venerdì 28 novembre 2014
Il favoloso mondo di Amazon
giovedì 27 novembre 2014
30 giorni ha novembre
eccoci qui. Anche quest'anno sei quasi finito senza troppi danni. ancora un fine settimana (da ragazza madre) ed è fatta.
Cioè, senza danni irreparabili perché qualche danno lo hai fatto anche quest'anno.
E forse non sarà colpa tua, ma a me sei sempre piaciuto poco e quindi parto un po' prevenuta.
H è partito da ormai due settimane, la vita procede e ha anche acquistato una sua routine.
E' tutto cambiato dall'ultima volta che è partito (2006, sempre novembre..) per andare un mese a Caracas. Sono passati 8 anni, l'intera vita del nano. Allora non c'erano nè Facebook nè Whatsapp, ci si vedeva via Skype tutti sfuocati e a scatti. Adesso ci si scrive parecchio e non ci si parla più quasi per niente.
Come allora sono arrivati gli Altri Nonni per darmi una mano, rifocillarci un po', vedere i nani e aspettare il figlio in trepidante attesa.
Ho superato la crisi con Lui che per l'ennesima volta sembrava dovesse andare via, e invece alla fine no, nemmeno questa volta e menomale.
Ho superato un brutto litigio con il collega siamese ma non so ancora se ne sono uscita proprio indenne.
Ho visto tornare l'amica trimamma, sebbene per lavoro, ma è pur sempre un ritorno e magari chissà.
Non sono riuscita a mandare indietro gli zoccoli olandesi che avevo preso su Amazon e che giacciono ancora in portineria da quasi un mese.
Ho finalmente al dito il secondo tentativo dell'anello perso prima dell'estate, ma ne ho già chiesta la terza versione per cui questo anello diventerà il più caro mai venduto dall'orafo dell'AltroMare, quello della figa attaccata ai piedi di H per intenderci.
Il mezzonano ha avuto la sua piccola influenza, e ha superato senza alcun fastidio al richiamo del vaccino e ora si avvina a passi grandi verso i suoi 6 anni.
Sono successe anche cose molto belle, come l'arrivo dell'egiziano a casa di NonnaG e l'Arch, che non li ha ammazzati nella notte e anzi è affettuoso e gentile con tutti.
Ciao novembre, all'anno prossimo.
mercoledì 26 novembre 2014
Le amiche geniali
Una ha tre figli, un cane, intolleranze alimentari a nastro, un lavoro full time per cui è pagata tutti i 27 del mese e uno, sempre full time, per cui non è pagata nemmeno un centesimo e che comincia a pesarle un po'.
Una è una neo-mamma, espatriata ob torto collo in una ridente località non abbastanza lontana dalla città da dimenticarla, ma nemmeno abbastanza vicina da poterci tornare solo per una cena tra amiche. Scrive per lavoro e per hobby, racconta storie che la ascolteresti per ore con quel suo accento meridionale infarcito di parolacce, eterna indecisa come si definisce lei stessa e aspirante maschio.
Una è felicemente separata, forte, decisa, un po' egocentrica e, per chi ancora non lo sapesse, ha un ex fidanzato storico con cui è stata 14 anni da lei nominato sempre tra il venticinquesimo e il quarantesimo minuto dall'inizio di ogni incontro. Lei è quella che chiacchiera di più, anche se è quella che meno segue le regole, in generale.
Un'altra ha un nuovo taglio di capelli che le giova parecchio, anche lei due lavori, uno artistico e uno meno, una leggera cadenza del Sud, una numerosa e solida famiglia alle spalle. Viene dal mare, va in moto, ha vissuto in un una famiglia di femmine ed è la più dolce tra noi e la più saggia.
Una è silenziosa discreta, a volte distratta, diligente e poco espansiva. Anche lei avrebbe voluto essere maschio in varie occasioni della sua vita, forse perché è cresciuta in una casa con otto femmine e un maschio che non è sopravvissuto all'esperienza.
Une è M.
Sono le girls del club di lettura nato per Jane Austin e a lei sopravvissuto.
Sono le Clubbers. Così diverse tra loro, ma così compatibili che M ogni volta che le vede tutte insieme è contentissima di averle unite.
Ieri sera si sono incontrate per discutere del quarto e ultimo volume dell'amica geniale, davanti ai cassoni, le crepes e i cantucci dell'Altra Nonna.
M, che si è trovata in disaccordo con tutte, sta ancora riflettendo su quello che si sono dette, chiusa nel suo irreale e stonato manicheismo.
lunedì 24 novembre 2014
Babbo chi?
Il primo giorno, a vederlo andar via con la valigia con le rotelle, si sono messi a piangere che M non riusciva più a fermarli. Lo hanno seguito affacciati al balcone, inconsolabili.
La stessa sera a tavola in tre, il Mezzonano ha avuto un altro rigurgito di nostalgia canaglia tanto che M gli ha preparato il letto transformer in modo che potessero dormire insieme e dimezzare il dolore.
La mattina dopo, sporadiche domande "è arrivato?".
Il secondo giorno, quando lo hanno visto apparire sullo schermo del pc hanno mandato baci e abbracciato il monitor.
Poi piano piano si sono abituati a questa routine a tre e non hanno più chiesto niente. Per difesa pensava M. Tanto che non sapeva come dirgli che il rientro, previsto inizialmente dopo una settimana e fissato per sabato scorso, era slittato di altri 10 giorni.
E invece..
Ora quando chiama via Skype non si alzano più, non si avvicinano, mandano baci distratti senza alzare la testa da quello che di più importante stanno facendo. Non fanno domande, non hanno curiosità.
Ieri sera è passato il collega giovane di M, per portare loro un pezzo della sua torta di compleanno, con sette strati di cioccolato.
È salito, si é seduto a parlare un po' con loro, e il Nano dopo 5 minuti, con una semplicità disarmante, gli ha chiesto "rimani a vivere con noi?"
Babbo 9 giorni fa è partito con il cuore triste perché vederli piangere disperati quando andiamo via, ci fa sentire in colpa come niente altro al mondo, però adesso forse se sapesse che il primo esemplare maschio passato di qui, in mente loro, avrebbe potuto sostituirlo con naturalezza e senza drammi, sarebbe felice?
mercoledì 19 novembre 2014
Lo schiaffo
Soltanto una volta nella sua vita NonnaG ha dato uno schiaffo a M. Uno schiaffo vero sulla guancia.
M se lo ricorda bene perché è stato l'unico e poi perché non ne aveva capito il motivo e lei quando non capisce non va avanti, resta lì.
M avrà avuto 16 anni.
Successe che come sempre dopo un tema in classe portò la brutta copia a casa per leggerla come d'abitudine a NonnaG e ottenere la sua approvazione. A NonnaG però quella volta il tema non piacque e M ci restò parecchio male.
Lo stesso tema però piacque alla professoressa di italiano che dopo qualche giorno lo riportò in classe con un sette sopra.
M me fu molto felice.
Quando NonnaG tornò a casa, in soggiorno, davanti alla panchetta di paglia, trovò una trepidante M che le spiattellò il suo sette e lo accompagnò con una linguaccia provocatoria di sfida.
A NonnaG partì la mano e così M ricevette l'unico schiaffo in faccia della sua vita.
Che poi se ci si pensa bene è un paradosso a 16 anni prendersi uno schiaffo per un tema andato bene, ma tant'è.
Tanto bene M quello schiaffo non l'ha capito mai. La linguaccia non è certo un gesto carino da fare, ma di qui a prendersi uno schiaffo ce ne vuole.
Solo quando è diventata mamma M ha finalmente capito. Che ci sono delle giornate che proprio non vanno e che può succedere di prendersela con qualcuno che non c'entra o di avere reazioni sbagliate.
Oggi M è in una di quelle giornate, anche se di schiaffi a casa non ne sono volati.
Insomma aveva avuto ragione NonnaG a darle quello schiaffo. La sua ragione.
martedì 18 novembre 2014
Senza pelle
Nel film "Senza pelle" vuol dire essere molto sensibili, troppo.
Non riuscire a ripararsi dalle cose che succedono, non avere la pelle come ultimo strato di delimitazione tra noi e tutto il resto.
Essere senza pelle può essere molto bello ma può anche essere orribile e spaventoso. Perché si vive tutto senza filtri. Si viene investiti con tutta la violenza possibile dalle cose belle e da quelle brutte che ci entrano dentro senza niente in mezzo ad attutirne il colpo.
M in questi giorni si sente proprio così: senza pelle.
Le sembra di essere soggetta a tutte le correnti, alla pioggia, alla neve che non c'è, al vento che le entra dentro. Ha sempre freddo, le sembra di avere tutti gli organi a vista, come quei mezzi busti di plastica sezionati a metà che si usavano a scuola per conoscere e studiare il corpo umano.
Sarà che è Novembre e M questo mese proprio lo patisce di brutto.
mercoledì 12 novembre 2014
Colpita negli affetti più cari
Quelli che calpestano questa erba conoscono l'entusiasmo con cui M ha accolto le car2go.
Probabilmente è stata tra i primi a iscriversi e a provarla.
E questo suo entusiasmo per l'idea è andato mano a mano crescendo tragitto dopo tragitto.
L'ha utilizzata nella sua città e nell'altra, anche nell'arco della stessa giornata.
Da sola in due in tre e da un po' anche in quattro.
Anche oggi, complice la pioggia, ne ha presa una per tornare a casa dall'ufficio con l'entusiasmo di sempre.
Arrivata a destinazione però, non riusciva a scendere dalla macchina per via della trasmissione dei dati di chiusura che non andava mai a buon fine.
La macchina suggeriva di cambiare parcheggio perché in quel punto la connessione non funzionava.
E M ubbidiente cambiava parcheggio.
Al quarto parcheggio però l'entusiasmo cominciava a fare spazio all'ansia di non riuscire a lasciare la macchina e di prendere il treno per Milano un'ora e mezza dopo.
Allora ha spinto il pulsante magico dell'sos.
Ma anche lì nessuna risposta.
Dopo trenta minuti, 4 parcheggi, e numerosi tentativi, le ha risposto Salvatore.
Mai nome fu più azzeccato.
Salvatore l'ha trovata in stato semi confusionale, le ha fatto qualche domanda, l'ha chiamata all telefono e dopo svariati tentativi automatici da remoto, le ha proposto di provare la procedura manuale.
La procedura manuale consiste nel raccogliere tutte le proprie cose, spingere un pulsante tenendo la portiera aperta e appena si accende una spia lampeggiante uscire immediatamente e chiudere la portiera, perché dice Salvatore che una volta attivata la procedura manuale, si hanno pochi secondi per abbandonare l'abitacolo e quindi è bene prepararsi in tempo.
Cosa possa succedere nel caso non si abbandoni in tempo la macchina non è dato sapere perché Salvatore alla fine dopo 40 minuti ha liberato M (il tragitto ne era durati 3), la procedura manuale ha funzionato, M ha preso il suo treno, però adesso si sente un po' tradita.
martedì 11 novembre 2014
Blablacar
Nel profilo c'è scritto che ha 44 anni, si chiama Roberto, segni particolari intenditore.
Nella foto assomiglia un po' a Fabrizio Corona, con gli occhiali sulla testa e la barba di un paio di giorni.
Si descrive come un papà affettuoso e presente di un bimbo di 13 mesi, dice di saper parlare sette lingue, ha una macchina comoda e si sposta spesso per lavoro tra Roma e Milano.
Lì non c'è scritto, ma domenica sera Roberto porterà l'Arch da Firenze a Roma, dopo uno spettacolo, in un orario in cui i treni non viaggiano più.
È stato contattato, non senza difficoltà, da NonnaG su Blablacar.
Blablacar, per chi non lo sapesse, è un sito di annunci per offrire o trovare un passaggio in macchina da una città all'altra. Ci sono viaggiatori di tutti i tipi che in cambio di qualche chiacchiera e pochi euro offrono di ospitarti a bordo per fare un prezzo di strada insieme.
Una specie di autostop 2.0.
A M, che considera la rete un posto meraviglioso ed è per la condivisione di tutto, l'idea, conosciuta in astratto ma mai approfondita, è sembrata geniale.
NonnaG e l'Arch hanno dimostrato spesso di essere parecchio avanti e dopo l'egiziano che, alloggia da una settimana felice ospite in casa loro, è la volta di Roberto.
lunedì 10 novembre 2014
Il quarto e ultimo
È lì sul comodino da 7 giorni.
L'ha dovuto comprare subito.
Non poteva pensare che fosse disponibile su uno scaffale e che lei lo lasciasse lì invece di portarselo a casa insieme agli altri.
Erano messi che lo aspettava.
E ora che ce l'ha dopo mesi di attesa non riesce a aprirlo.
Sa che una volta aperto non lo chiuderà prima di averlo finito e quindi aspetta perché, come c'è scritto sopra è il quarto e ultimo. E quella parola "ultimo" la frena.
Anche se le amiche del club hanno già iniziato e finiranno in men che non si dica e probabilmente gliene parleranno e lei non vorrà sapere.
Ma M è strana e anche un po' semi autistica e quando una cosa le piace le piace gustarne l'attesa.
Perché il bello è tutto lì.
Quando puoi immaginare come sarà prima ancora di saperlo.
Così il quarto volume dell'amica geniale è lì sul comodino.
M non vede l'ora di leggerlo ma allo stesso tempo ne teme la fine e rimanda.
giovedì 6 novembre 2014
C'è un prima e un dopo
La collega ha concluso il racconto con questa frase: "esiste un prima e un dopo quando ti capita di sentire tuo figlio che fa l'amore con qualcuno".
Quel "prima e dopo" hanno girato nella testa di M tutto il giorno portandosi dietro diverse occasioni che per lei sono state così importanti da determinare che ci fosse un prima e un dopo ognuna di esse.
Queste occasioni sono state, in ordine sparso:
Quando è morta la sua adorata maestra delle elementari, durante l'estate tra la terza e la quarta, perchè per lei era la sua maestra e dopo di lei, nonostante altri 10 anni di scuola e 4 di università, non ne ha più avute.
Quando una M diciassettenne ancora illibata, particolare di fondamentale importanza, sentì i suoi genitori scambiarsi effusioni amorose, tra l'altro per una sfortunata coincidenza di elementi, da molto vicino.
Quando M è stata lasciata dal fidanzato storico e ha capito che le cose non sempre si possono prevedere e programmare e che si sopravvive a tutto anche quando si crede impossibile.
Quando M è diventata Mamma la prima volta perché l'equilibrio si sposta e l'asse si inclina in maniera irreversibile da un lato.
Quando M ha traslocato nella sua attuale abitazione perché è la casa per la vita e la stabilità (anche se le cose non sempre si possono prevedere e programmare).
Tutte le volte che M ha incontrato qualcuno di importante, le amiche soprattutto.
Quando M ha avuto il primo attacco di panico nello sharks corner a 30 mt sotto il livello del mare alle Maldive mano nella mano con un indianino a farle da guida, perchè ha capito di non poter contare sempre su se stessa.
Quando NonnaG si è ammalata e poi è guarita, perché fino ad allora per lei era un punto fisso e un essere immortale.
La prima volta a Caprera.
Dopo alcuni libri.
Quando è nata l'erba.
mercoledì 5 novembre 2014
L'erba è morta, viva l'erba
E con lui tutta la posta degli ultimi x anni dove x è un numero compreso tra 7 e 10.
Data della creazione dell'account mese e anno
Data dell'ultimo accesso giorno mese e anno
Città di creazione dell'account
Provider tramite il quale si accede da casa, dall'ufficio e dal telefono
Modello del telefono marca e nome esatto comprensivo di sigla e numeri
Sabrina la gentile e efficiente dipendente Google del reparto recovery le ha garantito che nei 15 minuti successivi avrebbe ricevuto una mail dall'ufficio tecnico in cui le avrebbero detto se accettavano o no la sua richiesta di ripristino.
martedì 4 novembre 2014
Un semi complimento
"Non ne posso più tutte queste voci cattive che mettono in giro su di me.. ma perchè?? Sono incazzata come una biscia"
"Ma scusa cosa dicono??"
"Che sono una iena che voglio far carriera a tutti i costi che punto alla dirigenza.. che mi farò raccomandare da husband, che lui con il lavoro che fa conosce..."
"Ma chi lo dice scusa?!?"
"L'arpia.."
"Ma che ti importa??"
"Mi importa!"
"Chi vuoi che le creda?? Lo sanno tutti che è un'arpia.. cattiva.. lascia stare.. io me ne fregherei se fossi in te.."
"Invece io ci sto male.."
"E non devi, che ti importa! Ma poi chissà perchè ti ha preso di punta.. proprio a te.. di me non dicono niente??"
"..."
"Dicono qualcosa?"
"..sì"
"E cosa dicono?
"Che sei strana.."
"..."
"Chiusa, che con te non si può lavorare, lavori da sola.."
"..."
"Hanno paura a chiederti le cose.."
"..."
"Dicono una parola.. aspetta che non mi viene..."
"..."
"Ah sì.. semi autistica".
M è strana sicuro perché per lei, semi autistica è un complimento.