giovedì 29 settembre 2011

Incontri del terzo tipo

Ieri M mentre usciva trafelata dall'ufficio per andare a prendere il nano a scuola e portarlo in piscina, in ascensore ha incontrato un collega, conosciuto prima delle vacanze in occasione di un paio di incontri su argomenti a lei poco comprensibili.
In ascensore si sono salutati e lui ha cominciato ad aggiornarla con un linguaggio sconosciuto su un certo progetto che per lei era una specie di Unknown (Flying) Object (UFO), ma che pensando le dovesse suonare familiare, e colta da quel senso di inadeguatezza che prova quando non si sente padrona della materia, ha cominciato a seguire interessata, asserendo seria e pronunciando qualche "ah ah" di comprensione.

Per fortuna sei piani non sono infiniti e M e il collega si sono salutati.

M pensava di essere riuscita a simulare, ma nella testa non riusciva assolutamente a ritrovare coordinata alcuna che la riconducesse a quel progetto.

Stamattina nella posta M ha trovato una mail del collega che, imbarazzato, si scusava per aver condiviso con lei delle informazioni su un progetto che in realtà aveva seguito con un'altra persona e di cui M non poteva essere al corrente.

Simulare interesse e partecipazione non sempre è cosa buona e giusta. E soprattutto non sempre è indice di professionalità.

mercoledì 28 settembre 2011

Meglio di niente

Il nano è inappetente dalla nascita. Dopo il latte materno, durato dieci mesi, ha iniziato a rifiutare qualsiasi sostituto. M riusciva a fargli mandare giù qualche cucchiaio di pappone verde soltanto lobotomizzandolo davanti ai Teletubbies e anche così M non ha mai avuto il piacere di arrivare a vedere il disegno sul fondo del piatto. Crescendo la situazione non è migliorata, il verde è rimasto un colore non contemplato a tavola e al verde si sono aggiunti il rosso, il marrone, l'arancio, il giallo. M all'inizio se ne faceva un problema, passava ore davanti allo stesso piatto a raccontare storie, spesso mascherata in modo ridicolo, con gli anni però è cresciuta anche lei e se ne è fatta una ragione.


Da quando il nano va a scuola cioè da tre anni, M paga mensilmente il servizio di mensa scolastica, senza un vero motivo, dato che il nano non tocca cibo.
La premurosa e materna maestranumerouno più di una volta le ha suggerito di non pagare più la quota perché il nano proprio non mangia. Ma M ha continuato a pagare nella speranza che guardando gli altri, una volta ogni tanto in compagnia, lui si lasci convincere a assaggiare qualcosa.
Finora non è mai successo.
Oggi pomeriggio all'uscita dalla piscina MC chiedeva al suo nano il menù del pranzo per sapere cosa avessero mangiato e capire cosa cucinare per cena.
M ad alta voce pensava
"per me è facile, io so sempre cosa mangia il nano a scuola"
"e come fai a saperlo?" chiedeva lui sbalordito da siffatta affermazione
"Lo so: hai mangiato una cosa che comincia con nieeee.."
"..nte..no mamma ti sbagli, vedi che non lo sai?"
(...)
"..ho mangiato una cosa che comincia con quaaaa...lcosa".

martedì 27 settembre 2011

Sudato Fiocco Rosa

Oggi mentre noi chiacchieravamo a tavola in un ristorante in centro, in una zona che solo a passeggiarci sembra di stare in vacanza, maniche corte e infradito anche se hai gli stivali da montagna e la sciarpa, mentre ridevamo, scherzavamo, ingurgitavamo un'insalata più veloce della luce e festeggiavamo spensieratamente, di nascosto dall'ufficio, i trentanove anni di una cara amica, la sorella di ME entrava in travaglio.


Alle 13.15 circa le si rompevano le acque in macchina, nel tragitto verso l'ultimo monitoraggio.
Alle 15.30 arrivavano notizie sul quarto centimetro raggiunto a fatica.
Seguiva il silenzio.


Insomma sappiate che mentre noi vivevamo le nostre vite, lavoravamo, parlavamo al telefono, scrivevamo mail, andavamo a prendere i nani a scuola, compravamo il latte e ci inventavamo la cena di turno, c'era una povera donna in travaglio da ore.
E che siccome per lei è la prima volta e la prima volta si è guidate dalla forza dell'incoscienza, non si è consapevoli di niente e soprattutto si ignorano le vette che può raggiungere la sofferenza fisica; siccome la prima volta siamo tutte coraggiose leonesse, prese come siamo dalle fantasie sulla magia della nascita, sul miracolo della vita che si rinnova e bla bla bla, ha rinunciato consapevolmente all'anestesia e ha sofferto per ore come un cane centimetro dopo centimetro.


Pochi minuti fa, alle 21.00 finalmente è nata la piccola E!


Ps. Oggi oltre al compleanno dell'amica neotrentanovenne e a quello di J, si aggiunge anche il compleanno della nuova arrivata.
Auguri a tutti e tre.

lunedì 26 settembre 2011

Oggi

una confidenza da tenere stretta;
una telefonata che ogni tanto fa piacere ricevere
ma che mai si ha la voglia di fare;
un pranzo con un'amica che non si vede da un po'
che ultimamente è sempre in ritardo
ma con cui ci si ritrova dove ci si era lasciate
ed è bellissimo anche così;
un sorriso a mezza bocca
che è meglio di niente;
un anniversario da ricordare a qualcuno;
un documento da consegnare tra pochi giorni
senza tanta fantasia e con poca voglia;
un'amica a cui tirare su il morale
con una seduta mattutina delle nostre;
una notte da dimenticare
e un mal di testa da far andare via;
la pioggia da evitare;
il mal di gola da tenere sotto controllo;
un mezzonano da tenere strettostretto che ne ha bisogno
e una specie di cena, che a chiamarla cena ci vuole coraggio, inventata all'ultimo secondo.


Un'altra giornata un pezzo mamma, un pezzo lavoratrice, un altro pezzo moglie, uno piccolo amica, un pezzettino figlia, nessun pezzo fatto bene, che si incastrano a fatica in un puzzle che non è venuto un granchè.

domenica 25 settembre 2011

Di piccole torte e altre magie

Sabato abbiamo festeggiato i cinque anni del nano in giardino, spegnendo le candeline sulla torta numero tre.
M quest'anno aveva deciso di festeggiare in tono minore un po' perché in giardino queste feste colorate e caciarone non sono sempre gradite e un po' perché le andava così.
M aveva fatto i conti senza l'oste.
Venerdì pomeriggio al rientro dall'ufficio M veniva accolta dall'Altra Nonna che, tra l'uscita da scuola del mezzonano alle 14.30 e quella del nano alle 16.30, aveva avuto modo di preparare quattro torte "piccole però" a suo dire, nella realtà identiche alla quinta e fino a quel momento unica torta che M aveva commissionato come tutti gli anni alla sorella della NonnaG e per la quale, per modici 12 euro, aveva ordinato un'ostia commestibile con stampati sopra i robot richiesti dal plurifesteggiato.
Sabato mattina l'Altra Nonna tornava munita di tutto il necessario per preparare pizzette rosse e bianche nel numero di centocinquanta, senza tralasciare, tra un'infornata e l'altra di preparane anche una grande per il nostro pranzo, con le patate (ottima).
Alle 13.30 si presentava anche la NonnaG portando in dono settanta mini supplì (acquistati).

La festa è andata bene, tutti si sono presentati all'appello e a parte una torta ripiena di nutella e pere che non è nemmeno scesa in giardino perché doppione, non ci sono stati avanzi.

La voglia di M di festeggiare in sordina è andata a farsi benedire per fortuna e benedette siano le nonne!
le quattro torte "piccole però"

la prima infornata di pizzette rosse


giovedì 22 settembre 2011

Lezione di inglese

L'agenda del nano cinquenne è fitta di impegni.
Il lunedì e il venerdì pomeriggio avrà da ottobre il corso di mini basket, il mercoledì ha il nuoto, e il martedì M ha deciso di mandarlo da una compagna di classe a fare un'attività in inglese per un'ora con Esse, la tata della bambola A, madrelingua inglese, poliglotta e laureata in pedo-qualcosa.
Martedì è stata la prima lezione.

Quando M è tornata a casa dopo l'ufficio il nano era tornato, aveva già fatto il bagno, era in pigiama e stava aspettando la cena davanti al dvd di Gundam. Alla domanda su come era andata dalla bambola A e su cosa avessero fatto è scattato sull'attenti, è corso in camera ed è tornato  portando in trofeo un braccialetto di perline colorate e stelle.
"E' per te!" ha esclamato trionfante
"Avete fatto questo oggi pomeriggio con Esse?"
"Sì"
"Molto carino.. e cosa è?"
"Un braccialetto"
"Sì lo vedo ma.. in inglese come si dice?"
"Non lo so.."

"Braa......"
"...ccialetto"
(...)
"Ti piace?"
"Sì certo è un braccialetto bellissimo fatto con leee.."
"..perline"
"..e in inglese?"
"Non lo so"
"E queste stelline in inglese come si chiamano?"
"Non lo so-o" ha risposto il nano spazientito.
"Ma scusa nano non avete fatto inglese?"
"No"
"E Esse in che lingua vi parlava?"
"In italiano mamma"
"Ma come???"
"Però dopo il braccialetto, abbiamo fatto un pazl...è inglese pazl?"

mercoledì 21 settembre 2011

24 ore

Nelle ultime 24 ore M:
ha prestato fede al patto col diavolo e in tre ore, dalle nove a mezzanotte e mezzo di ieri l'ha aiutato nella realizzazione della pagina facebook per merito della quale resterà per sempre giovane e bella per la prima volta
è andata a dormire all'una
alle due è stata svegliata dal nano ambulante che doveva fare pipì, aveva una "sete da lupo", e voleva compagnia
è tornata a letto dopo aver negato la compagnia al nano ambulante
alle tre è stata svegliata dal mezzonano, disorientato nel letto a testa ingiù che cercava di ritrovare il senso senza rimedio
l'ha rimesso nel verso giusto, rassicurato, coperto
ed è tornata a letto
alle quattro si è svegliata da sola al pensiero di aver dimenticato di preparare la borsa della piscina del nano
si è alzata, ha scritto un post-it e l'ha attaccato alla porta di casa, depositaria della memoria di tutti noi
ed è tornata a letto
alle sette si è alzata per la sveglia
ha preparato i nani e se stessa vestendosi esattamente come il giorno prima
ha preparato la busta della festa a scuola piatti bicchieri tovaglioli forchette succhi di frutta e patatine
è andata alla pasticceria a ritirare la prima torta del nano cinquenne
l'ha portata a scuola
è andata in ufficio
ha lavorato al documento brutto e impossibie che deve consegnare venerdì senza dimenticare di cercare, scegliere, stampare e ritoccare l'immagine "la voglio con tutti i robot insieme mamma", che domani porterà a stampare su cialda e posizionerà sulla terza torta del nano alla festa in giardino di sabato pomeriggio
alle tredici e trenta è andata al negozio di giocattoli a comprare i regali per i nani da parte degli Altri Nonni provenienti dal Salento in camper e in transito qui per qualche giorno
ha portato i regali a casa
è tornata in ufficio a lavorare al suo documento
alle sedici e quindici è andata a prendere il nano a scuola
l'ha portato in piscina
ha assistito alla lezione e all'ormai certo downgrading alla piscina piccola perché sotto gli occhi di Fabrizio che tutto può e tutto decide è miseramente fallito e affondato nella prova di dorso
ha lavato e vestito il nano e un suo amico, la cui M era rimasta al chiodo
è arrivata in giardino con più borse che bambini (i bambini erano tre)
ha accolto la visita della vecchia tata del nano,
ha accolto gli Altri Nonni
è salita a casa a preparare l'aperitivo per loro, la NonnaG, l'Arch e  lo zio matto
ha simulato vita
ha cantato tanti auguri a te
ha visto il nano spegnere le cinque candeline
ha mangiato una fetta della seconda torta
si è accasciata sul letto
si è rialzata per salutare gli ospiti
si è riaccasciata sul letto
ha perso i sensi per qualche secondo, mentre di là i nani e H assistevano irretiti all'imperdibile, ma replicabile all'infinito, ultimo dvd di Gundam completamente incuranti della sorte di lei
si è riavuta
ha preso due pasticche effervescenti della prima cosa che ha trovato nel cassetto delle medicine
ha preparato due toast per i nani
li ha spogliati e messi a letto
ed è venuta qui a lasciare testimonianza di tutto ciò in caso le sue forze dovessero abbandonarla defnitivamente nella notte.

Cinque













Cinque come le dita della mano
e quelle del piede
come le vocali dell'alfabeto
come i sensi dell'uomo
cinque come gli anni che passerai alle elementari.


Cinque come una squadra di calcetto
come un numero primo divisibile solo per se stesso e per uno
come le punte della mia stella
cinque come la mano che saluta prima di andare via
e quella che chiede di aspettare.


Cinque come le lettere che compongono
le parole mamma, babbo, il nome con cui ti chiamano i tuoi amici
e la parola amore,
e forse è un caso.


Cinque come i minuti che vuoi restare quando ti chiedo di tornare a casa
Cinque anni che prima non c'eri, e non mi sembra possibile.
Che sono tanti e pochissimi.
Buon compleanno Lo

lunedì 19 settembre 2011

Se

Se avessi avuto una figlia femmina sarebbe stato bello: le avrei messo i miei vecchi vestiti punto smok che ammuffiscono in soffitta da trenta anni, le avrei spazzolato i capelli la sera prima di andare a dormire, le avrei fatto la coda di cavallo per andare a scuola e le trecce per andare al mare che c'è vento.
Le avrei insegnato quello che so e quello che ancora non so di sapere.
Avrei sperato che non mi somigliasse nel fisico, che prendesse i colori e le gambe del padre, i miei capelli, la saggezza della NonnaG, la bontà dello zio matto, e la fantasia dell'Arch.
L'avrei vista crescere tra le sue amiche prima da vicino e poi allontanandomi poco a poco.
Durante l'adolescenza avrei sofferto con lei, dopo lunghe chiacchierate in penombra prima di dormire, per un amore non corrisposto, per un'amica non troppo amica, per un brufolo in un giorno importante e per tutti quei piccoli immensi dolori che attraversiamo noi ragazze in quegli anni lì.
L'avrei vista imbruttirsi e poi rifiorire.
L'avrei accompagnata dal ginecologo, dall'estetista, a vedere le vetrine in centro e a piangere al cinema davanti a una storia d'amore.
Ci saremmo forse scambiate scarpe e vestiti.
L'avrei rassicurata nei momenti di sconforto e aiutata nelle scelte che la vita ci pone davanti.
L'avrei spronata a inseguire i suoi sogni e a assecondare le sue inclinazioni.
Avremmo litigato certo, rivali e amiche insieme. Diversissime e uguali come sempre accade. Avremmo avuto un linguaggio e dei segreti tutti nostri "e non lo dire a babbo che si arrabbia".
Poi un giorno mi avrebbe detto di essere innamorata, ci saremmo abbracciate e commosse e un altro mi avrebbe detto di essere incinta e di nuovo ci saremmo abbracciate e commosse.


Ma ho avuto due figli maschi che adoro e che non cambierei con nessuno al mondo. E, a parte i vestitini, le trecce, il ginecologo e la maternità, spero che mi permetteranno di fare con loro tutto il resto.

domenica 18 settembre 2011

Guardando s'impara

Nell'ultimo mese il mezzonano è diventato capriccioso e noioso. Dice sempre no quando gli si chiede di fare qualcosa, piange spesso e ogni volta che si arrabbia si avvicina a chiunque abbia a portata di mano e allunga piccole ma rabbiose sberle.

L'altro giorno dopo il bagnetto, M stava asciugando il nano.
"Lo sai che nell'ultimo mese sei diventato proprio bravo?"
"Sì"
"Non fai più i capricci, ascolti quello che ti dicono mamma e babbo, giochi con tuo fratello e sei anche generoso.."
"Sì"
"E come hai fatto a diventare così bravo, che eri una lagna continua non prestavi mai niente a nessuno e non ascoltavi mai?"
"Bé me lo hanno insegnato"
"Ah e chi è stato così bravo da insegnartelo?"
"Il mezzonano"
"Il mezzonano ti ha insegnato a essere bravo e generoso?"
"Sì io guardavo lui e ho imparato a fare come lui"
(...)
"Lui era bravo, vi ascoltava, era buono e io l'ho guardato per un po' e ho imparato"
"Ma che bravi..però lui adesso non è più tanto buono.."
"Lo so"
"Ah e sai anche perché?"

"Sì"
"E me lo dici?"
"Certo: perché mentre io guardavo com'era bravo lui, lui guardava com'ero noioso io e ha imparato da me".

Mistero svelato: i nani nell'ultimo mese si sono semplicemente scambiati i ruoli. Tutto qui.

giovedì 15 settembre 2011

Nozze d'argento tra M e la ceretta

Quest'anno festeggio 25 anni di cerette. Un quarto di secolo, le nozze d'argento, l'età per votare al Senato. In questi 25 anni ho provato varie mani, e numerosi metodi (caldo freddo home made e professional), ho cambiato diversi posti, ho sofferto più o meno dignitosamente e sono uscita più o meno soddisfatta.
Ovviamente non posso ricordare tutte le cerette trascorse in questi 25 anni, tuttavia ci sono alcuni episodi indimenticabili:
1) la prima (non si scorda mai): periodo giugno, location bagno (cieco) della NonnaG e dell'Arch, la NonnaG nel ruolo di estetista e l'Arch in quello di anestesista dotato di (inutile) spray congelante. Durata dell'operazione infinita, sudore espulso incalcolabile (nonostante la gamba congelata), risultato "na gamba sì na gamba no";
2) quella volta last minute il 31 dicembre al V.O. in un posto infame e infamato, dove l'estetista alla mia umile presentazione "sono un po' lunghi perché sono tanti mesi che non mi depilo.." rispose sincera e candida "Ma che lunghi tesoro, noi qui depiliamo i trans.. figurati!";
3) quella volta in cui ingenua credetti a un annuncio sul giornale che proponeva a sole 500 mila lire una ceretta DE-FI-NI-TI-VA , e invece era una ceretta NOR-MA-LIS-SI-MA (a parte le 500 mila lire);
4) quando nel 1989 in Costa Smeralda, in un posto raggiunto con difficoltà col mio Sì nuovo di pacca, che mi seguiva ovunque, una ragazza enorme mi depilò "dal ginocchio in giù" per 90 mila lire, e il ginocchio NON era compreso;
5) quella volta che ho capito davvero cosa significava "integrale", ma era troppo tardi ormai;
6) le infinite volte a casa, fai-da-te o da-altre, sul tavolo da pranzo, sul letto matrimoniale, in piedi in terrazza, per terra sulla carta lucida dell'Arch..;
7) quando era tutto pronto, ma la ceretta preparata sul fuoco con la ricetta di Madame Lebeau (acqua, zucchero e limone), era così buona che ho tenuto i peli e me la sono mangiata;
8) il 21 dicembre dell'anno scorso interrotta a metà dalla maestranumerodue per caduta nano a scuola (leggi qui).

In confronto a tutto questo, cari H cosa volete che sia farsi la barba, seppure tutti i giorni?

mercoledì 14 settembre 2011

Quando una lettera fa la differenza

Solitamente non lavorano, e se lavorano lo fanno per diletto, sono magrissime, preferibilmente bionde, hanno i capelli lunghi, vanno dal parrucchiere per la messa in piega e dall'estetista per la manicure.
Sembrano sempre molto carine, ma non tutte lo sono sul serio e a volte hanno chiesto una mano al chirurgo.
Sono curate nel vestire, hanno macchine enormi o piccolissime parcheggiate perennemente in doppia fila. Hanno un figlio solo o più di due. Girano con la tata al seguito, cucita ai piedi come l'ombra di Peter Pan. Sembrano non avere husbands al fianco e girano in gruppi di pari.
Hanno il tempo per comprare i fiori, per andare a trovare le amiche, frequentare un corso di nouvelle cousine e per fare shopping.
Non hanno la tata., hanno Jessica, Giusy, Mary, Laureen.
Hanno gioielli vistosi e borse griffate, comprano riviste femminili e amano le loro vite.
Non si scandalizzano che tutto l'occorrente per la scuola comprese le risme di carta non rientri nella retta scolastica, né che vada rinnovato ogni anno.

I loro figli vanno alla scuola dei ricchi, hanno la divisa camicia bianca e pantaloni blu, i capelli a caschetto, sempre lisci. Preferibilmente sono biondi e spesso sono maschi. Seguono mille attività extrascolastiche, l'au pair parla loro in inglese e loro, quando le rispondono, lo fanno in italiano. Giocano a calcio, fanno lezioni individuali di tennis, hanno la psp a quattro anni e feste di compleanno che sembrano matrimoni, con il catering, i fuochi d'artificio, il buffet per grandi e piccoli e la stanza dove riporre i regali, che non vengono aperti mai.

Si riconoscono a distanza, sono le MdVF, che differiscono dalle MdVR per una lettera e qualcos'altro. 

Ps. l'argomento di questo post è stato suggerito da alcune MdVR.

martedì 13 settembre 2011

Basta chiedere

"Prego, accomodatevi..come ti chiami?"
"Nano"
"Che bel nome..e quanti anni hai?"
"Quasi cinque"
"Sei sicuro? Sembri molto più grande.. allora Nano, adesso con questo spiecchietto guarderò bene i tuoi dentini e con questo piccolo uncino li contiamo insieme, ok?"
"Ok"
"Bene i tuoi denti sono sani..niente carie..però qui sopra il dente che hai sbattuto c'è una piccola ferita per toglierla devo fare un buchino con questa specie di trapano"
"Anche babbo ha il trapano"
"Già proprio come quello di babbo però più piccolo vedi? Ti farò un buchino dietro il dente così come faccio adesso sul tuo dito..senti male?"
"No"
"Ok apri la bocca grande grande e facciamo il buchino nel dente"
"Ok"
"Lo facciamo grande grande così rimane sempre pulito"
"Ok"
"Se senti male o fastidio o ti sei annoiato alza la mano e io mi fermo, ok?"
"Ok"
"Apri la bocca grande grande bravo così.. Ecco fatto, finito sei un vero campione e ti meriti proprio un bel premio, vero mamma?"
"..sì.."
"Sììììì un premio adesso subito, ok mamma?"
"Sì certo sei stato bravissimo.."
"Bene arrivederci.. ci vediamo a dicembre per un controllo.. ciao campione"
"Ciao"

Non è un sogno, ieri M ha portato il nano dalla pedortodontista,con nove mesi di ritardo, per l'ascesso causato dalla caduta a scuola il 21 dicembre. Le avevano pronosticato lunghe e dolorose cure canalari, estrazioni traumatiche, pianti, urla e  invece tutto si è risolto in un indolore buchino dietro l'incisivo.
M è incredula:
1) per l'infinita quanto anomala successione di pacifici "ok" uscita dalla bocca del nano,
2) per la docilità, la serenità e il coraggio da lui dimostrati,
3) per la faccia da culo della dolce pedortondontista che, davanti al categorico rifiuto di M, solitamente muta e solerte, di pagare 250 euro per un lavoro di tre minuti, fosse anche un buchino grande grande, svolto senza preventivo perché "signora ma è davvero una cosa da niente..", le è "venuta incontro", scontandole 150 euro.

M ha imparato che nella vita basta chiedere.

lunedì 12 settembre 2011

Il primo giorno di scuola

Capita che il primo giorno di scuola ci si svegli tutti molto presto.
Che si provi un misto di euforia, insicurezza, emozione e paura.
Capita che il giorno prima per misurare la crescita estiva dei nani (otto centimetri in due) si sbatta irrimediabilmente il mignolo del piede sinistro contro la gamba di legno del divano, rompendoselo, forse.
Capita che una volta vestita e vestiti i nani di tutto punto (uguali) si senta il grande urlare
"il mezzonano ha fatto la pipì addossoooo"
e H innervosirsi sonoramente
e capita che di conseguenza si decida di rispondere
"H ci penso io non ti preoccupareeee".
Capita di arrivare sul posto zoppicando per il mignolo dolorante, di scivolare rovinosamente su detta pipì, di cadere e di sbattere il sedere. Capita di piangere, di mortificarsi, di chiedere aiuto per alzarsi, di dover lavare il mezzonano e di doverlo rivestire da capo a piedi (diverso), scarpe comprese.
Capita di doversi cambiare per evitare il puzzo di "pipì santa" sui vestiti.
Capita di dover riporre nella scatola il trenino elettrico, battezzato dai nani Thomas, che, da quando siamo tornati a casa, ipnotizza il mezzonano e che è il motivo per cui, invece di spostarsi in bagno, ha deciso di pisciare sul posto.
Capita di dover minacciare di non ricostruire più la pista del trenino elettrico Thomas "fino a natale", che loro non sanno nemmeno cosa voglia dire in termini di tempo.
Capita che poi si metta il grembiule a entrambi e in quel momento ci si dimentichi di tutto.
Ci si ricorda solo che sono molto carini, che sono diventati grandi, che un po' si somigliano e che benedetta sia la scuola, compreso il primo giorno.

Ps. In serata il trenino elettrico Thomas ha traslocato in cantina, dopo la seconda pipì in ipnosi del mezzonano. Il mignolo dolorante di M, a dispetto di chi diceva "se fosse rotto sarebbe diventato viola" è diventato viola. La muta Mar, in cucina mentre M cercava di giustificare  in lingua inglese il suo zoppicare, poco interessata le chiedeva "and what about sir?" indicando un sir seduto sul divano con il piede, tracinato e ustionato più di un mese fa, a bagno nella bacinella con euclorina, come prescritto dall'utimo dottore che lo ha visitato.

domenica 11 settembre 2011

11 settembre 2001

Sono quelle cose che quando succedono tutti si ricorderanno per sempre dove si trovavano, cosa stavano facendo e con chi erano. Io ero nell'isola che non c'é. L'isola che ho scoperto troppo tardi, ma nel momento giusto.
Dove il rumore diventa suono.
Dove l'ansia si ferma.
E le puzze si trasformano in odori.
Dove il motore é la vela.
Dove l'uomo é natura.
Dove la paura è voglia.
Dove l'uguaglianza è ristabilita, tra uomo e donna, adulto e ragazzo, bello brutto, buono e cattivo.

Alle tre sono in barca, dove non é possibile essere raggiunti da niente, che non possa essere trasportato dal vento.

Al rientro é sera, tutto è già successo.
E la notizia arriva anche a me, sul molo, senza immagini e inimmaginabile.

giovedì 8 settembre 2011

Dormi dormi

Mezzanotte.
DRIIINNNNN
"Pronto????"
"Ciao sono NonnaG"
"Che è successo???'
"Niente perché?"
"Be' a quest'ora.."
"E' tardi?"
"..sarà mezzanotte.."
"Mezzanotte? ...ah si hai ragione é mezzanotte"
(...)
"Stavo leggendo e non mi sono resa conto che fosse così tardi"
(...)
"Stavi dormendo?'
"Be', quasi.. insomma.."
"Scusa..."
"Non fa niente, ma mi hai fatto prendere un colpo.."
"E perché?"
"Ma che ne so, é mezzanotte sto quasi dormendo .. il telefono.."
"Ah"
"Ma cosa volevi dirmi?"
"Stavo pensando: non dire alla muta Mar di venire in spiaggia domani tanto se non fa il bagno é inutile, non mi da' nessun aiuto.."
"Ma quando ci siamo sentite due ore fa', non mi avevi già detto che doveva rimanere a casa con il mezzonano mentre tu andavi in spiaggia con il nano?"
"Ah sì hai ragione"
(...)
"Scusa ancora allora buonanotte, dormi dormi.."
Click.

mercoledì 7 settembre 2011

Il grembiule questo sconosciuto

M adora le divise, ha una morbosa passione per l'ordine e la disciplina e trova l'uniforme, in ogni sua espressione, elegante e aristocratica.
Inoltre, ha una maniacale perversione per i bambini vestiti uguali, preferibilmente parenti tra loro, ereditata geneticamente dalla NonnaG e dall'Arch.
Nella scuola dei nani è previsto il grembiule e M il primo giorno di scuola è solita immortalarli vicini, per mano, con indosso il grembiule nella sua unica occasione di impeccabile pulizia.
Le M però, com'è noto, non sono tutte uguali.
"Hai comprato il grembiule per lo sdentato?"
"Grembiule???"
"Sì il grembiule, io per il mezzonano sono riuscita a trovarli identici a quelli del nano, senza nessunissimo ricamo, sono così contenta!"
"Io devo aver proprio rimosso la necessità del grembiule.."
"Ma sei ancora in tempo"
"Ma a me fa schifo il grembiule"
"Ma come.. sono così carini.."
"No. Io lo portavo a scuola, grigio, lungo, da suora.. per carità"
"Ah"
"Ma.. come deve essere questo grembiule? Con i bottoni?"
"Sì, i bottoni, il colletto, le tasche, il classico grembiule da scuola.."
"No non ce la faccio, con i bottoni no."

Ci sono delle M a cui fanno schifo i ragni, molte sono terrorizzate dai topi, alcune si fanno venire un coccolone alla vista del filtro del lavandino intasata o a quella del sangue, e ce n'é una che non sopporta la vista dei bottoni.

Il nano con il grembiule, i bottoni e un ricamo
P.s. Questa sera quello che dovrebbe essere Il  Telegiornale con la T grande, ha dedicato un servizio all'abbigliamento adatto alla scuola. M si è convinta ancora di più della necessità di imporre grembiuli e divise, e di cambiare canale.

martedì 6 settembre 2011

O logos deloi oti

C'era una volta un bambino che decise di cadere nel bagno della scuola e di sbattere gli incisivi sul bordo del lavandino nell'unica giornata che la madre aveva preso di ferie sotto natale, per fare i regali.
Era il 21 dicembre.
Fu così che l'accurata depilazione trimestrale, venne interrotta da una allarmante telefonata della maestranumerodue, che intimava alla madre di correre immediatamente a scuola. Dopo pochi minuti la suddetta madre, mezza donna liscia e mezza no, era a scuola davanti a una piccola bocca sanguinante e a un bambino in lacrime.
Nonostante i consigli della maestranumerodue, tenuta in scarsa considerazione, la madre in questione decise di non portare il bambino né al pronto soccorso, né dal pediatra, né di fargli controllare i denti da un dentista.
La ferita passò,
lo spavento passò,
il tempo passò.
Otto mesi piu' tardi, sulla gengiva del bambino comparve quella che la madre definì un'afta e che l'AltraNonna definì una mancanza di vitamine dovuta a una dieta povera e inadeguata.
Un mese dopo, quella che non è né un'afta né una carenza di vitamine, ma che si é rivelata un ascesso da infezione, è ancora lì a dimostrare che la maestranumerodue aveva ragione, che l'incisivo sbattuto morì su quel lavandino e che adesso con una cura canalare in due o tre sedute tutto sarà risolto.
E che non bisogna mai ridursi all'ultimo momento per comprare i regali di natale.

lunedì 5 settembre 2011

Meglio mi sento

"L'altra sera a casa mi sono messo a guardare vecchie foto"
"Dei nani?"
"No, nostre"
"Ah. Quali?"
"In generale, varie.., un po' un misto"
"Ah"
"Com'eri bella.."
(...)
"Eri bella si'"
"Ma come.."
"Si' be' e' un complimento.."
"Si' grazie, ma ERI.."
"Si', be'.. no.. anche ora lo sei certo.."
"Be' calcola due gravidanze, otto anni.."
"Si' volevo dire com'eri giovane".

domenica 4 settembre 2011

Dieci punti prima di ricominciare

Ultimo giorno
In questi ultimi giorni di vacanza (bella la vita eh?) M ha imparato che
1) "lo sport è come la vita: bisogna confrontarsi con la propria realtà e non spingersi oltre"
2) la vera magia di un mago a una festa di bambini non è far apparire dal nulla il coniglio alla fine dello spettacolo, che è sembrato al nano cosa normalissima e financo banale, ma trasformarsi da mago in coniglio
3) il primo settembre arrivano le vespe, ovunque
4) il vero segreto di un surfista da onde, alto poco più di un metro, è battere i piedi senza farlo vedere a nessuno, così "pensano tutti che il segreto è nelle onde"
5) dopo quaranta giorni di testa a testa con i nani, si può provare un insano brivido di eccitazione al pensiero di lasciarli al mare con i nonni ancora qualche giorno
6) che si può litigare per un campo da beach tennis a quindici come a sessanta anni, con lo stesso fervore
7) che l'uva ha poteri purificatori e che basta mangiarla a colazione pranzo e cena per tre settimane per godere dei suoi benefici effetti
8) che la fine dell'estate anche se non hai più quindici anni mette sempre un po' di malinconia addosso
9) e che il rientro in ufficio, come quello a scuola fa sempre un po' paura
10) che tornare a VR è ancora un'emozione.

venerdì 2 settembre 2011

Comprensibili preferenze

LdG è un avamposto della nostra famiglia. Siamo quasi tutti parenti, o meglio tutti i parenti dalla parte di NonnaG sono qui riuniti tutte le estati da oltre 30 anni, generazione dopo generazione. Quella dei nani è la terza. Viviamo in case diverse che distano l'una dall'altra non più di 20 metri. La discrezione è estinta, la solitudine un miraggio. La vita in comune regna sovrana, con tutte le sue comodità e, talvolta, i suoi svantaggi.

Ieri sera.
Sotto il portico.
Alla fine della cena, siamo alla frutta, in senso stretto e in senso lato.
Suona il campanello.
"Chi è?"
"Sono Fisherman"
"Entra"
"C'è anche il cuginetto Apprendista Stregone con me"
"..venite"
"C'è anche il cane..."
(...)
Entrano in giardino e si avvicinano al tavolo dove M sta mangiando con la NonnaG, l'Arch e i nani ambulanti.
"Sono passato perché stavo andando al cancello a buttare la spazzatura, ma il cuginetto Apprendista Stregone è stanco e non ce la fa a venire con me"
"E?"
"..e  ho pensato che vi lascio il cuginetto Apprendista Stregone e che magari vi lascio anche il cane e vado da solo a buttare la spazzatura"
"Scusa Fisherman, in tutta onestà preferisco che ci lasci la spazzatura" interviene l'Arch.

giovedì 1 settembre 2011

Debito sovrano e dilemmi anagrafici

Abbiamo lasciato i rispettivi nani nei letti a dormire (due io e uno lei) e ci siamo viste per una passeggiata di chiacchiere. Ci siamo ritrovate a camminare una di fianco all'altra, come le mamme che vedevamo passare la sera quando eravamo in piazzetta a giocare a fare i grandi. Anche noi in tenuta da riposo, sebbene più dignitosa dei camicioni al ginocchio fiorati, abbottonati davanti e gli zoccoli del dottor Scholls, che avevano quelle mamme lì.
Abbiamo parlato di figli, abbiamo spettegolato dei proprietari passando davanti alle loro case. Abbiamo scambiato opinioni sul lavoro, su quello che stiamo facendo, sulla difficoltà di educare le figlie femmine che non abbiamo avuto e sul tempo che fu.

Lei è la mia amica del mare da sempre, perennemente sui cinquanta chili, invidiabilmente alta e magra, che quando era incinta sembrava uno stuzzicadenti con un'oliva, intelligente e bella che lavora in tv, ma che una volta mi disse che io ero troppo di parte e che lei non era né sufficientemente bella né sufficientemente intelligente per divenatre davvero qualcuno, anche se per me lo è diventata lo stesso. E' la mia amica con il sorriso speciale, affetta da disorganizzazione cronica.
E' con lei che vidi il mio film preferito per la prima volta a quindici anni in un cinema che non esiste più.

Alla fine della passeggiata ci siamo salutate all'angolo col dilemma se siamo ancora ragazze o siamo già signore e siamo tornate ai nostri rispettivi nani e ai nostri rispettivi impegni: il debito sovrano lei, la sovrana erba io.