak, tutti e due no solo uno però"
"..mmm..ok.."
"Poi giochiamo un po' e tu giochi con noi.."
"Ma sono troppe cose ed è già tardi.."
"Poi.."
"No! Poi non c'è più tempo per fare niente.. ci si lava i denti, si fa la pipì, e si fila a letto!"

"Ah peccato.. perchè dopo in programma c'era che pomiciavamo un pò".
Porco mondo mi ha fregato anche stavolta.

lunedì 28 novembre 2011

2 biglietti + 1 giacca = x

M ha ottenuto i biglietti per andare a vedere il più grande spettacolo dopo il weekend lunedì 5 dicembre.
Quindi nella serata in cui il mezzonano compirà i suoi primi tre anni di vita, dopo l'ufficio senza nemmeno ripassare dal via per non dargli false speranze, da vera madre snaturata qual è, si avvierà con H al teatro 5 di Cinecittà.
La serata si prospetta molto interessante perchè a parte Lorenzo, motivo scatenante della richiesta dei biglietti al Dir, pare che intreverrano anche Benigni e JLo. E finalmente M potrà constatare se il famoso lato B della latino americana sia effettivamente più grande del proprio o se, come al solito non sia tutta colpa del televisore sedici noni.
Il Dir quando M si era presentata umilmente al suo cospetto per la richiesta le aveva strappato la promessa di un bacio dietro l'orecchio, ma poi si dimostrò persona degna di stima quando, una volta ottenuti i biglietti le disse "visto gli ospiti previsti, facciamo tutto un conto che un bacio dietro l'orecchio non basta".

M si era limitata a sorridere.
H era entusiasta per lo spettacolo.

Dopo qualche giorno il Dir era passato a trovarla in stanza per proporle di uscire insieme  a fare shopping perchè voleva regalarle una giacca a vento bianca che aveva visto in una vetrina.
Tornata a casa, dopo cena.
"Oggi il Dir mi ha proposto di accompagnarlo a fare shopping"
"Ah.."
"Voleva regalarmi una giacca imbottita bianca.. ma non ci sono andata ovviamente che già il debito dei biglietti mi pesa a bestia..figurati se mi regala una giacca"
"Vabbè ma potevi andare a vedere.."
"Ma come?? Lui già ha detto che un bacio per i biglietti non basta, che facciamo tutto un conto..mi faccio regalare anche una giacca? E la mia etica?"
"Vabbè ma non sai nemmeno com'era sta giacca.."

domenica 27 novembre 2011

Nubilato, addio

Quando è toccato a me con poche care amiche di lunga e media data siamo andate a Ponza per una giornata. Il nano aveva nove mesi ed era la prima volta che mi allontavo da lui per un giorno intero. Allattavo ancora, da mesi visibilmente da una tetta sola, che aveva raggiunto dimensioni del tutto sporporzionate rispetto all'altra. Era il 23 giugno, l'acqua del mare era fredda, il cielo un po' velato. Affittammo un barchino e ci facemmo bagni, chiacchiere, confessioni, scorpacciate di cibi ipercalorici e un sacco di risate.

Quando toccò a MK, lei non era ancora mamma, io ero all'ottavo mese di pancia del nano (e non sapevo che avrei partorito di lì a cinque giorni, con un mese di anticipo) e andammo in una spa a farci coccolare un po'. Mi ricordo che c'era una piscina e che io ne approfittai per nuotare, che ci prendemmo un tè a bordo vasca e che mentre le altre si rilassavano con massaggi e cure di bellezza io, che nel mio stato non potevo fare quasi niente, mi dedicai alla cura maniacale delle mani e dei piedi e alla pulizia del viso in una stanza semibuia con un sottofondo di musica ambient, in pieno relax.

Quando toccò alla Cate, noi amiche le organizzammo una giornata speciale, le cui attività resteranno per sempre impresse in un video esilarante. Nell'ordine la Cate dovette lavare i vetri a un semaforo di una via molto trafficata; cantare con un ambulante e chiedere le elemosina; girare con un cuscino di quelli che fanno il rumore delle puzze e sedercisi sopra in mezzo a sconosciuti, seduti ai tavolini dei bar, sulle panchine, all'edicola; entrare in un negozio di abbigliamento intimo e far tirare fuori alla commessa la lingerie più assurda e imbarazzante che avesse e passeggiare per un quartiere molto frequentato vestita con un improbabile costume da principessa fucsia, la bacchetta magica in mano, la corona in testa e dei barattoli (vuoti) di piselli  legati dietro.

Ieri è toccato alla Bene. Sarà che le spa e i massaggi ormai sono scontati, sarà che è inverno e la gita a Ponza non era appropriata, sarà che la Cate non c'era e non ha potuto vendicarsi dei torti subiti, ma, dopo aver firmato il foglio per lo scarico delle responsabilità in caso di incidente, ci siamo ritrovate nell'ordine:
a costruire con rami e corde una "A" che la Bene avrebbe dovuto usare a mo' di trampoli trascinata in lungo e in largo su un sentiero di birilli;
a cercare, munite di rilevatori gps, dieci nastri nascosti in un campo senza limiti e confini, sotto un sole che ci ha fatto rimpiangere Ponza;
a guidare bendate un Hummer, affidandoci solo alle indicazioni delle compagne di squadra;
a sparare contro un bersaglio con un fucile M16 in tutto identico a quello in dotazione all'esercito italiano, compreso il peso;
ad arrampicarci, con imbracatura e caschetto di sicurezza, su una parete perpendicolare al terreno, alta circa dieci metri.

In questa escalation di resistenza fisica, coraggio, abilità atletiche e noncuranza del pericolo, M sopravvissuta alla giornata "Donna Avventura", sta già pensando con preoccupazione al prossimo addio al nubilato previsto a giugno.

Ps. il ponte tibetano è stato sostituito all'ultimo momento dalla parete da scalare, per cambio di location last minute. E mai sapremo se è stato meglio così.

giovedì 24 novembre 2011

Un buon inizio

Stamattina alle 8.30 M si è presentata davanti alla porta ancora chiusa della segreteria della scuola scelta per le elementari del nano.
Era la seconda in fila.
Quando è toccato a lei, ha realizzato che la lettera di richiesta di iscrizione veniva controllata seduta stante e letta rigo per rigo.
"Qui leggo che chiede l'ammissione della domanda, ma non leggo a quale anno"
"Bè.. alla Scuola Primaria c'è scritto qui.."
"Signora la Scuola Primaria dura cinque anni, lo sa?"
"Sì certo, ha ragione.. al primo"
"E da cosa dobbiamo dedurlo?"
"..."
"E ha portato i documenti che attestano la frequenza dei corsi che ha inserito?"
"Sì sì certo eccoli.."
"Bene"
"E la lettera di presentazione della scuola materna di provenienza?"
"Sì certo tenga.."
"Senta signora Lei può fare due cose: la prima è aggiungere l'informazione a penna e consegnarla così.. corretta. La seconda è che la riscrive al computer tutta beeeella ordinaaata e la riporta qui"
"Ok, ho capito ritorno più tardi"
"Come preferisce lei, siamo aperti fino alle dieci"

M è andata in ufficio ha corretto la lettera l'ha stampata beeella e ordinaaata e si è ripresentata davanti alla porta aperta della segreteria.
Era la ventesima in fila.
Quando è toccato a lei la signora della segreteria l'ha riconosciuta subito
"Vediamo le correzioni..."
"Sì qui ho specificato il primo anno della scuola primaria.."
"Sì lo vedo..ma signora..è la prima elementare.."
"Sì.."
"E magari avrebbe dovuto scrivere Annno SCOLASTICO 2012-2013 e non Anno ACCADEMICO..che dice?"
"..sì..torno in ufficio e la correggo.."
"No no lasci stare, può bastare così"
"..."
"Va bene signora abbiamo finito, le risposte ad aprile. Arrivederci".

Sarà stato per le innumerevoli volte che si è sentta chiamare "signora", sarà stato per l'imperdonabile errore di aver scritto accademico al posto di scolastico, sarà stato per il senso di colpa, per la fila infinita, per il ritardo in ufficio, per il caldo nel piumino e nella sciarpa perfettamente indossati per tutto il tempo, ma M è uscita dalla scuola umile, sconsolata, sudata e certa che per la risposta non servirà aspettare aprile.

mercoledì 23 novembre 2011

Santissimo Savonarola

Illustrissimo Rettore,
Le scriviamo per chiederLe di accettare l'iscrizione del nostro nano primogenito alla Scuola da Lei diretta. Non conosciamo nessuna Alta Carica dello Stato, non abbiamo parenti Ammiragli, né amici Cardinali. Nella nostra famiglia non vantiamo la presenza di professori universitari, di economisti di fama internazionale, di imprenditori con la I maiuscola e di rappresentanti dell'Arma.
Il nostro nano pur avendo nei suoi miseri cinque anni di vita frequentato due corsi di nuoto, due corsi di inglese a casa e uno a scuola, un corso di musica e un corso di minibasket non ha finora dimostrato doti di eccellenza né si è distinto per particolari capacità.
Abbiamo scelto la Suola che Lei dirige, non soltanto per l'ottima reputazione che la precede, per le divise, personalmente molto gradite, per la Struttura imponente e rigorosa e per la presenza di Angeli Custodi chiamati Educatori, quanto piuttosto perché è l'unica che prevede un orario di uscita compatibile con i nostri orari di lavoro full time e con l'orario di uscita da scuola del nostro secondogenito mezzonano.

In attesa di un Suo gentile riscontro Le inviamo cordiali saluti, Le lasciamo tutti i nostri recapiti e alleghiamo alla presente attestati brevetti lettere di presentazione delle maestre della scuola materna, la mia laurea, il battesimo di volo del nano, un disegno del mezzonano e la ricetta segreta della pastiera napoletana della NonnaG.

Domani mattina M consegnerà la lettera di iscrizione per l'anno prossimo alla scuola elementare del nano. La lettera non sarà questa, anche se è proprio questo il testo che M avrebbe voluto scrivere.

martedì 22 novembre 2011

Una specie di soldato

M è addestrata dalla nascita a vivere con disciplina e con senso del dovere.
Se prende un impegno, lo porta a termine con ostinata determinazione.
Se ha un nemico, lo combatte per tutta la vita.
Se ha una missione da compiere, non ha pace fino a quando non l'ha conclusa.
Se ha una battaglia da affrontare, ci si butta con tutta se stessa.
Non  capisce la sciatteria, non sopporta l'approssimazione, non concepisce l'abbandono.
A scuola è stata sempre brava, diligente, attenta.
Mai una materia a settembre, mai una nota di demerito.
Mai un giorno di "sega".
All'università non un mese fuori corso. E dopo due mesi aveva già trovato il primo impiego anche se aveva 23 anni e non le piaceva per niente.
E' fatta così, non può farci niente.
Non è per lei un vanto, come non è una vergogna.
E' uno stato di fatto.
Fino a stamattina M era convinta che questo suo modo di essere, fosse invisibile agli altri. Impercettibile.
Nello spogliatoio della piscina dopo la lezione, mentre velocissima e instancabile cercava di battere l'imbattuto record personale dei 27 minuti per uscre dalla vasca, entrare nella doccia, lavarsi (shampo e balsamo compresi), asciugarsi (capelli compresi), incremarsi, vestirsi, truccarsi e dirigersi in ufficio, chiacchierando con compagnadicorso, ha capito che si sbagliava.
"Io vengo anche domani a pinnato"
"Ah io penso di no.."
"Dai vieni è divertente.."
"Sì ma mi fa fatica..di nuovo domani nuoto.. doccia.. shampo.. già è tanto quando riesco a venire due volte.."
"Ah io sto venendo sempre tre volte, ormai sono programmata così"
"Sì l'ho capito, sei una specie di soldato te.."

lunedì 21 novembre 2011

Cose da maschi e una postilla

Venerdì pomeriggio all'uscita di scuola M ha incontrato emme, una mamma di scuola (oltre che MdVR).

emme le ha raccontato di aver visto il nano all'uscita di scuola, prima che lei arrivasse, baciarsi con una compagna di classe dai capelli rossi, "baci veri" ha precisato emme.

Tornati a casa con malcelata noncuranza, M  ha chiesto dettagli al nano, solitamente restio a qualsivoglia racconto per natura e omertà, ma nel frangente stranamente propenso alla risposta.
M ha così scoperto che il nano si è fidanzato con la compagna dai capelli rossi, che quando si salutano all'uscita si baciano,
"Dove?" ha chiesto M
"A scuola mamma" ha risposto lui seccato
"No ma volevo sapere dove vi baciate, che ne so sulle guance.."
"Ma quali guance mamma siamo fidanzati..i fidanzati si baciano sulla bocca no?"
"Sì credo di sì.."
e ha ingoiato il rospo.

H, silenzioso spettatore di questo timido interrogatorio, malsimulava indifferenza.
"Si può vedere questa ragazza?"
"Sì ecco nella foto di classe dell'anno scorso.. non è venuta benissimo..è questa" indicava M.
"Ah. Bè puoi fare di meglio..ma come nave scuola va bene qualunque ragazza e dimmi amore hai anche sravanato?"

No, il nano non aveva anche sravanato e menomale perché stamattina M trovava nella posta una mail della mamma della compagna dai capelli rossi che, ignara del  pomicio e del mancato sravanamento, recitava così:
"Mia figlia ha 39,5. Si sospetta varicella. Saluti a tutti".

Ecco M avrebbe voluto in quel momento avere di fronte H per potergli chiedere se si poteva aggiungere alla teoria della nave scuola "va bene qualsiasi ragazza" la postilla "purchè esente da malattie contagiose".

domenica 20 novembre 2011

Prima il dovere poi il piacere

"Che cosa stai scrivendo mamma?"
"Ancora niente, volevo scrivere una storiella su te e tuo fratello ma non ho ancora iniziato.."
"Allora te la dico io.."
"Ok, facciamo così tu detti e io scrivo"
"Allora scrivi che siamo belli"
"Ok"
"Poi metti che siamo bravi e che ci diamo i baci"
"Ok.. fatto"
"Che ci diamo gli abbracci e che stiamo sempre insieme"
"Ok.."
""Stai scrivendo tutto?"
"Sì.."
"Ammazza quanto scrivi, è molto lunga questa storia"
"No non è molto lunga, ho quasi finito.."
"Ok allora quando finisci dimmelo"
"Ecco ho finito."
"Bene adesso che hai finito con questa cosa su di noi, scrivi una storia di Goldrake".

giovedì 17 novembre 2011

M e la teoria del club sandwich

M lavora a tempo pieno da dodici anni.
Ha sempre pensato che il lavoro, per il semplice fatto che occupasse la maggior parte delle sue giornate, fosse il suo principale impegno.
L'equazione era:
se lavoro = circa 10 ore al giorno;
e se tempo da svegli = circa 14 ore;
e se 2 ore = pasti+cura corpo (doccia shampoo trucco strucco ceretta)
restano solo 2 ore per il tempo libero (sport, libri, cinema, amici, telefonate..).

Questo era valido prima che M avesse i nani.
Alla loro nascita M ha pensato che il tempo per lei (sport, libri, cinema, amici, telefonate..) fosse finito e che fosse finito anche quello per pasti+cura corpo (doccia shampoo trucco strucco ceretta). Che il tempo per il lavoro si sarebbe ridotto un pochino, che quello per dormire si sarebbe ridotto parecchio e che il tempo per i nani si sarebbe espanso a macchia d'olio e avrebbe assorbito tutto il resto.

E così sarebbe stato e così è stato in effetti per qualche tempo, fino a quando M non ha elaborato la teoria del Club Sandwich, detta anche teoria a strati.
La teoria è la seguente:
aggiungendo ingredienti gustosi e saporiti al solito triste sandwich, non sembrerà più di mangiare lo stesso panino tutti i giorni.

E così senza interferire sugli orari di veglia e di sonno, M ha inserito ingredienti sopra e sotto l'ingrediente principale (il lavoro) del suo panino, trasformandolo in un appetitoso club sandwich.

Il lavoro pur occupando sempre lo stesso lasso di tempo, è diventato più gradevole.
Ecco come funziona:
ore 7.00 sveglia
ore 8.00 nuoto
ore 9.35 ufficio
ore 13.30 pranzo (in ufficio)
18.30-19.00 uscita e rientro a casa
ore 19.30 cena con i nani e H
ore 20.00 giochi e letture
ore 20.45 nanna nani
ore 21.00 a scelta uscita (con amiche/i o con H) oppure casa per film, romanzi, H, serie al pc.
A seguire, l'erba.
ore 23.30-24.00 buonanotte.

In questo modo M mangia sempre lo stesso ingrediente fondamentale (lavoro) ma condito con salse (sport), verdure (uscite), pane (film, libri), formaggio (altro), le sembra molto più buono.

mercoledì 16 novembre 2011

Contagion

Qualche tempo fa M scriveva della sua preoccupazione per il mezzonano che stava attraversando una fase critica di perdita di identità. Non era ancora "grande" ma non era più "piccolo", cominciava ad essere preso in considerazione dal fratello, ma solo nella loro intimità domestica e in assenza degli amici. Aveva levato il pannolino, cominciato la scuola materna, conquistato alcune delle consonanti mancanti, era passato dal lettino con le sbarre al letto normale. Insomma aveva affrrontato tutti insieme una serie di importanti passaggi, inesorabili e destabilizzanti.

Ieri sera a tavola, il mezzonano ha dato prova di una identità ritrovata, spavalda e sicura e M può dichiarare senza ombra di dubbio che la fase critica è ormai alle spalle.

"Mamma tu vai a 'cuola?"
"No, io vado in uffico, io lavoro, ma quando ero piccola sì andavo a scuola"
"Piccola come?"
"Piccola come te e tuo fratello e anche quando ero un po' più grande di voi. Sono andata a scuola per tantissimo tempo. Lo sai no che io sono stata una bambina come voi.."
"...e come ti chiamavi?"
"..come mi chiamavo?"
"Sì' da piccola come ti chiamavi?"
"..."
"Maria Vittoria?" (nome di un'amichetta sua coetanea a cui abbiamo fatto visita sabato sera)
"No, io mi chiamavo sempre M, il nome resta lo stesso, non si cambia nome quando si diventa grandi"
"Sì inveze"
"Ah e tu da grande come ti chiamerai?"
"Actarus".

martedì 15 novembre 2011

Una questione di misure

Lo shopping online sta a M come le galatine a Nanni Moretti, i furti a Robin Hood, lo shopping alla Kinsella.
Ma c'è una cosa che più di tutte esalta M: partecipare a un'asta di ebay e possibilmente uscirne vincitrice.
Non sempre è possibile come quella volta che si contese al'ultimo secondo l'astronave elettrica di Little Einstein a mezzanotte di un giorno vicino a natale.
A volte invece è possibile come quella volta in cui si aggiudicò per una cifra esorbitante una marmitta nuova per la moto vecchia di H.
Alcune volte è scontato.
Qualche giorno fa M si è aggiudicata, senza molto brivido perché unica aspirante, tre astronavine di Mazinga in tre diverse aste dello stesso venditore, che scadevano contemporaneamente. Per una cifra irrisoria, di quelle che sono di gran lunga inferiori alle spese di spedizione.
Senza nascondere la propria fierezza, la mattina dopo mostrando a ME le tre astornavine, M veniva sorpresa da una domanda inaspettata: "Ma quanto sono grandi?"
In effetti nelle foto non si potevano capire le dimensioni perché non c'era un termine di paragone e nelle descrizioni nessun cenno era fatto alle misure.
M però era fiduciosa perché, se non altro per questioni di sicurezza, in mente sua un gioco per un bambino non poteva essere tanto piccolo.

Stasera arrivata a casa ha visto una busta da lettere sulla libreria in ingresso.
Ha tastato con mano la busta e ha sentito che dentro c'era qualcosina. E ha capito.
Si è chiusa in bagno, al riparo dai nani, e ha aperto la busta pensando che dentro ci fosse una delle tre astronavine.
Invece c'erano tutte e tre.
Piccole.
Minuscole.
Che entrerebbero nel guscio di una noce.
Nella serratura di una chiave.
In una finestrella del calendario dell'avvento.
Nell'asola di un bottone.
Pericolosissime come un acino di uva, un sassolino della ghiaia, la testa di un chupa chups consumato.

Non sempre contano, ma a volte le misure possono fare la differenza.

lunedì 14 novembre 2011

Il prezzo di M

TOC TOC


"Posso entrare?"
"Certo.. entra accomodati..che sorpresa!"
"Grazie.."
"Cosa ti spinge a venire qui?"
"Bè sì in effetti vorrei..vorrei chiederti un favore"
"Tu? Un favore?"
"Sì"
"Sentiamo.."
"Bè volevo sapere se puoi procurarmi due biglietti per assistere al programma di Fiorello il 5 dicembre..sarebbe l'ultima puntata.."
"Ah.. è difficilissimo sai..tutti li vogliono"
"Immagino..ma forse tu.."
"E per chi sarebbe il secondo biglietto?"
"Per H"
"Io odio H"
"..ma non lo conosci.."
"Lo odio lo stesso"
"..."
"Va bene provo a fare qualcosa per te"
"Grazie!"
"E..tu cosa mi dai in cambio?"
"..non saprei.."
"Un bacio?"
"..."
"Dai.. un bacio, non sulla guancia però.. qui dietro l'orecchio"
"Ah..bè poi magari vediamo.."
"Ok"
"Grazie".


Oggi M ha saputo che il 5 dicembre Lorenzo sarà ospite al programma in questione e non ha resistito. E' passata sopra a (quasi) tutti i suoi principi ed è andata dal suo Dir a chiedere un favore. Lei che non ha mai chiesto niente a nessuno. Lei che odia il pensiero di essere in debito con qualcuno. Lei che si considera integerrima e inflessibile come Jeeg Robot d'acciaio, si è umilmente recata nella stanza del suo Dir per chiedere un favore.
E soprattutto si è resa disponibile a un baratto, assecondando il di lui pensiero, da lei sempre aborrito, che tutti abbiamo un prezzo, basta solo scoprire quale.

domenica 13 novembre 2011

Cronaca di un weekend in apnea

E' ancora novembre.
M ha affrontato le attività di questo fine settimana come in apnea.
Colpita da un terribile raffreddore di natura probabilmente allergica (nei confronti del fine settimana stesso), ha vissuto questi due giorni senza respirare.
Il naso chiuso  è per M  motivo di grande malessere e di disagio sociale, nonché di deformazione fisica: il viso di M raffreddata tende e a somigliare a quello della sua nonna paterna con occhi piccoli, naso grande e faccia vuota.
M quando è raffreddata è brutta nervosa irascibile e asociale.

Con occhi arrossati e perennemente lacrimevoli, dopo aver cercato il mazinghino del mezzonano e averlo trovato, ha portato i nani su PdM sabato mattina a guardare per ore senza vergogna né tregua la gru che portava l'omino sotto il ponte e poi lo riportava su. A ora di pranzo ha preparato la carbonara per i maschi, ha cercato il mazinghino del mezzonano, l'ha trovato, ha dormito nel pomeriggio il sonno dei giusti. Ha onorato l'invito a "cena" dall'amica delle colazioni alla macchinetta, sabato sera, ricevendo attestati di compassionevole stima per essere andata "in queste condizioni" (ed era anche inutilmente truccata).

Domenica mattina ha cercato il mazinghino del mezzonano, l'ha trovato, ha portato con H i nani al settimanale incontro con i cuginetti fuori dal Masix, coperta da quattro strati di diversi tessuti grigi (cotone acrilico misto lana e lana) incurante dei 25 gradi primaverili. A ora di pranzo, dopo aver cercato e trovato il mazinghino del mezzonano, ha cucinato pasta al pesto per i maschi, ha accompagnato all'appartamento dello zio matto il collega candidato inquilino a vedere la stanza, ha invitato ME e lo sdentato a prendere il tè, ha assistito i nani per il bagnetto e per la "cena" a base di hot dog e prima di metterli a letto ha dovuto cercare e trovare il mazinghino del mezzonano.

Il tutto con l'aiuto di quattro pasticconi di paracetamolo effervescente, un antistaminico, cioccolata a gogo, due stecche di fazzoletti e H.

giovedì 10 novembre 2011

Una carezza in un pugno

Dicono esista un telefilm che insegna a decifrare il linguaggio del corpo. Che se uno mentre racconta un fatto guarda in alto a destra mente, in basso a sinistra sta omettendo qualcosa, etc.

M la tele non la frequenta molto se non in maniera coatta per vedere i dvd di Goldrake, e non ha visto il telefilm in questione, ma anni fa fece un corso in cui le dissero che il corpo parlava, a nostra insaputa, sputtanandoci a volte.
Che dai movimenti del corpo si potevano capire tante cose. La chiusura (braccia conserte), la fiducia (braccia lungo i fianchi), la diffidenza (braccia dietro la schiena), l'imbarazzo (dondolio sulle gambe), l'impazienza (morso alle labbra, movimenti convulsivi e ripetuti).
M alcuni linguaggi li aveva capiti anche prima del corso: lo sbadiglio indica noia (o fame), per nervosismo si mangiano le unghie, quando ci si contorce come uno straccio strizzato e si suda, si ha un bisogno impellente di un bagno.

Qualche sera fa M è rientrata a casa nel pieno di una discussione animata H - Nano perché il nano durante la lezione casalinga di inglese, aveva tenuto le cuffie per vedere i video di Goldrake sull'ipod.
M che alle discussioni animate preferisce sempre il dialogo ha preso una seggiolina e si è seduta accanto al nano.
"E' vero quello che dice il babbo? Hai tenuto le cuffie per tutta la lezione di inglese?"
"Eh sì perché tanto sentivo lo stesso..."
"Ma come facevi a sentire lo stesso con le cuffie?"
Sienzio
"Nano ma lo capisci che non puoi fare sempre di testa tua?"
Silenzio
"Sei contento di essere birichino, di vederci sempre arrabbiati?"
"No"
"E allora perché fai il disubbidiente, preferisci che pensiamo che sei un bambino cattivo?" ha chiesto M allungando una mano sulla sua testa.
"Tanto lo so che non sono cattivo"
Ah"
"Sì perché tu mi dici che sono bello, me lo dici tutti i giorni!"
"Ma che c'entra la bellezza con la cattiveria..guarda che essere bello non vuol mica dire essere buono..esistono tanti belli che sono cattivi.." (e M avrebbe a questo punto potuto stilare un elenco alquanto corposo)"
"Sì, ma io lo so che non sono cattivo e disubbidiente, che io per te sono bravo"
"E come lo sai?"
"Bé perché te mi hai fatto una carezza prima, qui sui capelli e allora vuol dire che sono bravo".

Il nano non vede il telefilm di cui sopra perché per lui esiste solo Goldrake, che M sappia non ha al momento frequentato alcun corso sul linguaggio del corpo, ma dall'alto dei suoi cinque anni ha insegnato a M che parole e gesti dovrebbero mandare lo stesso messaggio.

Ps. per chi fosse interessato, il telefilm è "Lie to me", ma non ditelo al nano.

mercoledì 9 novembre 2011

Un regalo ancora più gradito

Qualche giorno fa M scriveva di quanto sia difficile-tendente all'impossibile fare un regalo gradito ai Nonni, in occasione dell'ultimo fatto (su richiesta), rimbalzato e rispedito al mittente nel giro di poche ore.

A qualcuno è andata peggio.

Due settimane fa la NonnaG era a casa. Aprendo un armadio adibito allo "stiro", vi trovava una busta di plastica contenente un disordinato e ingombrante involucro di carta da imballo (quella con i pallini per capirci), con una etichetta e una coccarda rossa, anch'essa disordinata e in plastica, lo levava dall'armadio per far posto allo "stiro" e lo lasciava su una sedia, pensando di chiedere lumi all'Arch prima di buttarlo.

Il giorno dopo l'Arch apriva lo stesso armadio dello "stiro" e non trovandovi più la busta, chiedeva alla NonnaG dove fosse finita.

"Uh..hai ragione, l'ho levata io ieri e l'ho lasciata sulla sedia.. ti volevo chiedere se potevo buttarla o se volevamo conservare la carta con i pallini che non si sa mai, ma me ne sono dimenticata e credo che Santa Agnese l'abbia buttata stamattina con la spazzatura".
"..buttata con la spazzatura?"
"Sì credo..era tutta plastica.."
"Era il tuo regalo di natale".

In ogni caso prima o dopo, qualunque cosa fosse, è lì che sarebbe finito ha pensato M dopo il racconto della rea confessa NonnaG.

martedì 8 novembre 2011

Novembre

Caro mese di novembre,
non mi sei mai piaciuto, te lo devo dire.
Dei dodici mesi dell'anno sei quello che meno gradisco.
Sei il mese grigio in cui piove di più, sei il mese delle giornate corte, e buie.
Mi dirai "Come dicembre!"
Eh no... perchè a dicembre c'è il natale, le luci, le vacanze, i regali, gli addobbi per le strade, il vischio e i baci sotto, le letterine a babbo natale e siamo tutti piu buoni, no decisamente non sei come dicembre.
Non mi sei mai piaciuto perchè inizi con la festa dei morti che come inizio non è il massimo diciamocelo e poi prosegui con un susseguirsi di giorni identici uno dopo l'altro.
Poi viene il 9, che nel mio calendario è il vero giorno dei morti, perchè nel 98 segnò la fine del mio fidanzamento storico con lo storico fidanzato. Che oggi sarebbe da considerare festa nazionale per tutto quello che è venuto dopo, ma allora non c'era molto festeggiare.
Poi il 25 che era il giorno dell'anniversario del fidanzamento storico con lo storico fidanzato e che per anni mi ha fatto sprofondare in depressioni e tristezze baglioniane da adolescente un po' datata.
E poi, caro novembre, sei il mese dei controlli medici, si va a tutto spiano dai dottori:
dal dentista per controllo e pulizia,
dal ginecologo per pap test,
a fare l'ecografia al seno perchè la prevenzione è importante e nella mia famiglia si è rivelata più di una volta fondamentale e salvifica,
dalla dermatologa a fare la mappa dei nei,
dal pediatra per controllare la crescita e lo stato di salute dei nani
e probabilmente andremmo anche dal veterinario se solo avessimo un cane da portarci.

No, non mi sei mai piaciuto. Soprattutto nel 2008, ottavo e ultimo mese della mia seconda gravidanza passato insonne, digiuna e con la schiena spezzata in due dal dolore.

Ma sai che ti dico? Non voglio essere prevenuta nei tuoi confronti e quest'anno ti chiedo  stupiscimi.

lunedì 7 novembre 2011

Vocali e consonanti

Al terzo anno di scuola materna (scuola dell'infanzia nel linguaggio attuale) il nano sta imparando l'alfabeto. Hanno iniziato dalle vocali.
La A di Amore.
La E di Elefante.
La I di "mamma c'è qualcosa che inizia con la I?"
LA O di Otto.
La U di Uva.

A casa l'altra sera H ha scritto in colonna su un foglio tutte le lettere dell'alfabeto e ha chiesto al nano di riscriverle in una colonna a fianco. Il nano, che quando mai si fa fregare, ha precisato che a scuola stanno imparando solo le vocali e si è limitato a scrivere accanto alle vocali di H, le sue.

M visibilmente estasiata da tanti progressi, ha cavalcato l'onda e ha cominciato a chiedere:
"M... come?"
"Amicodelcuore!"
"Bravo! E G come?"
"...Goldrake!"
"Perfetto! E L come?"
"Me!"
"Ma le sai tutte! E F come?"
"F come Mezzonano!"
"E S?"
"S come SSSScuola!"
"Bravissimo! E C?"
"C....non lo so"
"Cuore"
"Ah sì Cuore.."
"E ora attenzione una difficile la Q. La conosci la Q?"
"Sì..."
"Ah bravo e mi sai dire una parola che comincia con la Q?"
"..."

"Lo so è un po' difficile.. ma tu prova"
"Sì, però è una parola un po' brutta"
"Un po' brutta? Dai sentiamo"
"Q come Qulo che però non si dice."

domenica 6 novembre 2011

Un regalo gradito

Una delle cose più difficili al mondo, con le stesse probabilità di successo che si hanno di fare un 6 al superenalotto o di acquistare il biglietto vincente alla lotteria di capodanno è fare un regalo alla NonnaG e alla'Arch. Un regalo gradito.
M ha provato di tutto, un viaggio a Barcellona per un anniversario di matrimonio, oggetti di arredamento, opere d'arte, capi di abbigliamento, accessori.  Per avere più chance M è andata nei negozi che sono per loro un riferimento, pensando che potesse in qualche modo essere una garanzia di gradimento.
Ma ogni volta i regali di M non hanno avuto successo e sono stati cambiati. Tanto che un paio di natali fa M decise di regalare all'Arch un assegno circolare.

Quest'estate M per i compleanni dei Nonni non aveva avuto tempo e modo di trovare qualcosa di adatto e aveva rimandato a momenti migliori.

Poi al rientro dal mare a NonnaG aveva manifestato il bisogno di arricchire il loro servizio di posate di acciaio dei primi anni settanta con nuovi pezzi. M aveva colto la palla al balzo e aveva iniziato una forsennata ricerca su internet per trovare l'introvabile servizio fuori catalogo da trenta anni e alla fine l'aveva trovato, forse un avanzo di magazzino, forse un puro miracolo. Per sicurezza l'aveva sottoposto all'attenzione del committente e lei, la NonnaG, davanti all'immagine sullo schermo quasi commossa aveva esclamato "(Carramba) sembra proprio lui!"
M soddisfatta dell'esito delle ricerche due settimane fa aveva acquiastato il servizio di posate, considerandosi una ragazza molto fortunata, aveva scelto una bella confezione regalo e l'aveva fatto recpitare all'indirizzo dei nonni.


Venerdì mattina M era in ufficio.
DRIIIN
"Pronto?"
"Pronto M sono 'Arch"
"Ciao Arch"
"Ciao ti disturbo? Puoi parlare?"
"No, non mi disturbi dimmi pure"
"Fanno schifo!"
"..."
"Fanno schifo! Sono lucide, orrende, dozzinali, non somigliano nemmeno lontanamente alle nostre. Dobbiamo assolutamente ripsedirle indietro.. mi dispiace darti questa incombenza ma ci puoi pensare tu?"
"Sì certo non c'è problema..ma non erano loro? La NonnaG aveva detto.."
"Fanno schifo ti dico!"
"Ok.. ok.."
"Grazie"

"Figurati, ciao"
"Ciao."


Oggi pomeriggio M ha preparato il pacco per la restituzione e domani le posate inizieranno il loro viaggio verso casa.
M sta già preparando, in sostituzione delle posate, un assegno circolare. Regalo gradito per antonomasia.

giovedì 3 novembre 2011

Pippa e le altre

Il 17 dicembre si sposerà un'amica del mare di M. Una delle amiche giovani, senza figli, che vanno in vacanza in coppia e cenano con le amiche ogni tre per due. Di quelle sorridenti, che amano gli animali, sempre pronte a dare una mano, che cucinano da dio e che risolvono ogni problema.

Le girls stanno organizzando un addio al nubilato come per ogni ragazza che si rispetti.
Siccome sono girls speciali e un po' fuori dal comune, non hanno pensato a una serata tra amiche, a un day spa o a una di quelle cose un po' sceme che si fanno in occasioni del genere. No, le girls fanno sul serio e hanno organizzato un week end fuori porta.

La mail di convocazione parla di un posto dove uno staff "accuratamente preparato" le attenderà per il programma donna avventura.
Il programma donna avventura prevede che tutte le girls, futura sposa in primis, sostengano delle prove di coraggio.

Alcuni esempi elencati nella mail:
guida bendata di un Hummer;
orientamento;
poligono di tiro;
ponte tibetano.

M, donna sì ma avventura un po' meno, pur lusingata di essere ancora considerata abbastanza giovane da poter partecipare a un addio al nubilato, ha manifestato qualche resistenza di fronte al programma.

MK si è tenuta sul vago non dando alcuna importanza alle prove, ma precisando che dei due fine settimana proposti soltanto in uno è disponibile, segretamente sperando in cuor suo che sia proprio quello il fine settimana scelto.

MC, mamma da pochi mesi, ha trovato la salvezza nei serrati ritmi di allattamento che non le permettono di passare la notte fuori e se l'è cavata alla grande.

C ha risposto entusiasta, manifestando qualche dubbio soltanto nei confronti della passeggiata a cavallo, che M non ha capito bene se fosse celata nella prova "orientamento" oppure nella prova "ponte tibetano", ma ha preferito comunque non indagare oltre.

La sorella della sposa si è meritata un dieci e lode con la seguente spavalda risposta: "Ciao a tutte, Pippa Middleton per sua sorella farebbe questo ed altro, quindi per me tutto ok".

M attende gli sviluppi della situazione e intanto domani si documeterà sul ponte tibetano, che la preoccupa un po'.

mercoledì 2 novembre 2011

Un bambino in prestito

DRIIIN
"Pronto?"
"Hello Mam (che M non ha ancora capito se sia Mam di madame o Mam di mamma)"
"Hello muta Mar"
"There is the lady with the cakes, she wants to talk to you"
"..."
"Pronto? sono la signoradelprimopiano"
"Ah sì ciao"
"Ciao, volevo prendere il mezzonano in prestito e portarlo con me a fare una lezione di prova di yoga per bambini"
"..."
"E' qui vicino nella palazzina di fronte"
"Ma.. non so..da solo..non vorrei che.."
"A me fa piacere, io sono innamorata di lui"
"Sì bè però da solo..."
"Scusa forse ho sbagliato mi faccio prendere dall'entusiasmo e non ragiono.."
"Ma no è un'idea carina.. non vorrei sembrare scortese, magari se potesse venire anche la muta Mar.."
"Sì ma certo che può venire!"
"Allora va bene se il mezzonano vuole venire, può venire accompagnato dalla muta Mar.."
"Ok grazie"
"Prego"


Il mezzonano è andato alla lezione di prova di yoga per bambini, ma non ne ha tratto giovamento, non ha voluto provare e dopo poco è voluto andare via. La signoradelprimopiano stasera ha suonato alla porta con i suoi occhi sorridenti e chiarissimi, si è sentita in dovere di scusarsi perchè non avendo bambini forse non si rende conto che una mamma potrebbe pensare che lei sia una serial killer.
M l'ha rincuorata, assicurandola di non averlo mai pensato.
La signoradelprimopiano le ha creduto, ha preso coraggio e ha ribadito: "io mi sono proprio innamorata del mezzonano quando mi abbraccia mi trasmette delle emozioni che mi restano addosso per due giorni, io non ho figli e mi serve un bambino per fare questo corso. Un adulto da solo non lo può frequentare. Vorrei che il mio bambino fosse il mezzonano".

M ha promesso che il prossimo mercoledì il mezzonano accompagnerà di nuovo la signoradelprimopiano alla lezione di yoga per bambini sotto il (semi) vigile sguardo della muta Mar e che se proprio il mezzonano confermasse il poco interesse per la disciplina, potrà andare di pomeriggio a preparare dolci dalla signoradelprimopiano che prima di andare via ha chiosato con un "comunque anche se non sono una serial killer io prima o poi il mezzonano lo rapisco" lasciando M un po' lusingata e un po' interdetta sulla porta di casa con la musica del dvd di Goldrake in sottofondo.

Ps stasera special thanks a emme per la spesa.

martedì 1 novembre 2011

Prove d'amore

Giovedì sera al quarto appuntamento delle MdVR, M ha realizzato, ascoltando le storie delle sue amiche, che esistono molti tipi di prove d'amore:
una borsa enorme carica di Baci Perugina spedita da una nazione all'altra d'Europa, appena conosciuti;
una lettera scritta a penna ogni giorno, recapitata da un postino con uno scooter giallo quando i cellulari non esistevano e le mail nemmeno;
un appuntamento telefonico settimanale la domenica mattina, con i telefoni a disco e "pronto chi parla";
un mazzo di rose lasciato al portiere dello stabile, con un romantico biglietto anonimo;
un'attesa di sedici anni prima di un invito per uscire;
una prima notte insieme, trascorsa a tenersi per mano;
un'agendina del primo anno di fidanzamento, conservata con cura, con segnati sopra i momenti salienti;
lunghe mail di riconciliazione e di amore scambiate dopo un'incomprensione;
una dichiarazione di serissimi intenti quando meno te l'aspetti, hai un asciugamano in testa e sei ingoffata in un accappatoio;
un trasferimento dalla Spagna all'Italia dopo dieci anni di lontananza che fa dimenticare solo chi non s'ama;
un cd di Battisti, sempre lo stesso, ascoltato più volte di seguito, che oggi solo a sentire le prime note viene il vomito;
un sofferto e un po' affollato amore universitario lungo dodici anni, iniziato per la sonorità di un nome, che ancora oggi ha il suo perché.

Queste sono le prove d'amore che le MdVR hanno ricordato insieme giovedì sera.
Oltre alle prove d'amore sono stati raccontati anche gli amori messi a dura prova. Ma di questo ne parliamo un'altra volta.
Forse.