mercoledì 27 febbraio 2013

Maschi

Da qualche mese H e i nani il sabato e la domenica dopo pranzo guardano un film alla tele. Un film rigorosamnete da maschi. Si mettono sul divano, H al centro e i nani ai suoi lati e se la spassano per un paio d'ore scarse davanti alla ciotola dei popcorn, alla calza della befana e a luvirie (che nella lingua di H sono i dolciumi) varie.

Hanno cominciato con i supereroi più o meno noti Spiderman, Ironman, Wolverine, Thor, Hulk perché, anche se M lo ignorava, ogni supereroe ha diritto al suo film e spesso anche a più di uno.
Poi è stata la volta delle cronache di Narnia e dei suoi terrificanti mostri mezzi cavallo e mezzi elfo e spesso tutti nani.
Adesso hanno iniziato con la saga di Guerre Stellari.

M non partecipa quasi mai a questi bivacchi tra uomini e approfitta per riposare, leggere, scambiarsi messaggi con le amiche.
Ogni tanto li guarda quei tre e li torva tutti con la stessa espressione eccitata e divertita; altre volte si ferma a guardare anche lei un pezzo di film perché finalmente è apparsa sullo schermo una femmina e quindi forse c'è la speranza di uno scambio di effusioni, un dialogo romantico, magari un bacio.

In quei momenti il nano e il mezzonano si tappano gli occhi e si vanno a infilare con la testa tra i cuscini producendo versi infastiditi e molesti.
"Ma perché fate così?"
"Perché ci fa schifo!" tuonano in coro.

Quindi tra sparatorie, lotte, guerre, combattimenti sanguinolenti, fantasmi, creature mostruose con corpi di animale e teste di uomo in numero variabile e zombie, l'unica cosa che gli fa schifo tanto da andarsi a nascondere dentro i cuscini sono i baci.
Sono proprio maschi non c'è che dire.

martedì 26 febbraio 2013

Elezioni 2013

Qualcuno ha detto che farà le valigie e se ne andrà lontano, in un posto migliore di questo.

Qualcuno ha pianto.

Qualcuno ha ammesso che se lo aspettava,

Qualcuno ha pensato che fosse anche colpa sua.

Qualcuno si è sorpreso e qualcun altro si è arrabbiato.

Qualcuno non si capacita e qualcuno pensa che sia giusto così perché in fondo l'abbiamo scelto noi.

A qualcuno non importa e qualcun altro fa finta che non gliene importi.

Quelli che credevano di ridere, hanno volti tristi e sommessi e quelli che si nascondevano silenti adesso alzano la testa e sorridono soddisfatti.

Qualcuno mente.

Qualcuno ha vinto e abbiamo perso tutti.

lunedì 25 febbraio 2013

Susi

Per Susi da leggere quando sei da sola.
Io sono molto triste perché sei andata via.

Lui non sa ancora scrivere, le lettere sono tutte storte e scritte sempre più grandi. C'è un cuore stretto e lungo e un po' sbilenco disegnato sul retro e colorato di rosso.
Alla domanda "ma questo biglietto per Susi perché non glielo hai dato?"
ha riposto "Non lo puoi aprire!"
"No non lo apro (bugia), ma perché non glielo hai dato?"
"Perché glielo devo dare quest'estate quando finisce la scuola".

Il biglietto, scritto su un foglio a4 ripiegato e chiuso con la colla, è stato trovato nello zaino del nano venerdì sera.

Evidentemente l'ha preparato con un po' di anticipo per essere sicuro di non dimenticarsene, ma M spera che a giugno potrà riscriverlo con una grafia più leggibile e ordinata.

domenica 24 febbraio 2013

Francesco

Ha 47 anni ma ne dimostra 32, ha capelli brizzolati e barba sempre rasata alla perfezione. Arriva in ufficio alle 6.30 di mattina tutti i giorni perchè non vuole girare troppo per il parcheggio. Non mangia a mensa perchè odia le file e quando prende il treno chiede sempre il posto unico perchè non vuole avere nessuno accanto.
Soffre di claustrofobia, non prende l'aereo se non è strettamente necessario e in macchina non può stare seduto dietro se non ci sono gli sportelli posteriori. Non mangia mai fuori pasto e spesso si dimentica anche i pasti fondamentali.
Soffre di acuti mal di testa e prende con cadenza quasi quotidiana delle bustine che lui chiama magiche, ma che non glielo fanno passare quasi mai.
Non muove bene un polso perchè una volta mentre faceva jogging è stato assalito e morso da un cane. E non sente gli odori.

Ha due figli: un maschio di nove anni drogato di figurine e una bimba bellissima di cinque e tiene i loro ritratti sorridenti sulla scrivania. Per hobby scatta fotografie di paesaggi e di cose strane, ascolta prevalentemente musica italiana; ama il mare ma non la spiaggia e odia la montagna anche se ne ama i silenzi e la solitudine. Studia architettura e legge enormi tomi di infografica in inglese, anche due volte di seguito.
E' educato, disponibile e gentile, silenzioso, gran lavoratore e un po' orso.

E' il nuovo collega di M.
In sua comagnia M sta passando le sue giornate da circa tre settimane. Spesso spalla a spalla davanti allo stesso pc, come compagni di banco.

M solitamente non ama lavorare in coppia e anche stavolta le pesa la prolungata condivisione forzata dello spazio e del tempo, ma stavolta sembra che ci si debba abituare perchè sarà di lungo corso. E ce la sta mettendo tutta.

giovedì 21 febbraio 2013

Il fantastico mondo di Mariadora

Il nano ha iniziato la prima elementare quest'anno. Ha imparato a leggere e a scrivere, fa le prime operazioni di aritmetica, impara piccole poesie a memoria, fa esercizi per l'orientamento: sopra, sotto, di qua, di là, dentro, fuori e studia il copione per la recita teatrale prevista a metà marzo.
L'unica materia che per lui non è una novità perché se la porta dietro dall'asilo è religione.
L'ora di religione settimanale è l'unica per la quale si ha facoltà di scelta: si può frequentare e si può non frequentare. M, nonostante non abbia un gran rapporto con le istituzioni religiose, ha deciso per la frequenza perché non esistono programmi alternativi e perché è sempre meglio imparare qualcosa sia pure di religione che passare il tempo in corridoio.
La maestra di religione di quest'anno s chiama Mariadora. E' molto giovane, porta lunghi capelli neri e veste parecchio colorata. Nelle uniche due occasione in cui M l'ha incontrata è stata gentile e affettuosa e M non ha avuto il coraggio di dirle niente a proposito della luna che secondo lei e ora anche secondo il nano è il sorriso di Dio e del sole che li nano non si ricorda bene se sia il di lui naso o occhio.

Ieri sera al termine di un qualsiasi mercoledì, dopo la piscina, tornando a casa.
"Mamma guarda quante stelle..."
"Sì.. si vedono bene da qui perché è buio.."
"Lo sai cosa sono le stelle mamma?"
"Le stelle sono dei corpi celesti e noi riusciamo a vederle anche a tantissimi chilometri di distanza perché brillano di luce propria, una luce fortissima che arriva fino a noi"
"Non è proprio così mamma"
"Ah no?"
"No."
"E cosa sono le stelle?"
"Sono i nostri amici che sono morti e che ci guardano da cielo e ci proteggono."

Mariadora ha colpito ancora.

mercoledì 20 febbraio 2013

Sotto il banco

Stamattina a colazione, prima di tutto.
"Mammaaaa mi fai compagnia?"
"Sì nano eccomi"
"Mamma lo sai che amicoG ha la fidanzata?"
"Ah sì? e' una della classe?"
"Sì"
"E come si chiama?"
"Alisia"
"...Alisia?"
"Sì"
"Cos'è una Winx?"
"Ma nooo che dici!"
"Che ne so Alisia.. è un nome paritcolare..te l'ha detto lui che è la sua fidanzata?"
"No..l'ho visto"
"L'hai visto con la fidanzata?"
"Sì"
"Ah bene e che facevano?"
"Erano nascosti sotto al banco e si baciavano.."
"..."
"..ma non baci normali.."
"Ah no?"
"No baci sulla bocca e luuuunghi!"

Hanno sei anni, scrivono a stento le lettere dell'alfabeto e molte le fanno ancora al contrario. Credono a babbo natale e guardano i cartoni all tele. Non sanno allacciarsi e scarpe, si lavano male i dent  e hanno perennemnete il mocciolo al naso e le dita dentro. Ma nascosti sotto il banco  già pomiciano.

martedì 19 febbraio 2013

Gli H son tutti uguali

Qualche giorno fa M stava salendo le scale con i nani per tornare a casa perché è ormai un mese che l'ascensore è fuori uso. Salendo e scendendo le scale capita di incontrare inquilini del palazzo con maggiore frequenza. Chi torna, chi esce, chi si lamenta del prolungamento dei lavori, chi ansima con il cane in braccio e chi trascina buste della spesa.

Al seocndo piano si è ibattuta nel papà di un amico del mezzonano.
"Ciao dov'è D?"
"Non c'è.. sto proprio andando adesso a prenderlo"
"E dove stai andando a plendello"
"All'aeroporto"
"E pelchè"
"Perché è partito con la mamma e sono andati a trovare i nonni e oggi tornano a casa.."
"I vostli nonni abitano così lontano che ci vuole l'aeleo?"
"Sì.."
"Dai mezzonano basta fare domande che forse ha fretta di andare a prenderli... quanto sono stati via?"

"Dieci giorni.."
"Ah sono dieci giorni che non li vedi?"
"Sì.."
"E ti sono mancati? Chissà quanto ti è mancato D.."

"Veramente no"
"No? Non ti sono mancati?"
"No"
"Ah.."
"E' un periodo che ho molto da fare per lavoro e quindi preferisco che loro non ci siano, anzi adesso che sono tornati sarà un po' difficile.."
"..."
"Allora vado ciao ragazzi.."
"Ciao papà di D salutamelo"

Gli H son tutti uguali si è detta M arrampicandosi su per gli scalini.

giovedì 14 febbraio 2013

Nomi cose città

L'Arch e NonnaG sono partiti lunedì per Bruxelles per esaudire un sogno dell'Arch e visitare un palazzo non visitabile e sono tornati ieri sera con il cuore felice e commosso.

Stamattina M era nell'ufficio del nuovo collega con cui sta trascorrendo le ultime settimane cheeck to cheeck.

DRIIIIN DRIIIN
"Pronto! Ben tornati!!! Come è andata??"
"Benissimo!!! Tutto perfetto! C'era anche il sole, perfetto.."
"Che bello..sono molto contenta.."
"Senti sto andando al mercato.. ti serve qualcosa?"

"..sì.."
"Cosa?"
"..."
"Non puoi parlare?"
"No.."
"Ok ti dico io e tu dici si o no, va bene?"

"Va bene"
"Il minestrone?"
"Sì grazie"
"Il broccolo?"
"No.."
"Le patate?"
"No"
"I fagiolini?"
"No"
"Frutta?"
"No"
"Dai dammi un aiutino.."
"..."
"Dai, un nome che somiglia.. una città magari.."
"...ok.. Zurigo"
"Zurigo???"
"Sì.."
"Zurigo... Zurigo.. ah ok ho capito! Le zucchine?"

"Sì.."
"Ok altro?"
"Sì"
"Dai un'altra città.."
"Arancione"
"Arancione? Le arance.. ma hai detto niente frutta.."
"Infatti no.."

"Ah la zucca?"
"No.."
"Niente non mi viene in mente ninete di arancione.. dai dimmi un nome che somiglia.."
"Carlotta"
"Carlotta????"
"Senti NonnaG che ne dici se ti scrivo un sms?"
"Ah ok."

La cosa arancione che somiglia al nome Carlotta erano le carote. M non sa cosa abbia pensato il nuovo collega preciso e stakanovista della telefonata con NonnaG, ma tutto sommato forse sarebbe stato meno imbarazzante dettare la lista della spesa.

mercoledì 13 febbraio 2013

La pagella

Oggi pomeriggio durante l'ora di nuoto dei nani, M è andata a scuola del nano per la consegna delle pagelle. Prima della consegna era prevista la riunione di classe. M aveva solo 35 minuti prima di tornare nello spogliatoio per accogliere il mezzonano all'uscita dalla vasca.

Ha ascoltato seduta all'ultimo banco la maestra parlare di una classe molto preparata, bambini molto bravi, molto svegli e avanti nel programma e si è chiesta se non avesse sbagliato posto.
Ha scoperto che il nano alla recita di marzo farà parte del gruppo dei rapper e che dovrà vestirsi con un paio di jeans enormi, probabilmente quelli di M, catene e un berretto.
Ha saputo che nonostante la straordinarietà del livello della classe, spesso la maestra li mette in punizione e non li lascia andare a giocare in cortile perché il cortile bisogna  meritarlo.
Poi si è alzata ha ritirato la pagella e si è catapultata in piscina.
Il nano la attendeva nello spogliatoio da qualche secondo nel suo accappatoio giallo canarino.
"Mamma mi hai visto nuotale?"
"Ehm no mezzonano.."
"E coma mai?"
"Sono dovuta andare a scuola del nano per ritirare la pagella..."
"E a scuola mia?"
"..no.."
""Anche io vollio la pagella!"
"Ma all'asilo non la danno la pagella, solo alle elementari.."
"No la voglio pure io. Adesso quando tolniamo a casa me la fai te!"

Poco dopo a casa.
"Mamma plepali la pagella pel me?"
"Sì.. ok hai, ragione.. allora ecco qui scriviamo le materie..e qui i voti "così così", "buono", e "ottimo".
"Ok"
"Allora mezzonano in disegno cosa mettiamo?"
"Ottimo!"
"Ok.. e in lettura?"
"Ottimo!"
"Ma non sai ancora leggere..mettiamo così e così dai.. e in scrittura?"

"Ottimo!"
"Bè sai scrivere solo il tuo nome, io metterei buono.. e in gioco?"
"Ottimo!"
"Ok.. e in nuoto?"
"Ottimo"
"Ok.. e in ginnastica?"
"Ottimo!"
"E in musica?"
"Ottimo!"
"Ma come ottimo.. tu nemmeno la fai musica.. mettiamo buono che qualche canzoncina la canti.."
"Va bene e in comportamento, che mettiamo in comportamento?"
"Così così".

martedì 12 febbraio 2013

Festival

Dopo tre settimane passate a
preparare,
organizzare,
calcolare,
inventare,
immaginare
e prevedere
eccolo lì, uguale nei secoli, come la somma che cambiando l'ordine degli addendi non cambia.
Come nella canzone di Jova che cambia tutti gli anni e resta sempre lo stesso.
Così lui cambiando le facce, i regolamenti, le scenografie, le voci non cambia mai.

M quest'anno, per lavoro, lo deve seguire tutto fino a mezzanotte e mezza per cinque sere di seguito. E finalmente può dare un senso all'acquisto della nuova smart tv di H, anche se, a quattro ore dall'inizio, ancora non le è ben chiara la differenza tra standard definition e HD. Se c'è.

lunedì 11 febbraio 2013

Otto anni

Sono passati quasi otto anni da quella mattina in cui M stesa sul divano della soffitta dell'Altro Mare guardava alla tele il libro bianco sfogliato dal vento.

Nel frattempo H con il gruppo storico di amici andava alla ricerca di una bottiglia seppellita da tempo in perfetto stile Fandango.

Otto anni durante i quali H ha trovato lavoro nella città di M, ci si è trasferito e insieme hanno affrontato due traslochi, due pance, due tagli drastici di capelli, sette matrimoni e due funerali, un viaggio di nozze in tre e una crisi di panico.

Otto anni in cui i nani, che prima non esistevano nemmeno nelle loro fantasie più sfrenate, hanno preso vita e da piccoli desideri sono diventati grandi realtà con moccioli da soffiare, compiti da finire, scarpe da allacciare, perchè da saziare e lacrime da asciugare.

Otto anni di libri, film, pianti e risate, chiacchiere, litigate, corse in motorino, viaggi, piadine farcite e chilometri macinati.

Otto anni che sono volati via come otto minuti. Che sono pieni delle cose più importanti della vita. Che se ti guardi indietro non ti sembra possibile aver fatto tutto questo. Che se ti guardi avanti ti chiedi tra altri otto dove sarai, magari a frugare nelle  loro tasche in cerca di sigarette nascoste o stesa nel letto di notte aspettando che rientrino, il rumore della chiave che gira nella toppa e porta la pace nel cuore.

Otto anni che sono niente, morto un papa se ne fa un altro.

domenica 10 febbraio 2013

Da solo

Il mezzonano sabato era stato invitato al compleanno di un amichetto "da solo".
"Da solo" significa senza il fratello.
Al momento di uscire di casa, il mezzonano ha avuto una evidente crisi da stress: non sapeva decidere se restare a casa col nano o andare "da solo" alla festa.
M ci sarebbe andata in ogni caso perché la mamma del festeggiato è una sua amica da sempre e le faceva piacere.
Il mezzonano piangeva come un matto e allora M gli ha spiegato che poteva decidere tranquillamente, che non c'erano obblighi, ma solo due possibilità e che andavano bene tutte e due. Poteva semplicemente scegliere quello che voleva.
Lui tra e lacrime ha scelto di andare con riserva e cioè con la promessa che se "da solo" non si fosse divertito  o se non gli fosse piaciuta la festa sarebbero tornati subito a casa.

M l'ha fatto sedere davanti in macchina vicino a lei, gli ha fatto scegliere il cd con l'uomo con la testa da coniglio e si sono avviati.
Alla prima galleria il mezzonano si era tranquillizzato.
Alla seconda dava segni di inspiegabile euforia.
Alla terza era innamorato pazzo di M e figlio unico dalla nascita.

Arrivati alla festa il mezzonano, finalmente "da solo", ha immediatamente preso possesso della pista del trenino e dei due passaggi a livello, ha fatto amicizia con dracula-orlando, ha mangiato pizzette e dopo una prima mezzora in disparte si è lasciato convincere ad assistere allo spettacolo delle animatrici.
Ha riso di gusto al teatrino dei burattini, ha preso a mazzate una pignatta piena di caramelle e sempre "da solo" e mano nella mano con M ha preso posto in mezzo agli altri nani per i giochi di gruppo.
Al momento della torta si è strafogato di smarties e di cioccolata e poi è tornato gongolante alla pista del treno.

"Mezzonano che ne dici di tornare a casa da tuo fratello?"
"..."
"Allora? Che dici torniamo dal nano?"
"Ma io mi sto davvelo diveltendo qui "da solo"! Non ci vollio tolnale da mio flatello".

E' così che in una più unica che rara occasione "da solo", il mezzonano ha capito che essere figli unici non è poi così male e che avere la mamma tutta per sé ha un che di libidinoso e perverso che ogni tanto fa sentire un po' speciali.

giovedì 7 febbraio 2013

The net

La rete è un posto fantastico. Talmente che molti finiscono per preferirlo a quello vero.

In rete si fa amicizia con persone nuove e si riesce a recuperare quelle vecchie che si credevano perse da tempo.
In rete ci si innamora di se stessi perché ci si racconta come si vorrebbe essere, mentre nella realtà si può solo essere come si è e non sempre ci piace.
Nella rete si trovano canzoni ascoltate una volta per strada, film di cui si sono perse le pellicole, nomi dimenticati e storie che son accadute secoli fa o ieri.
Si trovano immagini di chiunque, che quando M riceve una telefonata in ufficio da tizi che non conosce va subito a cercare le loro facce per capire chi sono.

La rete ci tiene in contatto con gli altri e ci fa compagnia quando siamo soli.

In rete si possono seguire i propri beniamini ovunque e sapere sempre cosa stanno facendo e dove sono che negli anni dell'adolescenza M avrebbe pagato oro. E ora è gratis.

In rete si comunica con tutto il mondo, con gli Altri Nonni che sono stati un mese a Cartagena, con H quando era partito per il Venezuela e il nano aveva un mese e mezzo e M lo vedeva un po' sbiadito, sgranato e un poc inquietante muoversi a scatti sul monitor come Bin Laden nei suoi video.

La rete ha trovato un posticino anche per l'erba e glielo conserva sempre e M gliene è molto grata.

mercoledì 6 febbraio 2013

Voi due

Cari nanetti,
che in due ne fate uno di quinta elementare che sempre nanetto è.
Che avete superato il metro da un po' e per questo pagate il biglietto in tram; che siete abbastanza grandi da fare quattro piani a piedi da soli tutti i giorni, ma ancora abbastanza piccoli da non sentirne il peso.
Che fate la doccia da soli in piscina, con gli occhi chiusi e la schiuma in testa, ma che ancora non arrivate ad appendere l'asciugamano. Voi che andate in motorino seduti dietro, e in macchina senza seggiolini né cintura a volte; che siete sempre più diversi, il piccolo che sembra grande e il grande che resta piccolo.
Che la sera nel letto vi leggete le storie da soli e la mattina da soli vi vestite ognuno col suo mucchietto preparato la sera prima. Voi che non vedete l'ora di diventare grandi perchè non sapete cosa vi aspetta e credete che il meglio debba ancora venire.

Che siete felici anche se non avete ancora la wii e i canali a pagamento e se sul telefono vi facciamo giocare mezz'ora a settimana perché è più bello giocare insieme che ognuno per conto suo.

Voi che siete arrivati a 6 e 4 anni senza dire parolacce e senza prendervi i pidocchi. Che andate volentieri a dormire dai nonni e che il sabato e la domenica vi svegliate all'alba, mentre i giorni di scuola non vi volete svegliare mai.
Voi due che siete macchine perfette senza istruzioni e pezzi di ricambio, che riuscite a fare la pipì dentro, ma che ancora non avete capito i giorni della settimana, che quest'anno vi siete mascherati finalmente da supereoi veri, che per la nonna siete due angeli, ma è vero che tra qualche anno mi supererete di parecchi centimetri, diventerete puzzolenti, brufolosi e perennemente incazzati col mondo, dietro una porta chiusa?

martedì 5 febbraio 2013

Io non ho mai

Nelle ultime settimane M per lavoro ha dovuto affacciarsi nello sconosciuto mondo di twitter. M è per sua natura un'internauta: naviga, è affetta da eshopping compulsivo, è iscritta ai principali social network internazionali, usa le chat e ha l'ebanking.
Ma con twitter fino a poche settimane fa ancora non aveva fatto amicizia.
Poi per lavoro lo ha dovuto affrontare e ha scoperto un mondo fantastico e divertente popolato da pazzi affetti da tweet maniacale.

Una delle cose che M ha scoperto è che esiste una top ten degli argomenti più in auge in ogni momento. Si chiamano trending topics.
Nei trending topics si trova sempre qualcosa di divertente.
Oggi uno dei trending topic era "io non ho mai", scritto tutto attaccato perché su twitter si risparmiano caratteri e spazi, e cliccando su "iononhomai" veniva fuori una lista infinita di messaggi.

M non scrive ancora su twitter ma ha pensato di postare qui la sua piccola lista di "iononhomai".
Eccola:
io non ho mai fatto sega a scuola
io non ho mai fatto uso di droghe pesanti
io non ho mai mangiato interiora
io non ho mai avuto paura del buio
io non ho mai litigato con lo zio matto
io non ho mai smesso di sperare nel numero tre
io non ho mai votato a destra
io non ho mai dimenticato
io non ho mai portato rancore
ma io non ho mai perdonato l'amica F
io non ho mai visto davvero una stella cadente.

lunedì 4 febbraio 2013

Un nesso incontrovertibile

Ieri  in bagno dopo il bagnetto della domenica sera che porta via tutta la polvere, il sudore, la terra e la scalmanataggine del fine settimana.
I nani ognuno nel proprio accappatoio, uno giallo e uno azzurro seduti a cavalcioni sul water uno davanti e uno dietro, M in piedi accanto a loro con il fon ancora spento in mano.

"Mezzonano adesso che ti succede? Perché metti il muso?"
"..."
"Tanto lui non ti risponde mai"
"Tu zitto che ho chiesto a tuo fratello.. allora?"
"..."
"Vedi che non ti risponde?"
"Dai mezzonano rispondi altrimenti ha ragione tuo fratello.. cosa c'è?"
"..."
"Non ti risponde..ma non capisci? Io lo so cosa ha e se vuoi te lo dico io"
"Mezzonano me lo faccio dire dal nano perché sei arrabbiato?"
(alzata di spalle)
"Ok nano dimmelo tu cosa ha il mezzonano?"
"E' geloso"
"Ma cosa dici?"
"Sì, è geloso."
"Ma scusa perché voi sapete cosa vuol dire geloso?"
"Certo, io lo so!"
"E cosa vuol dire?"
"Vuol dire che il mezzonano è timido"

"No geloso e timido sono due cose molto diverse che non c'entrano niente l'una con l'altra.. e lo sai almeno timido che cosa vuole dire?"
"Sì uno timido è uno che non parla, sta zitto zitto, non dice niente, non fa mai amicizia.."
"Ok questo è il significato di timido, ma geloso è un'altra cosa e non c'entra niente"
"Sì che c'enrta invece! Lui è geloso perché lui è timido e io no".

domenica 3 febbraio 2013

Amarcord

Non sembra mai la stessa. Tutte le volte che M ci è ritornata, dopo, non l'ha mai riconosciuta.
Forse per via dei mobili che sono tutti cambiati, quel divano a righe larghe che non le appartiene, il vecchio tavolo dei nonni dove si mangiava in otto tutti i giorni.
Forse per la disposizione delle cose all'interno dello spazio.
Forse per il vuoto, l'assenza, il silenzio.
Non c'è un motivo o forse ce ne sono troppi, ma tutte le volte che M ci è tornata ha fatto fatica a ritrovarcisi. A ripensare alle mattine in cui si svegliava da sola al suono delle campane della chiesa di Santa Maria; alle sere in cui rientrava dall'ufficio, col riscaldamento spento, il frigorifero vuoto, la borsa della palestra trascinata per i quattro piani di scale, la minestrina con il formaggino mangiata da sola sulla piccola mensola davanti alle foto di Sharm el Sheik: M magra e abbronzata con i capelli scomposti dal vento in sella al cammello; M e il maestro di sub sorpresi a ridere in uno dei più bei primi piani che M conservi; M e la compagna di stanza del villaggio vestite da rapper per il solito spettacolo di fine turno, con pantaloni larghi e fascia in testa; M sott'acqua con le bombole e la maschera, irriconoscibile nel blu cobalto del fondo del mare.

Eppure M in quella casa ci ha abitato per sei anni, prima da sola, poi in due e infine per cinque mesi interminabili, terribili e fortunamente rimossi, in tre.
Ma ogni volta che ci è tornata ha fatto fatica a rivedersi lì dentro nelle sue abitudini quotidiane del bucato steso nel ballatoio, lo stendino perennemente aperto in soggiorno, il camino saltuariamente acceso.

Sabato mattina M e H ci sono ritornati per sbrigare alcune incombenze condominiali.
Lei era vuota, ordinata, silenziosa.
M era estranea, distante, diffidente e un po' a disagio.
Perché di tempo da quando è andata via non ne è nemmeno passato tanto, ma le cose che sono successe sono state così importanti e irreversibili che a fermarle nella testa fanno un po' paura.