giovedì 28 giugno 2012

Esteticamente

E' tempo di stagisti in ufficio.
Fino a poco tempo fa, M faceva parte del grupo dei "giovani", quelli che erano stati assunti per ultimi, quelli che avevano portato un vento di freschezza tra i polverosi corridoi del Palazzo.

Adesso M e i colleghi entrati con lei si sono impolverati un po' e sono entrate nuove risorse.

M ha la sua stagista, ME ne ha una tutta per sè e nelle ultime giornate si è presentato un nuovo collega proveniente da un altro settore aziendale, classe 1987 che abbandonato a se stesso senza scopo nè mansioni, gira ramingo per i corridoi in cerca di una faccia amica, un conforto, un parola di incoraggiamanto, forse anche una pacca sulla spalla.

Ieri mattina si è fermato nella stanza di M.

"Penso di essere stato molto fortunato a capitare qui nel vostro settore"
"Bene quindi sei contento.."
"Sì..mi sembrate tutti gentili su questo piano.. anche l'età media mi sembra più bassa in confronto al resto del Palazzo.."

"Non saprei..forse sì nella nostra direzione siamo un po' più giovani.."
"..e poi mi sembra.. che..non so come dire.. che questo piano anche a livello estetico sia migliore degli altri.."
"..grazie..mi stai facendo un complimento?"
"No..veramente no."
"..."
"Dico solo che è ristrutturato meglio, il legno, i soffitti..mi sembra messo meglio degli altri esteticamente.. sembra rinnovato da poco."


M non solo non fa più parte della schiera dei giovani, ma nemmeno in quella dei migliori esteticamente.

martedì 26 giugno 2012

La prima e l'ultima

Ieri pomeriggio M è andata alla riunione di condominio. Lei odia andare alle riunioni di condominio perché quando abitava nel suo monolocale aveva dei condomini terribili e le riunioni di condominio non finivano mai e quando finivano, a notte fonda, finivano male.

Da quando ha cambiato casa ed è venuta a vivere nel giardino di VR non era mai andata a una riunione di condominio fino a ieri. Il più delle volte aveva delegato l'amministratrice, qualche volte era andato H e all'ultima riunione di qualche settimana fa era stata rappresentata dall'Arch.

Ieri M non aveva potuto esimersi dall'andare perché c'era in ballo una votazione molto importante.

Le era arrivata voce che durante la precedente riunione l'Arch, che seppur sempre in buona fede ha a volte dei modi un po' concitati, avesse tenuto banco con soluzioni idee consigli il più delle volte non richiesti e voce piuttosto alta.

M non essendo mai andata prima non è conosciuta da tutto il condominio. Ci sono dei condomini che non sanno chi sia, che non l'hanno mai vista e che probabilmente ieri quando è entrata con qualche minuto di ritardo si sono chiesti "e questa qui chi caz'è?"

La riunione è stata pacifica e veloce. Tutti si sono messi d'accordo quasi unanimamente.

A conclusione dei lavori una signora che M non aveva mai visto ha chiesto dei dettagli all'amministratrice.
"Come si chiama la ditta?"
"E' la ditta consigliata dall'Arch"
"Quale Arch??? Non sarà mica quello che ha ristrutturato gli appartamenti nel nostro palazzo!"
"Bè gli appartamenti..i due appartamenti al secondo e al quarto piano.."
"Eh appunto lui no! Per carità!"
"..."

"Eh no, lui è quello che ha fatto i lavori alle finestre.. quello che le ha spostate indietro rovinando ben due facciate! Lui no!"

(occhi degli astanti imbarazzati puntati su M)
(occhi di M puntati sullo schermo spento del telefono)

"Anzi sai cosa facciamo mettiamo all'ordine del giorno della prossima riunione il ripristino delle finestre come erano prima."

La prima riunione di condominio di M è stata anche l'ultima.

lunedì 25 giugno 2012

La partita in tasca

M si ricorda quelle alla tele dei nonni nel soggiorno dove a Natale suo nonno faceva l'albero alto fino al soffitto con tutte le "palluccelle" di una vita attaccate ai rami e con le lucine. Si ricorda che faceva caldo, che il nonno era seduto sul divano in mezzo ai figli maschi e a tutti i nipoti. Si ricorda il silenzio nell'aria e l'improvviso scoppio di partecipazione urlata tutti insieme, o di delusione sospirata.

Si ricorda anche quelle viste al mare, nel salotto di sotto, quello grande con la tele nell'angolo. Gli zii impazziti  di gioia e i cuginetti che un po' capivano e molto no ma che comunque assistevano a queste serate universali e condivise.

Si ricorda quelle viste a casa del fidanzato storico, quella volta che la macchina del cugino serio decise di fermarsi e loro fecero l'autostop per arrivare in tempo. La città deserta, il classico silenzio dell'attesa di tutti davanti alla tele.

Si ricorda anche di qualcuna vista al bar della spiaggia di pomeriggio e di altre viste in ufficio, un occhio alla tele e uno al pc.

Ieri sera M e H hanno preso il treno delle otto per tornare a casa dal mare. Arrivati alla stazione la partita era iniziata da un quarto d'ora e M ha detto
"Prendi la partita e vedi come va.."
"E dove la prendo?"
"In tasca".

H ha tirato fuori l'iphone e sul tram che li riportava a casa si è guardato il primo tempo. Non c'è più la fretta di partire per non perdere il calcio di inizio, è rimasto il silenzio, la città deserta, il boato d'esultazione finale, l'ansia dei rigori, i clacson liberatori, ma la partita adesso ce la portiamo ovunque, in tasca.

domenica 24 giugno 2012

L'amica A

Ha i capelli ricci ma li porta stirati.
E' alta e forte come il nome che porta. Ha un sorriso incoraggiante e una risata travolgente e insolita. Chiacchiera volentieri e si confida anche se con M non si vedevano da decenni. 

Si fa chiamare "il mostro" dai nani e rotola con loro sulla sabbia. Fa la lotta si fa camminare sopra e spargere di sabbia ovunque, si lascia spingere e strattonare e quando loro impietosi e implacabili le chiedono "ancora ancora" lei ricomincia con lo stesso sorriso e la stessa energia.

Quando i nani la lasciano in pace e lei si gode il sole sul lettino, ferma tutti i venditori che si avvicendano sulla spiaggia e da ognuno compra qualcosa: gioielli etnici, vestiti colorati, scaccia pensieri, giornali con tutti gi inserti possibili, occhiali improbabili e cappelli giganti.
E' A un'amica del mare di M di quando erano piccole. Si sono ritrovate un paio di anni fa dopo venti di assenza. Ha una bellissima figlia di 11 anni che fa parte del gruppo delle ragazze del nano e un compagno  seminuovo affettuoso e gentile.

Alle spalle un matrimonio finito male, qualche black out, periodi difficili da far passare e medicine da non dimenticare.

Quando erano piccole facevano le pazze, i giretti con la bici, le verticali nell'acqua.
Oggi che sono grandi, sono vicine di ombrellone, chiacchierano e condividono qualche confidenza inaspettata e l'amica A anche senza giretti con la bici e verticali nell'acqua, è ancora pazza di quel tipo di pazzia che M predilige.

giovedì 21 giugno 2012

La collega Gy e la telecamera notturna

La collega Gy trasferitasi ormai da un paio di mesi nella stanza di M ha rotto il naturale silenzio del luogo con le sue innumerevoli domande.
Oggi:
"Ma tu riesci a staccarti da loro facilmente?"
"Intendi dai bambini?"
"Sì scusa sentivo che eri al telefono e dicevi che sono andati al mare.."
"Sì sono partiti oggi pomeriggio con i nonni"
"Ah e tu sei tranquilla?"
"Sì bé l'altra settimana siamo stati a Lampedusa.."
"Sì lo so.. io sai non riesco a staccarmi da mia figlia.."
"Che significa che non riesci a staccarti da tua figlia, sei qui no?"

"Sì ma non ho mai passato una notte lontana da lei"
"Ah"
"E a dire il vero ci sono delle cose che non può fare con nessuno a parte me"
"Tipo?"
"Il bagnetto, addormentarsi, prendere le medicine..nessuno lo può fare nemmeno mio marito"
"..."
"Lo so lo so che è una mia fissazione.. che lei non ne ha bisogno.."
"..."
"..ma io proprio non ce la faccio a lasciarla ho ancora il terrore della morte in culla.."
"Scusa ma quanto ha tua figlia?"
"Tre anni"
"..."

"Sì lo so sono pazza..pensa che da tre anni la notte non dormo mai perché ho montato una telecamera sul suo letto..e tutte le notti la vedo dormire sul monitor piccolo sul comodino e sul monitor grande della tele ai piedi del letto..e poi la sento respirare dalla radiolina che tengo sempre vicino.."
"Cioè tu passi tutta la notte sveglia a vedere su due monitor tua figlia che dorme???"
"Bé non tutta la notte.. mi sveglio ogni ora per controllare che vada tutto bene"
"@_@"

La collegaGy comincia a essere interessante.

mercoledì 20 giugno 2012

Gingìn

Ogni tanto M ci pensa ancora.
Non sempre, non tutti i giorni, ma spesso un pensiero vola a lei. Magari mentre accompagna a scuola i nani la mattina, o mentre la sera cerca di tirare fuori con le pinze le parole dalla bocca della muta Mar per sapere come è andato il pomeriggio, perchè anche lei era un po' muta.
Certe volte le viene in mente così senza motivo. Le viene da pensare che non ricorda più la voce. Che chissà come è diventata, se sta bene, se pensa qualche volta a noi.
M ricorda bene le mani e il sorriso bianco nella pelle nera e i foulard a fiori in testa e il grembiule perennemente indossato.
Ricorda i pomeriggi in camera sua mentre lei stirava e una piccola M facendole compagnia gliela chiedeva, seduta sul suo letto. Ricorda le cose buonissime che NonnaG le aveva insegnato a cucinare. Ricorda i piccoli nomignoli che aveva dato a qualcuno di noi.
Alzava le serrande la mattina per svegliarci e preparava la colazione sul tavolino basso celeste in camera e noi seduti sulle sedioline di paglia una di fronte all'altro.

Veniva da Capoverde, era robusta ma con caviglie e polpacci sottilissimi. Quando arrivò M aveva cinque anni, i vestitini punto smock, la fascia nei capelli e i calzini bianchi al ginocchio. NonnaG ne aveva trentacinque.

M se la ricorda in piedi all'uscita di scuola, non nel cortile ma subito fuori, all'angolo.

Era sempre presente d'estate e d'inverno, silenziosa e in disparte. In 17 anni non un regalo, pochissime sono le fotografie in cui appare, ma era sempre lì, discreta e indispensabile, come se non dovesse andare mai via.
A Lampedusa M ha letto un bellissimo libro che l'ha riportata indietro nel tempo. Che ha rinverdito i suoi ricordi e che le ha fatto rivivere i diciassette anni vissuti insieme a lei.

M aveva ventidue anni anni il giorno che Gingin se ne è andata, un fidanzato da tre che sarebbe diventato storico, i capelli irrimediabilmente corti e l'università quasi al termine. La NonnaG ne aveva cinquantadue.

martedì 19 giugno 2012

La collega Gy e il cancello segreto

M fino a qualche mese fa condivideva la stanza in ufficio soltanto con ME.
Amiche e colleghe da oltre dieci anni, semi parenti e spesso scambiate per sorelle a volte addirittura gemelle, con il passare degli anni M e ME hanno stabilito tacite regole che permettono loro una pacifica e piacevole convivenza.
Entrambe avverse alla luce del neon, tengono le luci molto basse, le tende abbassate e la porta aperta.
Entrambe riservate e poco inclini alle confidenze e alle chiacchiere restano serenamente all'oscuro dei movimenti interni ed esterni all'ufficio.
Entrambe amanti del silenzio, raramente parlano discutono o fanno telefonate rumorose e con toni vivaci.

Da qualche mese nella loro stanza è arrivata la collegaGy che resterà con loro sei mesi per poi decidere se tornare da dove è venuta o fermarsi con loro.

La collegaGy fa mille domande al secondo senza curarsi se M e ME stiano lavorando, siano al telefono, siano in compagnia di altre persone o stiano andando di corsa da qualche parte.
Lei comunque chiede.
Come si calcola l'orario settimanale.
Se il datore di lavoro può rifiutare di concedere l'aspettativa.
L'orario della tintoria aziendale.
Come funziona la fotocopiatrice. Lo scanner. La stampante.
Dove si trovano le buste.
Come funzionano i permessi.
Come si manda un certificato medico.
Se qualcun abbia mai ricevuto la visita medica fiscale.
La ricetta di una torta.
Un consiglio su un posto dove andare.
Come si ottiene il pin dispositivo per la compilazione dei modulo online dell'inps.
Che strada occorra fare per raggiungere il luogo x.
La collegaGy chiede qualsiasi cosa in qualsiasi momento.

La collega Gy viene da un lavoro molto più libero e patisce la clausura alla quale M e ME si sono docilmente addomesticate.
"Ma come si fa a uscire da questo palazzo senza dover sempre giustificare dove si va?"
"Non si può"
"Ma come fate a resistere?"
"Bé in orario di ufficio solitamente non andiamo da nessuna parte che non abbia una giustificazione"
"No io non ce la faccio è assurdo mi sento morire"
"..."
"Mi hanno detto che c'è un'uscita segreta"

"???"
"Sì mi hanno detto che nel seminterrato dalla parte della tintoria c'è un cancello.. il cancello dove passa il camion che riporta i vestiti e che questo cancello non è sorvegliato e si può uscire senza essere visti..voi ne sapete qualcosa?"
"No.."
"Secondo voi è rischioso?"
"Bé..se poi quando rientri lo trovi chiuso?"
"Devo aspettare che ritorni il camion.."


Così M e ME dopo oltre dieci anni hanno scoperto che c'è una possibilità, molto utilizzata, per uscire di nascosto. Oltre a un sottotetto dove le coppie clandestine vanno a fare l'amore.

lunedì 18 giugno 2012

Due angeli

Domenica mattina
"Allora NonnaG sono stati davvero bravi i nani in questa settimana?"
"Due angeli"
"Angeli veri?"
"Sì buonissimi, affettuosi, bravi, si sono sempre lavati i denti la mattina e la sera senza un capriccio, hanno mangiato molto, hanno giocato tanto tra loro.."
"E la notte?"
"Due angeli"

"Ehi Arch.."
"Dimmi"
"Allora come sono stati i nani?"
"Ma bravissimi! Tu piuttosto il viaggio lo hai deciso tu quindi quando parti cerca di essere dove sei e di non fare come tua madre.."
"Sì certo.. ma la notte con te come è andata?"
"Due angeli.."

Stamattina ore 8 come ogni lunedì rientra la muta Mar
"Ciao muta Mar!"
"Ciao m'am, good morning sir"

"Ciao.. allora hai visto? E' andata.."
"Yes mam.."
"Tutto bene no?"
"Yes..but.."
"..but?"
"On sathurday night.."
"Quando? Il giorno che siamo partiti?"
"Yes m'am.. they cried a lot in the night.."
"........ma come??"
"Yes m'am they cried Vollio mamma vollio mamma.."
"Davvero??"
"Yes m'am.."
"..and the architect?"
"..the architect said SHHHHH from his room.."

Per una volta che doveva stare zitta..parlò.

domenica 17 giugno 2012

Giornata tipo

Un giorno qualsiasi della scorsa settimana

Ore 8.00 sveglia naturale relax e coccole
Ore 9.00 colazione a buffet al bar del residence, cornetti torte, pane burro e marmellata serviti e riveriti
Ore 10.00 partenza per il mare: spiagge, barca, giro turistico isola, gita a Linosa
Ore 18.00 rientro al residence breve spesa giornaliera di frutta verdura pane pesce
Ore 18.30 Relax in veranda letture docce aperitivo
Ore 20.30 cena casalinga con pesce o giro in centro e cena fuori
Ore 22.00 Chiacchiere coccole buonanotte

Oggi

Ore 7.30 "posso venire a letto con voi?"
Ore 8.00 "mammaaaaa"
Ore 8.05 tutti e quattro nel lettone morra cinese solletico lotte e cuscinate
Ore 9.00 colazione con i nonni tè e pane e burro "io voglio la nutella" "io pane senza bordo" "io vojo i biccotti di nonno" "ancora latte io" "Io vojo il tuo tè"
Ore 9.30 lavaggio denti vestizione cacche varie incremaggio solare
Ore 10.30 in direzione spiaggia
"I miei brazzoli?"
Ore 10.31 dietrofront per i suoi braccioli
Ore 10.40 spiaggia "Posso fare il bagno?" "Voglio andare in pedalò con l'apprendista stregone" "Vojo i brazzoli di ppaidemmen" "Vieni con me a fare il bagno?" "Cottruisci un ponte pemmè?" "Possiamo mangiare alla spiaggia?" "Posso invitare l'apprendista stregone a mangiare da me?"
Ore 14.00 rientro a casa e pranzo in giardino con i nonni senza apprendista stregone. "Io non volevo la pasta" "Io non manzo" "Voglio solo il gelato" "Acche io zelato ze-la-to ze-la- to"
Ore 15.00 4 docce 4 incremaggi doposole 4 vestizioni
Ore 15.45 partenza per Roma direzione festa di compleanno anticipato di tre compagni di classe del nano.
Ore 17.00 arrivo alla festa caldo infernale, zanzare infestanti, nani allo stato brado sudatissimi sul campo di calcio
Ore 19.40 rientro a casa
Ore 20.00 disfacimento valigie
Ore 21.00 lavaggi vari pigiamini una specie di cena per due
Ore 21.30 lavaggi vari
Ore 21.45 buonanotte
Ore 22.00 H con le cuffie attaccato al suo pc ipnotizzato davanti alla prima puntata della seconda serie del trono di spade, M qui sull'erba.

mercoledì 13 giugno 2012

Il papà

M e H ieri sera sono usciti per fare una vasca in centro. "In centro" qui significa nell'unica via pedonale dotata di vetrine e bar.

Camminavano da pochi metri quando M ha visto appese su uno stand delle magliette con la tartaruga, simbolo dell'isola, molto carine.
E' entrata nel negozio e ne ha scelte due per i nani.
"Scusi signora le taglie quattro e sei anni non ci sono?"
"No solo taglie dispari"
"Ah allora prendo la sette anni per il nano..e..mi fa vedere la taglia cinque anni aperta?"
"Certo, eccola"
"Mmh.. H che dici? E' troppo grande per il mezzonano secondo te? C'è solo così o tre anni..ma tre anni è piccola"
"Fammi vedere..mah guarda proprio non saprei io nemmeno me lo ricordo il mezzonano.."
"Ah.. Vabbè senta signora va bene questa da cinque anni grazie"
"Ok la metto insieme all'altra?"
"Sì grazie e senta ne vediamo anche una per il papà?"

"Certo che taglia porta il papà?"
"Il papà sarebbe lui, lo vede da sè che taglia porta!"
"Ah mi scusi avevo capito che non sapeva la taglia del bambino.. e quindi non pensavo fosse lui il padre.."

martedì 12 giugno 2012

Momenti di trascurabile nostalgia

A Fiumicino erano seduti alle spalle di M.
M all'inizio sentendo soltanto le voci era riuscita a distinguere la presenza di un bambino pieno di domande che iniziano con "perché?".
Poi quando si è girata per dare una faccia a quella voce di bambino li ha visti per la prima volta: un papà giovane del nord con un quotidiano in mano, il bambino dei perché? seduto accanto e poco distanti una mamma e un altro bambino più grande composto e silenzioso. Il bambino grande aveva gli occhiali da vista, i capelli dritti sulla testa ed era seduto in braccio alla mamma.
"Loro li hanno portati dietro"
"Già.."

All'imbarco M li ha persi di vista e non aveva nemmeno capito se partissero per Lampedusa, o se fossero diretti a Venezia dall'imbarco accanto.
Arrivati al piccolo aeroporto di Lampedusa eccoli di nuovo all'unico nastro bagagli, ad aspettare quattro enormi valigie.
"Se li avessimo portati con noi avremo avuto duemila bagagli, invece che uno solo.. ti immagini? I giochi, i secchielli le palette, tutti i vestiti.."
"Già.."

Dopo aver preso possesso del piccolo bilocale, M e H si erano avviati al supermercato che vanta un numero di indicazioni per raggiungerlo pari soltanto a quelle dell'auditorium di Roma, e lì con il bambino dei perché seduto nel carrello li avevano incontrati di nuovo, anche loro con i generi di prima necessità acqua zucchero sale e con qualche genere di conforto biscotti cioccolata, patatine.
"Guarda anche loro sono qui.. significa che sono in un residence.. se fanno la spesa vuol dire che hanno una cucina..guarda.."
"Già.."

Poi M non li aveva più incontrati. Né sulla spiaggia dei conigli del primo giorno, né sul traghetto per Linosa del secondo e nemmeno sulla barca del timido Tonino che oggi li ha portati a fare il giro dell'isola grotte comprese e pranzo a bordo.

Ma stasera alla pizzeria dell'amicizia eccoli ancora.
"Ciao" ha salutato il papà giovane del nord leggermente scottato dal sole.
"Ciao" ha risposto un sorridente H.
"Ecco vedi hanno gli stessi nostri orari.. sono le 8 e ci siamo solo noi e loro a mangiare qui.. in pizzeria per giunta..li avremmo portati anche noi qui i nani.."
"Già.."

lunedì 11 giugno 2012

I "calessi" di H

H è un uomo dai facili enstusiami.
In ufficio quando gli proposero di frequentare un corso di spagnolo, lui i primi giorni era entusiasta: a casa faceva i compiti, si era comprato un quaderno nuovo, il vocabolario e studiava seduto al tavolo da pranzo. Il tutto durò pochi giorni, il corso continuò a frequentarlo malvolentieri, senza più fare i compiti nè parlarne.

Quando partì per l'sola che non c'è per accompagnare M al corso di vela, era talmente entrato nella parte che una volta tornato a casa voleva a tutti i costi comprare una barca, per settimane sfogliò le pagine dell'usato su una rivista dedicata. La passione della barca durò qualche settimana, poi svanì del tutto.

Oggi M e H sono andati in gita a Linosa.
Hanno preso l'aliscafo della mattina e alle 10 erano lì.
Appena scesi H guardandosi intorno in un clima di casette colorate pastello e pescatori con i volti scuri rigati dal troppo sole ha dichiarato
"Io in un posto così ci potrei anche vivere!"
"Ma tu adesso lo vedi così d'estate, col sole, il mare.. pensa d'inverno, deserto, tutto chiuso, il mare in tempesta.. deve essere terribile viverci"
"No invece!"
"Ma come proprio tu che a Riccione da piccolo quando finiva la stagione ti prendeva quella malinconia attanagliante che stavi male da morire.."
"E invece ti dico che qui ci vivrei. Pensa che bello con i bambini..guarda quella famiglia in bici.."
"..."
"Mi sa che abbiamo proprio sbagliato isola.. questa è la dimensione di isola che preferisco.. l'anno prossimo ci veniamo con i bambini!"
E ci siamo diretti al porto dove ci aspettava Giovanni il barcaiolo per farci fare il giro dell'isola.

Alle due, al termine del giro, H aveva già diverse dritte per case in affitto di amici di Giovanni.
Alle due e mezza però dopo un giro in motorino nell'unica strada percorribile cominciava a nutrire i primi dubbi.
"Certo qui però non c'è molto da fare forse una settimana è troppa.."
"Ma come!! Volevi passarci il resto della tua vita!"
"No ma c'è solo una spiaggia e poi guarda che spiaggia..no..non ci si può stare"
"E tutto l'entusiasmo di prima??"
"No no qui uno si ammazza.. quanto tempo manca all'aliscafo?"
"Tre ore"
"Nooo io non ce la faccio, ma per carità ma dove mi hai portato! Scappiamo?"

domenica 10 giugno 2012

Soavemente

"Stanotte ho fatto un sogno un po' agitato"
"Ah sì?"
"Sì"
"E cosa hai sognato? Te lo ricordi?"
"Certo che me lo ricordo.. eravamo partiti per Lampedusa e avevamo lasciato i bambini con tuo padre.."
"E fin qui direi che più che un sogno.."
"Aspetta.. tuo padre li uccideva e si uccideva anche lui"
"..."
"Noi lo venivamo a sapere e io non volevo nemmeno tornare a casa e non volevo nemmeno più vedere te perché ti avrei incolpato di tutto visto che l'idea di partire e di lasciarli con lui era stata tua.."
"..."
"..e quindi mi ammazzavo anche io.. mi buttavo giù nel primo dirupo che trovavo..e la facevo finita così per sempre. Tornare non aveva senso."

"Scusa H e come li ammazzava l'Arch i bambini?"
"Soavemente"
"@_@"
"Sì dai come voleva fare con voi quando eravate piccoli"
"..."
"Sì dai quella volta che mi hai raccontato che eravate tutti e quattro a casa vostra e tu e tuo fratello eravate piccoli, stavate bene tutti sereni e lui ha detto apriamo il gas così moriamo tutti ora che siamo felici, soavemente"

"Sì ma era una provocazione delle sue! Mica abbiamo aperto il gas!"
"Bé nel sogno lo apriva. E io mi chiedevo ma perché? Ma perché e poi mi buttavo giù dal dirupo"
"E tu questo me lo chiamo un sogno un po' agitato?"
"Sì, non è un po' agitato? Io stavo malissimo.."

H e M sono arrivati a Lampedusa ieri sera. In aeroporto prima di partire H ha raccontato con le lacrime agli occhi a M il suo sogno un po' agitato. Dopo pochi minuti sono decollati.

Per la cronaca: questo pomeriggio i nani felici e sereni, elegantissimi nei loro vestiti uguali, giocavano in giardino con lo sdentato, sotto lo sguardo vigile dell'affettuoso nonno, soavemente.

giovedì 7 giugno 2012

Soltanto una volta

Soltanto una volta è successo.
Che M ricordi solo per una sera lei e lo zio matto da piccoli rimasero da soli con l'Arch.
Il motivo non riesce a ricordarlo, probalilmente NonnaG, allora MammaG, era in trasferta per lavoro e non era riuscita a rientrare in giornata.
O forse accudiva qualcuno in ospedale, che ai bambini queste cose non si dicono mai. Insomma il motivo M non se lo ricorda, ma successe una sera che lei e lo zio matto entrambi al di sotto dei dieci anni, furono lasciati alle cure dell'Arch.

L'Arch ha tantissime qualità e sa fare quasi tutto, tuttavia ci sono delle attività che non rientrano nel suo perimetro di competenze.
Una di queste è la cucina.
Di quell'unica sera che si è dovuto inventare una cena per lei e lo zio matto, M ricorda la tavola perfettamente apparecchiata in terrazza, le piccole lucine nel buio, le candele, perchè l'Arch per le candele ha una passione inarginabile e una cena a base di una fetta per uno di pancetta cruda trovata in frigorifero, spacciata da lui in perfetta buona fede per prosciutto.

M non aveva mai più pensato a quella sola cena preparata dall'Arch, ma in questi giorni prima della partenza per Lampedusa, le è tornata in mente. I nani le prime trentasei ore resteranno con lui e senza dubbio si divertiranno, giocheranno, impareranno tante cose, se ne inventeranno delle nuove e probabilmente mangeranno pancetta a dadini, perchè è quella che troverà l'Arch in frigo.

mercoledì 6 giugno 2012

Tre cose

"Alla fine non so nemmeno se partiremo"
"Perché dici così?"
"Ma che ne so tutti sti segnali.."
"Ma quali segnali scusa"
"Bé prima il volo cancellato, poi spostato alla settimana dopo, poi la notizia che tutti i voli per Lampedusa erano stati eliminati, poi invece di nuovo ripristinati, NonnaG che aveva in affido i nani che parte per Torino per un matrimonio, l'altra settimana il mio attacco di ansia, adesso H con la febbre a tre giorni dalla partenza..ma che ne so se ti metti a pensare.. io non sono il tipo che crede nei segnali però a vederli tutti in fila così..non fanno un po' paura?"
"Ma no dai vedrai che starete benissimo.."
"Bo, sì magari una volta partiti e passate le prime 48 ore, quando tutto dovrebbe tornare alla normalità con il rientro della NonnaG, la scuola, la muta Mar.. sì magari staremo bene..ma mai più guarda.."
"Ma no non dire così"
"Sì perché è troppo lontano, non è facile tornare se dovesse succedere qualcosa.. insomma tutta questa ansia delle ultime settimane, mai più.."
"..."
"Bé senti sarà bello dai le tartarughe, le immersioni..però un po' di paura ad andare via, lasciarli qui..c'è.."
"Le immersioni???"
"Sì forse..vorrei riprovare se ce la faccio..è bellissimo andare sott'acqua"
"Io ho paura di tre cose: andare sott'acqua, volare e uscire di casa."

Questa conversazione si è realmente volta stasera in macchina tra M e il cugino serio, mentre tornavano dopo aver lasciato nani e mezzinani alla pizza di classe.

martedì 5 giugno 2012

Facilissimo!

Stamattina alle 9 era in programma il saggio di ginnastica della classe del nano.
Lui qualche giorno fa alla domanda "E che cosa fate al saggio di ginnastica?" aveva risposto un laconico "Faremo quello che il maestro ci dice di fare".

M si era immaginata il classico percorso ginnico, il salto nel cerchio, il quadro svedese, la capriola, la corsa, qualche prova di coordinamento al ritmo della musica, il tutto con un'abilità superiore a quella dimostrata lo scorso anno (saggio 2011). Così stamattina aveva salutato H, che in orario di ufficio diventa una presenza immaginaria e lontana, leggero e immateriale come un ologramma, e si era avviata verso la palestra.
Tutto ciò per dire che M non era preparata.
Se l'avesse saputo avrebbe invitato l'ologramma, la NonnaG, l'Arch, gli Altri Nonni, lo zio matto, l'inquilina del pirmo piano che prepara i dolci, il gruppo estivo delle ragazze, la prima tata che non si scorda mai, la signora del negozio dei cani e i sette nani al completo a questo saggio di ginnastica.
Se solo avesse intuito che "quello che il maestro ci dice di fare" altro non era che una parte del musical Notre Dame de Paris, M forse avrebbe evitato di mettere il mascara.

E invece.
E invece si è ritrovata immersa nella musica suonata alta da uno stereo un po' gracchiante in mezzo a altre M e H forniti dei più avanzati strumenti di ripresa, davanti a un balletto di nani e bambole divisi a coppie. Coordinati, diligenti, divertiti, impegnati e sì anche romantici così, stretti a due a due. Il nano con la sua fidanzata, i palmi della mani di lui attaccati a quelli più piccoli di lei, i visi vicini a girare in tondo come Romeo e Giulietta. E poi la corsa liberatoria, i nastri bianchi tirati in aria, il cerchio tutti rannicchiati per terra e poi in piedi a fare la gabbia per non far incontrare i due innamorati (personaggi principali il prete rubato all'altra classe perché quello di ruolo è stato preso all'ultimo minuto da un attacco di ansia da prestazione, e la principessa, la più piccolina della classe, morbida e dolce nei suoi movimenti ondulati).

Alla fine durante un lungo applauso dietro nebbia salata, M ha visto il nano correrle in contro e tuffarsi su di lei con le braccia intorno al collo.
"Ma non mi avevi detto che era un musical... bellissimo!"
"E certo"
"Ma come e certo.. mi è piaciuto molto che bravi che siete stati, molto bravi perché non mi avevi detto niente?"
"Facilissimo! Perché era una sorpresa"

Il nano non ha preso da H, almeno in materia di sorprese.

lunedì 4 giugno 2012

Cupido

Al mare il nano ha le sue ragazze. Lasciate un anno fa e ritrovate in questi primi tiepidi weekend con rinverdito interesse.
"Mamma ma non ci sono E&E oggi!"
"No loro quest'anno verranno una settimana sì e una no"
"E perché?"
"Perché i genitori si sono separati"

"E che vuol dire?"
"Che siccome non si volevano più bene, hanno deciso di dividersi e il papà è andato a vivere da un'altra parte e le bambine stanno un sabato e domenica con lui che le porta qui al mare e un sabato e domenica con la loro mamma che qui non viene perché la casa è del papà"
"Ah"
"Non lo sapevi che certe volte i genitori si separano?"
"No"
"Ma come no anche nella tua classe..c'è qualcuno con i genitori che vivono separati.."
"..."
"Succede a volte che se i genitori non stanno più bene insieme, se litigano e non si amano più allora si separano e i figli stanno un po' con la mamma e un po' con il papà"
"E voi?"
"Noi io e babbo?"
"Sì, voi"
"Noi al momento ci vogliamo bene e quindi non ci separiamo e continuiamo a stare tutti insieme ma se un giorno succederà che non ci vogliamo più bene.."
"..io resto con te e il mezzonano va via con babbo"
"No i fratelli non si dividono mai, restano sempre insieme e stanno un po' di giorni con la mamma e un po' di giorni col papà"
"Tu non ti preoccupare mamma che io quando tu e babbo non vi volete più bene, vi faccio innamorare di nuovo"
"Ah e come fai?"
"Prima do un bacio a te e poi uno a lui e poi ve ne date uno voi e siete di nuovo innamorati."

Circa otto ore più tardi in macchina durante il viaggio di ritorno.
"Mamma?"
"Sì"
"Quando te e babbo vi dividete io voglio stare solo con te"
"Ma come non hai detto che se succede tu ci fai innamorare di nuovo?"
"No, voglio stare solo con te."