mercoledì 29 maggio 2013

10 momenti da non rimpiangere

1) quando le telefonò da Napoli alle otto di sera per dirle che nella camera dell'albergo dove alloggiava c'erano due accappatoi e che il secondo la stava aspettando
2) quando la invitò ad andare in stanza da lui in ufficio, le fece scegliere una carta dal mazzo che lui stesso aveva ideato e disegnato e la carta rappresentava una prestazione sessuale che lui non esitò a spiegarle e proporle
3) quando le diede un bacio sul collo in corridoio davanti alla macchina delle fotocopie costringendola a portare la sciarpa anche a agosto
4) quando la invitò a uscire con lui perché voleva regalarle una giacca a vento bianca che aveva visto in una vetrina e che le sarebbe stata benissimo
5) quando nell'orecchio le propose un menage a trois in un locale per scambisti
6) quando le chiese di sedergli in braccio
7) quando la chiamava topolona o topolicchia ma comunque sempre utilizzando il suffisso topa a lui molto caro
8) la prima volte che le chiese come e quanto facesse sesso con H
9) tutte le volte che con una scusa o con l'altra l'ha toccata
10) tutte le volte che l'ha guardata per guardare (cfr. qui)

martedì 28 maggio 2013

Signori si nasce

Nella vita ordinaria dell'ufficio ci sono cose che non si possono evitare:
le congratulazioni a un collega che è stato promosso;
i complimenti a una collega che è molto dimagrita;
le festicciole per gli auguri di natale con il panettone e il pandoro tagliato a stella;
i saluti ecumenici prima di andare in maternità;
le chiacchiere in ascensore sul tempo;
i pettegolezzi;
la partecipazione più o meno attiva al totonomine;
le collette per i regali comandati;
i commiati prima delle pensioni.

Venerdi è l'ultimo giorno di lavoro del Dir.
Ora per chi passa sull'erba da un po' di tempo non è difficile comprendere lo stato d'animo di M per questa dipartita. Il Dir è il capo di M orribile e bavoso che per anni ha molestato lei e altre colleghe più o meno esplicitamente abusando del ruolo e del potere che gli sono stati inspiegabilmente conferiti.
Oggi M e i suoi colleghi erano riuniti nella stanza del Dir per salutarlo e per offrirgli un dono.
L'aria era festosa, il tavolo imbandito, il chiacchiericcio assordante.
Lui è arrivato infuriato inveendo contro tutti perché non voleva essere in nessun modo festeggiato, né salutato.
Ha rifiutato animatamente di accettare il dono, e se ne è andato non smentendo nemmeno l'ultimo giorno la sua natura maleducata e boriosa.

Nella vita ordinaria dell'ufficio ci sono cose che non si possono evitare, altre che dovrebbero essere evitate. Ma l'animo resta festoso.

lunedì 27 maggio 2013

Picche

Da un foglio A4 ripiegato su se stesso rinvenuto stasera nello zaino del nano:

Legi (sulla prima facciata)
Sei molto bellina anche molto gentile (sulla seconda facciata)
Non acetto, Susi (sempre seconda facciata poco più in basso)
Scemo la prosima volta che ci provi te la vedi con me, Pepe (sulla terza facciata).

Colpo gobbo per lo spirito di bagnino romagnolo che alberga dentro H e che vorrebbe tramandare ai nani, immutato.


domenica 26 maggio 2013

Dire mai, a un certo punto

Sull'inserto allegato al giornale del sabato M ha letto la rubrica della sua blogger preferita e musa ispiratrice che elencava i dieci sogni nel cassetto che non avrebbe mai realizzato. Gli elenchi, lei scrive, sono catartici e M che è entrata da qualche giorno negli anta e ha bisogno di esorcizzare qualche paura, di aggrapparsi a qualche certezza e di fare pace con se stessa, ha deciso di fare altrettanto.
Ecco le cose che M è consapevole che non farà mai.
1) avere una figlia femmina
2) avere tre figli, fossero anche tre maschi
3) diventare "cintura nera" in uno degli sport praticati fin da bambina, in primis nel nuoto
4) scrivere un romanzo possibilmente non autobiografico
5) scrivere un romanzo, anche autobiografico
6) sposarsi in abito bianco con strascico, in chiesa
7) scendere al di sotto dei 50 chili
8) prendersi un anno sabbatico da trascorrere nei mari più belli del mondo 
9) parlare l'inglese e il francese come un'inglese e una francese
10) ballare come Madonna.

mercoledì 22 maggio 2013

Il 50%

Oggi pomeriggio ci sono stati i brevetti di nuoto dei nani.

La giornata dei brevetti è quella giornata in cui l'istruttore di nuoto chiede ai suoi allievi di eseguire una a una tutte le attività che ha insegnato loro durante l'anno.

La giornata dei brevetti tutte e mamme si mettono in pole position sugli spalti eccezionalmente in compagnia di qualche husband e delle nonne.

Nella giornata dei brevetti i ragazzi danno il meglio di sè. Vogliono fare bella figura. Vogliono la medaglia. Si impegnano al massimo, attirano l'attenzione dei genitori.

"Il nano oggi ha nuotato un po' così..non gli andava.. ci sono delle giornate in cui va meglio e giornate come oggi in cui non si impegna..ma le cose le sa fare.. è migliorato solo che non gli va.."

Questo è stato il commento che l'istruttrice alla fine della lezione ha fatto davanti a una M un po' avvilita.

Più tardi, dopo una sessione compiti faticosa e snervante, a tavola M cercava di spiegare che l'impegno è importante. Che si deve mettere impegno in tutte le cose che si fanno, la scuola, lo sport, l'amore.

"E celto pelchè se non ci impegniamo in una cosa poi non liusciamo a falla bene..non ci liesce.. è velo mamma?"

Il saggio intervento del mezzonano ha chiuso la conversazione e M si è sentita leggermente sollevata. Uno su due non è un brutto risultato..è pur sempre il 50%.

martedì 21 maggio 2013

Complimenti o meno

Per la festa di sabato sera M è andata dal parrucchiere per la messa in piega.
Una volta tornata a casa ha passato quarantacinque minuti al trucco seguendo passo passo le istruzioni per lo smokey eyes di sephora.
Poi si è infilata i pantaloni, il top emporio armani comprato su internet, gli orecchini grandi confezionati da MK e i sandali tacco dodici brutti ma comodi che le avrebbero permesso di essere alta senza soffrirne le conseguenze. E soprattutto di ballare.
Poi è andata in camera della muta Mar per le ultime raccomandazioni.
"M'am!!"
"Sì?"
"You are very beautiful!"
"Ah grazie.. ma non sono come stamattina quando mi sono svegliata?"
"No...very different..."

Poi M è passata a salutare i nani che erano ospiti dell'amichetto del secondo piano.
Sulla porta si è messa a parlare con la mamma dell'amichetto qualche minuto, mentre sullo sfondo i nani guardavano la tele.
A un certo punto il nano si è girato verso di lei e l'ha guardata.
"Mamma!!"
"Sì??"
"Ma sei te??"
"..."
"Non ti avevo proprio riconosciuta!"
"..."
"Hai i capelli ricci, gli orecchini lunghi... e sei alta!"
"..."
"Mamma sei bellissima.. perché non sei sempre così?"

Oggi, a tre giorni di distanza, con la carrozza che è tornata zucca e i cavalli topini, M si sta ancora chiedendo se quelli della muta Mar e del nano fossero complimenti o meno.

lunedì 20 maggio 2013

An englishman in rome

Oggi alle 13.30 M ha saputo per telefono dalla maestra del doposcuola che il nano alle 14.20 aveva il saggio di inglese.

Alle 14.20 si è presentata nel teatrino della scuola.
Con lei una decina di genitori.
Davanti a loro sette bambini seduti su sette seggioline messe a semicerchio. 
Ognuno di loro aveva un foglio in mano.
Tra i genitori e i bambini, Linda la maestra madrelignua inglese che M non aveva mai conosciuto nè sentito nominare durante tutto l'anno.
La maestra ha spiegato che i bambini avevano scelto ognuno un paese di provenienza e avevano fatto una piccola ricerca a casa insieme ai genitori su quel paese e che poi a scuola avevano scritto insieme un breve testo che avrebbero letto in un inglese perfetto.
M dapprima si è chiesta in quale casa e con quali genitori il nano avesse preparato la ricerca, ma poi ha deciso di soprassedere e di godersi lo spettacolo.
I bambini si sono alzati a turno dalla loro seggiolina e hanno letto i brevi testi.
"I am french. I live in Paris. In Paris there is the eiffel tower, the highest tower of the city and the most important monument of the capital. I eat french toast and Idrink white wine".
Poi è stata a volta dell'africano di Dubai, della spagnola di Madrid e del cinese di Shangai.
E poi è arrivato il turno del nano che in perfetto inglese ha recitato "I am english. I live in London. I play football and I drink tea at five o'clock. In my city there is the most important clock of the world called Big Ben. We have the Queen who lives in Buckingham Palace" e qualche altra frase che M adesso non ricorda per l'emozione e la sorpresa dalle quali è stata travolta.
Alla fine di queste letture la maestra ha dichiarato che avrebbero cantanto un canzoncina e ha proposto con trascinante entusiasmo "We can sing the days of the week song!"
Il nano dal basso della sua seggiolina ha gridato "NO! No! quella proprio no!"
"E quale canzone gradiresti cantare allora?" ha chiesto la maestra paziente ma leggermente stizzita.
"Quella dei giorni della settimana!" 

In effetti la pronuncia non era male, ma stasera quando il nano, al terzo anno di inglese su sei di vita, dal suo letto con lo stesso foglio della recita in mano, ha chiesto "Mamma che vuol dire i am?" M ha capito che la pronuncia non è tutto.

domenica 19 maggio 2013

18, 20, 30, 40

Nel 1991, dopo aver visitato tutte le ville dell'appia per sceglierne una per festeggiare il suo diciottesimo compleanno, M si ritrovò a cena in un ristorante di Foligno, in compagnia dell'Arch, lo zio matto, NonnaG e il fidanzato teppista a spegnere 18 candeline sull'unica torta disponibile, quella della Lazio. La cena era stata servita alle 19.00 perché l'allora fidanzato teppista doveva rientrare in caserma entro le 21, la sala del ristorante illuminata al neon era deserta e i commensali alquanto a disagio tra loro

Nel 1993 M festeggiò l'uscita dai teen con una festa in casa insieme agli ex compagni di scuola e al fidanzato storico: Per l'occasione M indossava un vestito country scozzese sui toni del beije e dell'azzurrino lungo fino alle caviglie.

Nel 2003 festeggiò i suoi trent'anni a cena a casa dei nonni. NonnaG era stata da poco operata e stava affrontando quella terribile cura di quel terribile male. M era in attesa del fidanzato gay che secondo lei la stava raggiungendo a sorpresa da Milano e che invece aveva appena raggiunto in elicottero una mèta ben più gradita: lo stadio delle alpi per una finale di coppa non so che.

Ieri sera, con un ritardo di 22 anni, M sull'appia ha festeggiato i suoi primi 40 anni, che
il red carpet

molti dicono essere l'età più bella della vita, in una delle case dei sogni create dall'Arch. A spegnere le candeline accanto a lei H, l'Arch e NonnaG e tra gli ospiti gli amici di una vita e quelli nuovi che l'hanno circondata di affetto, regali, complimenti e sorrisi.


E deve ammettere che, grazie a tutti loro, come inizio questi quaranta non sono niente male.
la casa dei sogni


giovedì 16 maggio 2013

Promemoria


Sabato sera M festeggerà i suoi 40 anni insieme all'Arch in un festone megagalattico "chiavi in mano".
Ieri ha ricevuto da lui una mail con allegato un "promemoria".
Decidete voi se crederci o meno.

Il numero degli ospiti dovrebbe essere circa 200 al massimo.

I camerieri devono essere istruiti sull’ubicazione dei tre bagni ospiti e assicurarne il perfetto  stato, con dotazione di asciugamani e carta igienica e cestini porta carta, sull’ubicazione della stanza per il personale di servizio con bagno, guardaroba ospiti e stanza spogliatoio musici con bagno.
  
Alle 20 si dovranno cominciare ad accendere le torce romane predisposte a destra lungo il red carpet a iniziare dalla via Appia Antica fino al cancello, una ogni cinque metri e dal cancello fino alla fine del red carpet, sempre ogni cinque metri, sia a destra che a sinistra. Anche sui davanzali di tutte le finestre delle facciate a sud e a est del casale torce accese.

I due camerieri, con berretto giacca guru e mantellina, pantaloni e scarpe con lacci e calzini, neri, dalle 20.15 si dovranno trovare uno al cancello, spalancato, e l’altro all’imbocco della via per istruzioni sui posti auto agli ospiti ed eventuale aiuto nel parcheggiare e dovranno essere muniti di strumentazione per poter comunicare. Verso le 21.30 chiuderanno il cancello e si uniranno agli altri camerieri in giacca guru e collarino bianco.

Il cameriere addetto ai cinque camini, con giacca guru collarino bianco  pantaloni e scarpe con lacci e calzini, neri, dovrà iniziare ad accenderli alle 19.30 e per tutta la serata dovrà assicurarne il funzionamento ricaricandoli della legna, che si trova accatasta in giardino, con idonei cesti che troverà sul posto.

Cinque camerieri, i più giovani e belli, in giacca guru, pantaloni e scarpe con lacci con calzini, neri, si dovranno trovare lungo la facciata nord del casale disposti alternativamente a sinistra e a destra del red carpet accogliendo gli ospiti con , buona sera (non serata) e un delicato sorriso, nella prima stanza di ingresso del casale due camerieri, vestiti come gli altri, aiuteranno le signore a togliersi il soprabito, se del caso, e riporlo nella stanza prestabilita. All’interno del casale, nella hall, i restanti quattro camerieri offriranno su idonei vassoi flute di Ferrari ben freddo (non trovo eleganti vassoi con bevande miste), passeranno anche vassoi con analcolici.

Come già detto gradirei che i camerieri con barba fatta, non avessero percing, bracciali, orologi capelli lunghi o raccolti, sopracciglia depilate, tatuaggi a vista. Il percorso di servizio dei camerieri se il tempo lo permetterà dovrà svolgersi all’esterno lungo la facciata nord passando dall’ingresso di servizio.

Quando i primi invitati andranno via due camerieri saranno a disposizione per aiutarli a reperire i soprabiti e uno di loro li accompagnerà al cancello per aprirlo.
  
Grazie.

mercoledì 15 maggio 2013

Il maresciallo

Era così di nome e di fatto, o più probabilmente lo era di nome perché lo era stato di fatto.
Era un'istituzione.
Nel quartiere tutti lo conoscevano e probabilmente lui conosceva tutti.
Da lui potevi trovare tutti gli articoli che cercavi.
M si è rifornita più volte di: regolo, quaderni a quadretti grandi e piccoli, a righe da liceo e da prima elementare, penne, pistole a pallini vietate ai bambini al di sotto dei 16 anni, gomme da masticare, caramelle e chupa chups, deodorante, shampoo e balsamo e gli assorbenti. Gli elastici neri per i capelli, la carta per incartare i regali e le buste colorate quando non hai tempo per incartare i regali. Gli hero factory e le bolle di sapone. Gli sticker da regalare agli invitati alle feste dei nani, le candeline per le torte di compleanno e i biglietti di auguri. La naftalina per il cambio di stagione, coriandoli e stelle filanti a carnevale. La maschera di Halloween del nano. Le buste da lettera, gli ovetti kinder, la trielina, le copertine di plastica colorata per proteggere i quaderni, le scatole di matite e pennarelli, le cose dell'ultimo minuto "scendo dal maresciallo che è ancora aperto".

L'ultima volta che M l'ha visto, forse meno di un mese fa, aveva esposto un cd vicino alle gomme da masticare, un cd di un canzone sola, cantata da lui. M l'aveva cercato in rete e ne aveva ascoltato l'anteprima. Le aveva ricordato Renato Zero per la voce e quel modo di cantare un po' romano e Andrea Bocelli per i capelli pazzi e brizzolati. 
Il titolo della canzone è Due ragazzi, che forse a pensarci bene sono i suoi figli.

Ieri le saracinesche del suo negozio all'angolo erano abbassate.
Aveva solo 55 anni.

martedì 14 maggio 2013

Sarà

Sarà perché stamattina nonostante il coro del nano previsto per le 9.30 M è riuscita a nuotare lo stesso anticipando di un'ora la sua già mattiniera attività sportiva e la sveglia;
sarà perché il coro era noiosissimo e il nano invisibile e M se l'è svignata con l'Arch al buio e di nascosto;
Sarà per gli auguri attesi e inaspettati ricevuti da tutti gli amici;
per il girasole trovato sulla scrivania;
per i due occhi di bue metà cioccolato e metà no gentilmente offerti dalle amiche dell'ufficio;

per il collage con le candeline di carta;
per i biglietti di auguri;
per i post su facebook;
per la torta virtuale della cugina che fu.

Sarà per il pomeriggio con i nani in giardino;
per il bracciale blu;
per la cena in quattro;
e il tronchetto al cioccolato con le candeline spente dai nani.

Sarà perché forse in un paio delle venti foto scattate stasera M non è venuta con il solito faccione;
sarà per le telefonate di NonnaG;
e il graditissimo regalo del NonnaGiò;
sarà perché oggi aveva deciso di affrontare bene la giornata di ingresso negli anta, che una volta entrati non ne esci più;
sarà per le visite delle amiche;
per il messaggio di mezzanotte e zero cinque che dal 1993 il fidanzato storico le manda tutti gli anni, compresi quelli bui, che era meglio di no;
sarà per la mail bellissima commovente e affettuosa dell'amica trimamma della macchinetta che l'ha fatta piangere e ridere insieme, che è una delle cose più belle che si possono fare;
per i baci scambiati;
per le visite dei colleghi;
per un messaggino di H inaspettato e gradito che la ripaga di mille silenzi.

Sarà per un po' di tutto ma M stasera è felice e vuole scriverlo qui perché voi che passate di qui possiate leggerlo e sapere che se M è felice il merito è anche vostro.

Grazie a tutti.

lunedì 13 maggio 2013

La vigilia

13 maggio 1993
Ore 21.30 circa.
Interno. Soggiorno casa dei nonni.
Presenti NonnaG, l'Arch e una M versione magrolina con capelli da romina power e meches.
Tutti in attesa della quotidiana visita serale del fidanzato storico.

"Perché piangi?"
"Perché non voglio compiere vent'anni..mamma.."
"Ma cosa dici??"
"Sì!"
"Ma perché dici così?"
"Perché non voglio passare dai teen ai venti.. è un passaggio importante.. invecchio.."

"Ma cosa invecchi!! Venti anni!! Sei una bambina!!"
"Questa è come me.. a me la crisi è venuta a trentasei però.. ora si esagera.."
"Che ci posso fare Arch se a me viene oggi? Non voglio avere vent'anni!! Sono troppi!"

Stasera.
A tavola, dopo cena.
Interno. Soggiorno casa nostra.
Presenti H, i nani e la versione attuale di M.
"Allora?? Sti quaranta?? Ci siamo eh, M??"
"..."
"Ecco guarda proprio qui.."
"Cosa"
"Una nuova ruga, qui vicino all'occhio.. è la tua ruga dei quaranta!"
"Ma dove"
"Qui..bella la rughina nuova della mia vecchietta.."
"Stronzo"
"Ma dai che scherzo.. già c'era!"

Venti anni dopo e M non è per niente cambiata. Dentro.

domenica 12 maggio 2013

Aquile con l'acca

Compito: inventa una storia.
Svolgimento: Il paese dei gufi
C'era un città che si chiama Gufolandia e lì c'era un gufo che si chiamava Luigi. All'improvviso arrivarono le acquile che cacciarono i gufi. Rubarono 10 uova per mangiarle a cena. Arrivò un gufo a salvarle e le riportò a Gufolandia. E vissero per sempre felici e contenti.

"Nano?"
"Che c'è?"
"Vieni qui.. secondo te aquile si scrive così?"
"..."
"Te lo dico io, no non si scrive così..cancella e correggilo"
"ok.. acuile"
"Non si scrive nemmeno così...pensaci.. c'è una lettera fatta a posta per scrivere aquile!"
"Ah ho capito! C'è l'acca vero?

Santissimo Savonarola salvaci tu.

mercoledì 8 maggio 2013

Chi lascia la canzone vecchia per la nuova..

"Mamma ci canti ancora la canzone di Pierino?"
"Non è Pierino amore è Piero, la canzone di Piero"
"Sì ok ce la canti?"
"No stasera vi canto una canzone nuova, una canzone sugli amici. Va bene?"
"Ok.."
"Allora.. Non dico che dividerei un montagna ma andrei a piedi certamente a Bologna.."
"Mamma cos'è Bologna?"
"Una città"
"E' lontana?"
"Abbastanza lontana da andarci a piedi"
"Più lontana di Milano?"
"No.. Milano è più lontana.."
"E' più lontana dell'Altro Mare?"
"Sì è un po' più lontana dell'Altro Mare.. che faccio continuo?"
"No ricomincia da capo ti prego"
"Ok... Non dico che dividerei un montagna ma andrei a piedi certamente a Bologna.."
"Mamma?"
"Eh?"
"Ma per andare a Bologna a piedi quante ore ci vogliono?"
"Ma non lo so.. forse 30 40 non lo so è molto lontana.."
"E quanti minuti sono 40 ore?"
"Uff... allora 40 per 60... direi 2.400 ma ora non chiedermi i secondi che non li so.."
"Ok.. ricomincia dai.."
"Ok però non interrompete subito che altrimenti non andiamo ai avanti.."
"Va bene, vai!"
"Non dico che dividerei un montagna ma andrei a piedi certamente a Bologna.."
"Mamma.."
"..."
"E' più lontana Bologna o Tokio?"
"Tokio. Adesso torniamo alla canzone di Piero e non se ne parla più".

martedì 7 maggio 2013

Santissimo Savonarola reloaded

Santissimo Savonarola,
ritorno a scriverLe a distanza di un anno e mezzo per i solito motivo. Le chiedo umilmente ti voler riconsiderare l'idea di permettere al mio figlio primogenito e poi per diritto anche al mio figlio secondogenito di entrare a far parte della selezionatissima  crème della Sua scuola. Lo faccio perchè la mia esperienza alla seppur validissima scuola di ripiego non è stata tanto positiva: il nano a fine anno scolastico ha imparato a scrivere stampatello e corsivo e a fare le operazioni, ma ancora stenta a leggere, si ostina a voler portare i giochi a scuola tutte le mattine, si dondola sulla sedia, attività che nella Sua scuola so essere severamente vietata e punita e il suo zaino non si discosta in nulla da un qualsiasi bidone della spazzatura.
Anche stavolta Le allego copia di tutto l'allegabile possibile e, se l'anno scorso ha gradito la ricetta della pastiera della NonnaG, quest'anno mi permetta di fare omaggio della parimente famosa ricetta della parmigiana di melanzane.

p.s. Se nemmeno questa mia richiesta dovesse essere accettata, Le anticipo fin da ora che l'anno prossimo sarà mia cura inviarLe la terza, alla quale allegherò il libro di ricette dell'Altra Nonna che, in caso Lei non ne sia a conoscenza, è una rinomata cuoca.

In attesa si un cortese riscontro La saluto "con la faccia sotto i Suoi piedi, senza chiederLe nemmeno di stare fermo, anzi si può muovere quanto Le pare e piace e io zitta sotto". 

lunedì 6 maggio 2013

Barzelletta

Ci sono una serba e una italiana su una panchina in giardino.
La serba è molto compita, parla un italiano perfetto con quel leggero accento duro dell'est, viene da un'ottima famiglia, ha fatto studi internazionali e adesso lavora per un circuito di musei molto importanti.
L'italiana la conosciamo bene e non ha bisogno di presentazioni.
La serba, in uno dei suoi rari momenti confidenziali, decide di condividere con M uno dei peggiori momenti della sua vita; l'italiana, per incoraggiare quel momento di intimità e apertura, promette che a seguire sarà lei a raccontare il suo momento top di vergogna e imbarazzo.
Affare fatto.
La serba racconta timidamente di quella volta in cui, di ritorno da Bologna in treno, andò a comprarsi una bottiglietta di acqua al bar e di come una volta tornata al suo posto avesse cominciato a berla distrattamente mentre lavorava al pc.
L'italiana la ascoltava con ansia crescente, immaginando schifezze immonde e inenarrabili dentro quella bottiglietta d'acqua.
La serba continuava con il racconto del momento in cui aprendo la borsa si era accorta che la bottiglietta comprata al bar era ancora intonsa nella sua borsa, mentre lei si era scolata tutta l'acqua di qualcun altro...e "ero anche in seconda classe!" chiosava la serba.

L'italiana, che non riusciva a trovare niente di tanto disgustoso, cercava di tergiversare perchè di fronte a quel racconto il suo momento imbarazzante della vita era davvero troppo.
Ma i serbi sono un popolo che ha ottima memoria e buona educazione e quindi la serba incalzava l'italiana per sentire il racconto.
Rassegnata l'italiana cominciò a raccontare di  quella volta in cui, presa da un terribile attacco di mal di pancia in macchina con una coppia di amici, chiese loro di fermarsi in un bar e le capitò quello che mai dovrebbe capitare al di sopra dei tre anni: non arrivò a destinazione.
E di come uscì dal bagno e dal bar urlando "metti in motooooo e scappiamooooo" all'amico al volante come dopo le migliori rapine dei film americani.
La serba ha rivalutato la seconda classe del treno ma Italia batte Serbia 1 a 0.

domenica 5 maggio 2013

Premi e cotillons

Qualche sera fa. A casa.
"Allora chi lo trova ha un premio.. aspettate che mi metto gli occhiali che voglio giocare anche io"
"Che premio?"
"Sì che plemio mamma?"
"Un premio, è una sorpresa.."
"Tanto io lo so cos'è.."
"Con quella brutta voce.. cosa pensi che sia?"
"Il tuo solito premio mamma"
"..."
"Ah sì mamma il tuo solito plemio, un bacio.."
"Bè ma lo dite con quella faccia triste? Non è un bel premio un bacio?"
"No.. io voglio un premio vero!"
"Anche io vollio un plemio velo!"
".. vabbè comunque non avevate indovinato perché non è un bacio.. è un'altra cosa"
"Un gioco?"
"Diciamo che è una cosa che può diventare un gioco.."
"Ah ho capito! E' quella pallina trasparente che dentro se la muovi appare un robot che cambia colore..."
"..no.. veramente no.. non so cosa sia questa pallina che dici"
"E' una cosa che si trasforma in gioco!"
"Ah no. Il premio è un soldo."
"Ma un soldo come fa a trasformarsi in gioco scusa?"
"Bè vai all'edicola e vedi cosa ci puoi compare!"
"...sì ma non è una trasformazione vera."