giovedì 30 giugno 2011

Nostalgia canaglia

E' tempo di esami di maturità e M, complice l'assenza dei nani,  si è lasciata risucchiare in uno dei suoi non rarissimi nostalgy moment, e si è trovata a pensare a cose di cui sente la mancanza (a parte i nani).

Eccone alcune in ordine sparso:
la maestra delle elementari
l'odore del cestino di vimini del pranzo e quello del refettorio
la gioia dell'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze
i tre mesi al mare
dormire accanto a K
la coppetta tartufo che vendevano solo al bar all'angolo sotto casa dei nonni
ciucciare il dito
gingin, la nostra mamy di via col vento per 17 anni
la cotta per il bello e impossibile
la paura delle interrogazioni e la felicità delle pagelle
prendere il sole in terrazza con l'arch dopo pranzo
le merende con BQ dal salato al dolce e ritorno
essere, prima di tutto, figlia
i nonni
gli stipendi da hostess
tutto il 1999
la casetta adorata, lasciata comunque in ottime mani
ripetere con mmm il giorno prima dell'esame
le prime volte
Caprera
l'odore dell'albero di Natale, quello vero
le serate in piazzetta con i grandi
le due pance.


Siccome scrivendo questa breve lista mi sono venute in mente anche tutte le cose delle quali M non sente affatto la mancanza, prossimamente scriverò anche quelle.

P.s. Qui in S. i venditori ambulanti sulla spiaggia vendono: asciugamani, parei, costumi, giocattoli gonfiabili e non, orologi, gioielli di tutti i tipi anche d'oro, pashmine di cachemere, gelati, cocco, costumi da bagno, divise da calcio, formaggio, borse a 700 euro e portafogli, treccine, scarpe da tennis, massaggi, pietre preziose, occhiali da sole, cappelli di paglia e fasce per capelli.

mercoledì 29 giugno 2011

In viaggio con H (senza casco)

Siamo in S finalmente.
M aveva prenotato questa vacanza a fine febbraio ed è per questo che ora dice finalmente.
Svegliastamattina alle 6.30 felici e sorridenti, già vacanzieri.
Il transfer prenotato da H era alle 7.
Alle 7.05 la macchina non arrivava.
"Mannaggia ho prenotato una macchina diversa dal solito, quell'altro se scendevi dieci minuti prima era già qui ad aspettare" constatava H
"Gli ha detto al numero 44?"
"No, gli ho detto 40"
""Ah"
H si è avviato in direzione numero 40 e ha trovato in effetti l'omino che ci aspettava, un po' preoccupato perchè "il 40 non esiste..".
Arrivo in aeroporto super perfetto, colazione, libreria per comprare lettura per M leggera e con copertina morbida e imbarco. Volo di ventisei minuti e arrivo a destinazione.
Ad attenderci la nostra 500 nuova di pacca noleggiata last minute da M.
"Volete fare l'assicurazione Casco che copre i danni di terzi e la vostra parte di franchigia?" chiedeva l'omino al banco
"No grazie" rispondeva M che insieme al volo aveva comprato a febbraio anche l'assicurazione per mancata partenza, rivelatasi fortunatamente inutile.
"Guardi signora che senza Casco se subìte danni da terzi, dovete pagare tutto voi fino a un massimo di ottocento euro, che so se lasciate la macchina parcheggiata e la ritrovate danneggiata non avete copertura."
"Ma no guradi stiamo pochi giorni, guida H che è maniaco, io direi di soprassedere"

M e H si sono avviati alla macchina, ne hanno constatato il perfetto stato, si sono cambiati nel parchehggio in piedi davanti al bagagliaio e sono partiti verso della spiaggia.
Giornata splendida, sole caldo, brezza, acqua cristallina, bagni.

Dopo otto ore M e H si sono avviati verso l'albergo.
Nel parcheggio H ha azzardato una manovra difficile e ha sbattuto contro una macchina parcheggiata, sotto gli occhi dell'enorme proprietario tedesco e incazzato.

Umilissimi abbiamo preparato il cid mentre il tedesco montava su tutte le furie, chiamava il personale dell'albergo in supporto, e si calmava improvvisamente non appena la moglie (enorme) e la figlia (enorme) gli facevano notare che la sua macchina era un'altra.
Rimettevamo il cid a posto, varcavamo la soglia dell'albergo avviitissimi con in testa il rumore dello scalare degli euro addebitati sulla carta di credito di H e scoprivamo che il proprietario dell'albergo, amico di gioventù di H, invece della stanza con vista garage, "per fare una sorpresa alla signora" ci aveva riservato una meravigliosa stanza vista mare con un confortevole terrazzo.
Vista "garage" dalla stanza

Senza Casco ci si fa male, in motorino e anche in macchina, ma se hai un amico generoso, che ti accoglie con una sorpresa, dopo un po' passa.

martedì 28 giugno 2011

Il pifferaio magico

Ma qualcuno si è chiesto dove sono finite le zanzare? No perché io me lo sono chiesto e ho provato anche a trovare una risposta. Forse le disinfestazioni fatte quest'anno sono state particolarmente aggressive. Oppure la potatura degli alberi ha permesso al sole di arrivare a riscaldare e asciugare il prato che prima, sovrastato e coperto da folte e impenetrabili chiome, restava irraggiungibile e umido, terreno ideale per loro.

Poi ieri sera sono andata finalmente a fare due passi con H sul nuovo PdM. Suggestivo, emozionante, bello. Mi è sembrato di stare sul ponte di una nave, di notte, in viaggio verso un'isola. C'era una leggera brezza, e uomini che correvano, e bambini con i monopattini che mangiavano gelati.
E allora ho capito dove sono andate le nostre zanzare: un giorno deve essere passato un pifferaio magico. Un giorno come un altro che tutti noi eravamo intenti nelle nostre faccende quotidiane e non ce ne siamo accorti. Questo pifferaio magico, discreto e invisibile, con la sua accattivante melodia si è portato con sé tutte le zanzare del giardino.
Tutte insieme in fila indiana dietro di lui, le zanzare si sono dirette verso il nuovo PdM e adesso sono dall'altra parte del fiume, stordite dalla musica, incapaci di tornare da noi.

L'assenza dei nani, la mancanza del loro rumore intorno, l'ordine che regna sovrano, sta cominciando a farsi sentire. Questa è una storia che avrei potuto raccontare loro. Ma loro non ci sono e allora eccola qua.

P.s. Si segnala per gli amanti del gelato una gelateria nuova, cioè nuova per quelli come noi che non varcano mai il confine del nostro chilometro zero, ma probabilmente aperta da mesi, in centro. Si chiama Grom. Fa il cono di Grom, la crema di Grom e per prendere un gelato bisogna fare una discreta fila di Grom. Prima di sistemare ogni gusto scelto sul cono di Grom, i gelatai d Grom lo smucinano faticosamente per svariati minuti non aiutando lo scorrere della fila, né il loro braccio di Grom.

M e H sono pronti, valigie intelligenti preparate, boccette da 100 ml riempite, buon miniviaggio.

lunedì 27 giugno 2011

E che ce vo'

Oggi M ha dovuto organizzare l'arrivo in S mercoledì mattina, di cui H si era occupato mesi addietro, ma la cui organizzazione non risultava più valida.
Trovare una macchina a noleggio piccola, economica e soprattutto disponibile.
Studiare le disposizioni relative al trasporto di liquidi nel bagaglio a mano per scoprire che:
a) la crema solare e il doposole acquistati all'uopo non sono ammessi a bordo perché di gran lunga superiori ai 100 ml consentiti, idem per shampoo, balsamo, dentifricio (il deodorante da 75 ml invece è ammesso)
b) che forse si vendono apposite boccette che M dovrà cercare, trovare e riempire con i suddetti prodotti (spray tra l'altro).
Inoltre prima della partenza per il mini viaggio con H, M ha dovuto:
parlare con la muta Mar per cercare di capire se i motivi bizzarri e non verificabili, per i quali ha richiesto "a favor m'am" di cinquemila euro, hanno un qualche fondamento o meno e farle comunque digerire il fatto che si dovrà accontentare di molto meno;
verificare tramite conoscenze i non verificabili e bizzarri motivi della muta Mar, scoprire che sono veri e stare male per aver dubitato della sua buona fede;
eseguire bonifico della somma stabilita sul conto dei nonni, che provvederanno a girarla a lei.
Nel mentre scoprire che la banca dei nonni aveva cambiato iban senza che nessuno degli interessati ne venisse messo a conoscenza ne' se ne accorgesse e dovendo affrontare perciò una serie non infinita ma quasi di telefonate con le due banche coinvolte nell'operazione, per capire la fonte dell' error che risultava alla richiesta di bonifico.
Andare a salutare la maestra numerouno alla scuola del nano per augurarle buone vacanze.
Andare a salutare definitivamente le premurose e attente maestre del mezzonano e ritirare pannolini avanzati, ciuccio più morto che vivo e cambio, visto che i nani sono si sono fermati al mare a sorpresa.
Realizzare che i nani stanno bene, si divertono, giocano, si sono completamente dimenticati dell'esistenza di M e di H nel giro di una notte e fanno il loro porco comodo con la adorata e sottomessa nonna.
Realizzare che, in ogni caso, le mancano più del previsto.
Lavorare, o meglio presenziare in ufficio per le solite nove ore.
Premio del concorso confezionato dalle NG

P.s. Oggi alle 18.30, come previsto, in giardino c'è stata la premiazione del non più anonimo vincitore del concorso fotografico di VR.

domenica 26 giugno 2011

Piccole e grandi scoperte

In questo caldo e soleggiato weekend in trasferta a casa dei nonni al mare:

1) abbiamo scoperto con sgomento e preoccupazione che la spiaggia dove M è cresciuta, considerata fino a oggi il posto più sicuro e tranquillo che c'è, che ci si potrebbe dormire la notte senza temere nulla, dove i bambini hanno sempre potuto circolare in libertà e autonomia assolute, forse non è più il posto più sicuro e traquillo che c'è e che i bambini è meglio controllarli a breve distanza;

2) abbiamo scoperto che ci hanno rubato la bicicletta pieghevole nuova di pacca, talmente nuova che non abbiamo nemmeno fatto in tempo a gonfiare le gomme;

3) abbiamo scoperto che se un mezzonano dopo cena si strafoga di pistacchi e noccioline la notte può arrivare a gomitare fino a quattro volte di seguito su quattro camicie da notte diverse di M (oltre che per terra, al piano di sotto e al piano di sopra, nel lettino e sui piagiamini suoi);

4) abbiamo scoperto che la muta Mar è meglio da muta che parlante, visto che oggi ci ha chiesto con motivazioni alquanto misteriose e non verificabili un "favor m'am" pari a cinquemila euro. "Favor" che non le è stato concesso e di cui pagheremo verosimilmente amare conseguenze.

E' stato un fine settimana all'insegna delle scoperte.
E adesso che i nani sono al mare con i nonni e noi torniamo a casa soli e resteremo senza vederli per due settimane, chissà cos'altro scopriremo.

venerdì 24 giugno 2011

Quello che le donne dicono

Dicono che c'è sempre qualcuna in ritardo, ma che non è mai colpa sua.
Dicono che sul tram se non hai il biglietto, ti arrestano, ma forse se ti fai accompagnare da una nonna Pina chiudono un occhio.
Dicono che se ti porti sempre dietro un pettine, avrai un impeccabile ciuffo, e ti chiameranno fonzie.
Dicono che è impossibile rinunciare al tonno scottato appena appena, quasi crudo anzi.
Dicono che all'esame di stato, può capitare di avere una sciarpa a forma di calza. E anche una mutanda di troppo. E che bisogna ripeterlo, a volte, con gli accessori giusti però.
Dicono che alle Maldive non sempre si fanno vacanze da sogno, che un pontile può rappresentare la salvezza, una palestra può sembrare un resort e che la telefonata giusta allunga la vita.
Dicono che nella vita c'è chi nasce tesoriere e chi no.
Dicono che ci sono poster che diventano realtà, tette al vento appese in pizzeria, imperituro latte a km zero e figure di merda che non si dimenticano mai.
Dicono che avere una scopa sotto il letto può aiutare a tenere lontano la paura.
Dicono che a cavalcare un cammello si rischia l'inguine al pesto, e che a Un (Ma)Rocco Siffredi si da sempre una possibilità.
Dicono che un fisico matematico, può arrivare ovunque e soprattutto può essere la rivelazione dell'anno.
Dicono che tra noi c'è un figlio illegittimo, e forse un H in comune.
Dicono che per chi non contempla la convivenza, un rimedio c'è, si compra in edicola e si chiama "Oggi sposa".
Dicono che ci sono le trombate che "fanno curriculum", quelle fatte per il lusso di una doccia, prima di prendere in considerazione la cosa, e quelle che si fanno attendere anche più di un anno. 
E che ci sono donne che non hanno fantasia.
Dicono che gli attacchi di colite non sempre arrivano in momenti opportuni, ma che per fortuna non cambiano il corso degli eventi.
Dicono che un rilassante centro yoga può trasformarsi in un chiassoso appartamento nel giro di nove mesi.
Dicono che ci sono panchine che hanno qualcosa da raccontare e che non è mai tardi per trovare nuove amiche.

Le MdVR ieri sera sono uscite per la seconda puntata. Sono stati fatti grandi passi avanti dalla prima: ci sono state rivelazioni inaspettate e confidenze intime; non è stata mai pronunciata la parola tata, forse due volte sono stati citati nomi di bambini. A qualche H saranno fischiate le orecchie. Ci sono state molte risate, con lacrime e mal di pancia.
Dicono che non c'è due senza tre.

giovedì 23 giugno 2011

Due rette parallele

Rischio di diventare noiosa, lo so, ma la differenza abissale che c'è tra i due nani non mi da' pace.
Alla festa di fine scuola del nano ieri pomeriggio, quando sono arrivata trafelata e accaldata con un'ora di ritardo, non erano rimaste molte cose da mangiare per mia fortuna , perché non c'è niente che mi piaccia di più dei cibi alle feste di bambini. Era rimasta solo una confezione di crostatine, alla marmellata per giunta.
Il nano:
"mamma voglio una crostatina"
"ok, eccola, aspetta te la apro"
"e l'altra che hai preso per chi è?"
"è per tuo fratello, magari la vuole anche lui"
"no, non gliela dare"
"e perché mai?"
"perché le voglio tutte e due io"
"ma se a te neanche piace la marmellata!"
"mi piace molto, invece."

Il mezzonano:
"ehi ciao, la vuoi una crostatina?"
"si, gasse"
"aspetta che la apro, ecco tieni"
"gasse..ma..pecché so-o una?"
"perché quante dovevano essere?"
"due"
"ah ne volevi due, hai tanta fame?"
"no, una pe 'oenso e una pemmè".

Il mezzonano non parla ancora agli uccelli, ma poco ci manca.
Due in uno

Io giuro che sono la madre di entrambi, che il padre di entrambi è H, che non abbiamo subito mutazioni genetiche tra la prima e la seconda gravidanza. Che abbiamo usato lo stesso metodo educativo, che sarebbe "nessun metodo". E non mi capacito.

mercoledì 22 giugno 2011

And the winner is

M RedHair tempo fa ebbe l'idea di istituire il concorso fotografico di VR.
M, che accoglie sempre di buon grado idee, iniziative e tric e trac, stese il regolamento, lo pubblicò qui sull'erba e diede inizio al concorso. Pervennero in totale sette bellissime fotografie e M decise che per fotografie così belle doveva essere istituita una giura all'altezza. Fu così che scelse una coppia di addetti ai lavori, fotografa lei e reporter lui, e chiese loro di scegliere la miglior foto (in anonimato).

Oggi, dopo settimane di suspence, litigate, musi lunghi, minacce di lasciarsi per sempre, bim bum bale giù tra tecnica e significato, si sono espressi e abbiamo il vincitore.
Nel frattempo M ha pensato a quale potesse essere il premio per questo concorso, perché un concorso senza premio non è un vero concorso. Il premio inoltre sarebbe dovuto essere in tema VR e questo rendeva la ricerca ancora più difficile, ma una sera prima di addormentarsi, illuminata sulla via di Damasco, M ha avuto l'idea. Siccome le idee di M hanno sempre bisogno, per essere realizzate, dell'aiuto di terzi, M ha coinvolto NG e NGiò nel confezionamento del premio: una coppia di asciugamani viso e ospite con ricamato sopra a mano lo stemma del nostro amato giardino.

Questa è la foto vincitrice:
Multitasking

Questa la motivazione della giuria:
"La foto ci è piaciuta perché ci sembra che descriva molto bene VR: una presenza femminile che attraversa il parco con passo deciso e che sta andando e tornando dai mille posti che il giardino rappresenta. Un luogo di incontri, un luogo di passaggio, un luogo dove si affacciano molte vite e molte storie. Un luogo che non è solo un cortile ma un posto dove crescere e far crescere".

E' valsa la pena di aspettare tre settimane per questo risultato.
Grazie ai giurati.
Grazie a NG e NGiò.
Grazie ai partecipanti.

All'anonimo fotografo vincitore diamo appuntamento in giardino dopo le 18.00, lunedì o martedì della prossima settimana, per la cerimonia ufficiale di premiazione.

Tutte le foto che hanno partecipato saranno pubblicate sull'erba nei prossimi giorni. Così chi vuole potrà dire la sua.

P.s. stamattina alla circoscrizione per la richiesta delle carte di identità per i nani ci siamo presentati in quattro, abbiamo conquistato con fierezza il primo numeretto della giornata e abbiamo avuto il sospetto di aver esaltato forse troppo VR nell'intimità della nostra famiglia, quando alla domanda "dove abiti?" della gentile signora allo sportello, il mezzonano ha risposto "in giardino"...

 

martedì 21 giugno 2011

Lettera aperta

Il nano ha due maestre. La maestra numerouno, indimenticabile come indimenticabile è il nome che porta, è solida e costante presenza per l'intero triennio. E' dolce, affettuosa, se fosse un genitore sarebbe quello affettivo, se fosse un frutto quello più dolce che c'e' (la visciola?), se fosse un posto sarebbe un'Isola piccola e tranquilla. A lei ogni anno si affianca la maestra numerodue che per forza di cose è meno dolce e meno affettuosa. Quest'anno la maestra numerodue è maestrina nell'animo, severa più del necessario e a volte fuori luogo nelle sue lapidarie sentenze. Se fosse un posto sarebbe senz'altro un'impervia montagna, o il deserto magari.
E' quasi finita la scuola e la maestra numerodue ha concluso la sua esperienza nella classe del nano con una "lettera aperta" ai genitori. L'idea è sicuramente apprezzabile e molto affettuosa: la maestra numerodue, dopo aver salutato e ringraziato per i giorni trascorsi insieme, descrive in modo corrispondente e preciso tutti i bambini della classe con poche parole ciascuno. Tuttavia per alcuni di loro la descrizione mi è sembrata alquanto bizzarra. In particolare per:

C: "Il grillo parlante. Ad ogni mia distrazione: "Maè, ma che fai?"
A: "L’ambasciatrice di messaggi"
CM: "La casalinga allegra ..In cucina a preparar  e  rassettar…. (gioco preferito)"
D: "Occhi furbetti . So io, come farmi gli amici!"
S: "Il carabiniere in borghese.  Apprezzatissime le sue pillole di…giustizia".

Il grillo parlante non era quell'insetto saputello e insopportabile che riprendeva Pinocchio ogni tre per due? Una specie di buona coscienza, una cosa del genere?
Un'ambasciatrice di messaggi non è un modo carino per definire una spiona?
La casalinga allegra che prepara e rassetta seppur cantando non è una specie di Cenerentola, considerando poi che il riferimento è a una bambola straniera?
Uno che sa lui come farsi gli amici non sembra una maniera gentile per definire un opportunista?
E il carabiniere in borghese? Calcolando che ne ha uno vero in casa, non sembra una presa in giro?
Confesso di essere prevenuta nei confronti della maestra numerodue da quando all'inizio dell'anno scolastico mi fece piangere calde lacrime perché secondo lei il nano era troppo frenato, noi eravamo troppo rigidi e intransigenti, gli stavamo troppo addosso e lui non riusciva a esprimersi "si vede anche da come disegna" sentenziò. 
In ogni caso non lo so se mi è davvero piaciuta questa lettera aperta.

Per dovere di cronaca il nano è stato descritto così: "Faccio il birichino.. per avervi vicino…" sacrosanta verità.

lunedì 20 giugno 2011

Un patto con il diavolo

M ha fatto un patto con il diavolo: ha barattato una pagina facebook con l'eterna giovinezza. L'amica dai capelli rossi e il rispettivo H, che non hanno tempo e voglia e che non hanno dimestichezza con i social network le hanno chiesto una mano per la realizzazione della pagina fb del loro studio di medicina estetica. M, che di tempo ne trova sempre, ha accettato la proposta che prevede in cambio  imperituri trattamenti di bellezza. Ha preso l'incarico molto seriamente, ha ingaggiato la sua amica tutto fare per la parte fotografica e domani sera andrà al primo incontro con il diavolo, munita di grande entusiasmo e nobili intenti. Nella testa ha già tante idee di comunicazione e piccoli trucchi di marketing per rendere la pagina più divertente e allettante possibile. Lo studio medico è a due passi da casa, l'H un amico e tutto si svolgerà nel clima più sereno e amichevole possibile.
Tuttavia M quando deve incontrare l'H in questione è sempre piuttosto in ansia dal momento che lui, per deformazione professionale è portato a notare - con affetto - tutti i difetti delle donne con cui si intrattiene e a suggerire loro specifici rimedi.
M, batterio al microscopio davanti a lui, questa volta ha anche la coscienza sporca perchè non solo non ha ancora mai avuto il tempo di utilizzare la maschera anti age che l'H e la moglie dai capelli rossi le hanno gentilmente regalato al suo compleanno, ma anche perchè da qualche weekend ha ripreso l'annuale e malsana abitudine di andare al mare e, seppure protetta da uno schermo 20, non è riuscita a evitare le  inestetiche macchie solari, ben visibili anche a occhio nudo e profano.
Ma il pensiero che avrà un ritratto a casa che invecchia al posto suo e al posto suo pieno di cellulite, la rassicura e la motiva.

domenica 19 giugno 2011

La verità

La verità è che non sono pronta. Perchè credevo di dover aspettare ancora a lungo prima che succedesse. Credevo di avere il tempo per abituarmi all'idea. Credevo che gradualmente mi sarei preparata, che avrei accettato, che ne sarei anche stata felice. Credevo che avrei sorriso quando fosse arrivato il momento, che avrei vissuto il tutto con serenità, tenerezza e un pizzico di nostalgia. Credevo che sarei rimasta in disparte, che avrei spiato curiosa, che avrei fatto finta di niente. La verità è che non credevo che fosse così strano, che fosse così subito e così facile. La verità è che adesso non so cosa dire, non so se chiedere o non chiedere, se partecipare o farmi i cavoli miei.
Questo fine settimana al mare il nano si è innamorato. Lei è bella, gentile, disponibile, affettuosa e paziente. Ha un nome esotico e occhi sorridenti. Ha almeno dieci anni più di lui, i capelli folti scuri e mossi, è esile e timida, educata e con un leggero accento francese.
Lui l'ha seguita per due giorni, si è seduto accanto a lei sotto il suo ombrellone, ha assistito alle sue chiacchiere con le amiche, ha giocato con lei in riva  al mare e si è steso sotto il suo lettino mentre lei, stesa sopra, prendeva il sole. 
Il nano è innamorato per la prima volta e la verità è che M non l'aveva previsto.

venerdì 17 giugno 2011

Ora

Svegliarsi la mattina presto, vedere che fuori è una bella giornata, lasciare i nani (vestiti) a casa e ringraziare H che li porta a  scuola. Andare in piscina (scoperta), nuotare a stile libero con la musica del tanto sudato lettore mp3 subacqueo sentendo il sole tiepido della mattina sulla schiena e il motivante J a palla nelle orecchie. Cantare dentro e pensare a tutte le cose a cui non ho tempo di pensare mai, lasciare che i pensieri fluttuino accanto a me bracciata dopo bracciata, respirare e giù respirare e giù.
Dopo la doccia constatare che la crema idratante è utile, che i capelli crescono, che è ancora presto e che, avendo fatto il mio dovere, mi merito il cornetto di sfoglia.
Arrivare in ufficio con i capelli da pazza ancora umidi, fare colazione con l'amica trimamma alla macchinetta del quinto.
Tornare in stanza, salutare ME e MF, accendere pc, controllare la posta, passare su fb e venire qui, sull'erba.
Trovare due commenti, e accorgersi con piacere di essere diventata per qualcuno una piacevole abitudine.
Ci sono cose che non si possono comprare.. per tutto il resto c'è mastercard..
In questa mattina da mulino bianco 2 note stonate:
1) dopo la colazione e le chiacchiere alla macchinetta, passare davanti alla porta di Lui e scoprire che ha cambiato programma e oggi non è in ferie
2) trovare nella posta un avviso di paypal che dice che ho quasi superato il limite di spesa previsto (che non dirò mai qual è, ma che è comunque alto) e vergoganrmi un po'.
Guai a chi me la tocca

Ps. ieri alla festa di fine anno al nido, il mezzonano non ha cantanto, non ha partecipato alle attività previste, non ha mangiato, ne' bevuto. Non ha interagito con gli altri bambini, ne' con le premurose e attente maestre. 
Si è limitato a giocare con una vecchia lurida e scassata macchina della polizia, pronto a lottare per lei e ad aggredire chiunque provasse a impossesarsene.

giovedì 16 giugno 2011

Salviamo la faccia

In bagno ieri sera.
Il nano seduto sul water fa la cacca. Indossa il suo pigiama giallo canarino e ha l'immancabile mazinghino da 10 euro in mano.
"mamma mi fai compagnia?"
"si tesoro"
Mi siedo sul bordo della vasca.
"mi tieni la mano?"
"si amore, ecco"
"mamma, lo sai che sei molto bella?"
'grazie nano!" gli do un sonoro bacio, nonostante le indistinguibili esalazioni, e mi aspetto da un momento all'altro una fregatura , una richiesta, una lagna, un capriccio o la confessione di un danno irreversibile. Invece:
"sei molto bella mammina, solo la faccia però".
(...)
STOOOOP, non mi vorrete mica dire che un coso alto 110 centimetri scarsi, sia pure sveglio, vivace, intelligente e un tantino stronzetto, abbia già la percezione della bellezza di un corpo femminile e non trovandola nelle sembianze della sua mamma, è pronto a salvarle la faccia e a buttare tutto il resto?

"come solo la faccia? ..e il resto?"
"il resto no..le unghie dei piedi vedi non sono belle.."
(...)
"e i piedi nemmeno"
"ah"
"il corpo no..."
"ma scusa nano quindi con questa faccia che ci facciamo? dove la attacchiamo? sul corpo di un'altra mamma?"
"no! la attacchiamo sulle braccia e sulle gambe tue"
"ah quindi gambe e braccia vanno bene, ma niente corpo?
"niente corpo, solo le tette".

Sì, un coso di 110 centimetri scarsi già conosce il valore di una donna, con convinzione assoluta. E piuttosto che M tutta intera così com'è, preferirebbe un ragno con testa gambe e braccia, purchè fornito di tette.

mercoledì 15 giugno 2011

Quella granculo..

Leggo sulla mia rivista preferita che l'amore della mia vita (prima di H), l'uomo dei miei sogni, l'attore che ho inseguito a tutte le prime cinematografiche e che ancora oggi, alla veneranda età di 2to40, mi sento male quando lo incontro, aspetta un figlio. Prima o poi doveva succedere, ha 42 anni, è persona seria, l'aveva annunciato in precedenti interviste. Ok lo posso accettare, d'altronde anche io ne ho fatti due. Ma leggo che questo figlio lo avrà da una ex velina-letterina-meteorina-ballerina, una delle tante donnine, oggi redenta e struccata ma ieri ammiccante in bikini sullo schermo.
E sono sotto shock.
Leggo che si sono conosciuti a casa di un'amica, dove lei si è presentata con un paio di jeans, un maglione con le trecce e scarponi da montagna e anche fracica perchè appena scesa dal taxi è miseramente caduta in una pozzanghera, che manco la piccola fiammiferaia.. e appena arrivata, l'amica, tirata a balestra per l'occasione, l'ha ripresa per essersi conciata a quel modo, perchè "stasera c'è lui".
Leggo che si sono ritrovati a parlare seduti per terra in una specie di sgabuzzino per quattro ore, come se si consocessero da sempre e bla bla bla.. Che per lei era un sogno perchè da piccola aveva i suoi poster appesi in camera (e anche io).
Leggo che dopo un mese si sono giurati amore eterno, hanno deciso di sposarsi in chiesa con l'abito bianco e che se fosse arrivato un figlio, sarebbe stato accolto come coronamento del sogno e bla bla bla.
Leggo che il figlio è arrivato subito e che lui è premuroso gentile partecipe e felice com ogni uomo innamorato in dolce attesa.

Siccome lui vive vicino a VR, io spero vivamente che a lei non venga in mente di frequentare abusivamente il nostro giardino dopo il lieto evento. Che non venga a spingere la carrozzina nelle nostre stradine, che non si fermi a chiedere consigli e dispensare pareri. E che, se proprio non ne potesse fare a meno, almeno si faccia accompagnare dal compagno/marito, sempre benvenuto, che da sola se la rischia...

martedì 14 giugno 2011

Una proposta da valutare

Cari nanetti,
che fate il bagno nella vasca insieme e litigate per il posto da occupare, per i giochi da dividere, per chi deve essere lavato per ultimo, per chi apre il rubinetto, per chi si siede sul water alla fine. Che siete così diversi che a volte mi chiedo come sia possibile. Che vi cercate quando uno dei due non c'è, ma quando ci siete emtrambi fate finta che non vi importi. Che ieri sera avete riso fino alle lacrime a fare i salti sul divano tanto che alla fine vi faceva male la pancia, che già vi coalizzate contro di noi e fate gruppo.

Che vi sentite grandi anche se non vi sapete ancora allacciare le scarpe, lavare i denti, infilare le mutande e fare la capriola da soli. Che quando "ragazzi è pronto a tavolaaa" uno corre saltellando e si pecipita e l'altro alla decima volta che lo chiami tocca trascinarlo per un braccio e quello che c'è nel piatto non va mai bene. Che al mare vi addormentate insieme nella stessa stanza e prima parlate e ridete di cose incomprensibili. Che vi tenete compagnia mentre uno fa la cacca e anche per mano a volte che "stai attento e 'ezziti bene che cadi", che la vostra mamma è bella come una regina e brutta come una strega a seconda dei momenti e di cosa vi ha portato.
A voi che quando il venerdì vi vengo a prendere a scuola saltate dalla gioia e fate i pazzi, che richiedete amore incondizionato, pazienza infinita, tempo e impegno enormi e che ripagate tutto con uno sguardo, un sorriso, un abbraccio e un bacio "sbausciato". Che ogni mattina mentre mi trucco state lì attaccati, che andate a dormire con i vostri giochi preferiti, che avete sette anni in due e che in due avete già cinque anni di scuola alle spalle.
A voi che mi avete cambiato la vita, che mi sembra impossibile avervi costruito io, che siete la cosa più bella che c'è, che non vedete l'ora di avere sei anni ma che non volete andare alla scuola dove si fanno i compiti, che uno ama il mare e l'altro probabilmente la montagna, ma non lo appureremo mai, a voi due, soldi di cacio, vorrei fare una proposta: crescete ancora un po' fino a essere abbastanza grandi da soffiarvi il naso da soli, da fare la pipì dentro e da capire che essere fratelli ha il suo perchè, ma non tanto grandi da non credere a babbo natale, da dover studiare il pomeriggio e da vergognarsi di abbracciarmi davanti agli altri. E poi basta, fermatevi. Niente barbe, peli sotto le ascelle, puzze di piedi, parolacce e porte sbattute.
Vi concedo ancora una decina di centimetri per uno e poi ci si ferma. Che ne dite?

lunedì 13 giugno 2011

Safari a domicilio

LdG, Kenya
Sabato sera dopo una cena di risate, carne e racconti amorosi con amici, un poco convinto H e un'entusiasta M sono andati a dormire nel cabanon.
Il cabanon è la nuova stanza creata dall'Arch nel giardino della casa al mare. E' una scatola cubica con pareti bianche opache e semitrasparenti e con tetto nero, bagno e armadio interni, che l'Arch ha realizzato con materiali originali e con molto amore.
Dormire nel cabanon si è rivelato molto romantico, un po' umido e incredibilmente privo di zanzare.
H ha accusato umidità e freddo, si è svegliato molto presto e ha concluso sul nascere la sua esperienza nel cabanon.
M, che dorme soltanto nel buio pesto, ha coperto gli occhi con un reggiseno nero anni 90 riesumato da un cassetto e ha dormito serenamente cullata dal fruscio delle foglie sugli alberi, dalle ombre disegnate sulle pareti lattee dalla luce bianca della luna piena, dai rumori del giardino.

Al mattino M si è svegliata al canto degli uccellini con il rumore dell'acqua che scorreva in bagno (H era sveglio da ore), felice e riposata.
Il cabanon è a un metro dalla casa, ma M ha avuto la sensazione di aver dormito in un bungalow in Kenya, di aver ascoltato i rumori della giungla e di essere anni luce lontana dai nani.
M vorrebbe trasferirsi per sempre nel silenzio del cabanon, in questa scatola magica e suggestiva, capace di trasformare un giardino in un inaspettato e sorprendente safari.

Affinità e attività

Tanti e tanti millenni fa, all'inizio dei tempi, non c'era vita sulla terra.
Un lunedi Dio volle creare la vita, il giorno e la notte, l'uomo e gli animali. Cosi disse: «Sia luce». E la luce fu.
Martedì separò l'aria dalla terra e da quel momento il cielo coprì come una grande cupola tutte le cose.
Mercoledì Dio ordinò alle acque di raccogliersi in un solo luogo; così si formarono il mare e la terra.
Giovedì creò il sole, la luna e le stelle.
Venerdì non c'era ancora nessun essere vivente sulla terra è Dio riempì il mare di pesci grandi e piccoli e il cielo di uccelli dai mille colori.
Sabato Dio volle che la terra producesse tutti i tipi di animali (compreso il primo H della terra), ma nessuna M perchè evidentemente non considerata animale.
L'universo era finito e la domenica Dio decise di dedicarla al riposo.


Mi è venuta in mente la settimana della Creazione qualche giorno fa, quando ho assistito a questo scambio di mail tra una M e un H alle prese con l'organizzazione familiare di una settimana qualsiasi.
La mail della M:
"Caro H, ti riassumo gli impegni familiari della prossima settimana:
LUNEDI' ORE 16 MERENDA DELLA PICCOLA (posso essere lì alle quattro, ma dovresti portarcela e lasciarmela lì)
MARTEDI' SERA PIZZA DEL GRANDE
MERCOLEDI' POMERIGGIO FESTA COMPAGNO DEL GRANDE + SERA PIZZA CLASSE DEL MEDIO
GIOVEDI' RIPOSO (PER ORA)
VENERDI' ORE 9:00 RECITA DEL GRANDE 
SABATO PARRUCCHIERE (PER FORZA)
DOMENICA DA F TUTTO IL GIORNO PER FESTA BAMBINI


METTI UNA X PER GLI APPUNTAMENTI IN CUI PENSI DI ESSERCI.
GRAZIE, M"


La risposta dell'H:
"la X la metto sulla mia tomba! Non posso prevedere nulla.. comunque cercherò di esserci il più possibile".

La Creazione è roba da ragazzi, in confronto all'impegno organizzativo richiesto per risolvere una settimana qualsiasi di una famiglia con tre figli alle prese con la fine dell'anno scolastico.

venerdì 10 giugno 2011

Suoni deboli e segnali forti

Il nano e il pagliaccio
A ottobre M, in occasione dell'ennesima otite del nano, decise di portarlo dal burbero. Il burbero è l'otorino dei bambini, esimio professore, consigliatole dalla sua amica trimamma. Al termine di una velocissima visita e del commovente testa a testa audiometrico tra il pagliaccio spavaldo e l'esitante nano che stentava a riconoscere i deboli suonini, sotto gli occhi commossi di M, la diagnosi del burbero era stata otite sudativa con vegetazioni sulle adenoidi. La cura un antibiotico a dosaggio monosettimanale per tre mesi di fila. Il costo dell'operazione 200 euro.
M, contraria all'antibiotico per natura e ideologia, ma per natura e ideologia ligia allo spasmo, ha seguito la cura alla lettera e a febbraio si è ripresentata col nano al cospetto del burbero.
La diagnosi è stata confermata, la cura ritenuta inutile e il burbero ha sentenziato lapidario "adenoidectomia". Il nano era assolutamente da operare, perchè sarebbe diventato un bambino "isolato nel suo mondo di deboli suoni", e alle elemetari non sarebbe stato in grado di sentire le lezioni della maestra.
M, pagati altri 200 euro, tornò casa afflitta e preoccupata con un cuore piccolo così. Prese appuntamento per l'intervento e iniziò l'attesa tra notti insonni e brutti sogni.
A maggio, dopo sette mesi di perfetta salute, il giorno prima dell'intervento il nano è stato folgorato da forte tosse e M ha deciso di rimandare l'operazione.
Passavano i giorni, l'ospedale non richiamava per fissare un nuovo appuntamento, la tosse passava e M rifletteva.
Ieri M e il nano si sono presentati, lei volontaria e lui recalcitrante, al terzo appuntamento col burbero. Dopo una visita leggermente più approfondita e un secondo incontro col pagliaccio, l'udito del nano, con cuffia e senza, è stato giudicato perfettamente funzionante, il nano miracolosamente guarito e il pagliaccio sconfitto. M ha pagato i 200 euro d'ordinanza ed è uscita con il cuore leggero, il sorriso da ebete e l'inconsapevole nano per mano.

Ps. oggi a felicità si è aggiunta felicità a milioni (8,4 per la precisione) per la perfomance di A0, record storico assoluto.
Buon voto a tutti!

giovedì 9 giugno 2011

L'irpinio zappatore

Uscire di corsa dall’ufficio per andare alla recita teatrale del nano con senso di colpa galoppante per avere già la certezza assoluta di non essere la prima mamma ad arrivare, ma probabilmente l’ultima.
Arrivare a scuola con quattro minuti di ritardo e trovare la porta chiusa blindata, attaccarsi inutilmente al campanello e decidere di fare il giro e entrare dal cortile.
Mentre giri l’angolo, ormai con sei minuti di ritardo, sentire dalle finestre aperte del seminterrato gli applausi delle altre mamme, tutte puntuali e con la coscienza a posto.
Finalmente giungere alla mèta, dopo aver accumulato nove minuti di ritardo e entrare nel piccolo teatro, buio, a recita iniziata.
Trovare inaspettatamente H pronto con telecamera in mano, alla sua prima recita scolastica e cercare tra i nanetti sul palco, tutti vestiti uguali, e solo per questo commoventi, il proprio.
Scambiarlo per i primi due minuti per un altro per poi, vedendo H riprendere da tutta altra parte, decidersi di inforcare gli occhiali da vista e riconoscere finalmente il nano giusto, seduto dal lato opposto.
Finalmente respirare, godersi la recita, sentire caldo all’improvviso, levarsi il golf, appoggiarsi al muro e fissare il nano.
Sbracciarsi e salutare insistemente per fargli capire di esserci, in due per la prima volta.
Ascoltare, applaudire, commuoversi, ridere, emozionarsi e ancora applaudire.
Notare con stupore come sul palco alcuni di loro siano intimiditi, mentre altri acquistino spavalderia, sicurezza e verve imprevedibili.

Incrociare lo sguardo del nano, trattenerlo e assistere al montare della sua gioia.
Asciugarsi le lacrime prima di uscire fuori, al sole.
Pensare che è bello anche così, anche se la parte all’ultimo minuto ci è stata sfilata da EN perché non ci ricordavamo le frasi, e accettare serenamente di essere stati declassati da Marte a un irpinio zappatore qualunque.
Sorridere del fatto che anche EN, minuscolo e emozionato sul palco, non si è ricordato le frasi.
E la sera a tavola sentirle recitare finalmente, senza esitazione.

E, quando tutti dormono il meritato riposo, nella cartella dei diplomi, aggiungere, tra il diploma del corso di inglese in classe, quello del corso di inglese a casa, e il tanto sudato brevetto di acquaticità, che ci rende idonei non al primo livello di nuoto, ma al secondo di acquaticità, condannandoci per un altro anno al limbo della piscina dei piccoli, anche l'attestato di "piccolo attore", seppure irpinio e zappatore.

mercoledì 8 giugno 2011

Tecnica e significato

"pronto, ciao sono la giurata del concorso fotografico"
"ah si ciao come va?"
"ci stiamo scannando"
(...)
"ci è venuto un dubbio"
"dimmi"
"bisogna premiare la tecnica della fotografia o il significato?"
"mmh...significato?"
"si lui vorrebbe premiare la tecnica e io il significato"
"be' direi.. la foto più bella, semplicemente.."
"si ma dal punto di vista tecnico o del significato?"
"be'.. abbiamo scattato con mezzi di fortuna, telefonini.. direi di andare sul soggetto della foto"
"ok quindi sul significato.."
"mah.. insomma.. sì sulla foto più bella, con l'immagine più bella.."
"bè in ogni caso mi dovrò rileggere bene il regolamento.."
"non credevo fosse così impegnativo, la foto che giudicate più bella.."
"già, il significato.. immaginavo e adesso chi lo convince.. menomale che sono solo quattro foto.."
"come quattro???"
"non sono quattro??"
"no, sono sette!"
"ah.. aspetta forse me ne sono persa qualcuna per strada.."
(...)
"si' ecco le altre tre..ok sono sette"
"ok"
"la faccenda si complica.."
"mi dispiace.."
"no, va bene, non ti preoccupare, ciao"
"ciao, buon lavoro..e grazie eh"


M ha preso il concorso fotografico di VR molto seriamente e ha deciso di far giudicare le foto a una coppia di addetti ai lavori (fotoreporter lui e fotografa lei). Tuttavia M non era molto preparata sulle domande sul significato
Ha capito però una cosa: i due giurati si sono divisi in maniera del tutto logica e coerente con la loro natura di maschio e di femmina: la pratica da una parte e la poesia dall'altra.

martedì 7 giugno 2011

Casa dolce Casa

Quando arrivano le sei di pomeriggio e si avvicina l'ora di tornare a casa e di riabbracciare i nani, M è sempre un po' emozionata, non vede l'ora di vederli, stringerli e sentire le loro voci.
All'arrivo in giardino però, dopo qualche secondo di sereno assaporamento della pace e del ritorno, tutta l'euforia si spegne come un fiammifero con una brusca secchiata d'acqua: senza pietà.
Lei si immagina romantiche scene al rallentatore, stritolanti abbracci, baci appassionati e racconti dettagliati della giornata trascorsa senza di lei.
Invece:
il nano si presenta sempre carico di richieste generalmente poco praticabili con tono insopportabilmente lacrimevole
"mamma posso invitare M?'
"mamma voglio Gundam"
"mamma mi compri un regalo?"
"mamma hai portato la merenda kinder?"
"mamma che mi hai portato?"
"mamma posso andare da F?"
"mamma M/F/G possono cenare da noi?"
"mamma abbiamo le cotolette per tutti?"
"mamma ho la pipì"
"mamma mi scappa la cacca ma non voglio salire a casa quindi la faccio nell'erba, hai le salviette/la busta come quella della cacca dei cani?"

Nani al volante
Il mezzonano, dal canto suo, accoglie M con una corsa e un abbraccio e:
"mamma vojo 'a bisi"
"mamma se jiai e cavi deja cantina?"
"mamma vojo andae a casa"
"mamma vojo nonna"
"mamma vojo babbo"
"mamma vojo ghidae 'a macchina di nonno"
"mamma vojo 'e tue cavi"
"mamma L/G/F/A/ non mi petta pejo (non mi presta quello)" indicando monopattino/passeggino giocattolo/triciclo o qualsiasi altro mezzo di trasposto presente.
"mamma ho fatto a cacca, nnamo casa?"

La voglia di rivedere i nani dura ogni giorno il tempo del tragitto ufficio-casa: 8-10 minuti (dipende dai semafori), poi muore schiacciata sotto la valanga di richieste, lamenti, dichiarazioni lapidarie e scontento generale.

lunedì 6 giugno 2011

Basta il pensiero

"Vorrei regalare all'Arch una giacca blu di jersey" dichiarava M alla Nonna.
La Nonna accettava l'idea con qualche perplessità "lo sai com'è difficile lui.."
M non desisteva e decideva di cercare la giacca online nei suoi siti di riferimento e di chiedere per ciascuna il prezioso consiglio della tecnologica Nonna via mail.
Alla prima proposta la Nonna rispondeva "Non mi convince: le cuciture sono sfilacciate, è avvitata e sostanzialmente è piccola".
Alla seconda proposta la Nonna, insperatamente, dichiarava "è senz’altro meglio della prima, ma ha due bottoni. Non capisco il peso, ma il sarto potrebbe aggiungere il terzo bottone se lo vuole". Sebbene, in un secondo momento, dopo averci ragionato meglio, aggiungeva: "dovrebbe farsi chiudere anche lo spacco dietro. E ha la fodera, e con la fodera non la porta neanche in inverno".
M continuava imperterrita nella sua ricerca e mandava una terza proposta, alla quale la Nonna replicava: "collo troppo stretto (oltre due bottoni e due spacchi) troppo segnata la vita, la escluderei . La migliore è la seconda peccato per la fodera, perchè a spacco e bottoni si può rimediare".
M perseverava con un quarto invio, rinunciando al jersey per la tela, ma: "sbagliato andare sulla tela meglio restare sul tessuto felpa".
M riprendeva i suoi passi sul jersey e procedeva al quinto invio: "No. .........E non dire che faccio io la difficile.. sarebbero soldi buttati".
Al sesto invio uno spiraglio di speranza: "questa è carina, peccato le tasche intagliate".
Al settimo invio, che secondo M era perfetto tanto da scrivere nell'oggetto della mail "ATTENZIONE ATTENZIONE: eccola è lei!", la nonna rispondeva: "un po’ eccessive le tre tasche, non ti sembrano sproporzionate? Per il resto niente da dire (forse  il polsino...)" e aggiungeva un gradito e simpatico smile. 
Al telefono qualche minuto dopo: "Volevi regalare per forza una giacca? Perchè non pensi a una maglietta?"
M, accettava di buon grado il consiglio "sì certo anche una maglietta va bene, ma come deve essere? Girocollo?".
Silenzio dall'altro capo del filo.

M ha inviato quattro proposte di magliette.
Alla prima "OK VERDE, anche se non è un verde particolare"
Alla seconda "NO."
Alla terza "NO"

Alla quarta "NO per collo, taschini e mancanza tasche".

A Natale M alla fine di un'estenuante quanto infruttuosa ricerca di un regalo per l'Arch, aveva optato per un poco sentimentale e non trasferibile assegno. Ma stavolta non si arrende.

domenica 5 giugno 2011

Sapore di Mare

M e H al mare verso le quattro di pomeriggio di sabato erano stesi sui lettini mentre il nano sguazzava nell'acqua e il mezzonano ronfava a casa dei nonni.
Il sole era ancora alto, soffiava una piacevole brezza, il mare calmo e alcuni bambini giocavano sulla riva.
"Ma cosa fa il nano nell'acqua?" chiedeva H a M con tono distaccato, M metteva a fuoco la scena in controsole e rispondeva "non capisco, non vedo bene.. mi sembra fermo.. come accovacciato.."
"sta cacando?" chiedeva H più incredulo e incazzoso, che stupito.
"ma no figurati se sta cacando nel mare in mezzo a tutti i bambini alle quattro di pomeriggio.." rispondeva M con una sicurezza che sembava eccessiva anche a lei, quasi volesse rassicurarsi lei stessa..
A quel punto il nano accovacciato controsole si rialzava, si tirava su il costume e si rimetteva placidamente a giocare mentre il cugino usciva dall'acqua al grido "il nano ha fatto la cacca nel mareeeeeeeeeeeeeee"
In un attimo H si trasformava in mostro Aniba e ad M toccava a malincuore lasciare da parte la maschera da strega cattiva e entrare nel ruolo del genitore affettivo.
Il mostro Aniba nell'ordine lo trascinava fuori dall'acqua, gli requisiva per due mesi il giocattolo nuovo e minacciava di portarlo immediatamente a casa e di chiuderlo in camera per tutto il pomeriggio, da solo.
M recuperava dal bidone della spazzatura una busta di plastica appena buttata, entrava in acqua alla ricerca della cacca, la trovava, trascinata dalla corrente sulla battigia, la raccoglieva con nonchalance e la ributtava nel bidone. Cercava di far ragionare il nano dicendogli che la cacca nel mare non si fa e che era stato molto maleducato.
Lui per nulla mortificato ma pensieroso più del solito, dopo qualche minuto chiedeva sereno "mamma ma perchè la pipì me la fai fare sempre nel mare e la cacca no?"
M in visibile difficoltà annaspava dicendo che la cacca si vede e la pipì invece no "ti piacerebbe nano nuotare in mezzo ai pezzi di cacca dei tuoi amici?"
"no mamma, ma nemmeno in mezzo alla loro pipì".

M ha rimpianto la pipì fatta dal nano nel secchiello altrui la settimana scorsa.

giovedì 2 giugno 2011

La Tate Gallery

A ogni M, che sia d VR o meno, corrisponde una Tata.
Ne esistono di tutti i tipi: fisse, a ore, lungo orario, a giorni alterni, in co-sharing.
A VR le Tate si conoscono tutte tra di loro e ogni M conosce e a volte "approfitta" delle tate altrui.

Le Tate si dividono in due macrocategorie: quelle brave con i bambini e quelle brave con i lavori domestici.
Non esiste al momento nessun esemplare valido in entrambi i campi.
Tendenzialmente al primo gruppo appartengono le sudamericane, al secondo le fililppine e le ragazze dell'est europa.

Tra le Tate brave SOLO con i bambini:
quella che invita tutti i giorni a casa le amiche Tate connazionali con o SENZA i bambini di riferimento
quella che si depila con il rasoio (suo) nella vasca da bagno (nostra) lasciando visibili tracce
quella perfetta, madrelingua inglese che parla l'italiano meglio degli speaker dei telegiornali, che ha un diploma in pedagogia e che oltre l'italiano e l'inglese conosce alla perfezione altre 3 lingue
quella che ogni volta che sbatte la tovaglia per far cadere le briciole (di sotto) fa cadere sempre anche qualcos'altro (posate solitamente)
quella che quando sbatte le fodere delle poltrone dalla finestra fa cadere proprio la fodera (ogni volta)
quella chiacchierona e colorata sempre sorridente
quella che quando usciamo la sera arriva carica di giochi che le sono costati di più di quello che guadagnerà a star lì con i bambini
quella fashion che si veste con gli stessi vestiti che usi tu, ma che a lei stanno meglio


Tra quelle brave SOLO in casa:
la muta viziatissima Mar pulita e profumata, ordinata e talmente discreta e riservata che quando torni a casa non capisci mai se è in casa o ci ha lasciato per sempre
quella che dovrebbe badare ai bambini, ma che è rimasta bambina lei e che a 43 anni non risponde mai a una domanda senza aver prima chiesto il permesso alla madre
quella che lascia i nani, che sommati non fanno un bambino di prima elementare, in casa da soli "m'am just few minutes" per stendere il bucato in terrazza, lasciando la porta aperta su 4 piani di scale
quella che fa la spesa, cucina e prepara la cena
quella che cambia le lenzuola e gli asciugamani tutti i venerdì di sua iniziativa, che fa tutto al posto tuo tanto che non ti ricordi nemmeno più come funzionano gli elettrodomestici

Poi c'e' un gruppo di tate che non sanno fare ne' l'una ne' l'altra cosa ma che vengono comunque tenute perchè affezionate o fidatissime o comunque perche' "ti immagini che fatica ricominciare tutto da capo?" Impossibile dare loro una nazionalità, si tratta di un gruppo misto.
Tra loro:
quella che vieni a sapere dai bambini che sputa nella vasca mentre loro fanno il bagno (giuro)
quella che lava i vetri delle finestre con una camicia tua
quella che se torni a casa alle 4 di pomeriggio trovi già i bambini in pigiama pronti per andare a letto
quella che parla come un robot e che nei primi due giorni di lavoro è capace di:
lavare una coperta di cachemere in lavatrice dopo che le avevi detto di portarla in tintoria "così la signora risparmia";
litigare con il nonno su quali giochi il nipotino può o non può fare; 
pretendere che quando è sola in casa con i bambini non venga nessuno a disturbarla (nonni compresi),

Sono le nostre Tate, i pilastri delle nostre famiglie, più preziose dei nostri anelli di fidanzamento, quelle che rendono tutto possibile e sopportabile. Quelle che quando ti mollano, saresti disposta a tutto per trattenerle, che speri sempre che, se proprio qualcuno ti deve mollare, che siano gli H e non loro.

Ps. siamo venuti in trasferta al mare ieri sera e stamattina ho chiesto alla muta Mar se avesse dormito bene, "not really m'am there was that small ball inside..i couldn't sleep at all".
La principessa sul pisello si riferiva a una pallina di naftalina che era rimasta nascosta nella coperta, che M amorevolmente le aveva dato ieri sera per paura che sentisse freddo.

mercoledì 1 giugno 2011

La vita non è un telefilm

Nel telefilm sono quattro, non giovanissime, sono americane, non tutte hanno figli, vivono a Manhattan, si vestono da sera anche di giorno, hanno scarpe da 800 dollari al paio, hair stylist e truccatrici al seguito. Bevono Cosmopolitan e Champagne, sono invitate agli eventi più glamour, a volte discutono, altre piangono, a volte sono stanche, spesso hanno problemi di cuore.
Sono belle ma non perfette, hanno un lavoro ma non tutte ne sono soddisfatte, girano in taxi, vivono in case  alcune perfette e altre incasinate, si confidano i segreti più intimi e si confrontano sulle decisioni importanti. Quelle che hanno figli, hanno problemi con le tate e con le suocere, sensi di colpa e difficoltà a conciliare i diversi ruoli ricoperti.
Tra loro c'è quella che scrive, c'è l'avvocato, c'è quella con i capelli rossi, quella in carriera, c'è la zoccola e quella più giovane e intransigente. C'è quella che tra mille sofferenze lascia Manhattan per una casa più grande a Brooklyn.
Si vogliono bene da copione e si scambiano frasi lacrimevoli e affettuose come prevede la sceneggiatura.

Nella vita sono di più, giovanissime, sono italiane, tutte hanno figli, vivono a VR o nei pressi, si vestono da sera una volta l'anno, hanno scarpe prese in saldo e raramente prendono appuntamento con il parrucchiere.
Bevono acqua per dimagrire e depurarsi, sono invitate a tutte le feste dei compagni di scuola dei figli, a volte discutono, altre piangono, spesso sono stanche e non hanno tempo per pensare ai problemi di cuore.
Sono belle ma non perfette, lavorano ma non tutte con soddisfazione, girano in motorino, vivono in case spesso disordinate, a volte si fanno piccole confidenze e si confrontano sulle decisioni da prendere. Hanno problemi con le tate, con le suocere, a volte con i vicini di casa, hanno sensi di colpa attanaglianti e difficoltà estreme nella concilazione dei ruoli ricoperti.
Tra loro c'è quella che scrive, c'è l'avvocato, c'è quella con i capelli rossi, quella in carriera, e quella giovane. Se c'è la zoccola ancora non si è palesata tale (ma c'è chi ha "riscoperto" il bagno). C'è quella che  ancora soffre per aver dovuto lasciare VR per una casa più grande nel "Bronx".
Si vogliono bene per davvero e quando oltrepassano la soglia delle M per entrare in quella delle amiche, si scambiano frasi lacrimevoli e affettuose sul serio.

Quelle sono le ragazze di S&TC. Queste siamo noi, le ragazze di VR, che ieri sera, per la prima volta, si sono prese la libertà di lasciare a casa i nani (addormentati) con gli H e le Tate per una cena insieme. E davanti a un bicchiere di vino e a un secondo (con sputo e senza) si sono conosciute un po' meglio, piaciute ancora di più e hanno scoperto che condividere aiuta, diverte, facilita, rende ironiche le situazioni più difficili e fa venire la voglia di vedere la prossima puntata.