lunedì 31 ottobre 2011

Due ore in più (o in meno)

La NonnaG e l'Arch sono persone molto speciali. Diversi tra loro e speciali ognuno a suo modo.
Il loro essere speciali si esplica in tante cose che fanno e che non fanno. Una di queste cose è il loro approccio al cambio dell'ora.
Non c'è stata una volta in cui hanno mosso le lancette nella giusta direzione, nè a ottobre nè e marzo.
Mai una volta.
Ma la cosa più speciale è che questo fatto di sbagliare sempre e di ritrovarsi quindi con un fuso di due ore diverso dal resto d'Italia non li ha mai convinti a confrontarsi con una fonte autorevole (televisione, televideo, radio, internet) perché ogni volta sono convinti di essere nel giusto, senza il minimo dubbio.

Sabato sera H e M hanno accompagnato i nani dai nonni a dormire. Quando sono andati via, sulla porta M ha salutato l'Arch:
"Ciao ci vediamo domani, stanotte cambia l'ora, non vi sbagliate!"
"Non ti preoccupare ho già calcolato.."
"Ok bene, buonanotte"
"Buonanotte".

Domenica mattina H e M hanno approfittato dell'assenza dei nani per andare al mercato di PP, hanno fatto un giro, si sono fermati alla biscotteria più buona del mondo a comprare i biscotti, al forno a comprare il pane caldo e sono andati a pranzo dai nonni.
Quando sono arrivati in tutta Italia erano le 12 e 40.

"I bambini hanno già mangiato, che iniziava a essere tardi per loro" ha detto NonnaG
"Ah ok hai fatto bene.." ha risposto M
"Avete comprato il giornale?"
"No mannaggia..non me lo hai chiesto..puoi chiedere allo zio matto se quando viene lo porta.."
"Ma a quest'ora..ormai dove lo può trovare?"
"Bè ma le edicole sono ancora aperte.."
"Alle tre?"
"Le tre???"
"Sì sono le tre meno cinque.."
(...)

In tutta Italia non era ancora l'una, ma a casa dei Nonni erano quasi le tre. Nella mente della NonnaG, i bambini avevano mangiato all'una  e mezza (le undici e mezza nel resto d'Italia) e H e M invitati a pranzo, si erano presentati alle tre meno venti.

Gli orologi e i telefoni sono stati risistemati, ma i Nonni sono rimasti sfasati per il resto della giornata, chiedendo ogni tanto che ore fossero, che ore sarebbero state e realizzando di essersi svegliati molto molto molto presto.

domenica 30 ottobre 2011

Puttane e spose

Giovedì sera M è uscita a cena con le amiche MdVR per il quarto appuntamento della stagione. Alcune M non si sono presentate e al posto loro ci sono state tre validissime new entry.
A tavola, mano a mano che ognuna raccontava la sua storia, le ragazze si sono naturalmente divise in due gruppi: le "puttane" e le "spose" (citando Jova e senza offesa per nessuno dei due gruppi).
Nei prossimi giorni M vuole raccontare le loro storie.
Stasera vuole iniziare dalla storia della sua ex compagna di liceo ritrovata qui in giardino dopo che si erano perse di vista per anni.
M vuole cominciare da lei perché un paio di anni fa ha letto un romanzo, del quale sta uscendo la versione cinematografica, che le è piaciuto molto e che somiglia molto alla sua storia.
Come nel libro lei e lui si conoscono da giovani, nella storia reale da molto giovani, a sette anni, e come nel libro per circa venti anni più o meno casualmente si incontrano ogni anno lo stesso giorno la vigilia di natale, il 15 luglio nel libro.
Durante questi venti anni, sia lui sia lei, nella vita come nel romanzo, crescono, studiano, si laureano, hanno le loro esperienze amorose, un poco si pensano, ma non si dichiarano mai.
Sedici anni dopo il primo incontro, lei, sia nella vita sia nel libro, è quella che per prima capisce, intravede il futuro accanto a lui, ha la visione. Ci vorranno altri cinque anni prima che quell'appuntamento alla vigilia di natale, diventi l'appuntamento di tutte le domeniche mattina nello stesso bar davanti a una tazza di cappuccino. Passeranno altri due anni, prima che i due passino dalle colazioni della domenica a un fine settimana al mare e finalmente si dichiarino a distanza di ventitré anni dal primo incontro.

Oggi di anni se ne sono aggiunti altri otto, i due hanno due figli (maschi perché a VR nascono quasi solo figli maschi) e come nel migliore dei romanzi vivono insieme felici e contenti.

M a tavola, complice il vino al quale non è abituata, si è commossa ascoltanto la storia della sua excompagnadiliceo e ha pensato che "le storie d'amore non finiscono mai" e che sono la cosa più bella che ci sia, sempre, anche quando il finale non è quello delle favole.

giovedì 27 ottobre 2011

Il solito dubbio

Ieri sera M dopo aver accompagnato il nano alla lezione di nuoto, dopo essere andata a prendere il mezzonano a una festa di compleanno di un amichetto neoduenne, dopo essere passata dal macellaio con i nani più amicodelcuore a comprare gli humburger settimanali e aver lasciato amicodelcuore a casa sua, si avviava con i nani per mano a casa.

Nel nostro giardino, incrociava tre esemplari di MdVR e da lontano salutava  con un
"Ciao ragazze!"
"Quali ragazze?" chiedeva immediatamente il nano guardandosi intorno
"Le MdVR" rispondeva con sicurezza M
"Ma non sono ragazze!" sosteneva lui, impietoso
"Come non sono ragazze?? E cosa sono?"
Silenzio
"Scusate ragazzi io cosa sono? Una ragazza? Una signora?" chiedeva M a quel punto, ripetendo la solita domanda esistenziale che la tormenta
"Tu sei una persona" rispondeva il mezzonano intromettendosi a pieno diritto in una conversaizone a due e dimostrando una saggezza e una coscienza sociale esagerate per i suoi non ancora tre anni.
"Tu sei una mamma" rispondeva il nano, che quanto a coscienza sociale ne ha ancora di strada da fare, aggiungendo subito dopo "però se vuoi sei anche una ragazza, sei felice?", dimostrando che lui con le donne ci sa fare, altrochè.

Ps. Oggi è il compleanno di ME, auguri.

mercoledì 26 ottobre 2011

I dieci comandamenti di M

1) Non sono un cestino della carta, se dovete buttare una cosa buttatela nel cestino, non datela a me
2) Non litigate per le stupidaggini
3) Non fate i prepotenti/i capricciosi
4) Non dite bugie
5) I bambini che menano le mamme non li vuole nessuno
6) La fantasia è una cosa bella
7) Quando fate una cosa, qualsiasi cosa, l'importante è che ci mettiate amore
8) Merdaculo non si dice
9) Siete bambini molto fortunati, pensate ai bambini meno fortunati di voi prima di fare la lagna
10) Io vi ho costruito e come vi ho costruito posso smontarvi pezzo per pezzo

Queste sono le tavole con i dieci comandamenti che M ha consegnato ai nani. Sono gli insegnamenti fondamentali che loro dovrebbero seguire nello svolgimento delle loro attività quotidiane.
Dovrebbero.

martedì 25 ottobre 2011

Primi e ultimi appuntamenti

Nelle vite precedenti M ha avuto come tutte le ragazze del mondo una serie di primi appuntamenti.
Alcuni impeccabili, altri decisamente meno.
In questa settimana da single, gliene sono tornati in mente in particolare tre.
Uno perfetto.
Due no.

Quello perfetto:
1999 un ragazzo intelligente, simpatico, ironico, colto e brillante si innamorò di M, che era nel periodo più buio della sua giovane vita e non era disponibile nel corpo e nell'anima, e dopo una corte leggera e divertente riuscì a strapparle un appuntamento. Si presentò a prenderla a casa dei genitori, la portò a cena nel posto che lei aveva immaginato e sperato, risero, scherzarono, chiacchierono di tantissime cose scoprendo molti interessi comuni. Dopo cena passeggiarono per le vie del centro e quando lui la riportò sotto casa, lei disse che era stato tutto perfetto e aggiunse scherzando "mancano solo i fiori!"
Lui scese dalla macchina, aprì il portabagagli e ne estrasse un enorme mazzo di rose rosa. Gliele offrì dicendo "i fiori c'erano.., ma mi sembravano esagerati..."

Quello decisamente meno:
2000 M si era invaghita del bello e tenebroso del gruppo. Quelli che girano sempre da soli, che non si sa mai cosa abbiano in testa, che non hanno mai la ragazza. Lui un po' la corrispondeva e molto no e la faceva vivere in uno stato di perenne altalena. Una sera d'estate finalmente uscirono da soli. Lei era al settimo cielo indossò un paio di pantaloni bianchi e un paio di sandali con il tacco di legno. Passeggiarono per le vie di T, attraversarono il ponte dell'isola T e si sedettero sulla sponda del fiume, i piedi a penzoloni. Parlavano poco, si guardavano di sbieco. M era cotta stracotta, ma come Cenerentola al momento di alzarsi e tornare a casa perse una scarpa nel fiume e la vide galleggiare e allontanarsi tra le onde. Come Cenerentola tornò a casa scalza, come Cenerentola tra i topi, con i piedi luridi, come Cenerentola con i vestiti (pantaloni) malmessi e da buttare, e come Cenerentola con l'altra scarpa in borsa. Non seguì un secondo appuntamento e non vissero per sempre felici e contenti.

Quello decisamente ancora meno:
2002 come quasi tutte le ragazze che si rispettino, anche M ha avuto la sua storia alla Bridjet Jones con il bello e impossibile dell'ufficio, il Daniel Cleaver che tutte sognano ma nessuna conquista. Quello ricco, affermato, col fisico statuario, il mascellone americano e i capelli lunghi. Un giorno non si sa come e non si sa perchè lui la chiamò per uscire.
Il sogno che diventava realtà.
Uscirono.
Lei ci mise ore a decidere l'abbigliamento, non si erano mai visti fuori dall'ufficio e non aveva idea di dove sarebbero andati. Alla fine scelse per una via di mezzo, carina ma sportiva. Lui si presentò all'appuntamento in pantaloncini da jogging corti all'inguine, maglietta a maniche corte calzini e scarpe da ginnastica. Andarono a prendere un gelato in centro a piedi, per fortuna non di corsa. Con il gelato in mano si sedettero sul muretto e lui le disse guardandola dritta negli occhi a distanza ravvicinata:
"Sai qual è la prima cosa che ho pensato la prima volta che ti ho vista?"
Lei cuore a mille
"No, dimmi.."
"Ma questa ragazza è... zoppa'?"
"(...) come zoppa?"
Cuore in decelerazione
"Sì camminavi zoppa, storta.. ma stasera no".

Nessuno dei tre appuntamenti fu l'inizio di qualcosa di buono. E poi arrivò H.
Il primo appuntamento con H non fu perfetto, non fu neanche decente a dir la verità. Tuttavia merita un post a parte.

lunedì 24 ottobre 2011

L'oste

H stamattina è partito per lavoro. Starà via tutta la settimana. Non capita quasi mai e M aveva pensato di organizzare in questa settimana tutte le cose che non riesce a fare mai quando H è a casa.

Aveva in mente di andare a cena con le MdVR per riprendere la buona abitudine abbandonata dopo le vacanze estive; aveva in programma una serata cinema da femmine con l'amica del cuore dei giorni feriali tra le ottoemezza e le nove e anche qualche passeggiata in centro che tanto i negozi chiudono alle dieci. Forse addirittura un aperitivo di chiacchiere.

Il programma, studiato nei minimi dettagli, prevedeva un paio d'ore la sera con i nani, giochi, racconti, letture, bagnetti. La cena e poi una volta messi a letto, la libertà assoluta, la solitudine agognata, la vita di una volta. "Tanto i nani ormai sono grandi, dormono, sono tranquilli. Non succede niente se M esce un paio d'ore dopo averli messi nei lettini", si era ripetuta più volte.

Alle 11 stamattina, H ancora non era atterrato a destinazione, M riceveva la telefonata dalla maestra del mezzonano:
"Il mezzonano ha trentasetteemezzo di febbre. Qualcuno può venirlo a prendere alle tredici?"

M aveva fatto i conti senza l'oste.

domenica 23 ottobre 2011

Domenica gnocchi

Oggi ci siamo presentati a  pranzo dai nonni, muniti di cinque teglie di gnocchi di semolino preparati da H per l'Arch che negli gnocchi ritrova ogni volta un po' della sua vita passata. Come tutte le volte che andiamo dai nonni abbiamo scombussolato i loro tempi, il loro ordine e il loro salotto. Minuscoli pezzetti di costruzioni ovunque, divani adibiti a jumping, cuscini per terra ricoperti di sbave cioccolatose. Insomma tutto il repertorio classico dei pranzi dai nonni. Le urla di M, le sculacciate di babbo, gli sguardi disapprovevoli della NonnaG e il suo perenne spirito di adorazione dei nani.

A un certo punto M e il nano erano in terrazza e il nano aveva cominciato la solfa per accendere la tele. In braccio, con il muso continuava a ripetere che era triste perché M non gli accendeva la tele. M che in questi casi si trasforma in impenetrabile sfinge e non sente ragioni, ha cominciato la solita tiritera dei bambini che non hanno motivi per piangere come il nano e dei bambini che invece ne hanno come quelli che non hanno la mamma.
"Eh nano, tu piangi per la tele ma ti immagini come staresti se non avessi la mamma?"
Silenzio.
"Un bambino senza mamma sì che è un bambino triste! Ci hai mai pensato come staresti senza mamma?"
Silenzio.
"Ci stai pensando?"
"No mamma, però ci pensi senza babbo quanto staremmo meglio?"
"???"
"Sì mamma noi senza babbo,..staremmo meglio!"
"Ma come staremmo meglio nano! Perché dici una cosa del genere?"
"Perché ci dà sempre le sculacciate, te ci dai sempre i baci e puoi rimanere, ma se va via lui che ci sculaccia sempre, stiamo meglio".

M ci ha pensato, ma gli gnocchi di semolino erano talmente buoni a pranzo che ha convinto il nano a cambiare idea e a riconsiderare la posizione del babbo e l'utilità della sua presenza all'interno del nucleo familiare.

giovedì 20 ottobre 2011

Uguali

Due anni fa M stava mettendo il nano a letto la sera, e aveva l'abitudine, il compito più che l'abitudine, di restare fino a quando non si addormentava. Si stendeva vicino a lui, sopra le coperte, e raccontava una storia o rispondeva alle sue domande o leggeva un libro o cantava una canzoncina a bassa voce.
Erano in penombra, la cosa durava piu' o meno mezzora.
Una sera, tutti abbracciati M gli chiese chi fosse secondo lui la mamma più bella dell'universomondo e lui in un'atmosfera intima, romantica e calda rispose spietato "la mamma di L.".
M incassò il colpo, accettò la triste verità e tirò avanti.

Ieri sera a distanza di due anni, M stava dando la buonanotte al nano, lui la abbracciava le mani incrociate dietro la nuca di lei e si guardavano negli occhi in una luce bassa, azzurra.
"Nano chi è più bella M o la mamma di A?"
"Te"
"M o la mamma di G?"
"Te"
"M o la mamma di F?"
"Te"
"M o la maestranumerouno?"
"Te"
"M o la mamma di L., la più bella dell'universomondo?"
"Te"
...
"Grazie, amore..!"
"Mamma, non mi hai chiesto chi è più bello tra te e il mioamicodelcuore.."
"Ah..certo.. e chi è più bello M o il tuoamicodelcuore?"
"Uguali".

mercoledì 19 ottobre 2011

Maledetto il giorno che t'ho acquistato

Ci sono tre cose che M non si perdona:
non avere avuto la figlia femmina;
non aver avuto il coraggio di finire il suo romanzo;
aver acquistato il cofanetto di dvd di Goldrake su internet tre anni fa.

Il cofanetto di Goldrake è stato acquistato da M quando il nano aveva due anni.
Da allora la sera in casa di M è stato programmato centinaia e centanaia di volte, con crescente entusiasmo del nano, stabile apprezzamento di H, comprensibile rassegnazione del mezzonano e senso di alienante insopportazione di M, che al solo sentire la musica di sottofondo adesso si sente morire.
Comprensibilmente il nano, parla solo di robot, disegna solo robot, vuole ascoltare solo storie di robot, gioca solo con robot, pretende i robot disegnati sulla torta di compleanno, costruisce robot con i lego e vede un "robottino" in qualsiasi gioco, oggetto, forma che incontra.
M alterna stadi di preoccupazione a fasi di sportiva accettazione nella speranza che si tratti di una fase transitoria.

Oggi però durante l'ora di nuoto si è ritrovata a parlare con altre mamme.
Una raccontava che il figlio le ha dichiarato che da grande vuole fare l'idraulico.
L'altra ha detto che il suo vuole fare l'istruttore di nuoto del centro estivo, perché si sta sempre in acqua.

M, sotto gli sguardi interrogativi delle due interlocutrici, ha ammesso con un pizzico di vergogna che il nano da grande vuole fare il robot. Non il costruttore di robot. Proprio il robot.
E per l'ennesima volta ha maledetto il giorno dell'imperdonabile acquisto del cofanetto di Goldrake.

martedì 18 ottobre 2011

Pole position

Il corso di nuoto di M procede, con tanto di cronometro, scatti, vasche in apnea e accelerazioni repentine. M è entusiasta. Ha abbandonato la strada vecchia (il nuoto libero) per intraprenderne una nuova ed è veramente soddisfatta di aver deciso di azzardare il "salto nel buio".

Ma la sorpresa piu bella è la compagnadicorso che, incurante dei mutismi di M, dei suoi ritmi forsennati, e del continuo multitasking col quale si prepara per l'ufficio, continua a parlarle, a tentare conversazioni, a chiederle informazioni, a farle i complimenti per la biancheria (di nonna Belarda) che M sfoggia nello spogliatoio, in una parola a fare amicizia.

La compagnadicorso stamattina sotto la doccia alla fine della lezione di nuoto si è guadagnata di diritto la pole position tra le amiche di M con la seguente affermazione: "Ma come fai dopo due figli ad avere la pancia così piatta??? Che invidia..." Questo alla faccia di Lady P. che al rientro dalle vacanze aveva chiesto a M se ci fossero novità visto che la vedeva così "florida".
E "florida" NON è un complimento, checchè se ne dica.

Ovviamente Lady P. è scesa da allora negli ultimi posti nella classifica delle amiche.

P.s. M tiene a precisare che la compagnadicorso non è affatto "florida".

lunedì 17 ottobre 2011

Estremi mali..

Alla scuola del nano ci sono due maestre: la maestranumerouno è la stessa da tre anni, è la preferita di M, è materna, adora i bambini è affettuosa e allegra.
La maestranumerodue cambia ogni anno e ogni anno non è gradita alla maestranumerouno.
Il primo anno la maestranumerodue era brava, a M piaceva molto ma aveva un carattere forte e idee indipendenti dalla maestranumerouno; il secondo anno la maestranumerodue era maestra nell'animo, psicologa per diletto, e nonostante le gradevoli canzoncine che insegnava alla classe, non è riuscita a entrare nelle grazie della maggior parte delle mamme né tanto meno ad andare d'accordo con la maestranumerouno.
Siccome il peggio deve sempre venire, quest'anno la maestranumerodue, scelta dalla maestranumerouno per l'innato spirito di sudditanza e l'assoluta mancanza di iniziativa, è la peggiore maestranumerodue che potesse capitare a questi bambini indiavolati che il prossimo anno dovrebbero passare le otto ore scolastiche seduti al banco a imparare nuove cose.
La maestranumerodue è tacciata di completa mancanza di polso, di inettitudine e di predisposizione al pianto da mal di pancia (in classe) e alle urla di disperazione per l'impossibilità di gestire i diavoli allo stato brado.

M non sa mai niente in via diretta perché il nano è muto e non risponde a nessuna domanda, ma ha ascoltato le lamentele e i racconti delle altre mamme ed è rimasta un po' perplessa.

Ieri ha ricevuto la seguente telefonata da parte si una mamma della classe del nano:
"Pronto ciao M ti telefono perché vorrei dirti una cosa"
"Dimmi tutto"
"Stavo lavando le orecchie al mio nano e a un certo punto mi è sembrato che ci fosse del cerume.."
"..sì.."
"E invece tirando fuori quello che credevo fosse cerume mi sono accorta che era un rotolino di carta.."
"Un rotolino di carta???"
"Sì un pezzo di carta tutto arrotolato nell'orecchio.. alla domanda come fosse finito lì il nano ha risposto che era in classe con il tuo nano e il nano della mamma più bella del mondo e siccome c'era troppo rumore e a loro dava fastidio, hanno deciso di fabbricarsi dei tappi di carta per le orecchie per avere un po' di pace.."
"???"
"..sì e allora volevo avvisarti di guardare bene le orecchie del nano perché magari ci trovi anche tu il rotolino di carta..."

Il rotolino di carta nell'orecchio del nano non c'era, e menomale che il nano ci sente già poco di suo.
Lui a domanda diretta non ha fornito alcuna risposta.
M ha realizzato che forse la maestranumerodue di quest'anno oltre a essere inutile, può diventare pericolosamente deleteria.

domenica 16 ottobre 2011

Dolci conquiste

Venerdi sera dopo averli presi a scuola, dopo aver portato il nano al corso monosettimanale di basket, dopo aver giocato con il mezzonano nel cortile in attesa della fine della lezione, dopo essere andata a fare merenda dal gelataio a base di un frappè per il mezzonano e un cono per il nano, dopo aver giocato in giardino e dopo aver assistito alle solite lagne per restare altri cinque minuti e alle inascoltate preghiere per salire a casa dell'amico del cuore, M era al timone della vasca a casa, i nani immersi rigorosamente fino all'ombelico in compagnia di H appena arrivato.

Suonano alla porta.

Una singora piccola e gentile, dagli occhi sorridenti e chiarissimi si presenta con un dolce in mano.
"Sono la signora del primo piano, buonasera"
"Buonasera signora del primo piano"
"Scusate il disturbo, ma io mi sono innamorata del mezzonano e..mi sono permessa di preparare un torta per lui"
"Ma che carina.. grazie, si accomodi.."
"No.. non vorrei disturbare.."
"Non disturba.. guardi il mezzonnao è nella vasca, ma adesso lo sciacquo così vi salutate"
"Sa.. lui in giardino mi corre sempre incontro, mi abbraccia..l'altro pomeriggio abbiamo raccolto le castagne.."
"Davvero? Non ne sapevo niente.. Ma mezzonano non mi hai detto che hai una nuova amica..."
"Ti ricodi come mi chiamo??"
Silenzio
"Daaaa..."
Silenzio
"Daniiii..."
Silenzio
"Danieeeee..."
..la".

Il mezzonano la guardava come fosse la prima volta che la vedeva in vita sua, ma è uscito dalla vasca e l'ha abbracciata forte lo stesso e le ha anche regalato una macchinina.
Il dolce preparato con uova biologiche e con una grande M di mezzonano di pastafrolla sopra non è stato gradito, forse per la totale assenza di coloranti conservanti polifosfati e grassi aggiunti. 
M si è sperticata in ringraziamenti e si è commossa davanti alla gentilezza della signora del primo piano. E ha sperato che non ci fosse rimasta troppo male della scarsa memoria del suo piccolo innamorato.

giovedì 13 ottobre 2011

Incipit

M e la NonnaG si sentono per telefono quasi tutti i giorni. Si raccontano le piccole novità quotidiane, si aggiornano sui progetti in vista, si tengono compagnia.
Spesso le telefonate della NonnaG al telefono dell'ufficio di M iniziano con una richiesta di help on line per un problema il più delle volte tecnologico, ma non sempre.
Quando inizia una telefonata la NonnaG va subito al punto. Non si spreca in convenevoli, non perde tempo, non tergiversa.


DRIIIN
"Pronto?"
"Il desktop del computer si è girato a testa ingiù come faccio a rimetterlo dritto se anche la freccia del mouse è al contrario? Mi dovrei girare anche io..."

DRIIIN
"Pronto?"
"Sono sparite TUTTE le icone dal desktop, dove le trovo?" (un classico)


DRIIIN
"Pronto?"
"Come faccio a salvare sulla chiavetta lo sfondo del desktop? No non è una foto, no non è un'immagine, no non ce l'ho salvata da nessuna parte." (Il salvataggio su chiavetta è un altro classico)

DRIIIN
"Pronto?"
"Se devo allegare una mail a un'altra mail, che faccio allego TUTTA la posta?" (gli allegati alle mail sono un altro evergreen)


DRIIIN
"Pronto?"
"Per il calcolo del TFR meglio moltiplicare per 4 e poi per 12 oppure per 52?"


DRIIIN
"Pronto?"
"Come si chiama l'attore che ha fatto Rino Gaetano in Tv?"

DRIIIN
"Pronto?"
"Megavideo è sparito, vedi se nel tuo computer c'è ancora.."

DRIIIN
"Pronto?"
"Voglio rivedere la puntata di Unaqualsiasidelleinnumerevoliseriecheseguointv, dove vado?"

M adora NonnaG e i suoi incipit, tuttavia non sempre è in grado di risponderle in maniera adeguata. E se ne rammarica.

mercoledì 12 ottobre 2011

Facebook Santo Facebook

Ieri sera M era immersa nella lettura della sua rivista preferita. La rivista preferita di M parla di tante cose, di tante persone, e lo fa in modo così lucido, originale e stimolante che M legge quasi tutti gli articoli, anche quelli il cui titolo non la ispira più di tanto, anche le interviste a personaggi che lei non conosce o non gradisce perchè dopo otto anni di abbonamento ha imparato che non si sa mai.

E cosi ieri sera ha iniziato a leggere un'intervista a un'attrice italiana, al momento poco conosciuta. Una ragazza normale, appena diventata mamma con la carriera in decollo, due o tre fim in uscita,  alle spalle un successo al botteghino e bla bla.
Ma eccola la sorpresa, in questa rivista che non delude mai, nascosta nell'ultima colonna: alla domanda "come ha conosciuto suo marito" l'attrice risponde con una storia che non ha niente da invidiare alla più Granculo delle Cenerentole: il primo giorno di liceo questa tipa, all'epoca munita di apparecchio, si innamora a prima vista di un compagno di scuola, il primo che vede, talmente timido da sembrare stronzo. Per due anni si incrociano nei corridoi senza mai scambiarsi una sola parola, poi lui cambia scuola e fine.

Sedici anni dopo su "Facebook Santo Facebook", come lo chiama lei, il suo liceo organizza una cena di ex alunni, lei va controvoglia e di nuovo il primo che vede è quel compagno, accompagnato da una fidanzata.
La cena finisce senza che i due si scambino nemmeno una parola.

Due mesi dopo, cioè sedici anni e due mesi dopo, su "Facebook Santo Facebook" le arriva un messaggio in cui lui le fa una dichiarazione d'amore "folle": le descrive per filo e per segno come si vestiva lei a scuola, come si metteva le mani tra i capelli, quale banco occupava in classe.
Dopo qualche giorno si rivedono, dopo un mese si danno il primo bacio, adesso sono sposati e hanno un bambino.

Anche M il primo giorno di ginnasio si innamorò follemente di un tipo a prima vista, tanto stronzo da sembrare timido. Che non cambiò scuola dopo due anni. Col quale si è scambiata qualche saluto e che ha amato follemente per cinque anni, appuntantando tutti i giorni sul diario come lui si vestiva, cosa faceva, se si erano visti o  addirittura salutati.
Ma quando anni fa lo cercò su "Facebook Santo Facebook" non lo trovò.
E' proprio Santo questo Facebook.

martedì 11 ottobre 2011

La pace in una tuta

Stamattina nello spogliatoio della piscina, dopo la terza lezione di nuoto, M solitamente muta, restia a stringere nuove amcizie, notoriamente antipatica, all'apparenza diffidente e snob nell'animo, ha fatto amicizia con una compagnadicorso.
E' stata ovviamente la compagnadicorso a iniziare il dialogo sotto la doccia partendo proprio dal come ti chiami canonico, perchè M durante la lezione non guarda in faccia nessuno e nuota nuota nuota senza dare confidenze.
"Mi chiamo M e tu?"
"Mi chiamo compagnadicorso"
"Scusa se vado veloce ma devo andare in ufficio"
"Lavori qui vicino?"
"Sì, dove c'è il cavallo"
"Ah anche io lavoro per quel cavallo"
(...)
Così M ha scoperto di avere delle conoscenze in comune con la compagnadicorso e anche qualcos'altro.
"Scrivo" ha detto lei
"Ti piace scrivere?"
"Sì molto, se non mi piacesse avrei trovato un lavoro più stabile.."
"E hai figli?"
"No! Perchè tu ne hai?"
"Sì.. due.."
"Hai due figli?"
"Sì.."
"Ma scusa quanti anni hai?"
M si è dovuta fermare un attimo e ha dovuto pensare, calcolare la sua età prima di rispondere
"Trentotto"
"Sembri molto più giovane..molto piu giovane di me..io ne ho trentaquattro".

Sì M ha trentotto anni.
Trentotto cioè quasi quaranta.
Trenotto cioè sono venti anni che ha finito la scuola.
Trentotto cioè più vicina ai cinquanta che ai venticinque.

La compagnadicorso ne ha trentaquattro, non ha figli, nuota, si fa la doccia senza isterismi, si asciuga i capelli con calma, si mette la tuta dopo la lezione perchè va a casa a scrivere sceneggiature, magari davanti a una tazza di tè fumante.

M dopo la lezione di nuoto si fa la doccia con isterismi, si asciuga vorticosamente i capelli, si veste ancora umida, si trucca il minimo sindacale e vola affannosamente in ufficio in perenne ritardo. 

E sono anni che non indossa una tuta.

lunedì 10 ottobre 2011

Pareggio in casa

Qualche giorno fa sul suo blog, Elasti elencava i momenti si e i momenti no dell'avere tre figli maschi e invitava noi lettrici a fare lo stesso. M aveva cominciato la sua piccola lista, ma poi è stata interrotta e non l'ha più finita né inviata e allora ha deciso di scriverla qui.

M di figli maschi ne ha due ma la lista vale lo stesso, eccola qua:
I no:
1) quando torno a casa dall'ufficio e li trovo stanchi arrabbiati litigiosi e piagnucolanti e mi viene immediata la voglia di uscire di nuovo
2) quando non ascoltano quello che dico nemmeno se lo ripeto dieci volte e mi tocca trasformarmi in strega cattiva
3) quando mettono tutto in disordine poco prima di uscire o subito dopo che ho messo a posto
4) quando sono malati e insopportabili ma siccome sono malati li devo sopportare per forza senza sgridarli
5) quando non sono malati ma sono lo stesso insopportabili e li devo sopportare per forza perché li ho costruiti io ma almeno posso sgridarli
6) quando non sono mai contenti e chiedono sempre un pezzettino in più che mi fanno pentire per aver cercato di accontentarli che tanto non ci sono riuscita
7) quando non dormono la notte piangono si svegliano a vicenda e non si calmano mai.

I sì:
1) quando torno a casa dall'ufficio e li trovo stanchi arrabbiati litigiosi e piagnucolanti e riesco a superare la voglia matta di uscire di nuovo e mi siedo per terra tra i loro giochi e riesco a calmarli, a far capire loro che resto
2) quando riusciamo a fare una cosa insieme come leggere la storia di Stella e Leonello o a disegnare i robot o a leggere Scarry senza litigi e streghe cattive
3) quando mettono a posto anche se a modo loro che dopo non riesco a trovare più niente, ma lo fanno per vedermi contenta
4) quando non sono loro a essersi presi l'infuenza, la varicella, il morbillo o l'otite ma è qualcun altro
5) quando è il loro turno di prendersi l'infuenza, la varicella, il morbillo ma non l'otite e comunque la notte si dorme lo stesso
6) quando mi dicono di essere felici per una cosa che ho fatto per loro
7) quando dormono tutta la notte e la matitna quando li vado a svegliare sono caldi morbidi e sanno di buono come i panini di Heidi.

domenica 9 ottobre 2011

Una chitarra e un grillo

bip bip
1 nuovo messaggio
"Il nanoG mi ha raccontato che a scuola hanno un nuovo maestro che si chiama FICO che gli insegna le canzoni (max grilletto) e ha la chitarra e gli fa pure ginnastica..qualcuna di voi ne sa quacosa?"

Risposte di tre MdVR:
1a MdVR
"No niente. L'unico FICO che ho visto era alla lezione di nuoto ma non cantava"

2a MdVR
"La bambola dice che si chiama Daniele e che fa musica con la chitarra il pomeriggio..."

3MdVR
"Allora si chiama Christian. Suona la chitarra. E canta canzoni su un grillo. Da quello che ho capito è un educatore delle elementari che li prepara per il prossimo anno"

bip bip
1 nuovo messaggio:
"Il maestro quindi c'è ma i bambini in quattro hanno detto nomi tutti diversi. Unico elemento sicuro è che è maschio e che suona la chitarra... per il resto potrebbe essere da Paul Mc Cartney a San Francesco.."

Questo è un esempio di uno scambio di sms tra MdVR con figli nella stessa classe con una diversa percezione del mondo che li circonda. A parte una chitarra e un grillo.

giovedì 6 ottobre 2011

Com'è triste questa mela

Mi piaceva da sempre.
Se fossimo stati nella stessa scuola, sarei stata persa di lui.
Un po' perché fisicamente era il mio tipo alto moro intellettuale un po foolish e un po' english.
Molto perché credeva in quello che faceva. Amava quello che faceva e lo faceva proprio per amore, non per soldi, non per gloria, non per diletto. Per amore. E non perché fosse un privilegiato, data la sua nascita in una famiglia indigente, e la conseguente adozione.

Il suo motto era vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, facendo le cose che si ama fare con le persone con cui si ama stare. Non perdere un attimo in cose che non ci appassionano, in cose che interessano altri, non noi. Perché il tempo non è molto.

Per lui è stato poco. Se penso a tutto quello che ha creato, alla rivoluzione che ha messo in atto, cinquantasei anni sono davvero niente. Se penso al garage dal quale è partito con Waz l'amico di sempre e guardo dove è arrivato, cinquantasei anni cosa sono?

L'ho seguito nei libri, in un film molto bello, nei discorsi, il famoso alla Stanford e gli altri alle presentazioni delle sue invenzioni. Coerente sempre fino alla maniacalità, con il suo pullover girocollo nero le scarpe da ginnastica e i jeans scoloriti. Con le mani giunte e gli occhialetti tondi. Prima grosso, con i capelli lisci, negli ultimi anni magrissimo, senza capelli, affilato come una lama. Ma sempre elegante, dritto, sorridente.
La sola donna nella vita
 Un uomo che ha amato una sola donna nella vita, quando ne avrebbe potute avere molte. Un uomo giusto che ha saputo inventare un nuovo modo di comunicare, di socializzare, di vivere.
Un uomo che ha reso più bello correre, più facile ascoltare la musica, più divertente fare una telefonata. Un uomo che ha aggiunto all'utile il bello, la forza degli ideali ai vantaggi economici, che è riuscito a animare un pezzo di plastica.
Ogni volta che accendiamo un pc, muoviamo un mouse, sfogliamo le immagini con un dito, ascoltiamo un mp3 o semplicemente mordiamo una mela, non dimentichiamoci dell'uomo che ha permesso tutto questo: Steve Jobs (1955-2011).

mercoledì 5 ottobre 2011

Perfezionamento

Quest'anno la metodica M invece di fare nuoto libero ha deciso di fare lezione, cambiando le sue ataviche abitudini sportive. Si è iscritta al corso di perfezionamento perché anche se lei sa già nuotare perfettamente, tuttavia non è così superba da pensare di non essere perfezionabile.

Spavalda, si è presentata con dieci minuti di anticipo pensando di fare un po' di riscaldamento da sola e sottovalutando di gran lunga la lezione.

Alla fine della fase di riscaldamento ha realizzato di essere l'unica partecipante al corso.

Dopodiché ha subìto un allenamento degno di ufficiale e gentiluomo, adatto alla preparazione atletica di un olimpionico e si è ritrovata a dover simulare un crampo alle dita dei piedi per potersi fermare, prendere fiato ed evitare l'infarto.

Dopo mezzora le faceva male tutto, si sentiva persa e moribonda, vedeva appannato e respirava a fatica.

Il maestro, CRONOMETRO ALLA MANO, le intimava di continuare, facendole fare movimenti mai immaginati, facendole muovere muscoli in letargo da secoli, facendola sentire inadeguata e fuori posto in quello che da sempre lei considera il suo ambiente naturale.
M prima di questa lezione di perfezionamento aveva sempre pensato che nella vita precedente era stata sicuramente un pesce.

Adesso ne dubita fortemente, ma forse alla fine del corso lo diventerà in questa.

martedì 4 ottobre 2011

Casa dolce casa/2

Ieri sera M è tornata dall'ufficio piuttosto tardi. I nani erano già saliti in casa dal giardino, il grande era nella vasca da bagno e il piiiccolo piagnucolava intorno nel tentativo di sottrarvisi. H era tornato a casa da pochi minuti, ma già aveva avuto modo di arrabbiarsi, innervosirsi e sgridarli.
Alla richiesta di spiegazioni di M, la risposta è stata che i bambini avevano litigato tra loro per due inutili e dannosi pezzetti di plastica uno rosso e uno verde, che il mezzonano per affermare le sue ragioni aveva morso il nano su un braccio e che il nano per vendicarsi e mantenere il diritto, in quanto "grande", di tenere il pezzo di plastica rosso tanto conteso, gli aveva dato un pugno sulla bocca procurando "una bua cossangue" e facendo piangere il mezzonano per ore.
La prima frase che M ha rivolto ai nani appena entrata in casa è dunque stata: "voi due non vedete la televisione per una settimana".


Dopodichè ha ignorato l'irrefrenabile desiderio di uscire da dove era entrata per dirigersi in un qualunque luogo diverso da quello, fosse pure l'ufficio, ha preso il posto della muta Mar al timone della vasca e ha continuato a fare il bagno ai bambini uno sempre in lacrime e l'altro che aveva già iniziato la sfinente trattativa per abbreviare i tempi della punizione.


La conclusione della serata è stata:
1) che il mezzonano ha piagnucolato per tutta la durata del bagno e della cena per la ferita nella bocca mangiando a fatica;
2) che H non ha più parlato con nessuno, non li ha nemmeno salutati per la buonanotte;
3) che al primo boccone di pastina con formaggino, M ha desistito sfiancata e ha acceso la tele con il dvd della Pimpa con uno sconto di pena di sette giorni su sette
4) che al momento dei saluti al buio, dei baci, delle tenerezze, del "buonanotte ragazzi, sogni d'oro" d'ordinanza, il mezzonano ha espresso il suo desiderio:
"non devi pù andare in uffiso mamma"
"ah no tesoro? e devo restare qui con te?"
"no, devi andare all'oppedale".

lunedì 3 ottobre 2011

Un posto nel mondo

Il mezzonano sta attraversando un periodo strano.
Ha cominciato la scuola materna, ha tolto il pannolino, è traslocato nel letto dei grandi abbandonando per sempre quello con le sbarre, è accettato quasi incondizionatamente dal fratello come partner di giochi ed è autonomo in molte delle attività in cui il fratello richiede ancora l'aiuto dei genitori.
Tutti questi cambiamenti devono aver generato in lui una confusione sulla propria identità all'interno della famiglia. E' come se, non essendo più trattato come il "piccolo", non sapesse più quale ruolo ricoprire, che posto prendere e come rapportarsi ai suoi familiari.

Le conseguenze sono che sempre piu di frequente dice
"sono titte"
"e per quale motivo?"
"non te 'o dico"
oppure che piange per qualsiasi cosa, che è manesco con tutti ma soprattutto con sua madre e che ha deciso che proprio sua madre sempre più spesso è "butta e cattiva" e nel migliore dei momenti non è comunque più identificata nella parola "mamma", ma in quelle a lei meno familiari "piiiiiccola", "sciarlot" e da stamattina "bellezza".

M fa finta di niente, sorride e ironizza con H. Assiste allo spaesamento del mezzonano, più spaesata di lui ed è perennemente combattuta tra il prenderlo in braccio strappazzarlo di coccole e ricordargli che sempre è e sarà il suo piiiiccolo, o lasciarlo crescere, sfogare le proprie rabbie, trovare la sua strada e farsi chiamare con nomi più adatti a Bond James Bond.

P.s. aggiorno il post perchè mi accorgo solo ora che è l'onomastico del mezzonano. Auguri piiiccolo!

domenica 2 ottobre 2011

Nessun però

In questo primo week end di ottobre, con un clima che sembra giugno inoltrato, M e famiglia hanno organizzato due giorni al mare con gli amici di VR, non tutti ovviamente.
M fino all'utimo avrebbe scommesso su un rinvio all'ultimo minuto per una febbre improvvisa, un mal d'orecchio acuto, un qualsiasi imprevisto che, quando il 50% dei partecipanti non arriva ai sei anni, diventa più che prevedibile.
E invece nessun rinvio last minute ha turbato il programma.

M, con una disposizione degna de suo passato di cintura nera di Tetris, è riuscita a sistemare nella casa al mare dei nonni dodici persone.
Le dodici persone sono andate in spiaggia, hanno fatto il bagno, hanno sonoramente mangiato al ristorante in riva al mare, hanno cenato in giardino con carne cotta alla brace, e hanno dormito quasi ininterrottamente tutta la notte, nonostante le aspettative molto basse derivanti dal fatto che quattro esemplari di nano che sommati non raggiungono la maggiore età erano sistemati nella stessa stanza.
Tutto è andato meglio di qualsiasi previsione, compresa la colazione in giardino a base di otto macchinette del caffè, due litri di latte e dieci paste giganti appena sfornate.

Tornando a casa in macchina l'inappetenete nano che non è mai contento di niente, che non ha assaggiato la carne alla brace, né le patate al cartoccio, che non ha toccato le paste calde a colazione, ha detto che sono stati i giorni più belli della sua vita..senza aggiungere nessun però.