mercoledì 31 maggio 2017

I Beati

Mai nella vita M avrebbe immaginato di vivere un'esperienza del genere.

Ieri pomeriggio alle tre ha accompagnato il mezzonano in un Altro Mondo. Un mondo alle porte della città, in piena campagna. Un mondo recintato da un muro perimetrale, un mondo a cui si accede da un cancello come quello del paradiso dantesco e dove all'ingresso a regolare il passaggio di Dannati e Beati c'è un personaggio che a quanto ha capito M più che il custode deve essere un'istituzione. 
Questo personaggio alto, grosso, senza capelli si chiama "Alè", che M non è riuscita a capire stia per Alessio, Alessandro o Valerio.

Questo "Alè", salutato con affetto da chiunque oltrepassi in un senso o nell'altro la sua linea, è vestito con la tuta, non una tuta qualsiasi, l'unica ammessa in questo mondo.

Alè è gentile, molto romano e sembra conoscere i Beati uno per uno: dai più piccoli classe 2008 che qui si chiamano pulcini, ai più grandi, passando per classi di età che nel mondo di M non esistono: i ragazzi delle medie che qui si chiamano esordienti; quelli del ginnasio qui chiamati under sedici, fino ai maggiorenni qui chiamati primavera.

I Beati sono tantissimi, tutti vestiti uguali, tutti belli, felici, sportivi. Tutti con la stessa speranza di futuro davanti e lo stesso stemma sulle magliette all'altezza del cuore. Tra loro non sembrano in competizione, sembrano insieme.

Dall'altra parte del cancello, nell'ultimo metro del mondo normale ci sono i genitori, non ammessi all'interno, se non in occasioni speciali. 
I genitori sono tutti giovani (a parte M), tatuatissimi e grandi fumatori.
Aspettano, parlano al telefono, sperano, immaginano, tifano. Si sono portati dietro zii e nonni, merende sostanziose e immaginifiche speranze.
Tra loro ieri pomeriggio c'era anche M con i suoi tatuaggi, le sue paure e occhi e orecchie spalancati con moltissime curiosità.

Siccome ieri era proprio un'occasione speciale M insieme agli altri giovanissimi genitori ha varcato la soglia di Alè ed è entrata in questo Altro Mondo dove non esistono privilegi, dove non si può parlare ad alta voce e dove si susseguono uno dopo l'altro campi da gioco costantemente innaffiati da irrigatori automatici che stimolano pipì che non si potranno fare mai, perché i bagni come gli spogliatoi e i campi sono ad uso esclusivo degli "atleti".
Dove il mezzonano indossava improvvisamente un "pigiamino" giallo fluo di qualche taglia più grande ed era perfettamente inserito nel gruppo di sconosciuti. 

M ieri ha portato il mezzonano a Trigoria perché lui è stato selezionato a sua e nostra insaputa per entrare nel regno dei pulcini "beati".
Per lei è stato tutto molto emozionante, nuovo e inimmaginabile. Il mezzonano invece sembrava perfettamente a suo agio, molto socievole con tutti, Alè compreso, e affatto attanagliato dall'ansia da prestazione.

Quando alla fine di tutto un signore l'ha riconsegnato a M perfettamente lavato e stirato e le ha detto "A domani", M ha sentito un inatteso misto di terrore e gioia, molto preoccupante.

sabato 6 maggio 2017

Il sogno di ogni bambino, o quasi

Chi conosce M e i nani questa storia la sa dall'inizio.  Da quando due anni e mezzo fa un allenatore italo americano alla fine del primo allenamento del mezzonano le disse che in vita sua non aveva mai visto un talento naturale così.
Sono passati due anni e mezzo e pare che il talento sia ancora qui. 
Il mezzonano é il portiere classe 2008 più corteggiato dalle squadre. Lo vengono a vedere giocare.  Ne conoscono nome e fama prima di averlo mai visto all'opera. Lo richiedono. Vorrebbero che l'anno prossimo andasse a giocare in una squadra molto conosciuta.
M è combattuta pensa che sia ancora molto piccolo e che sia presto per prendere troppo seriamente quello che dovrebbe essere un divertimento tra ragazzi.  Non vorrebbe sottoporre il mezzonano a uno stress eccessivo in un ambiente altamente competitivo dove se non funzioni ti rispediscono al mittente come un ordine sbagliato.
In mente sua il mezzonano non sarebbe nemmeno dovuto essere informato di tanto interesse nei suoi confronti ma la voce si è sparsa e alla fine lo ha saputo in maniera ufficiale.
L'altra sera tra mille dubbi M lo ha incoraggiato a dividere un foglio in due e a scrivere la lista dei pro e dei contro.
Tra i contro valori universalmente condivisi come l'attaccamento ai compagni dell'attuale squadra e all'adorato Mister che li segue da tre anni, un pensiero commovente per babbomamma per le difficoltà organizzative che interverrebbero nelle loro vite per via dei 4 giorni di allenamento previsti ogni settimana lontanissimo dal km quadrato in cui si svolge la vita di M e un'ammirevole fedeltà alla squadra di cui è tifoso che gli impedisce di giocare in quella fortemente avversaria a cui sarebbe destinato.
E tra i pro?
- boh io non ne ho trovato nemmeno uno, mamma.
Credo che dovranno aspettare ancora un po'.