sabato 30 aprile 2011

Serata BJ

Prima di diventare M sono stata giovane anche io. E single. Ho saltato pranzi e cene per entrare in un paio di jeans, ho mangiato Nutella col cucchiaino direttamente dal barattolo, ho aspettato una telefonata per giorni e giorni spesso inutilmente, ho seguito l'intera serie di S&TC rigorosamente da sola, mi sono depilata in salotto, ho tenuto un diario per secoli e ho dormito spesso fino a mezzogiorno.
Quando uscì al cinema Il diario di Bridget Jones mi rispecchiai molto in lei e me ne innamorai. La conseguenza del mio innamoramento furono le mie serate BJ. La serata BJ si svolgeva a casa, da sola, dress code pigiama e occhiali, un film da femmine alla tele, una boccetta di smalto in mano e una tavoletta di cioccolato fondente accanto.
Le serate BJ non sono state molte e per questo motivo sono state molto apprezzate.

Questa sera a distanza di 10-12 anni mi ritrovo da sola a casa per una fortunata combinazione di circostanze che ha la stessa probabilità di ripetersi che ha l'allineamento luna-terra-sole: nessuna per i prossimi 100 anni. H è andato al cinema a vedere un'epopea da maschi di quelle con i mostri i muscoli e le armi e io sono riuscita a mettere a letto i nani prima delle otto e mezza.
E' scattata la serata BJ: dress code sempre lo stesso (probabilmente il pigiama è un altro), cena a base di crostata di visciole e camomilla, boccetta di smalto colorato accanto e internet.
Altro che matrimonio reale, la vera felicità è questa.

venerdì 29 aprile 2011

Il matrimonio dei sogni

Il matrimonio del secolo per ognuna di noi è stato il proprio e per quelle che non si sono ancora sposate sarà il loro. In particolare M si è sposata in comune, senza vestito bianco, senza strascico, senza velo nè paggetti, con un'unica testimone quando invece ne aveva previste due, con un figlio di 10 mesi e una festa passata la sera prima invece che a seguire la sera stessa. Ma è stato il matrimonio dei suoi sogni perchè c'erano tutte ma proprio tutte le persone che contavano per lei (a parte una che non aveva capito l'indirizzo e si era presentata al matrimonio dei sogni di un'altra) c'era il sole, le scarpe in prestito non erano poi così scomode e il nano, solitamente pazzo, era stato stranamente malleabile.
Il matrimonio dei sogni di MK (ex MdVR) è stato il suo con tanto di vestito lungo bianco, bolerino di piume, velo dietro e davanti, chignon alla Cenerentola e festa da ballo a seguire (per M il matrimonio di MK è stato davvero un sogno perchè avendo partorito 48 ore prima proprio non pensava di poterle fare da testimone ma invece ci riuscì, anche se l'improvvisa quanto prepotente montata lattea le impedì di restare fino alla fine della cena).
Il matrimonio dei sogni di MF è stato il suo con la gonna a ruota e il susseguirsi infinito di sottogonne di toulle, il corpetto a cuore, le spalle nude, i capelli insolitamente lunghi raccolti, un sorriso e una luce negli occhi che ha più avuto, un mega buffet con omino che preparava le mozzarelle e metri e metri di tavolo dei dolci.
Il matrimonio dei sogni della bella Kate (quella gran culo di Cenerentola, diciamolo) è stato quello di oggi a Londra con il suo William, un diadema di diamanti in testa donatole per l'occasione dalla regina, il vestito di pizzo, la sorella bella a reggerle lo strascico rotondo, le damigelle, la carrozza di cristallo e tutta l'eleganza, lo sfarzo e la notorietà che la sua favola richiede.

Quelle di noi che si sono sposate, hanno avuto il loro matrimonio dei sogni e il loro principe azzurro, anche senza l'uniforme rossa, la fascia azzurra che fa un po' sindaco un po' principe della Disney, la carrozza, e anche se hanno pagato per avere delle foto decenti e uno straccio di filmino ricordo.
Ognuna di noi ha avuto il suo giorno da favola, da principessa, il suo sogno con o senza mondovisione.

Ps. M non ha dovuto pagare per le foto e per il filmino e ancora ringrazia per questo ME e il suo principe.

giovedì 28 aprile 2011

La mela il serpente e l'atavico senso di colpa

Dai tempi di Eva del serpente e della mela, il senso di colpa è attaccato a noi M (dVR e non) come l'ombra a Peter Pan: CUCITO. Le giornate delle M si svolgono intrise di senso di colpa verso tutti: se stesse, i familiari stretti, gli sconosciuti. Senso di colpa nei confronti dei nani per il poco tempo che passiamo con loro, le ultime ore della giornata, quelle più stanche, scariche di forza e motivazione. Verso gli H perchè spesso siamo prima M che donne mogli amanti e tutto quello che il nostro ruolo richiede. Verso i nonni perchè non abbiamo mai tempo per passarli a trovare o per fare una telefonata. Verso noi stesse perchè non facciamo sport e se i nostri H ci lasceranno per ragazze più toniche e scattanti sarà solo colpa nostra. E se lo facciamo, è peggio: ci sentiamo in colpa anche verso i nani perchè il tempo dello sport è ulteriore tempo levato a loro. Ci sentiamo in colpa se mangiamo perchè le ragazze toniche e scattanti sono in agguato e se non mangiamo perchè non siamo un buon esempio per gli inappetenti nani. Se lavoriamo e se non lavoriamo, se andiamo alla recita della scuola uscendo di nascosto dall'ufficio e se non ci andiamo deludendo mortalmente i nani che, molto probabilmente, svilupperanno la sindrome dell'abbandono. Ci sentiamo in colpa verso i meno fortunati di noi, finanche sconosciuti, perchè ci lamentiamo senza avere seri motivi per farlo.

All'asilo nido le premurose seppur infide maestre hanno istituito la giornata del genitore (= M), hanno appeso un calendario all'ingresso e i genitori (=M) devono scegliere un giorno, segnare il nome e siglare così il loro impegno a trascorrere una mattinata al nido con nani propri e altrui per partecipare alle attività quotidiane (pranzo compreso). Le celle della colonna "genitore" (= M) si sono andate via via riempiendo.
Oggi era il giorno di ME che ha assistito a giochi e canzoncine (ma non al pranzo) davanti al suo nano biondo in visibile tripudio.
Il nome del mezzonano e del rispettivo genitore (= io) non è ancora apparso sul calendario. Nessun tripudio all'orizzonte, solo sensi di colpa a nastro.
Il calendario del genitore (privo del nostro nome)

mercoledì 27 aprile 2011

Il film di oggi

E' mercoledì e la pioggia rende tutto più difficile ma se oggi pomeriggio, come auspica sempre una M che conosco, avessi avuto una telecamera sulla spalla avrebbe ripreso che: all'uscita dall'ufficio prima di prendere l'ascensore non pioveva e arrivata giù diluviava. Ad aspettarmi a casa avrei trovato la serena Mar solitamente muta rannicchiata davanti al televisore 32 pollici penzolante dalla staffa a schiacciarla senza pietà sotto il suo peso. Il nano e il mezzonano con galosce in mano che imploravano di andare fuori a saltare nelle pozzanghere. Che, bardati entrambi, due ombrelli due paia di galosce la borsa della piscina la borsa di M (sempre più pesante di quella della piscina) ci saremmo avviati saltando nelle pozzanghere in direzione nuoto. Che una volta arrivati avremmo trovato ad aspettarci la maestra 23enne che voleva da M l'autorizzazione a insistere fino alla morte per far mettere la testa sott'acqua al nano che "altrimenti rimane indietro rispetto agli altri e l'anno prossimo deve ripetere l'anno". Non sia mai. Insisti pure fino alla morte. Che dopo la lezione, passata interamente a guardare tutte le macchine che entravano e uscivano dal parcheggio della piscina con il mezzonano entusiasta parcheggiatore nell'animo, nello spogliatoio la gestione dei due nani uno bagnato e uno che sarebbe dovuto restare asciutto, uno nel reparto docce e uno che sarebbe dovuto restare nel reparto non docce, uno nudo da vestire e uno vestito che voleva a tutti i costi essere nudo (e bagnato), ha messo M veramente a dura prova. Ma la telecamera posizionata sulla spalla di M non avrebbe potuto riprendere la faccia di sopresa mista a meraviglia e sollievo che M ha fatto alla visione di H accorso in aiuto fuori dallo spogliatoio munito di altri due ombrelli.

Ma una domanda regna sovrana: se oggi non fosse stata giornata di piscina e M fosse tornata a casa come sempre alle sette, al suo arrivo la telecamera avrebbe ripreso la serena Mar solitamente muta  schiacciata sotto il peso del 32 pollici da circa tre ore con i nani allo stato brado a girare intorno urlando come indiani?

martedì 26 aprile 2011

L'ora del lupo

Quando il nano era appena nato non era un bambino tanto buono. Piangeva spesso, non mangiava volentieri, ma essendo prematuro non poteva permettersi il lusso di saltare i pasti e, soprattutto, non dormiva mai. M era stanca arrabbiata nervosa e molto suscettibile. H andava in ufficio la mattina e prima di uscire le diceva sempre "promettimi che non gli farai del male". M prometteva, lui andava al lavoro e M si ritrovava sola con il neonano in braccio. Erano giornate impegnative e faticose scandite dalle poppate coatte, le interminabili ninne nanne, gli strilli sovraumani inversamente proporzionali alla grandezza del nano, che dicono si usino per torturare i prigionieri in carceri durissime tipo Guantanamo. Ma c'era un momento davvero difficile, il peggiore della giornata: l'ora del lupo. L'ora del lupo deriva dall'episodio "Le isole" di Caro Diario, in cui due genitori iperprotettivi con un unico figlio, lo svegliano tutte le notti per portarlo nel loro letto, perchè è "l'ora del lupo, l'ora in cui siamo più soli, l'ora in cui si ha più paura". L'ora del lupo in casa di M nei primi 12 mesi del neonano (che non sono pochi) si svolgeva tra le 19 e le 22 (tre ore del lupo ad essere precisi) ed era davvero il momento in cui M aveva più paura, in cui si sentiva più sola, anche se H era tornato, lei aveva mantenuto la quotidiana promessa e nessuna tragedia irreversibile era scoppiata ancora. Durante l'ora del lupo il neonano (in braccio da sempre) urlava strillava si dimenava e non si quietava mai fino al fisiologico sfinimento. A volte poteva aiutare il rumore del fon in sottofondo, lo scorrere dell'acqua dal rubinetto, a volte niente.
Stasera in giardino abbiamo incontrato un vero H madrelingua inglese con in braccio un neonano urlante di 2 mesi. L'H inglese durante la sua ora del lupo alleviava la tortura di Guantanamo facendo infiniti giri di campo. Poichè non è la prima volta che lo vedo passeggiare nell'ora del lupo col suo minuscolo neonano in braccio, stasera mi sono chiesta: ma la M di questo neonano non avrà mantenuto la promessa, sarà chiusa in un carcere durissimo e per la legge del contrappasso sarà obbligata ad ascoltare le urla disumane anche lì? C'è qualcuno in grado di confortarmi e di dirmi che invece la M di questo neonano esiste e passa l'ora del lupo stesa sul letto serena e beata a leggere la sua rivista preferita?

lunedì 25 aprile 2011

Che silenzio questa sera

La casa è grande, silenziosa, pulita, in ordine. Non ci sono giochi in salotto, non ci sono pennarelli per terra, nè fogli stropicciati incastrati sotto le gambe del tavolo. Si possono disfare le borse con tranquillità, senza dover interrompere ogni due minuti per farli smettere di litigare, per aiutarli a recuperare un gioco, accompagnarli in bagno, aprirgli un succo, liberarli dal mocciolo, preparare una merenda. Si può accendere la tele senza sintonizzarla per forza su Yoyo o Gulp o Boing o K2. Si può sentire l'ipod evitando di ascoltare in loop la sigla di Goldrake. Si può stare stesi sul divano e leggere un articolo di vf tutto di seguito e addirittura girare pagina e leggerne un altro. Si possono mangiare i taralli in salotto senza aver paura di dare il cattivo esempio, nè di dover raccogliere briciole per l'eternità. Si può fare una inutile telefonata di chiacchiere e non doversi giustificare ogni due minuti "si' amore.. un attimo.. un po' di pazienza.. tesoro la mamma finisce di dire una cosa e arriva.." Si può camminare a piedi nudi senza rischiare di infilzarsi con un qualsiasi punta di giocattolo, robot, macchinina e senza restare appiccicati per terra a una caramella gommosa. Si può fantasticare su cosa facciamo stasera, immaginare un aperitivo fuori, sognare una cena tardi o semplicemente godersi il lusso di un singolo menù per tutti. Si può oziare senza colpa. Si può stare in un altro posto tra le 18.30 e le 19.15 e non chiusi in bagno, sudati, con loro nella vasca, vapore caldo e schizzi ovunque. M si può levare le sopracciglia dopo mesi, limare le unghie, mettere lo smalto e avere il tempo di lasciarlo asciugare. H alle ore venti ha riassaporato il brivido di un telegiornale dopo anni di Ben10.

Oggi abbiamo lasciato i nani al mare con i nonni e siamo tornati a casa da soli (in moto..). Sarà che fuori piove, che è tutto grigio e fa freddo e che in giardino non abbiamo incontrato nessuno, ma senza di loro è tutto troppo silenzioso e questa pace non ci convince affatto.

domenica 24 aprile 2011

Maschi con maschi e femmine con femmine

I maschi
Figurine, macchinine, camion ribaltabili, volanti da pilota, caschetti per la bici, corse forsennate, sudati fradici, botte da orbi, urla, pipì in piedi contro l’albero, ragni di gomma, pallonate alle piante, scivolate per terra e calci e spinte, ginocchia sbucciate, lanci di giocattoli contundenti a metri di distanza, robot, lotte, salti a chi si fa più male, morsi, minacce di pianti e pianti veri, litigate per tutto e per niente, capricci per andare e per andare via, per iniziare e per finire, per entrare e per uscire, per alzarsi e per stare seduti. Rumorosi, violenti, scalmanati. Età media 3 anni.



bellagioiag.blogspot.com
Le femmine
Il tè, le bambole, i gioielli, le chiacchiere, le trecce, i pentolini, i libri, il lucidalabbra, il pettine e la spazzola, le Winx, i disegni colorati, la fascia per i capelli, la carrozzina e Cicciobello, le collane, la casa di Hello Kitty, la pipì in bagno con la porta chiusa (sedute), timide, nascoste dietro le gambe delle mamme, silenziose, posate, superiori. Età media a parte una bambola di 3, 37 anni.

In questo pomeriggio pasquale siamo stati a casa di amici. Tra gli schianti e le botte dei nani, noi M siamo riuscite a giocare al negozio dei gioielli, a bere il tè e a fare le chiacchiere da femmine.



sabato 23 aprile 2011

Siamo pronti per la squadra di calcetto

E' universalmente noto che lo shoppping è materia da M più che da H. Lo è dalla notte dei tempi, lo è per natura e predisposizione,  lo è per interesse e lo è anche per capacità. Per questo motivo tutte le M e quindi anche quelle di VR provvedono in autonomia e in solitaria alla quasi totalità delle spese che riguardano i nani, dall’istruzione allo sport, dall’abbigliamento ai vari gadget (edicole comprese). Qualche tempo fa però nel bel mezzo di una sessione di acquisto on line per i nani, la connessione cominciò a fare i capricci e così chiesi a H di provvedere lui al mio posto, previa precisa e puntuale indicazione di modelli taglie e colori. H era in ufficio e H quando è in ufficio, non è da nessuna altra parte. Comunque  fu gentile, mi assecondò e in mia vece comprò per i nani quello che la tecnologia temporaneamente mi impediva di acquistare. O almeno questo credevo.

Da quel giorno sono passate tre settimane e stamattina è arrivata la merce.

H prende la scatola, la mette sul letto e la apre.
Comincia a estrarre dalla scatola 1 costume taglia 4 anni rosso e arancio, assolutamente non presente nelle mie indicazioni dato che io contemplo pochissimi colori per l’abbigliamento dei nani e tra questi non rientrano né il rosso né l’arancio.
Ci guardiamo: stupita io, divertito lui. E andiamo avanti.
Estrae secondo articolo: 1 costume in tutto identico al precedente sempre taglia 4 anni.
Ci guardiamo: contrariata io, leggermente interrogativo lui.
Estrae terzo articolo: 1 costume in tutto identico ai precedenti due.
Ci guardiamo: sbigottita io, in leggero imbarazzo lui.
Estrae quarto articolo: 1 esemplare gemello degli altri tre..
Ci guardiamo: con visibile disappunto io, in palpabile disagio lui.
Ci deve essere un errore, controlla la ricevuta, legge la lista e alla riga due chiaro e incontrastabile campeggia un bel 4 in corrispondenza di “boxer mare rosso e arancio taglia 4 anni”.

Io lo so che gli Husbands non vanno disturbati, che quando lavorano, per noi M è come se non esistessero, che la testa ce l’hanno da un’altra parte e che queste cose le fanno le M e se la tecnologia non le assiste sarà destino, sarà per la prossima volta, e che la colpa in casi come questo (ammesso che ne esistano) è sempre nostra, ma adesso le cose sono due: o mettiamo su una squadra di calcetto colorata e professionale o allestiamo una bancarella in giardino tra quella dei giochi vecchi e quella dei libri in beneficenza.

venerdì 22 aprile 2011

A ognuno la sua valigia

Ci sono due modi per fare le valigie: il modo razionale e il modo irrazionale. Esiste anche un terzo modo: darle in outsourcing che è il modo tipico di alcune tipologie di H solitamente figli unici o primogeniti, spesso liberi professionisti, uominiveri, sempre poco inclini alle faccende domestiche (intendendo per domestico tutto quello che si fa dentro casa, comprese appunto le valigie).
Il modo razionale è quello per cui vengono inseriti in valigia (singolare) capi di abbiglimento adatti alla destinazione, alla stagione, alle temperature previste, al tipo di vacanza e agli impegni che si prospettano davanti e i capi scelti sono sempre in quantità direttamente proporzionale alla durata del soggiorno. La valigia preparata con il modo razionale è un valigia ordinata, ben chiusa, mai troppo pesante, facilmente trasportabile, spesso munita di rotelle. Le persone che preparano le valigie in modo razionale partono alla volta dei loro viaggi spensierate tranquille sorridenti con sguardi fieri e consapevoli che se è prevista pioggia tireranno fuori l'ombrello mentre se sono previsti 40 gradi tireranno fuori l'ombrellone.
Il modo irrazionale di fare le valigie è quello per cui qualsiasi sia la destinazione, la stagione, la durata, la temperatura prevista, il tipo di vacanza e gli impegni che si prospettano davanti, i capi inseriti nelle valigie (plurale) restano sempre gli stessi: TUTTI. Succede così che ad agosto si portino impermeabile sciarpa e galosce per i nani; a sciare vestito da sera e sandali tacco 12 "non si sa mai tanto siamo in macchina cosa ci cambia"; ai tropici il piumino "che potrebbe essere la stagione dei monsoni". Le valigie preparate con il modo irrazionale sono gonfie, deformi, non si chiudono quasi mai. A volte vengono strizzate in lacci elastici di sicurezza anti-esplosione (a volte esplodono), a volte vengono addirittura sostituite con le buste blu di Ikea. Sono scomodissime da trasportare: sempre a tracolla o comunque di peso, nei rari casi in cui prevedano rotelle, si bloccano o non girano. Le persone che preparano le valigie in modo irrazionale al momento della partenza si sono sempre dimenticate qualcosa di FONDAMENTALE (nella maggior parte dei casi documenti e/o biglietti), sono stanchissime stropicciate gobbe schiacciate sotto il peso dei loro innumerevoli bagagli e consapevoli che anche questa volta si pentiranno di non aver portato proprio quello che serviva.

Ieri sera ho preparato le valigie (plurale) per i nani che stamattina partono per il mare con i nonni.. le previsioni del tempo sono discordanti.. io per essere sicura tra il costume, i sandaletti e la crema per il mare, c'ho infilato le galosce e la giacca a vento.. tanto vanno in macchina...


Valigia (singolare) preparata in modo razionale

Valigie (plurale) preparata in modo irrazionale


 

giovedì 21 aprile 2011

L'edicola: da negozio di giornali a luogo di perdizione

Fino a qualche anno fa l'edicola era quel pacifico posto dove la ancora non MdVR si fermava per comprare il giornale, per sbirciare le copertine delle riviste di gossip, al massimo per chiedere un film in vhs prima e dvd poi. Andare all'edicola non era impegnativo; passarci davanti non era considerato pericoloso; e se si trovava chiusa, amen. Oggi no: l'edicola è diventato un posto ad alto rischio, talmente che solo a passarci davanti si incorre in perdite economiche più o meno gravi.
E' così che all'uscita di scuola le MdVR si scervellano per cercare percorsi alternativi che non contemplino l'incontro con questi pericolosi luoghi di perdizione (in numero di due nel quotidiano percorso scuola-casa) ma, se sovrappensiero o di fretta, prendono la strada abituale, dopo soli 20 passi eccola in tutta la sua minacciosa essenza: l'edicola. Con tutti quei gadget appesi (altezza nano) o sistemati in stand VISIBILISSIMI anche al più miope di loro.
Con il passare degli anni, poi, queste edicole si sono fatte sempre più furbe e i piccoli e mostruosi giochi e giochini che vendono non sono più confezionati in scatole trasparenti, che puoi facilmente vedere il contenuto ed evitare di replicare all'infinito l'acquisto dello stesso identico mostruoso pezzo, no, adesso - malefiche - le confezioni sono indecifrabili che non si intuisce cosa c'è dentro nemmeno al tatto perchè gli oggetti, abilmente nascosti all'interno, sono ulteriormente incartati in involucri di cartone. Ed è così che non solo la MdVR si ritrova costretta dalle urla dei nani a fermarsi e a comprare un pacchetto qualsiasi (bakugan, gormiti, ben ten, barbapapà, alfabot, lego, ragni appiccosi da sbattere al muro con tutte le forze), ma a sperare scongiurare pregare che non sia un doppione, onde evitare l'ISTANTANEO pianto isterico del nano con coseguente secondo acquisto con annessi speranza, scongiuro, preghiera che sia un "mi manca" e non un "ce l'ho".
Insomma, l'edicola sta ai nani come il paese del balocchi a Lucignolo, la casetta di cioccolata a Hansel e Gretel, la mela avvelenata a Biancaneve: è un'inevitabile trappola.
Quando i nani eravamo noi al massimo potevamo rompere per un pacchetto di figu da 100 lire e se erano doppioni li portavamo a scuola per scambiarli con i doppioni degli altri..
Edicola numero 1
Edicola numero 2 (con nano questuante)

mercoledì 20 aprile 2011

L'ora X

E' appena scattata la fatidica ora. Corro incontro alla piu' difficile mezzora della settimana..

Emme

Tra tutte le MdVR ce n'è una un po' più M delle altre. A voler ben specificare abita una decina di metri fuori dal cancello di ferro, ma le spetta comunque a pieno titolo il nome MdVR perchè non solo possiede un appartamento dentro affittato a malincuore, ma ha mantenuto il possesso e anche l'uso della cantina annessa al suddetto appartamento. Inoltre e' una delle più assidue frequentatrici delle panchine, la principale promotrice di inziative ecumeniche: gite al mare, feste, cacce al tesoro, corsi di nuoto del mercoledi' (...), la rappresentante dell'istituto dei nani, nonchè, e "conviene dirlo sempre", Avvocato. Emme ha tutte le caratteristiche della MdVR: due nani maschi (le femmine sono una rarità da noi), un lavoro full time 7e12, un H prof più prof che H, un monopattino (perso e ritrovato), nessun tempo per lei, una serie di buoni propositi che restano perennemente propositi, perchè il tempo è stretto e come una coperta se lo tiri da una parte, ne scopri un'altra. Emme è la MdVR che mi ha spinto a scrivere qui. E' per questo che le vorrei fare un saluto speciale. Perchè se non ci fosse stata lei non avrei mai trovato il coraggio.
E glielo voglio fare proprio oggi perchè a) non è contenta; b) è stanca; c) sono tanti giorni che non la vedo e mi dispiace; d) perchè il suo mininano e' affetto da giorni da febbre altissima, che anche se "non si preoccupi signora non e' niente" e' sempre il suo mininano malato; e) oggi era una data molto attesa perchè doveva segnare la fine di una cosa brutta e invece, a sorpresa, segna l'inizio di una bella ma per lei forse più catastrofico-destabilizzante.
E infine proprio oggi perchè è mercoledì e ahinoi alle 16.15 scatta la famigerata ora della piscina..

martedì 19 aprile 2011

Hanami

Ricevo or ora per mail questa poesia in rima baciata da anonima MdVR che intendeva postarla sul blog.
Adesso il gioco e':
a) indovinare l'anonima M
b) capire cosa la lega alla cultura giapponese
c) immaginare il significato della parola Hanami senza ausilio del web (io non posso partecipare che già mi feci ausiliare...)


HANAMI
Non è Kyoto,
manca proprio il fior di loto.
E non è solo il ciliegio
ad avere un seggio
nell'arboreo parlamento del giardino.
Lo sa ogni bambino.
Eppure a VR in primavera,
nella luce del giorno e tra le ombre della sera,
prati e viali annegano sommessi tra petali rosa
evocando quell'unica remota cosa.
Festa dei fiori, magari la chiami.
Nel cuore di Roma, il tuo piccolo Hanami.






Grazie a MSdVR per aver fatto da intermediaria.

Quaranta

Quaranta come il numero civico della casa dove abitate da che mi ricordo
piu' vicini all'oro che all'argento
quaranta di entusiasmi e di paure
di partenze e di ritorni
di amore e di insofferenze
di gelosie confessate
di perdite e di incontri
di incomprensioni
di discussioni e fare la pace
quaranta di film al cinema e spettacoli a teatro
di cene e progetti
di torte con le candeline
di abbracci stretti stretti
di vestiti disegnati con amore
quaranta di brindisi
di chilometri di strade con il sole e con la neve
di alberi di natale illuminati
quaranta di speranze e delusioni
di malattie e guarigioni
quaranta di sere davanti alla tele
di problemi e soluzioni
di stagioni una dopo l'altra
di chiacchiere al buio prima di dormire.

Quaranta di voi due e di noi quattro.
Quaranta, solo uno zero piu' di noi ma quanto vale quello zero..

Quaranta insieme, sempre.

Buon anniversario M&P.

Oggi la MdVR ha lasciato il posto alla Figlia dVR, per un'occasione speciale.

lunedì 18 aprile 2011

Non Jova alla salute (ma al cuore sì)

Capita a volte che la MdVR vada in trasferta. Capita che parta per un viaggio di lavoro, per una breve vacanza, per un piccolo giro. Nelle ultime 24 ore è capitato a me.
Sabato ore 12 partenza in moto dal cancello del LT destinazione Paradiso (...)
Il viaggio in moto per chi non ne avesse esperienza diretta è un più o meno lungo (in questo caso più), solitario, rumoroso, spesso freddo (in questo caso sì), a volte bagnato (in questo caso anche), sempre scomodissimo tipo di viaggio, solitamente prediletto dagli H e inviso alle M, che tuttavia con quella loro predisposizione all'amore, all'eterna comprensione e alla dedizione assoluta accettano con abnegazione (ma non sorridendo). L'arrivo a destinazione è stata la cosa più piacevole delle 5 ore e 20 trascorse a cavalcioni in preda a una tempesta di vento, con musica in cuffia fino al completo stordimento, immobile e molto zen, con un'unica appendice in movimento alle mie spalle: il cappuccio del giubbotto ballerino instancabile e frenetico. In testa 1,6 kg di casco a pesare sul collo e a farti sentire nel migliore dei casi un astronauta e nel peggiore un pesce intrappolato in una bolla di vetro trasparente, (la 2). L'occasione che ha reso necessario il suddetto spostamento (chiamarlo viaggio è fuorviante) è stato il concerto di L. Bellissimo carico energico emozionante. Che comunque tale sarebbe stato anche se lo spostamento avesse contemplato due ruote in più e un abitacolo chiuso.
Ritorno domenica con partenza alle ore 13 e un sorprendente e salvifico cambio di itinerario che H, centauro nell'animo ma non piu' ventenne nel fisico, ha ritenuto necessario per la salute della coppia (fisica e psicologica).
All'arrivo a VR, dopo sole 4 ore e mezza, ad aspettarci in giardino il nano e il mezzonano felici e irrefrenabili, ci hanno assalito di richieste domande capricci e lagne. Rivalutatissime al cospetto di cotanto weekend.
Qui un piccolo assaggio..

sabato 16 aprile 2011

Il monopattino

Il must di VR tra i 2 e i 5 anni e' il monopattino (anche detto monopatto o momopattino). Non un maonopattino ma proprio il monopattino di VR, quello con 3 ruote due davanti e una dietro, quello che costa 70 euro, che non prevede nessun tipo di allungamento e sfruttamento con la crescita del nano, quello che non tiene piu' di 20 kili, quello blu per i nani e rosa per le bambole. Se a VR non hai il monopattino sei tagliato fuori. Come al liceo senza il motorino, a 18 anni senza la patente, a 20 senza il viaggio con gli amici, a 25 senza il ragazzo/o fisso/a, a 35 senza la familiare, a 40 senza gli addominali (gli H) e il personal trainer (le M) e a 50 senza la crisi di mezza età (tutti). Non so assolutamente come sia nata la cosa ma ormai a VR il monopattino e' status. Se ti va bene ne compri solo uno che passa come tutto il resto dal nano al mezzo nano (in caso di esemplari dello stesso genere), altrimenti il numero cresce per multipli di due  perche' succede che te lo rubano (a noi), lo lasci al bar dell'aperitivo (noi), ti dimentichi di caricarlo in macchina e lo lasci per strada (sempre noi). Per evitare di comprarne a multipli di due le M e gli HdVR li marchiano, li personalizzano, li rendono unici e inconfondibili: c'e'chi fa un' incisione invisibile ai piu' sotto la pedanina, c'e' chi lo riempe di adesivi, c'e' chi ci scrive con pennarello indelebile nome cognome indirizzo numero di telefono gruppo sanguigno e codice fiscale. Nonostante questo, i monopattini continuano a sparire, a viaggiare di casa in casa senza tornare mai dal proprietario originale, a confondersi tra loro. Questa volta e' toccato al monopattino di bambolaV, lasciato per sbaglio in giardino e mai piu' ritrovato. Si dice che un gruppo di altre MdVR se ne sia impossessato nottetempo, abbia eliminato con trielina ogni traccia di adesivo, ogni segno di pennarello e lo abbia fatto suo. E la MMdVR ha comprato il monopattino numero due.

venerdì 15 aprile 2011

Dai briganti a noi

Quando andavamo a scuola noi, andavamo in gita al Museo Pigorini, al Colosseo, ai Musei Capitolini e a quelli Vaticani e se ci andava di lusso il divertimento era assicurato alla Centrale del latte di Torre in Pietra. I nostri figli, oggi, vanno alla fattoria degli animali, allo zoo, da Explora e al MAXXI.
Ieri mattina una scolaresca francese e' venuta in gita a VR accompagnata da una guida. Un HdVR ha assistito alla scena, l'ha ripresa e ha approfittato per chiedere agli Old dVR presenti com'era VR nel lontano 1922.
 
Abbiamo cosi' scoperto che un OdVR raccolse negli anni 40 la testimonianza della sua MdVR , che gli raccontò che nel 1922 quando lei vi approdò, VR altro non era che una palude,  quella che oggi e' una trafficatissima e importante arteria cittadina era una strada sterrata, e nella limitrofa zona di BA c'erano i briganti. Non ha raccontato che il fiume era navigato da navi pirata, ma mi piace immaginarlo. (video in basso)

In questo posto dove 90 anni fa nessuno voleva abitare perche' considerata periferia piena, assolutamente fuori porta, oggi le scolaresche francesi vengono in gita; gli appartamenti (alcuni ancora in uno stato di semipalude) vengono venduti a 10 mila euro al mq e quelli che ci abitano si considerano una fortunata elite, anche se al posto loro un tempo c'erano i briganti.

Buona visione.

Si ringraziano Alvaro, la signora, e L'HdVR.

giovedì 14 aprile 2011

Un mercoledì da leoni

Il mercoledì per le MdVR e' giorno di piscina. Ieri era mercoledì. Il giorno di piscina funziona così: la lezione dei nani inzizia alle 17, alle 16:15 sui telefoni delle MdVR e' impostata la sveglia "piscina". I telefoni squillano, le MdVR scattano sul'attenti e lasciano all'unisono scrivanie coperte di carte e documenti, slide da finire, calcoli e medie da graficizzare, telefonate a metà, capi tra lo stupito e il contrariato con la prima scusa che viene in mente e la vana promessa "tra poco torno" (tra poco=domani), nel migliore dei casi secondogeniti urlanti in lacrime. 
In motorino, in macchina, a piedi le MdVR raggiungono affannate la scuola, salgono le scale contromano semitravolte da orde di classi in discesa libera verso l'uscita,  arrivano in aula e trovano i nani da piscina sempre intenti a fare qualcos'altro di importantissimo e irrinunciabile (piu' delle carte e dei documenti, delle slide, dei calcoli, delle medie, dell'attonicità dei capi, delle lacrime dei secondogeniti) e con un innaturalissimo mix di pazienza e isterismo li convincono a seguirle sulla strada per la piscina. Se vi capita di incontrare una MdVR il mercoledì tra le 16:30 e le16:50 per strada in direzione piscina la riconoscerete: vi verra' incontro ansimante, un ammasso informe di borse zaini giubbotti grembiuli felpe (col caldo), ombrelli buste con scarpe scambiate con galosce sciarpe e cappelli (col freddo), che rincorre uno o piu' nani inferociti dalla cattvità delle 8 ore trascorse a scuola. L'arrivo in piscina è la salvezza (finalmente si riesce a posare lo zaino, la borsa, il borsone della piscina, il nano inferocito, l'ombrello, la sciarpa, il cappello e il grembiule) e l'inferno: e' noto universalmente che nello spogliatoio delle piscine di tutto il mondo fanno 50-60 gradi con umidità al 100% ed e' parimenti universalmente ignoto il perche'. Comincia tutto uno scartare di nani e di mamme, uno sfogliare di strati e finalmente i nani in costume cuffia ciabatte e accappatoi indossati a mantello vengono affidati alle SS signore della piscina e le MdVR hanno 50 minuti per riprendersi dall'ultima mezzora, prima delle docce coatte e vestite, cui verranno sottoposte alla fine della lezione.

Ecco io penso che se proprio dovrò morire di infarto, icuts, o un qualsiasi colpo improvviso, sicuramete accadra' un mercoledi' tra le 16:15 e le 17:00.

Ps. oggi e' il compleanno di MCdVR. Tanti auguri!

mercoledì 13 aprile 2011

Husbands

A ognuna delle MdVR corrisponde un husband. Come a ogni numero di telefono una voce che risponde, a ogni bottone un'asola e a ogni fine un inizio. Gli HdVR vivono inconsapevoli la loro condizione. Si aggirano nelle loro vite alla stessa maniera degli "altriH". Non frequentano il giardino se non sporadicamente, non si scambiano confidenze ne' figli, confondono il nome d G per quello d F e la M d P per quella d L. Tra gli HdVR c'e' il prof indefesso, che non esce mai di casa e anche quando ti capita di passare a casa sua resta comunque una figura mitologica mezzo uomo e mezzo schermo del pc chiuso nel suo studio e "shhh che non bisogna disturbarlo", c'e' l'eterno ragazzo sempre sorridente che sa fare tutti gli sport e ha sempre gli stinchi grattuggiati da un campo di pallone, c'è il regista silenzioso osservatore, c'è l'husband che per lavoro cura migliora e ringiovanisce i volti e i corpi delle MdVR e delle "altreM", che dispensa consigli su creme e trattamenti e che quando ti osserva ti senti un microbo davanti al microscopio esageratamente ingigantita in rughe e difetti. C'e' l'husband  caciarone e quello timido, c'e' il mammo e l'uomovero, c'è quello che a Natale ha sorprendentemente cucito sotto gli occhi invidiosi e ammirati di tutte le M la più bella bambola di pezza della classe. E poi c'è Husband.
Ecco Husband ve lo voglio presentare così: in una scena di vita quotidiana.
Ieri sera interno notte, ore 23.00, buio. H torna dalla sua trasferta di lavoro. Io sotto le coperte semiaddormentata. Accende una piccola luce. Strizzo gli occhi, mi chiede dei nani, mugugno tutto ok sono stati proprio due soldatini, bravissimi... Poi:
 "novità?"
"in effetti..una novità c'è.. ho aperto un blog" mugugno
"???"
"sì.. era da un po' che ci pensavo.." sbadiglio
"ah e come l'hai chiamato?"
"l'erba del vicino" dico piano...
...
"...MERDA DA VICINO? Oddio mi raccomando non parlare male del tuo posto di lavoro che ti licenziano e noi abbiamo il mutuo le scuole l'assicurazione della macchina. A proposito sono arrivate nuove bollette?"
"???"
Spegne la luce.
Ecco lui è un po' distratto e un po' sordo, molto pratico, in perenne affanno economico e con il lavoro sempre in pole position in testa. Ma e' anche affettuoso e presente e adora i nani.

martedì 12 aprile 2011

Esiste un giardino

Esiste un giardino al centro della mia città nascosto da palazzi grandi che fanno da perimetro e scudo a palazzi più piccoli. E' un posto abitato da famiglie con figli grandi e piccoli, o anche senza che mica e' un obbligo averne, da nonni e nonne con nipoti e cani; da single, da stranieri, da registi e attori di cinema e tv, da vedove, da tipi molto strani (il guerrafondaio, il poeta, emily, il portiere atipico) e molto normali. Ma soprattutto abitato dalle mamme di VR che dentro questo giardino si sono prima guardate e studiate da lontano, a volte invidiate, poi conosciute, aiutate, amate. In questo giardino le MdVR si ritrovano la mattina per accompagnare i nani a scuola e la sera quando si trascinano insieme agli zaini, alle borse della piscina, infelicemente addobbate di buste della spesa con l'immancabile latte, di quelle scomodissime e scivolose della tintoria che quando te le consegnano dovrebbero dare in omaggio uno stick di colla per appiccicarle al braccio. Le MdVR si incontrano il sabato e la domenica per scelta e per caso chi esce e chi torna chi resta e chi passa soltanto, chi si ferma, chi consola un bambino che piange, chi restituisce un gioco, chi offre una striscia di pizza, chi soffia il naso a un figlio o gli allaccia una scarpa. Le MdVR si organizzano in questo giardino per festaggiare compleanni e feste di Halloween, ma anche per consolarsi, per condividere un momento no, un pensiero, un sorriso, il racconto di una sera, la speranza di una nottetuttadifila.
Le MdVR si fanno coraggio e compagnia "sabato li tengo io e tu ti riposi un po"..

Questo giardino e' il posto dove abito. E io sono 1MdVR.

VR è

Emily/io da vecchia sulla panchina con le cioce e i fagiolini (ma il bastone io non ce l'avrò MAI)
i disegni per terra coi gessetti sbiaditi che non vanno mai via
i salti nelle pozzanghere con le galosce
le zanzare
i cracker sbriciolati perennemente nella borsa
la pipì tra le foglie (e la cacca a volte)
i bambini con il monopattino pistaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
i primi passi e le prime cadute e i primi baci anche
il giornale appena comprato la domenica mattina e buttato intatto la domenica mattina della settimana dopo
le zanzare
le chiacchiere con la mamma di.. che non saprò mai come si chiama
le corse in bici dei "grandi"
i pinoli
le moto parcheggiate a mo' d giostra e stai attento che cadi
le pance che si gonfiano
e spariscono in 9 mesi
le carrozzinechediventanopassegginichediventanomonopattinichediventerannobici
le zanzare
le ginocchia sbucciate
le bancarelle dei giochi vecchi
le feste in giardino le loro e le nostre
il fresco delle sette di sera a giugno
e il gelo d'inverno che fa buio presto
le mie finestre spiate per un anno da sotto
in attesa che si avveri il sogno
le zanzare
il portiere atipico a leggere i grandi classici sulle panchine (al posto mio)
il gelato tutto l'anno rigorosamente nocciola e cioccolato
il cancello di via D che appena entri provi quel sollievo e stai bene
le mie amiche mamme di VR
compagne di viaggio di giochi e di merende
che rendono la mia vita più facile divertente bella
Il sogno avverato.