martedì 31 maggio 2011

Sindrome di Stoccolma

Da quando sono diventata mamma ho imparato le seguenti cose:
che se si vuole ottenere una cosa dai nani, bisogna chiedere l'esatto contrario
che pulire cacca vomito e mocciolo è schifoso, ma può diventare un'abitudine come un'altra
che alla tele esistono solo due canali (entrambi per nani 24 ore su 24)
che si possono mangiare cotolette fino a tre volte la settimana
che la mattina ha davvero l'oro in bocca, come dicono
che  in frigo il latte non deve mancare mai
che in motorino bisogna andare pano pano
che si può leggere la stessa storia un milione di volte con rinnovato stupore e divertimento
che la casa è piena di oggetti pericolosissimi, finora ritenuti innocui
che tenere un pacchetto di salviette umidificate in borsa può fare la differenza
che due occhi non bastano e nemmeno quattro
che la giornata è sempre di 24 ore, ma la parte da svegli segue un fuso orario anticipato di tre ore rispetto a prima
che i teletubbbies sono molto noiosi, ma utili, terapeutici e anestetizzanti
che le macchie di cioccolata non vanno via, checchè ne dicano
che i fazzoletti non bastano mai
che i trucchi non sono necessari
che la spazzola non è necessaria
che la crema idratante è un lusso per pochi
che i pidocchi esistono ancora
che a volte andare in ufficio è un po' una vacanza
che la notte piccole presenze scalze e silenziose si muovono per casa e si avvicinano nel buio spaventandoti a morte
che la tata è il pilastro portante di ogni famiglia, senza il quale tutto crolla
che si può provare un sentimento sconquassante anche soltanto per uno sguardo o un sorriso
l'importanza della frase "tenere lontano dalla portata dei bambini" (valida non soltanto per i medicinali)
che si possono capire lingue a cui mancano quasi la metà delle consonanti dell'alfabeto e qualche vocale
che si hanno molte più risorse e forze di quanto si creda
che la pazienza non è infinita, ma l'amore sì
che non sempre si può essere all'altezza
che non si possono tenere le finestre aperte e allo stesso tempo restare sereni
che a volte è necessario chiedere aiuto
che nonostante la stanchezza, la dedizione assoluta mai riconosciuta ne' ricambiata, le notti in bianco, le urla e le sporadiche ma necessarie trasformazioni in strega cattiva, da quando ci sono i nani la vita è più bella.

E che Marco Ferradini si riferiva evidentemente alla relazione madre-figlio e non a quella di coppia quando cantava Teorema.

lunedì 30 maggio 2011

Partire è un po' morire

La discesa al mare
VR sta agli inverni di M come LdG sta alle sue estati.
E' arrivata l'estate e con lei sono arrivati i week end al mare.
Partenza non intelligente il venerdì sera e altrettanto non intelligente rientro la domenica sera.
I nani seduti dietro nei loro seggiolini blu rigorosamente uguali, quello grande addormentato con la bocca spalancata, quello piccolo con ciuccio e occhi aperti grandi curiosi e sorridenti sul mondo che passa fuori dal finestrino.
Autonomia del mezzonano prima del vomito da mal di macchina ereditato da M, 1 ora e 10 minuti.
Tempo di percorrenza necessario, in orari non intelligenti, 1 ora e 30 minuti (almeno).
Tempo di ansia da vomito 20 minuti (almeno).
In questi 20 minuti solitamente M si isterizza per i lamenti del mezzonano vieppiù preoccupanti, per il pensiero che H teme più di ogni altra cosa le macchie di vomito sui sedili, per non poter stare seduta girata a consolare il mezzonano, per non rischiare di macchiare lei i sedili della macchina di H stando seduta girata a consolare il mezzonano.
Il bar della spiaggia
Di solito allo scattare del settantacinquesimo minuto dalla partenza, il mezzonano comincia  a lamentare mal di pansa, dapprima in maniera casuale e sporadica, poi sempre più convinto. M, in uno dei suoi momenti Norman Bates in cui si cimenta in discorsi immaginari con terzi (non necessariamente impagliati),  nella speranza di distrarre il teste, entra nella parte e simula una telefonata al dottore, con tanto di domande e di spiegazione dettagliata del malessere. Il dottore immaginario propone una cura, anch'essa immaginaria, che M ripete ad alta voce per poi chiudere la telefonata con un "grazie le faccio sapere". Il mezzonano, per niente distratto ne' tranquillizzato dalla telefonata di M al dottore, inizia a tossire.
A quel punto dalla tosse al vomito è questione di attimi.
Questa volta gli attimi a disposizione sono bastati per arrivare a destinazione, scendere catapultati dalla macchina e evitare il disastro.
I sedili sono salvi, H contento, M sudata e il mezzonano rincuorato, ma con imperituro singhiozzo.

Alla prossima partenza.

Ps Questo fine settimana H e M avevano una festa, con partenza dal mare, senza ripassare dal via.
M si è ricordata di portare il vestito, il cappello (obbiligatorio), le scarpe e un coprispalle che si è rivelato necessario.
Tuttavia M si è dimenticata di portare i trucchi, la crema idratante, una borsa decente, gli accessori che aveva pensato nottetempo di abbinare al vestito e la spazzola per i capelli, ma tanto c'era il cappello, obbligatorio quanto strategico.

domenica 29 maggio 2011

Il giorno e la notte

I nani si pongono agli antipodi in tante cose, quasi tutte: uno gioca da solo per ore, l'altro da solo non ci sta nemmeno un minuto mai; uno è rumoroso, aggressivo e sempre scontento, e l'altro è silenzioso pacifico e ottimista. Uno è diffidente e l'altro fiducioso. I nani giocano con giochi diversi, hanno abitudini diverse, si comportano in maniera diversa in tutte le situazioni. Anche sull'alimentazione le strade dei nani si dividono per non convergere mai. In linea di massima uno mangia tutto e l'altro quasi niente. La cosa strana però è che quel quasi niente che l'uno mangia, è l'unica cosa che l'altro rifiuta.

In una tipica domenica al mare come oggi, il nano ha litigato con diversi cugini, ha preteso l'utilizzo di giochi che non erano suoi (senza dare nulla di suo in cambio), ha fatto i dispetti ai bambini più piccoli, ha pisciato nel secchiello (di altri), ha preteso e mangiato 4 gelati confezionati senza per questo essere minimamente soddisfatto e, più volte vittima di giustificate sgridate di M e H, ha pianto quasi sempre.
Il mezzonano ha giocato pacificamente con i cugini, ha serenamente pranzato a tavola e si è altrettanto serenamente ritirato per il riposino post prandiale, ha mangiato 1 gelato,  non è mai stato vittima di sgridate di M nè di H, non ha pianto mai.

M si è domandata spesso da cosa possa dipendere la differenza abissale tra i due fratelli, senza mai darsi una risposta.
Poi stasera nel bel mezzo di una sessione di training autogeno per evitare la trasformazione in strega cattiva, M ha avuto un'illuminazione: l'epidurale negatale al parto del nano e concessale invece a quello del mezzonano potrebbe aver reso il primo arrabbiato con il mondo per le sofferenze subite quel giorno e risparmiate due anni dopo al fratello, che ha potuto salutare la vita senza un dolore e oggi non ha niente da farci scontare.
Mai come oggi M ha maledetto la latitanza dell'anestesista quel giovedì di 4 anni e mezzo fa.

giovedì 26 maggio 2011

Risposta sbagliata

Da poco M ha cambiato lavoro: stessa azienda, lavoro diverso, colleghi diversi, capo diverso. Si occupa di un argomento che fino ad oggi ha vergognosamente snobbato cestinando qualsiasi mail, link, documento in tema.
Oggi la Donna Lavoratrice che si nasconde sotto strati e strati e strati di M è stata rispolverata e messa in bella mostra al fianco del suo nuovo capo per una serie di incontri di lavoro su questi nuovi e sconosciuti temi che, se M non avesse snobbato, non sarebbero poi così nuovi e sconosciuti.
Il nuovo capo, Lui, è un amico, si conoscono da 12 anni, è brillante, simpatico, più giovane di lei quindi giovanissimo, universalmente stimato, ma soprattutto è preparato, competente, informato su qualsivoglia argomento sotto tutti i punti di vista.
Lui è dotato di superpoteri per cui è in grado:
a) di ricordare cifre con 12 decimali lette anni prima in una nota pie' di pagina di un allegato a una rivista sbirciato in treno
b) di leggere un documento di 250 pagine in 5 minuti e trovare errori di concetto, refusi, ed economics non  aggiornati
c) di prevedere ogni cambiamento finanche rivoluzionario in ambito internazionale
d) di farti sentire perennemente, costantemente una perfetta idiota.
M non è idiota, non si considera tale e non è solitamente considerata tale dagli altri (intendendo per "altri" anche i non familiari stretti). Ma, in perenne ansia da prestazione e con l'incubo fisso di sbagliare, oggi ai tre incontri previsti ha saggiamente deciso di seguire il consiglio migliore del mondo che NonnaG le dispensò alla nascita e la cui validità aumenta col passare degli anni: un buon tacere non fu mai scritto. Cioè taci: meglio non fare nessuna impressione che farne una pessima.

Tuttavia tra il primo e secondo incontro M è andata a pranzo con Lui e di fronte a una sua domanda diretta non se l'è sentita di restare zitta.
E ha risposto.
E porco mondo non era la risposta giusta.

E non è servito a niente tutto quel silenzio da bella statuina, non è servito scegliere i gusti di gelato in base al colore e quindi al minor danno che avrebbero potuto fare se le fossero caduti sui vestiti (bianchi), a niente è servita la massima concentrazione per memorizzare tutto e non essere l'unica durante le riunioni a prendere forsennatamente appunti sul quadernino.

La risposta di M era sbagliata. Lei era sbagliata e Lui le ha voltato le spalle ed è volato via più veloce della luce.

mercoledì 25 maggio 2011

Genitore con riserva

Innanzitutto iniziamo a chiamarla la giornata della mamma, perchè qui di genitore maschio in 2 mesi non se ne è visto uno.
E poi parliamone, parliamo di questa giornata del "genitore" istituita al nido del mezzonano.
Per come l'hanno concepita le attente e premurose maestre la giornata inizia alle 9.30 termina dopo pranzo verso le 12.30 e prevede che al termine il "genitore" si porti via il proprio mezzonano, perchè l'uscita del "genitore" alle 12.30 può provocare tristezza e senso di abbandono nel mezzonano che viene salutato e lasciato al nido.
Per come l'ho svolta io la giornata del "genitore" è andata così:
ore 8.00 quotidiano accompagno dei nani a scuola
ore 8.10 umile richiesta alle premurose maestre di poter andare al saggio di ginnastica alle 9.10 e quindi di poter iniziare la giornata del "genitore" un po' in ritardo
ore 8.12 coatto accoglimento del suggerimento delle premurose maestre di portare il mezzonano al saggio di ginnastica del "grande".
ore 8.20-9.00 inutile e caldo bighellonamento nel quartiere
ore 9.00 recupero del mezzonano al nido e arrivo in palestra per assistere al saggio
ore 9.10-10.10 saggio di ginanstica del "grande" (vedi post precedente)
ore 10.10 inizio ufficiale della giornata del "genitore": giochi in terrazza con macchinine e elicottteri, trasferimento all'interno per giocare con la sabba, le conghije e i pessi (nel mentre vari soffiamenti di moccioli di appartenenza e non)
ore 10.45 frutta
ore 10.50 puzzle, lettura libro della Pimpa ad alta voce con le maestre disturbata (la lettura e non la sottoscritta) da moccioli lagne piccoli bisticci. 
ore 11.20 trasferimento in bagno per sommario lavaggio di 50 luride e appiccicose mani.
ore 11.40 pranzo nei tavoli dei sette nani con piatti piccoli, sedie piccole, brocche per l'acqua minuscole, bavaglini enormi, porzioni spropositate. 
11.40-12.00 sbaloridta constatazione del "genitore" dell'ordine e del silenzio che regnano sovrani: i nani mangiano incredibilmente composti, perfettamente istruiti, da soli, seduti fino alla fine, fino all'ultimo boccone dell'ultimo mezzonano.
ore 12.10 cambio pannolini e giochi digestivi propedeutici al riposo pomeridiano.
ore 12.30 liberazione del "genitore". Nel mio caso pianto disperato del mezzonano, trauma da abbandono con conseguente aumento del senso di colpa del "gentiore" sotto lo sguardo severo e giudicante del "te l'avevo detto io" delle premurose maestre.
ore 13.00 rientro in ufficio, struccata, sudata, stanca ma felice di essere stata promossa "genitore" per qualche ora, seppure con riserva.

martedì 24 maggio 2011

Grandi nani e piccole M


I nani davanti al "mare" (calmo)

Erano tutti in fila, vestiti uguali, perline di una collana. Composti, perfetti. Erano i nani al saggio di ginnastica.
La musica è partita e si sono disposti ognuno dentro il suo piccolo cerchio colorato e con le braccia hanno fatto l'aereo, l'elicottero, la trottola, hanno saltato, hanno girato intorno, in piedi e poi in ginocchio. Poi tutti coperti da un telo azzurro hanno fatto le onde del mare alzandosi e abbassandosi a ritmo, e quando i maschi andavano su le femmine restavano giù.
Infine hanno fatto il percorso a ostacoli.
Uno alla volta.
C'è stato l'atleta bravissimo nei salti e veloce nella corsa, quello sciolto visibilmente abituato alle esibizioni, la timida che ha guardato sempre in basso mentre si grattava insistemente il braccio. C'è stato quello con la testa tra le nuvole che è inciampato nei suoi stessi piedi e quella pigra che ha camminato invece di saltare e che a ogni passo tentava di tornare al suo posto e di finirla lì, c'è stato il simpatico e il perfezionista, lo scordinato e il sicuro di sè, c'è stata la volenterosa e la "non portata".
Poi è stato il turno del nano, che ha eseguito, per la prima volta nella sua piccola vita, la prova proprio come doveva essere fatta: dall'inizio alla fine con tanto di capriola e canestro.
Accanto a ognuno di loro il maestro Mc gentile garbato silenzioso e presente ha incoraggiato, premiato con un bacio o un gesto affettuoso, aiutato a salire sulla trave e tenuto per mano.

Sedute di fronte a godersi lo spettacolo noi M e qualche H.
Tutte in fila, vestite diverse. Mai perfette secondo noi. E invece lo siamo tutte, ognuna a suo modo. Noi M identiche le une alle altre con i nostri orgogli, gli occhi lucidi per la commozione, le macchine fotografiche, le mani sudate, qualche brivido e tanti ricordi. Il mio è andato a un lontanissimo saggio di ginnastica artistica in cui mi esibii vergognatissima con un body nero su una calzamaglia bianca enormemente smagliata.
E ho pianto, oggi come allora. Allora per la vergogna, il buco nella calza, l'ansia da prestazione e la paura di sbagliare.
Oggi per l'orgoglio, la bellezza, la perfezione, la tenerezza di questi nanetti diligenti, la felicità nei suoi occhi, la voglia di esserci e perchè quando sono tutti vestiti uguali, di bianco e blu per giunta, mi commuovo sempre.

ps. Oggi dopo l'as-saggio di ginnastica del nano, ho onorato "la giornata del genitore" dal mezzonano.

lunedì 23 maggio 2011

Tanto rumore per nulla

Oggi M sarebbe dovuta andare all'osepdale di P. con il nano per gli accertamenti pre-operatori propedeutici alla adenoidectomia prevista. Era stato tutto organizzato nei minimi particolari: controllo dal pediatra, certificato pronto, richiesta ufficiale dei giorni in ufficio, borsa con kit di sopravvivenza per superare le 8 ore insieme contenente quaderno dei disegni, pennarelli funzionanti, ipod carico pieno di diseducativi episodi di cartoni di robot anni 80 e caramelle gommose, arruolamento della nonna per assistenza, compagnia e eventuale conforto.
Tuttavia il nano,  esente da qualsiasi ancorchè minimo disturbo di salute dalle vacanze di natale, del tutto inconsapevole di cosa lo aspettasse, sabato mattina ha tempestivamente iniziato a tossire e starnutire. Dapprima in maniera sporadica e lieve e poi, dalla serata di domenica, con toni e tempi vieppiù impegnativi e preoccupanti.

Essendo requistio imprescindibile per gli accertamenti preoperatori un "perfetto stato di salute" e essendone al momento entrambi sprovvisti, abbiamo dovuto rimandare sine die e gli unici strumenti del dottore che abbiamo visto sono quelli giocattolo della valigetta della CdS.

L'ignaro nano ha quindi potuto onorare l'istruttiva gita al C. con la classe stamattina, l'ultima lezione di inglese nel pomeriggio e potrà onorare il saggio di ginnastica domani mattina e il meritatissimo brevetto di nuoto mercoledì pomeriggio.

Il senso di colpa di M per non aver preparato in alcun modo il nano alla giornata ospedaliera preoperatoria ne' tanto meno a quella operatoria, ha lasciato il posto a uno strano senso di momentaneo sollievo. Perchè nonostante la perfetta oragnizzazione, l'innata razionalità, le (auto)rassicurazioni continue e il kit di sopravvivenza, M era un po' preoccupata e nelle ultime notti non ha dormito un granchè.

domenica 22 maggio 2011

Era già (quasi) tutto previsto

Il nano e Skipper
Questo fine settimana M, H, e i nani hanno ricevuto la visita degli amici Barbie, Ken e Skipper venuti per passare qualche giorno insieme.

Come previsto Skipper e i nani si sono ritrovati subito, hanno giocato riso e fatto i biricchini tutto il tempo. Come previsto sono stati bevuti aperitivi in un numero superiore alla norma e soprattutto superiore alla capacità di M di tollerarli. Come previsto c'è stata la gita all'ex zoo oggi bioparco a vedere il leone addormentato, la giraffa col coio iungo iungo iungo, la foca pigra e quella salterina, l'elefante senza bocca "che lui usa il naso per fare tutto anche per mangiare e quindi la bocca non ce l'ha".
Come previsto si è cenato in casa a base di pesce e la domenica si è andati al mare.

Tuttavia non era previsto che:
venerdì sera avremmo cenato in un posto dove appena arrivati è apparso, come in sogno, un signore in tutto somigliante al genio della lampada di Aladino che ci ha accolti dicendo "i bambini li prendo io mangiano con me e li faccio giocare con gli altri bambini, voi state tranquilli e godetevi la cena";
che Barbie dinanzi a cotanta inaspettata gentilezza del genio della lampada si commuovesse;
che M presa da un attacco improvviso di mamma chioccia intenta a procacciare crocchette di patate per l'inappetente nano, venisse colta in flagrante e pubblicamente umiliata per essersi servita a un buffet privato;
che dopo una cena tranquilla, seduti a tavola, sulla strada verso casa il nano semidormiente e romanticamente legato mano nella mano con Skipper, andasse a sbattere contro lo spigolo di un palazzo e si procurasse un mega bernoccolo con versamento di sangue;
che sabato nel rettilario M, già provata dalla vista dei coccodrilli e sofferente per il microclima tropicale creato per i rettili, fosse presa da attacco di panico alla visione di un agglomerato di insetti lucidi e viscidevolemte appiccicosi, e dovesse scappare fuori onde evitare palpitazioni e lacrime;
che dopo la visita al bioparco, i panini per il pranzo al sacco a villa B (sonoramente snobbati dai nani)  sarebbero costati 55 euro;
che domenica mattina M si sarebbe svegliata con un fortissimo mal di gola e con il raffreddore, ma avrebbe onorato a testa alta la gita al mare;
che tale testa alta di M si sarebbe andata  via via umilmente abbassando quando, in macchina verso il mare, con dietro Skipper e il nano in iperagitazione da eccitazione e il mezzonano muto preso da solito e prevedibile attacco di mald'auto, si sarebbe persa in un intreccio di sconosciute mini stradine vacanziere mentre i babbi centauri che non conoscevano bene la strada e che avrebbero dovuto seguirla, erano spavaldamente arrivati al traguardo da tempo;
che Skipper al momento dei saluti domenica sera, al cospetto dell'imperturbabile e insensibile nano, si sciogliesse in una valle di lacrime per la disperazione di lasciarci e tornare a casa.
Infine poteva forse essere prevedibile che alla fine del weekend dopo lo zoo, il pranzo al sacco, le cene fuori con o senza genio della lampada, il mare, le pizze, i gelati squagliati ovunque, i capricci, i giochi catapultati dal soppalco a centinaia, M avrebbe desiderato più di ogni altra cosa tornare single triste sola e sopra ogni cosa non corrisposta negli affetti da ANIMA VIVA.

L'istinto romagnolo del nano da aperitivo
Un po' di privacy

giovedì 19 maggio 2011

Tutto il resto di lei

Poco tempo fa ho letto un piccolo libro.
L'autore racconta di una ragazza che abita di fronte a casa sua, che lui spia tutti i giorni senza mai avere il coraggio di fermarla e di parlarle. Il suo desiderio più grande è quello di sbirciare nella sua enorme borsa, ogni giorno diversa e sempre enorme, perchè crede che chiuso nella sua borsa ci sia tutto il resto di lei, tutto quello che da fuori non si vede, tutto quello che di lei lui immagina.

Io non amo le borse, porto sempre la stessa, a prescindere dalla stagione in corso e dall'abbigliamento, fino allo sfinimento e alla morte naturale (della borsa).

Sebbene io dubiti che esista qualcuno che passa il tempo a spiarmi quando esco e che più di ogni cosa desideri sapere cosa porto nella borsa, non potendone avere certezza assoluta, ecco svelato il contenuto della mia borsa stasera:
un portafoglio (enorme)
l'agenda
una custodia per occhiali (da sole) con due paia all'interno
una custodia per occhiali (da vista) con un paio all'interno
una cartellina trasparente con la documentazione per l'iscrizione alla scuola materna del mezzonano
una cartellina trasparente con tutta la vita sanitaria dalla nascita del nano all'ultima visita dal pediatra (oggi pomeriggio)
una cartellina trasparente con tutta la vita sanitaria dalla nascita del mezzonano all'ultima visita dal pediatra (oggi pomeriggio)
un numero imprecisato di fazzoletti da naso usati
3 pacchetti inziati di fazzoletti da naso 
le chiavi di casa
le chiavi di casa dei nonni
le chiavi del motorino
le chiavi della macchina di H
pile usate nel numero di tre, numero ritenuto ancora troppo basso per meritare di essere buttate nell'apposito contenitore per pile usate al secondo piano del palazzo dove lavoro
una confezione di salviette umidificate
una sorpresa montata dell'ovetto kinder
pezzi sparsi e non corrispondenti tra loro, di sorprese diverse di vari ovetti kinder
il portadocumenti del motorino con i documenti dentro
un portachiavi trovato nelle patatine
sabbia
una penna
un trattopen blu senza tappo
la bustina di un regalo con il regalo dentro (da cambiare, forse)
il cavetto per connettere il telefono al computer
il telefono
monete sparse tutte inferiori a 5 centesimi e quindi non utilizzabili alla macchinetta
un paio di calzini antiscivolo del mezzonano, che ogni settimana trascorrono nella borsa un periodo piu' o meno lungo di anticamera prima di passare nel cesto dei panni da lavare
un modellino di mini morris verde con tettino bianco
un modellino di una decappottabile verde con fiamme sulle fiancate
un pacchetto di gomme aperto e vuoto
gomme affrancate
4 lucidalabbra
1 burro di cacao
Mazinga Zeta.


Ps. oggi un saluto speciale al gruppo di supporto delle ragazze di VC.

mercoledì 18 maggio 2011

L'infallibile nano e i "costruttivi" metodi di M


I capricci del nano non si sono fermati ai tempi dell'ora del lupo. Ancora oggi spesso si lamenta, non è contento, non ubbidisce.
Quando si trasforma in scontentino, il nano è spesso ingestibile e M perde la pazienza e onde evitare di trasformarsi anch'essa in qualcosa di orribilmente mostruoso, si è inventata il giochino "chi ti ha costruito":
"nano vieni che è pronta la vascaaaa"
"nooo, non voglioooooo"
(ripetere cinque, sei volte)
"nano mi arrabbio"
"non mi va-a, sto giocandoooo"
(idem)
"nano ti devo ricordare chi ti ha costruito?"
(il nano si avvicina gongolando)
"si, me lo dici?"
"ti ho costruito io e se continui a fare le lagne come ti ho costruito, ti smonto pezzo per pezzo"

(il nano ride)
"dai smontami" dice sfidante
e M gli prende la mano e comincia a fare finta di svitarla con un certo impegno
"mannaggia... come ti ho costruito bene.." e (furba) comincia a spogliarlo
e lui chiede sempre "e da dove hai cominciato a costruirmi?"
"dalla pancia"
"e poi?"
"e poi ho aggiunto le gambe e poi ci ho attaccato i piedi uno a  uno..."
"e poi?"
"e poi le braccia..." e continua fino a quando non è riuscita a infilarlo subdolamente nella vasca.

Finora il metodo si è rivelato infallibile.

L'altra sera eravamo in bagno e il nano ha detto
"mamma quando io sarò grande grande grande e tu sarai morta (...), io ti ricostruirò"
M ha deglutito e fintamente spavalda ha chiesto "e da dove cominci nano?"
"dalle gambe, vado a comprare due gambe e comincio da quelle" ha sentenziato deciso.

Allora, a parte il fatto che vorrei sceglierle io le gambe quando sarà e mi orienterei sul modello barbie, una cosa ho capito è il nano a essere infallibile, non il metodo.

martedì 17 maggio 2011

Desiderio numero 16

Nella lista dei 18 desideri redatta all'inizio dell'anno, M aveva inserito al numero 16 e 17 due cose che si sono già avverate, anche se siamo solo a metà 2011: al numero 16 c'era "un biglietto affettuoso per me", al numero 17 "una cosa tutta mia".

Ieri mattina arrivando in ufficio M ha trovato ad accoglierla una sorpresa: un biglietto gentile e garbato scritto con una grafia ordinata e verde di un "lettore casuale e ammirato" del blog. Il biglietto accompagnava tre graditissime tavolette di cioccolata fondente con tre diverse percentuali di cacao dal settanta all'ottantotto%.

Una piacevole sorpresa fondente
M ha pensato che un simile gesto doveva provenire da persona speciale e essendo molto rare le persone di tal fatta, M ha capito quasi immediatamente di chi si trattasse.

M ha scoperto che abita nello stesso quartiere, che ha frequentato il nostro giardino, che ha trascorso del tempo seduto sulle nostre panchine e che, con le sue bambole, ha percorso le stesse strade con qualche anno di anticipo rispetto a lei.

M ha saputo che il cortese mittente ha scoperto il blog per caso e che si è divertito a leggerlo. E ne è stata molto contenta.
M ha avuto una ulteriore, piacevole conferma alla sua teoria che il mondo si divide in due gruppi di persone: quelli che sanno comprendere e quelli che giudicano.

M è felice di far parte del gruppo di quelli che sanno comprendere e di essere apprezzata da persone dello stesso gruppo.
M non è per niente contenta quando le capita di essere apprezzata da persone che appartengono all'altro gruppo.

M ringrazia il casuale e ammirato lettore per le belle parole, la stima e la cioccolata.

ps. passati i giorni dei preparativi, della festa, del ripristino dell'assetto originario della casa, siamo più stanchi di prima e più vecchi, ma anche più felici. E abbiamo un divano fantasia in più (ancora da restituire).

lunedì 16 maggio 2011

Il pizzicarolo rampante

Altro che MAXXI
Non tutti sognano di diventare famosi, di andare in Tv, di viaggiare per il mondo per lavoro e per lavoro mostrare i propri viaggi in video. Io conosco qualcuno che da quel mondo, da dentro quello schermo di luci e lustrini, da quei viaggi lontani ed esotici è tornato sorridente, abbronzato e contento per fare il "pizzicarolo". Il "pizzicarolo" è in generale una figura un po' titolare di salumeria e un po' panettiere, piccolo imprenditore di quartiere, fine conoscitore dei gusti e delle abitudini delle famiglie del circondario. Ti mette da parte il pane, offre un pezzo di pizza bianca al nano in attesa sul passeggino, ti fa assaggiare le primizie di stagione e "è un po' di più, che faccio..lascio?"

Il nostro pizzicarolo, più piccolo imprenditore che salumiere, ha preso in affitto un vecchio lurido mini market per aprirne uno nuovo. Più grande più pulito più moderno. Leggende di VR narravano che ci sarebbe stato un piccolo spazio dove prendere un aperitivo e che fosse previsto un reparto ecologico per i prodotti a km zero. Oggi le leggende sono diventate realtà: alle 17.30 ha aperto le porte il nuovo slow market, con prodotti km0 per noi M&HKm0 e biologici e un piccolo spazio per le consumazioni e io voglio fare tanti auguri al nostro "pizzicarolo", ex personaggio della Tv, ex viaggiatore, inconsapevole mio ex compagno di scuola e HdVR oltre che AutoctonodVR. A lui che se una macchina in giardino supera il limite di velocità la insegue di corsa per spiegare con modi gentili che ci sono i nani in giro e che bisogna fare attenzione, a lui che gira in bici col sole in faccia e nel seggiolino la sua bambola bionda, a lui che ho visto spingere il passeggino carico di birra in occasione delle partite da vedere a casa di amici; che ama il nostro giardino da molto prima che lo conoscessi io, ne conosce ogni angolo e ne tramanda fantastiche storie.

E anche alla corrispondente  MdVR che, minuta, si lascia trascinare per i vialetti dal loro grande cane. Perchè una volta - scherzando - mi ha detto "mi sono innamorata di un regista, un artista, un uomo di spettacolo...e adesso mi ritroverò la moglie di un pizzicarolo!"

Se vi capita di passare davanti all'insegna che vedete qui, fermatevi, entrate e fatevi un giro. Il posto è bello, luminoso, allegro e sano come l'AdVR e la sua M.

domenica 15 maggio 2011

Titoli di coda

Bicchieri in attesa del barman
Special thanks to:
M&P per avermi dato questa vita qui e per aiutarmi a renderla ogni giorno più bella e più facile;
l'Arch per l'allestimento e la dedizione perpetua;
H per i sovrumani pesi trasportati col sorriso e per aver sorriso sempre senza avermi fatto mai pesare niente,
e per la playlist;
i docili nani in trasferta dai nonni;
NonnaGiò per la torta (troppo buona e troppo piccola);
Brother per l'aiuto e l'ordine;
il barmanSG per gli aperitivi colorati e gelidi proprio come dovevano essere;
Palloncini di ghiaccio e soft drinks a mollo
ME per il servizio fotografico che aiuterà a rinvedire i ricordi;
HP per essere stato festaiolo anche in questo momento che di festa non è;
l'inquilina del secondo piano per il divano fantasia;
l'amica antiquaria per la scenografica alazatina (ina?) da bar a tre piani girevoli;
Cuocamicuoca per il finger food e l'ottima pasta;
la muta Mar sorridente e disponibile;
MCV che anche se non è stata tra i 35 "omini che hanno animato l'ennesima magia dell'architetto", mi ha scritto un messaggio di auguri commovente e affettuoso che mi ha fatto piangere due ore vere (prima del trucco);


Alzatina ripiena
tutte le MdVR per i regali, l'amicizia, la disponibilità di ieri e di sempre;
tutte le MNdVR per i regali, l'amicizia, la disponibilità di ieri e di sempre;
le mie amiche di una vita (d'estate e d'inverno) per esserci ancora;
MK perchè è la sorella che non ho avuto;
gli H che hanno rinunciato allo sport in tv per una sera, nonostante si giocasse la semifinale degli internazionali di tennis;
i due HdVR che hanno avuto voglia di festeggiarmi anche dopo una giornata pesante;
GParker per averci onorato della sua presenza insieme alla dolce K e per essere sempre tempestivamente disposto a rispondere alle mie domande cinematografiche;
il sole e il caldo;
gli assenti perchè la torta sarebbe stata ancora più piccola.

Grazie a tutti, perchè ieri sera vedendovi allegri sorridenti partecipi mi avete fatto dimenticare fatica e ansia da prestazione e mi avete gioiosamente trasportato dalla fase "ma chi me l'ha fatto fare" a quella "ne è proprio valsa la pena".


Special thanks to VR per l'ospitalità e il verde dalle finestre.

sabato 14 maggio 2011

2to40

Cinque più di Gesù e cinque meno di husband.

Abbastanza per avere due nani, una casa da pagare per trent’anni, amici che mi porto dietro dagli 80, un lavoro alle spalle e uno davanti. Abbastanza per diventare mamma, per vedere i miei genitori diventare nonni, per assistere al diradarsi dei capelli di mio fratello diventato zio. Per aver portato i pantaloni “che vanno a morire” e poi quelli a zampa e poi ancora quelli a morire. Per aver visto i pantacollant diventare leggings, i motorini scooter e il teatro Adriano trasformarsi in multisala. Abbastanza per aver stretto la mano al mio Papa e per aver visto E.T. al cinema e per veder comparire i primi fili bianchi tra i capelli. Per aver cambiato cinque case e otto fidanzati e per avere un husband. Per aver visto la luce gialla degli accendini ai concerti virare in azzurro sugli schermi dei cellulari, per aver viaggiato su km di strade e di cieli. Abbastanza per sapere cosa mi piace adesso e cosa invece mi piacerà per sempre. Per ricordarmi la tv in bianco e nero e gli Atari. Per essere andata in motorino senza casco e in macchina senza cinture.

Pochi per fermarmi, per riposare, per tutto quello che ancora c’e’ da leggere, da vedere, da amare. Pochi per aver capito il senso. Pochi per vedere i nani uscire la sera “ciao ma’ non mi aspettare” e poi aspettarli tutta la notte in segreto, al buio.
Pochi per aver visto i piccoli problemi dei figli piccoli diventare grandi problemi dei figli grandi.

Troppi per vedere la caduta del muro di Berlino entrare nel mio libro di storia del liceo. Troppi per avere le candeline sulla torta quelle vere non quelle a forma di numero, per farmi fare le coccole da mmm, per fare merenda il pomeriggio, portare le trecce, e per stare tutto il giorno a mollo l'estate.

Stasera festeggio con le MdVR e le NMdVR con i rispettivi husbands, con gli amici vecchi e nuovi i miei primi 38 anni, perché non festeggerò i 40 e non ho mai festeggiato i 18.

venerdì 13 maggio 2011

Trenta ore per la vita

Nelle ultime 30 ore il blog non ha fiunzionato. All'inizio ho pensato che fosse per il fatto che avevo preparato un post sul mio nuovo ruolo in ufficio con toni un po' poco rispettosi e mi sono sentita in colpa.
Poi ho cominciato a pensare che fosse strano il fatto che il guasto non si risolvesse mai e che a ogni tentativo di accesso apparisse la dannata scritta ci scusiamo per l'inconveniente ma non ce n'è.

Oggi ho scoperto che il problema non era personale con me ma che nessun blog di google funzionava.

E mi sono rincuorata.

Ho aspettato.

Ho provato ad accedere ogni tanto.

Ho pensato che avrei dovuto scegliere splinder invece di blogger.

Ho aspettato.

Dopo oltre 30 ore finalmente eccomi qui a pensare che sicuramente sono stata un po' presuntuosa e molto egocentrica a pensare che il blocco mondiale di blogger fosse dovuto alla pubblicazione delle mie ironiche digressioni lavorative, fatto sta però che la bozza del mio post è sparita, censurata, inghiottita dalla rete e mai risputata fuori.

Sarà una coincidenza.

mercoledì 11 maggio 2011

Una fila lunga una vita

Fila di nani in gita
Viviamo con un numeretto in mano, iscritti in una lunga lista d'attesa.
Si comincia prestissimo: dopo poche ore dalla nascita in occasione dell'iscrizione dal pediatra; poi chi a tre mesi, chi a nove, chi dopo si ritrova nelle graduatorie provvisorie prima e definitive poi per l'ammissione all'asilo nido comunale. La stessa cosa si ripete a tre anni per l'ammissione alla scuola materna comunale, e a sei per l'iscrizione alle elementari; a undici per le medie e così via fino alle facoltà a numero chiuso, agli stage, ai concorsi per i posti di lavoro. Per superare le barriere all'ingresso a volte ci è richiesto di essere migliori degli altri, altre invece occorre essere quelli messi peggio, i famosi ultimi che diventeranno primi.
Parallelamente alla vita scolastico/professionale, ci ritroviamo inseriti in liste anche nella vita privata: per entrare nei locali, per prendere un volo, per andare a uno spettacolo, per accedere a un servizio: "please hold on". Insomma c'è sempre qualcuno che è arrivato prima di noi o che, seppur arirvato dopo, risulta più meritevole.

Prendiamo il numeretto in banca, alla posta, in farmacia, dal macellaio, al forno. All'inps esiste il numeretto fuori prima dell'apertura, per poter prendere il numeretto dentro.
Prendiamo il numeretto negli studi medici e ci sediamo in sale d'attesa di aeroporti, stazioni, ospedali.
A New York si fa la fila per vedere le vetrine a natale, e a gennaio in tutto il mondo si sta in fila per i saldi. File alle casse e file agli infopoint. File lunghissime, corte, che scorrono veloci o che restano immobili, file disciplinate per uno oppure informi a sciame di insetti, che dopo tutti questi anni di file ancora non abbiamo imparato come si fanno.

Sono finalmente uscite le graduatorie definitive della scuola comunale dell'infanzia. Il "fortunato" mezzo nano è stato ammesso senza riserve perchè evidentemente è un ultimo rispetto a molti altri che, non ammessi, possono sperare di entrare in lista di attesa prima di doversi arrendere al reindirizzamento alla capiente ma lontana scuola statale del municipio di appartenenza.

martedì 10 maggio 2011

A mensa con stile

Il luogo del delitto
Ore 13.15, superato brillantemente e senza esitazioni l'allettante settore primi (martedì gnocchi), ME e io ci ritroviamo a scegliere tra un'insalata verde scondita, le carote julienne scondite e la verdura lessa del giorno (bieta) scondita.
ME opta per l'insalata verde scondita e ne addenta affamata un foglia. All'istante si porta la mano alla pancia, lamenta una fitta allo stomaco, si accascia su se stessa.

Nel giro di mezz'ora assisto alle seguenti scene:
ME seduta per terra in mensa a gambe incrociate
ME vomita per terra (acqua e la foglia di insalta verde scondita appena ingurgitata)
ME inquietantemente pallida si stende per terra, le gambe tenute su' da una signora della mensa accudente e materna
ME, sempre stesa, fredda e sudata con occhi chiusi chiede, con la forma e l'educazione che le sono soliti, fazzoletti e un bicchiere di acqua e zucchero
ME dopo il bicchiere di acqua e zucchero riprende colore e riapre gli occhi
ME abbandona il suolo della mensa e si siede a un tavolo
ME ordina alla accudente e materna signora della mensa un angolo di pizza, l'insalata verde scondita e la verdura lessa del giorno (bieta) 
ME riceve l'inutile e tardivo intervento del dottore accompagnato da fedele infermiera e li manda via tranquillizzandoli
ME mangia tutto il suo pranzo, seduta davanti a me come se niente fosse.

La fila riprende a scorrere, qualche collega curioso lancia sguardi nella nostra direzione, qualcuno più in confidenza accenna qualche battuta. Tutti pensano "è incinta".

lunedì 9 maggio 2011

Festa (a sorpresa)

Sabato sera eravamo al mare nella casa dei sette nani (quelli veri) e abbiamo approfittato della presenza dei nonni per lasciare i nani (nostri) addormentati nei loro lettini di legno nella cameretta di legno, per fare una tranquilla passeggiata in compagnia di una coppia di amici che non vedevamo dall'estate scorsa e mangiare un gelato sul lungomare del mondo.
Non potevamo prevedere però che avremmo girato mezzora in cerca di un parcheggio, ne' che alla fine avremmo parcheggiato a chilometri di distanza dal suddetto lungomare, ne' che tutti questi imprevisti erano dovuti al fatto che proprio sabato sera fosse la festa del santo patrono del paese con tanto di processione religiosa, carretto della madonna, corteo di angeli e fatine, banda musicale, altoparlanti in preghiera, religiosi in divisa e un fiume di persone più o meno devote in festante cammino.
Non potevamo prevedere che, meno devoti e meno festanti degli altri, ci saremmo ritrovati immersi in un fiume umano di corpi come mai ci era capitato prima.

Alla fine, dopo un principio di attacco di panico dell'H della coppia di amici (scopertosi all'occasione oclofobico) e un mio isterico quanto imbarazzante attacco di sgrigna (= ridarella) come non mi prendeva dagli anni del liceo, siamo riusciti a raggiungere l'agognato gelato, che non si è rivelato all'altezza di cotanto patire.


Per la tranquilla passeggiata sul lungomare se ne riparla la prossima volta, previa consultazione calendario santi et martiri.

Luminaria della festa (a sorpresa) del paese

L'istinto romagnolo del nano da spiaggia


domenica 8 maggio 2011

Quelli che la domenica pomeriggio

Gli husband non sono generalmente assidui  frequentatori del giardino. Spesso assenti, fuori per lavoro o per sport o per altro, comunque fuori. A volte passano veloci uscendo o rientrando: un saluto, un cenno della mano, un timido sorriso e via come se una qualche epidemia potesse contagiarli, una trappola imprigionarli o come se fossero presi da un attacco di allergia. Quel loro passare camminando veloci e un po’ in incognito sembra quasi una fuga.
Nella settimana degli H c’è un momento particolare in cui proprio non esistono: la domenica pomeriggio.

Oggi pomeriggio H, unico esemplare del genere maschile presente in giardino, seduto scomodamente sul bordo dell’aiuola, circondato da nani, bambole, pentolini, monopattini e M mi ha chiesto “ma i mariti dove sono? Io non capisco”. Quel io non capisco non significa io non capisco dove sono gli altri mariti, ma io non capisco perché devo essere l’unico stronzo a stare qui la domenica pomeriggio. Il fatto è che H non segue il calcio. Strano ma vero, non lo segue, non gli interessa e se così non fosse non sarebbe il mio H quindi sta di fatto che così è. Gli altri H la domenica pomeriggio guardano le partite, a casa, allo stadio, da amici, tutti seguono la squadra del cuore e non importa se le M sono sole, stanche, spesso esasperate e bisognose. Loro hanno le partite e non si scherza.
Finite le partite verso le sei, quando i gelati si sono già sciolti sulle felpe, gli schiaffi sono già volati e le ginocchia si sono sbucciate da tempo per un volo o una spinta dell’amico del cuore, gli H tifosi escono dalle loro tane come i vermini dalle mele con l'unico scopo si commentare i risultati tra loro. Un po’ circospetti, un po’ in trance, con umore diverso a seconda del risultato, se la partita è andata bene, salutano le M e i rispettivi nani e, se non è andata bene, semplicemente non le degnano di uno sguardo, nemmeno se, come oggi, è la loro festa.

Auguri a tutte le M, quelle di VR e tutte le altre. Anche alla nonna di ME che fa 90, perchè prima di essere bisnonna e nonna è stata, ovviamente, una M anche lei.

Tetè e il suo papà

Gruppo di H la domenica pomeriggio (dopo le sei)

sabato 7 maggio 2011

Lavò, stirò...e il vestito?

L'arch è un nonno molto speciale ed è un padre molto speciale. E' speciale in tutto quello che pensa e che fa, e pensa e fa molto. Ultimamente sto organizzando un aperitivo per il mio compleanno e l'arch mi ha fatto trovare nella cassetta della posta una piantina della nostra casa che prevede una nuova organizzazione degli spazi e una festosa disposizione dei mobili. Sono previsti in pianta: l'accantonamento del letto matrimoniale (rete compresa) e di altri non utili arredamenti e la sostituzione con un divano tre posti gentilmente offerto dall'ancora ignara inquilina del secondo piano (noi siamo al quarto) e un tavolo proveniente da casa dei nonni. Il dettaglio della pianta arriva alla descrizione delle tovaglie, e del celeste delle tovaglie, dei piatti e del celeste dei piatti, dei centrotavola e del percorso che dovrà fare la muta Mar per portare avanti e indietro i vassoi del finger food e i bicchieri puliti e sporchi. In pianta sono presenti anche 31 invitati, che chiacchierano comodamente seduti in poltrona, mangiano intorno al tavolo del buffet, si intrattengono in piedi vicino alle finestre. Una è in bagno a lavarsi le mani, probabilmente è MK che fa mille pipì al giorno.
Ieri l'arch mi ha telefonato in ufficio per chiedermi se poteva essere utile un'alzata con tre piani girevoli "da bar" che una sua amica antiquaria metterebbe a disposizione per l'aperitivo.

Manca una settimana alla serata in questione e io che ancora non ho un vestito, che ho trovato nella scatola delle mie scarpe, che rappresentavano l'unica certezza della mise, due paia di sandali birkenstock dei nani, che nei prossimi giorni sarei voluta andare dal parrucchiere, dalla manicure, al mare per un po' di abbronzatura e dall'estetista, temo che mi ritroverò con il fedele (ancora per quanto???) H a fare la "nera" (nel senso proprio di "essere umano da soma") su e giù per le scale, sudatissima, intenta a trasformare una camera da letto in buffet e un salotto in salone delle feste.

Spero che intanto i topini lavorino al mio vestito...

Pianta del salone delle feste con 31 invitati


Alzata (da bar) a 3 piani girevoli


giovedì 5 maggio 2011

Cosa c'è di peggio

C'è una scena del mio film preferito in cui lei a tavola con lui, confidandosi i peggiori primi appuntamenti delle loro vite gli dice "cosa c'è di peggio di lui che alla fine della cena ti strappa un capello e lo usa come filo interdentale?". Io credo niente.
Quando mi ritrovo in situazioni svantaggiose, penso sempre a questa frase.

Ma ieri mi sono domandata cosa c'è di peggio di:
assistere per tutta la lezione di nuoto al pianto isterico del nano che non vuole assolutamente fare le bolle sott'acqua;
dopo la lezione sottoporsi alla coatta doccia con lui;
subito dopo essere riconvocata dalla maestra 23 enne;
dover rispogliare il nano;
doverlo reinserire in vasca (simulando accondiscendenza e partecipazione);
dover assistere alle imploranti richieste reciproche tra i due: il refrattario nano che non vuole mettere la testa sott'acqua e la 23 enne che insiste per fargli fare le bolle;
a un certo punto sentire lei dire "se le bolle le fa mamma, dopo le fai anche tu?"
e
ritrovarsi, carponi, a bordo vasca, vestita, con i jeans intrisi di acqua, chinata, culo a pizzo e faccia sotto, a fare le bolle per due volte senza che questa umiliazione servisse a convincere il sadico nano a mettere la testa sotto a sua volta,
e,
tornando sconfitta nello spogliatoio per la seconda doccia (coatta per entrambi), intravedere nello specchio appannato il trucco nero colare fino al bordo del mento?

Ah se solo avessi avuto la telecamera a spalla (water resistant)...

mercoledì 4 maggio 2011

Momenti di intrascurabile felicità

Era nuova di pacca, blu, TINTA UNITA, di marca. Era la felpa nuova del nano frutto di una delle tante sessioni di shopping online di M su quei dannati siti di vendite private in cui è intrappolata mani e piedi, come i nani lo sono nelle edicole.
Venerdì 15 aprile all'uscita di scuola il nano era stato prelevato a sorpresa da MEmmedVR che aveva avuto la encomiabile quanto incomprensibile idea di prendere i tre nani del cuore (12 anni in tre) e portarseli a casa. Ma insieme ai tre nani, ai tre zaini, ai tre grembiuli, ai tre giubbotti che all'entrata si indossano ma all'uscita mai perchè fa caldo, non aveva preso la felpa nuova di pacca, blu, TINTA UNITA etc etc del nano.
M, che tiene alle cose dei nani più che a tutto il resto (mentre loro se ne fottono allegramente, lasciandole ovunque di continuo), era affranta. La suddetta felpa era uscita di casa una sola volta: la mattina di quel venerdi' 15, per non fare più ritorno.
Nei giorni seguenti M allertò le maestre; affisse in bacheca l'annuncio dello smarrimento; inviò una mail a tutte le M della classe del nano, chiedendo cortesemente di controllare zaini, camerette, armadi e lavatrici alla ricerca della felpa nuova di pacca, blu, TINTA UNITA etc etc.
Nessuna risposta seguì.
Poi vennero le vacanze di Pasqua.
L'avviso in bacheca lasciò il posto a quello della recita di fine anno.
M perse le speranze. E piano piano la felpa nuova di pacca, blu, TINTA UNITA etc etc non la nominò più.

Stamattina, all'arrivo davanti alle stampelle dei giubbotti della classe del nano, eccola proprio lì dove sarebbe dovuta essere 19 giorni fa.

L'oggetto del contendere
Alla vista della felpa nuova di pacca blu TINTA UNITA etc etc M ha esultato quasi commossa, ma alla domanda del nano che la guardava incuriosito e attonito "mamma sei felice?", M si è vergognata, un po'.

Ps. ritrovare dopo tanto tempo una cosa che credevamo persa è bello, ma essere messe al corrente del nome di chi ce ne aveva privati e sapere che il ritrovamento di oggi è dovuto a una sua dimenticanza, non ha prezzo.

martedì 3 maggio 2011

Una vita a chilometro 0

Le MdVR abitano in un posto che prevede la presenza nello stesso isolato di: un numero imprecisato ma comunque alto di tintorie; vari bar (ne conto tre sulla strada per la scuola più altri tre sulla strada dalla scuola alla famigerata piscina); due sale cinematografiche raggiungibili a piedi di cui una con tanto di versione originale e sottotitoli; due bistrot e un pub che non è da tutti; tre pizzerie e due ristoranti; un validissimo gelataio; quattro parrucchieri  nel giro di 200 metri (che per diretta esperienza della sottoscritta non ne fanno uno decente); due fruttivendoli (uno zozzo e carissimo, l'altro solo carissimo); alimentari a nastro (con reparto frutta e verdura); tre edicole; discutibili negozi di arredamento nel numero di tre che non ti spieghi il perchè a meno che l'arredamento non sia la copertura per loschi affari; un negozio di modernariato svedese; tre ottici (...); tre forni per la pizza; un nail store, dove c'era un ben più utile negozio di scarpe per nani; un pescivendolo ciccionissimo; due omni-tabaccai; due negozi di abbigliamento sportivo; un ferramenta sempre chiuso l'unico momento in cui serve; il veterinario e tre negozi di articoli per animali (giuro); un calzolaio-tutto--a-10 euro ("tutto" comprende anche la richiesta di un'indicazione stradale); tre negozi di abbigliamento per nani e bambole (ma niente scarpe), una camiceria/grembiuleria su misura, due macellai, due farmacie, due fiorai. La scuola per bambini ricchi e quella per i poveri (la nostra). Un po' più in là ci sono il mercato rionale, il teatro, una libreria e tra poco il PdM. C'è la scuola di ballo più famosa e affollata della città, due labotarori per le analisi e una asl con reparto vaccinazioni nani. Poi ci sono una serie di improbabili negozi che si accendono e spengono nel tempo di un soffio come fiamme di accendini: c'è stato il sushi&cakes bar, il negozio di abbigliamento da polo (???); il negozio di dolci  e prelibatezze; l'erboristeria; il negozio di intimo della nonna; il negozio anni 80; il negozio di palloncini (sono seria); la ludoteca (non ho avuto il tempo di appurarne l'effettiva l'esistenza, ma fonti autorevoli mi dicono che è realmente esistita); il negozio di sport alpini (..ora del decesso?). C'è lo stadio dove nel 1986 vidi il mio primo concerto, il mercatino del venerdì e quello del martedì. A spingersi qualche centinaio di metri più a est c'è l'ambitissimo A.
Il posto che vanta il maggior numero di indicazioni stadali per raggiungerlo, con tanto di parco giochi per nani, altri bar, librerie etc etc.
Senza contare che all'inteno di VR possiamo fare affidamento sull'esistenza di due bed&breakfast e uno studio medico.

Le MdVR non inquinano se non in pannolini, la loro è decisamente una vita a chilometro zero.

lunedì 2 maggio 2011

Senza offesa

Le MdVR si organizzano come possono per fare un po' di sport. C'è la M che si riduce agli ultimi mesi prima dell'estate e si iscrive a corsi intensivi di riparazione, c'è quella che la sera frequenta un sacco da boxe e si diverte a riempirlo di pugni e calci pensando alla giornata trascorsa, c'è la M che non lavora e in palestra nelle ore impossibili alle altre M si sente finalmente la più giovane ai corsi di ginnastiche varie in compagnia delle benestanti signore del quartiere, c'è la M che "domani mi segno in palestra" ma questo domani non arriva mai e quella che aveva inziato con ritmi serrati ma che ha abbandonato dopo pochissimo per non tornarci mai più.
M nuota. Lo fa con quel senso del dovere, quella niosa metodicità e quella costanza assoluta che permeano tutta la sua vita. Nuota la mattina presto, prima di tutto. Lascia i nani (vestiti) a H che li porta a scuola e va. Un po' le piace, molto dicono che faccia bene. La verità è che se fosse alta 1,75 e pesasse 50 chili, M la mattina passerebbe volentieri l'ora del nuoto davanti allo specchio (gratis) ad ammirarsi.
Sabato mattina, sacca in spalla, stava per uscire quando l'infido nano le ha domandato
"dove vai mammina?"
e lei inconsapevolmente già in trappola "amore lo sai dove vado, vado a nuotare"
"ma i grandi non vanno a nuotare, solo i piccoli ci vanno.."
"no tesoro, anche i grandi nuotano" ha confermato M china sul nano.
Lui ci ha pensato un po' su' e poi freddo e preciso come un serial killer "si, hai ragione mamma anche i grandi nuotano... tu sei come la balena".

Ecco io ce la metto tutta, ma certe volte è davvero dura.