venerdì 30 dicembre 2011

Ispezione armadietti

DRIIIN DRIIIN

"Pronto?"
"Comunque lui è il number one"
"..lui chi?"
"Come chi? LUI"
"Oddio che ha fatto?"
"E' passato qui"
"A casa vostra? Senza preavviso?"
"Sì"
"E come mai?"
"Così per vedere la casa e fare un controllo.."
"Un controllo?"
"Sì"
"Che tipo di esame?"
"Bè per esempio appena entrato ha detto adesso vi do il cappotto dove lo mettete?"
"???"
"Poi ha chiesto all'Avv se avesse fatto il serivizio militare, lui ha risposto un confuso sì e allora ha detto: quindi saprai cos'è l'ispezione armadietti.."
"..."
"..e ha voluto vedere come avevamo sistemato la cabina armadio, le stanze dei ragazzi, e alla fine ha voluto ispezionare anche i bagni"
"..."
"E poi ha voluto sincerarsi che stendessimo il bucato come da suo progetto e non avessimo stendini in mezzo al salotto, ops soggiorno scusa ha detto che preferisce che si chiami soggiorno.."
"Ma non aveva avvisato? E' piombato così alle sei di pomeriggio?"
"Sì fantastico.. è il number one."


Un paio di anni fa l'Arch ristrutturò l'appartamento dell'amica trimamma della macchinetta. Fu una ristrutturazione domestica e psicologica con momenti difficili e crisi profonde. L'amica della macchinetta è sopravvissuta all'esperienza, ma non senza portarne i segni.
Ieri l'Arch è passato per un esame a sorpresa.
Promossi a pieni voti.

Reparto pacchetteria

M ha gusti molto semplici. Nel cibo, nell'abbigliamento, nelle letture.
Molto rigidi.
Con poche varianti.
Alquanto monotoni.
Molto spesso per l'abbigliamento fa riferimento alla soffitta dei Nonni, dove in perfetto ordine si trovano vestiti giacche cappotti impermeabili dagli anni sessanta a oggi. La soffitta è un pozzo senza fondo di sorprese e più di una volta M ha risolto lì la mise per un matrimonio, per andare a sciare o per una festa in maschera.

Sul sito di un negozio del centro qualche giorno fa aveva notato un vestito di maglia molto carino. Disponibile solo in rosso. Ma non essendo il rosso un colore che rientra nella palette di M, aveva deciso di recarsi di persona al negozio che non si sa mai.
Mercoledì mattina nel suo ultimo giorno di ferie dell'anno, lasciava i nani alla muta Mar e si recava in centro con H.
Arrivata al negozio, iniziava a cercare il vestito.
Al piano terra non lo trovava.
Al primo piano nemmeno.
Così al secondo e al terzo.
Terminate con insuccesso le ricerche, M munita di iPhone di H fermava una commessa.
"Buongiorno, posso chiedere?"
"Prego"
"Sto cercando questo vestito"
"Uhm.. Mai visto in vita mia."
"Ah"
"No no io proprio non ce l'ho.."
"???"
"C'è un codice di riferimento?"
"Sì qui"
"Allora aspetta che chiediamo se c'è in magazzino, comunque ti assicuro che esposto non l'ho mai avuto e se c'è può essere solo nella pacchetteria su in magazzino"
M rincuorata più per essere stata apostrofata con il tu e per l'assenza di "signora" nelle frasi della giovane commessa, che per il fatto che forse il vestito esisteva davvero, ha aspettato.

Il vestito esisteva sul serio (e in blu per giunta) e quando M l'ha preso per provarlo, la giovane commessa le ha chiesto "Scusa me lo fai vedere?"

Essendo la seconda volta che M cerca in quel negozio degli articoli che esistono solo nel magazzino e che mai sono stati esposti, ha deciso che la prossima volta si recherà munita di iPhone e codice direttamente nel reparto pacchetteria del magazzino, che è diventato nel suo immaginario un surrogato della soffitta dei Nonni.

giovedì 29 dicembre 2011

Shopping compulsivo da fioretto

M aveva fatto un fioretto.
Da prima dell'estate e natale niente shopping a parte le cose realmente utili.
(Esempio di cose realmente utili: la crema per il visto e per il corpo, i trucchi basici come il fard e il rimmel, qualche romanzo, un reggiseno nuovo su vivo consiglio di H  "ma non ti vergogni in piscina?").

M è riuscita a portare avanti il fioretto senza problemi.
Ha evitato i suoi siti di riferimento, le passeggiate in centro e la sezione style della sua rivista preferita, sempre foriera di ispirazioni e suggestioni.
E' arrivata indenne a metà dicembre.
Poi la sua atavica borsa l'ha abbandonata e ne ha presa una nuova, rigorosamente low cost, quasi identica.
Al reggiseno nuovo ne ha aggiunti altri due di diverso colore (basici), in tutto identici al primo.
Ha visto una giacca piumino addosso a una magrissima collega di ufficio, ha ceduto al colpo di fulmine e ne ha acquistata una nei 35 minuti della pausa pranzo.
Passato il natale e finito ufficialmente il fioretto M ha acquistato nel giro di 24 ore un paio di stivali su internet, un vestito di maglia in un negozio, una vacanza di una settimana a Lampedusa per due persone dal 2 al 9 giugno compresa di colazione, volo e scooter.
E ora non è più convinta che l'astinenza da fioretto sia stata per lei la giusta soluzione.

martedì 27 dicembre 2011

Il regalo più bello

E tutto procede sempre con una grande frenesia.
Frenesia per i regali, per le corse in centro immersi nel fiume di folla che vaga in cerca di un'ispirazione fulminante e risolutiva. Frenesia per l'organizzazione del cenone della vigilia che, da quando sono morti i nonni e casa loro non esiste più, ogni anno gli zii si rimbalzano l'un l'altro, rispedendolo il più presto possibile allo zio successivo come fosse un palla infuocata che a tenerla troppo in mano si finisce per bruciarsi.
Frenesia dello zio di turno costretto a ospitare trentacinque persone di età compresa tra i diciotto mesi e i settanta anni, con il sorriso sulle labbra e l'angoscia nel cuore.
Frenesia perché all'ultimo minuto c'è sempre un bambino che si ammala, un genitore che deve restare a casa ad accudirlo, o un nonno che si sacrifica.
Frenesia perché si scartano i regali tutti insieme, in un turbinio di carte colorate, in un'atmosfera di euforia che i bambini ricorderanno per tutta la vita così come ce lo ricordiamo noi.
Frenesia per andare a cambiare i regali, per cercare gli scontrini che "chissà dove l'ho messo", per montare i giochi da montare "ora, subito babbo".

E poi c'è un momento, dopo tutto, il momento in cui a casa ognuno di noi si mette davanti alla tele, accende il lettore dvd, infila il disco e spinge play.
Ecco questo momento è il momento più bello del natale. Tutta l'euforia di quando eravamo piccoli, e scartavamo i regali sotto l'albero luminoso, si è trasferita qui. Su un divano davanti allo schermo a vedere ogni anno il filmino del cugino serio. L'appuntamento natalizio è davanti ai propri figli e a tutti i cuginetti che corrono, piangono, giocano, vestiti d'inverno e nudi d'estate, che spengono candeline, che gareggiano sul monopattino e tirano un pallone. Che salutano, mandano un bacio, si girano e scappano via.
Anno dopo anno un po' più cresciuti, consapevoli, partecipi, divertenti.
E la musica in sottofondo scelta apposta per ognuno di loro. Che è sempre giusta, che si sposa perfettamente con le immagini, che ti resta in testa e nel cuore.
Ecco il regalo più bello, preparato senza frenesia con pazienza amore e dedizione e rinnovato ogni anno con lo stesso impegno. Grazie cugino S (S di Serio).

venerdì 23 dicembre 2011

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale (quello vero),
quest'anno voglio scrivere una letterina anche io dopo secoli di richieste orali.
Sotto l'albero mi piacerebbe trovare un romanzo di quelli che ti tengono incollata tutta la notte, che ti levano il sonno e si impadroniscono di tutti i tuoi pensieri, quelli dove  soprattutto "c'è Amore" come dice una delle mie scrittrici preferite. Una storia lunga, di tante pagine, che a me i racconti che finiscono prima che si abbia il tempo di immaginare la faccia dei personaggi, proprio non mi piacciono. Poi mi piacerebbe trovare una sciarpa morbida morbida, senza peli che mi viene la tosse e se mi vanno nel naso mi viene anche da starnutire, grande quasi come una coperta, caldissima ma leggera, possibilmente un colore neutro (non amaranto, tanto per esluderne uno) che la mia palette di colori ha barriere molto alte all'ingresso.
Infine mi piacerebbe trovare qualche prodotto di bellezza, di quelli che non si dovrebbero regalare perchè ci rimani male, ma che se non te li regalano certo non te li vai a comprare che costano un sacco e ti sembra che per pura vanità non ne valga la pena. Che ne so quelle creme che vedi la pubblicità sulle riviste, che sembrano miracolose, cancellano rughe, macchie, inestetismi e ti fanno tornare liscia come la pagina che stai sfogliando.

Ma prima di portare queste cose a me, caro Babbo Natale, fai pure il giro di tutti i bambini, che hanno la precedenza e solo se ti avanza tempo ripassa qui che tanto per riscaldarmi ho già le coccole dei miei nani e per restare bella e giovane gli occhi di H e per la storia d'Amore piu bella che c'è la fantasia non mi manca...

giovedì 22 dicembre 2011

Coro di natale

Tempo di recite
di cori di natale
di fughe dall'ufficio
e di corse in motorino.

Tempo di collette
di regali alle maestre
e ai bidelli
e all'insegnante di musica
e a quello di ginnastica no che il saggio si fa solo a fine anno, mica a natale.

Tempo di magliette più o meno rosse da indossare tutte uguali (quasi)
comprate nuove all'ultimo minuto
o trovate nel cassetto un po' scolorite e corte.

Tempo di speranza che quest'anno vada meglio
che partecipino un minimo
che non passino il tempo distratti
a guardarsi intorno
con le dita a frugare nel naso.

Che quelle canzoncine che hai sentito mille volte
a casa
di sfuggita
mentre facevano il bagno
o coloravano
e pensavano di non essere sentiti
le cantino anche lì sul piccolo palco del teatro della scuola.

Tempo di consapevolezza che anche quest'anno
invece di cantare sbadigliano
invece di mimare le canzoni
si scaccolano
e tu invece di commuoverti
sei li' a domandarti il motivo
della fuga dall'ufficio
della corsa in motorino
dell'acquisto di due magliette rosse all'ultimo minuto e
del regalo al maestro di musica
per questo coro di natale.

martedì 20 dicembre 2011

Un aneddoto della professorè

Domenica M aveva invitato a casa gli amici dell'ufficio e i loro nani per l'annuale scambio di auguri e dei regali di natale. Ovviamente essendo colleghi di lavoro e vedendosi tutti i giorni tutto il giorno, mangiando insieme a mensa e condividendo persino il bagno, M e i suoi colleghi dell'ufficio non hanno molto di nuovo da raccontarsi quando si vedono anche fuori. E allora approfittano per fare due chiacchiere con le rispettive mogli e i rispettivi husband. La moglie di Lui, il capo di M, è un'insegnante. Attualmente insegna lettere in un liceo professionale.
"Ehi moglie di Lui, tu che hai a che fare con gli adolescenti, raccontaci un po' ma sono davvero così terribili?"
"Terribili direi che non è l'aggettivo giusto per definirli"
"Ah, quindi è vero quello che si dice.."
"E' anche peggio di quello che si dice."
"..ma per esempio raccontaci un aneddoto che è successo a te ai tuoi studenti così per farci capire.."
"Bè l'ultimo che è successo l'avrete sentito al telegiornale"
"..al telegiornale?"
"sì..oppure letto sui giornali."
"..."
"Di quella ragazza ritrovata morta nel fiume."
"..."
"Non l'avete saputo?"
"No"
"Bè questa ragazza è stata ripescata dal fiume morta strafatta"
"E.. la conoscevi?"
"Certo era in una delle mie classi"
"Ah..ma come è successo?"
"Bè era una pluriripetente, aveva 22 anni e ancora stava a scuola..era scappata di casa viveva a casa della compagna di banco con la sua famiglia, quest'anno aveva deciso di diplomarsi, di mettercela tutta, ma da due settimane non veniva a scuola aveva cominciato a rubare negli zaini delle compagne di classe..e alla fine l'hanno ripescata dal fiume"
"..e i compagni come hanno reagito?"
"Niente non dicevano niente e quando ho chiesto loro cosa provassero per la loro compagna di classe mi hanno risposto in modo distaccato che una così se l'era cercata, professorè".

lunedì 19 dicembre 2011

Altri meno

Ci sono dei fine settimana tranquilli in cui ci si dedica alla casa, al riposo (quel poco permesso dai nani), alla preparazione di una torta e alla costruzione di una pista per le macchinine. In cui si disegna con i pennarelli colorati, si vede un film alla tele, si sfoglia una rivista in camera loro mentre giocano per terra e alle cinque si fa merenda tutti insieme con tè e biscotti.

E poi ci sono fine settimana come quello appena trascorso.

Sabato mattina prima delle 7.00 H si è svegliato con forti dolori allo stomaco.
Si è chiuso in bagno e alle 8.30 e ne è uscito "svuotato".
M è corsa in farmacia a cercare un rimedio.
Alle 9.00 M era dal parrucchiere sotto casa a fare i ricci.
Alle 10.30 era tutta vestita (già senza ricci) e camminava con tacco 12 accanto a un acciaccato e stanco H, sotto l'ombrello in cerca della macchina parcheggiata nessuno-si-ricordava-dove.
Alle 10.45 M e H trovavano la macchina e partivano alla volta del matrimonio dell'amica Bene.
Prima tappa benzina.
Seconda tappa casa dello zio matto.
Terza tappa casa di MK e Husband di riferimento.
Alle 11.20 partenza con l'"aiuto" del famigerato tom tom che stimava un tempo di percorrenza pari a 50 minuti, arrotondato per eccesso.

Dopo 120 minuti, alle 13.20 M H e lo zio matto, arrivavano a destinazione, dopo aver spento il famigerato tom tom, dopo un infinito inutile stancante peregrinare a vuoto, dopo che gli sposi erano già sposati e dopo che un angelo travestito da passante li aveva guidati fino alla chiesa "altrimenti non ci arriverete mai".

Ore 18.30 rientro, ritiro nani dai nonni, casa, bagnetti, cena, pernottamento.

Domenica mattina piccola spesa sotto casa e preparazione del brunch in vista dell'arrivo degli amici dell'ufficio di M (Lui e la di Lui moglie, La rausea e il suo H, ME e il cugino serio) tutti con nani al seguito.

Scambio di regali, lancio libero di patatine e pizzette e inconsulto spargimento di giocattoli ndo cojo cojo.

Ore 15.00 di nuovo soli in casa M e H rimettevano tutto a posto, sistemavano la cucina, passavano l'aspirapolvere e scendevano a buttare numerosi sacchi della spazzatura.

Ore 16.00 in quattro sotto l'ombrello pieghevole, M H e i nani si dirigevano alla festa di compleanno della compagna di classe del mezzonano.

Ore 19.30 dopo un infinito girovagare in cerca di parcheggio, introvabile causa partita, la famigliola rientrava definitivamente a casa, ripeteva lo schema del giorno precedente, bagnetti, cena e pernottamento e metteva fine all'impegantivo week end.

Ci sono dei fine settimana tranquilli, altri meno.

L'uomo delle sorprese

La mattina del suo sedicesimo compleanno, M si svegliò in una luce insolita. Bassa, calda, fioca. Non era il buio della notte e non era nemmeno il leggero chiarore del giorno che quotidianamente filtrava dalle righe delle serrande e che lei combatteva indossando la mascherina dell'aereo. Era una luce romantica, da cenetta a due, molto simile a quella delle lucine dell'albero di natale, o del barlume delle candele in una stanza buia.

Ci vollero un po' di minuti perchè M capisse che la luce proveniva da un oggetto nuovo e misterioso che nella notte si era materializzato nella sua stanza. L'oggetto nuovo e misterioso era un mobile da "toletta", di quelli che le donne dell'inizio del secolo scorso usavano per truccarsi prima di uscire o per pettinarsi prima di andare a letto. Quelle che si vedono nei film in costume quando la protagonista prima di andare a dormire si spazzola i lunghi capelli, seduta davanti al piccolo specchio ovale, indossando una vestaglia lunga fino ai piedi.
L'emozione di trovare questa sorpresa la mattina del suo sedicesimo compleanno, è una di quelle cose che M ricorda tuttora.

L'altro giorno, senza che fosse il compleanno di nessuno, M è tornata a casa dall'ufficio e ha trovato un'altra sorpresa: un divano nuovo si era materializzato nel suo salotto. I bambini ci stavano seduti sopra come se fosse sempre stato lì.

La paternità delle due sorprese non è sconosciuta e non ci è voluto nemmeno molto per sapere che c'era lo zampino dell'uomo delle sorprese, che a casa nostra non è babbo natale, è l'Arch.
il divano dell'uomo delle sorprese

giovedì 15 dicembre 2011

Memoria selettiva

Il cervello umano funziona in modo strano. A volte non lineare, altre poco elastico, raramente geniale, alcune non funziona proprio.

Il cervello di M funziona in maniera selettiva: si accende sugli argomenti che le interessano, sulle persone che le piacciono, sulle cose che la riguardano in maniera diretta o indiretta e si spegne per quasi tutto il resto.

La memoria di M funziona allo stesso modo.
M ricorda perfettamente:
- i testi di tutte le più famose canzoni dei Police anche se sono secoli che non ne ascolta una;
- le battute dei film che hanno segnato le sue vite numero uno e due;
- i numeri di telefono anche quelli usati una volta sola o quelli che non esistono più, come quello dei suoi nonni,
e i compleanni dei compagni di classe del liceo anche se non li frequenta più nemmeno virtualmente;
- gli annunci in italiano e inglese di quando era hostess (nella vita umero uno),
e le modalità di apertura dell'uscita di emergenza dell'MD 80, anche se fortunamtamente non ne ha mai aperto uno, a parte durante le esercitazioni di addestramento.

Ma non c'è verso che M riesca a ricordare:
- i titoli della maggior parte dei 24 esami fatti all'università, nè il nome dei professori;
- i dati di consumo che analizza ogni giorno in ufficio, nemmeno in maniera approssimata;
- anche soltanto uno dei momenti intimi trascorsi con il suo fidanzato storico (nella vita numero uno);
- qualcuna delle date studiate a memoria dell'esame di Storia dei Trattati (del quale però ricorda il nome e il colore della copertina del testo: verde chiaro);
- in che anno il emmeeerredia le fece avere la sua unica promozione in ufficio
- su quale rivista ha letto o visto qualcosa, anche cinque minuti dopo averla letta o vista.

mercoledì 14 dicembre 2011

Attacchi di panico

Nella sua vita numero due M era una subacquea.
Andava sott'acqua con le bombole, la muta, il manometro, le pinne, l'erogatore, il gav (che sarebbe un giubbotto che si gonfia e si sgonfia a seconda se si vuole scendere o risalire), i pesi, la maschera.
Aveva iniziato con il siciliano-maestro di sub a Sharm el Sheik alla fine del 1998. Lui aveva detto che era molto portata per quello sport che richiedeva disciplina, serenità interiore, fiducia nel prossimo e in se stessi e amore sconfinato per il profondo blu.
Tutte cose che M possedeva per natura.
M aveva poi continuato a fare immersioni in varie isole italiane e poi all'inizio del 2002, nel paradiso dei sub: le Maldive.
Ne 2002 M usciva con il milanese-bello e cattivo, non era serena, non aveva fiducia nel prossimo e ancor meno in se stessa, ma continuava a nutrire un amore sconfinato per il profondo blu e con sommo dispiacere e materna preoccupazione della NonnaG, andò sott'acqua.
Nel bel mezzo di un'immersione allo Shark's corner M fu presa da un improvviso, inaspettato, inedito, pericolosissimo attacco di panico. A quasi trenta metri di profondità cominciò ad annaspare, non riusciva a respirare, si agitò ed entrò in quel circolo vizioso tachicardia-affanno-sensazione di morte certa e terrore, tipico degli attacchi di panico.
Fortunatamente il suo compagno di immersioni (ci si immerge sempre in coppia per motivi di sicurezza) era una guida indigena e piano piano la riaccompagnò in superficie e la fece calmare.
Restarono insieme a mollo nelle onde dell'oceano per un'ora in attesa che qualcuno arrivasse a soccorrerli. Alla fine una barca arrivò e la guida convinse M a immergersi immediatamente per un'altra immersione, per vincere la paura.
M accettò, seguì l'indianino nel blu, vinse la paura e portò a termine l'immersione.
Tuttavia da allora non è più scesa sott'acqua.

Mercoledì scorso in piscina, durante il corso di nuoto pinnato, mentre stava facendo una vasca in apnea a un metro di profondità, M ha di nuovo avuto un attacco di panico a distanza di 10 anni dal precedente. Più breve, meno traumatico e pericoloso di quello del 2002, ma ugualmente inaspettato.
Maestro di sub

martedì 13 dicembre 2011

Toccata e fuga con souvenir

Oggi 13 dicembre è:
la giornata più corta dell'anno,
santa Lucia,
il compleanno de Larobi,
il giorno della trasferta di M e H all'Altro Mare per il matrimonio de Larobi.

Larobi è una delle due sorelle di H.

M e H in occasione del matrimonio de Larobi sono partiti ieri sera in aereo, perchè anche se H è dedito al sacrificio perenne e sarebbe andato volentieri in macchina, M che al sacrificio preferisce il piacere, non se l'è sentita di affrontare otto ore di macchina in un giorno e sono rientrati stasera.
Hanno affidato i nani, lobotimizzati davanti al film di cars, alla muta Mar e via.

Da questa ventiquattro ore all'Altro Mare hanno portato indietro:
circa cinque chili di tozzetti alle mandorle preparati dall'Altra Nonna in un lasso di tempo pari a quello che serve a M per lavarsi i denti accuratamente;
un giubbotto di lana grigiastro con collo di pelliccia giallognolo, che H, in preda al consueto attacco di shopping compulsivo che lo coglie quando va all'Altro Mare, è riuscito a acquistare per sè durante un giro sull'amata moto, durato il tempo che M si lavava i denti accuratamente e l'Altra Nonna preparava i tozzetti alle mandorle;
un regalo per lo zio matto per natale;
un regalo per lo zio matto per il compleanno (a febbraio);
due bomboniere;
circa tre chili in più per uno.

lunedì 12 dicembre 2011

Metti una sera a cena

Un duenne con la furbizia degna di Kaiser Sose;
un compagno vecchio e ricchissimo anelato come un'oasi nel deserto;
una mamma tanto brava in cucina da poter sperare "magari" un giorno di diventare cameriera;
un ex fidanzato un po' pazzo, oggi in comunità;
un husband già "vecchio" per qualcuno, ma non ancora ricchissimo;
una bambola cinquenne che "fa la lampada";
un bivio fondamentale di fronte al quale qualcuno si è perso
e qualcun altro ha scelto la strada sbagliata, forse;
una MdVR gelosa delle amiche a cui vuole davvero bene,
una che ha fatto il patto con il diavolo e lo ha onorato
e un'altra che lo ha fatto, ma non lo onorerà mai
(entrambe visibilmente).

Una MdVR che non ne può più della routine delle sue giornate
e una che ha passato una delle più serene e libere settimane da quando sono nati loro;
un look nuovo e inediti ricci;
una secchiata di "liquidi" per farci tacere;
la telefonata di un husband per farci tornare.

Ieri sera le MdVR sono uscite a cena. M si è unita al gruppo, visto che H si sentiva molto meglio (tanto da giocare a beach tennis sabato pomeriggio). Solito connubio di confessioni e risate, di vino e di dolci, di donne tornate ragazze per qualche ora e di tempo che passa troppo svelto.

Cose da salvare in caso di incendio

Quest'estate sulla sua rivista preferita M lesse un'intervista all'autrice di un romanzo (d'esordio) che la colpì molto. L'autrice (straniera) era molto molto giovane, tuttavia era già vedova: il marito l'aveva lasciata da poco per il solito male incurabile. A corredo dell'articolo c'erano foto di loro due insieme (entrambi molto belli) sorridenti e felici, anche se lui indossava un cappello di lana ed era evidentemnete provato dalla malattia. L'intervista terminava con una domanda della giornalista:
"Come mai ha un tatuaggio che rappresenta un fiocco di neve?"
"Perchè il fiocco di neve è la cosa più bella e perfetta che c'è in natura, ma è anche quella che dura di meno".

M aveva degluitito, aveva ricacciato indietro le debordanti lacrime, aveva girato pagina e si era segnata il titolo del romanzo su un foglietto.

Poi il romanzo è uscito qui da noi e M ha tirato fuori quel foglietto dal portafoglio e l'ha comprato.
In questi giorni la lettura volge al termine.
E M che ancora non ha capito il motivo del titolo, ha deciso di scrivere la sua lista delle "Cose da salvare in caso di incendio":
1) il vestito di carnevale da Biancaneve indossato da una minuscola M, impressionantemente somigliante, tutti gli anni succedutisi tra il 1977 e il 1981;
2) l'album delle fotografie di cuoio dei Nonni contenente gli anni 1978-1985;
3) l'album delle fotografie di cuoio dei Nonni contenente gli anni 1950-1972;
4) l'anello di fidanzamento;
5) il lettore mp3 che M ascolta mentre nuota;
6) la videocassetta consumata del suo film preferito;
7) il telefono con tutta la rubrica;
8) il suo primo diario (1984) e l'ultimo (2005);
9) la foto in cui H tiene il nano appena nato in una mano;
10) il bigliettino in memoria della maestra della prima, seconda e terza elementare.
Biancaneve
(al terzo anno di sfruttamento, ben visibile dall'orlo)

venerdì 9 dicembre 2011

La vita numero due

M ha avuto tre vite.
Nella sua vita numero due, che ha inizio al termine del 1998 e finisce al termine del 2003, M passa un periodo strano, a lei poco consono, di estrema libertà all'inizio coatta e via via sempre più consapevole e voluta, affiancata saltuariamente e con poca convinzione da qualche "fidanzato" selezionato perchè residente a una distanza non inferiore ai 400 chilometri.
Questa distanza permette alla vita numero due di M di avere due facce: da una parte la singletudine (nei giorni feriali) dall'altra la vita di coppia con tanto di convivenza (nel fine settimana).
Ogni volta che il "fidanzato" propone di ridurre la distanza, con un trasferimento nella città di M, lei si ritira in buon ordine e abbandona l'impresa.
Così si succedono il siciliano-maestro di sub, il torinese-ingegnere velista, il milanese-bello e cattivo.
Quando alla fine del 2003 M incontra il romagnolo-fico e sorridente, crede di conoscere già lo schema del gioco e invece a distanza di otto anni, il romagnolo ancora fico, ma un po' meno sorridente, è ancora in carica.

La settimana in corso è per M un fugace ritorno alla sua vita numero due ("fidanzati" esclusi): lunedì M e H sono stati al più grande spettacolo dopo il week end, incuranti che fosse il terzo compelanno del mezzonano, partendo direttamente dall'ufficio e senza ripassare dal via. Mercoledì M e MK sono andate al concerto di Jova, il terzo dello stesso tour per M e il primo per MK, di nuovo direttamente dall'ufficio, senza passare dal via. Prima del concerto M è passata da Nicola a farsi un tatuaggio (il numero cinque), con grande dolore della NonnaG che non ne capisce il senso logico nè tantomeno quello estetico.
Per domenica le MdVR stanno organizzando una cena tra ragazze, H è a casa con un principio di polmonite, la febbre, la tosse e la schiena spezzata in due e M comincia a sentirsi un po' in colpa.

NonnaG non ti arrabbiare


mercoledì 7 dicembre 2011

Shopping natalizio in tempi di crisi

"Ciao"
"Ah ciao.."
"Cosa stai facendo?"
"Bè.. in realtà stavo guardando questo banchetto della scuola..."
"Ah.."

"E' carino.. sembra anche tenuto bene.."
"..sì, è carino"
"Certo va lavato e disinfettato bene, però pensavo che per natale.."
"Sì.. è anche abbastanza grande per tutti e due"
"Sì in effetti è un po' ingombrante ma pensavo che magari i Nonni potevano farglielo trovare sotto il loro albero e tenerlo lì da loro.. d'inverno nella camera dei giochi e  d'estate in terrazza..vedi si alza il piano e sotto qui c'è il posto per i gessetti, il cancellino.."
"..molto carino.."
"Adesso aspetto che arrivi H e chiedo a lui cosa ne pensa.."
"Lo aspetto anche io che se non lo prendi tu, lo prendo io.."

Ieri pomeriggio M è stata colta in flagrante dall'amica del sencondo piano mentre faceva shopping natalizio nel cassonetto della spazzatura indifferenziata sotto casa. Con il consenso di H, i nani si sono aggiudicati per natale un banchetto della scuola di legno, con il piano di lavagna che si alza e il posto per i gessetti sotto e una seduta abbastanza lunga per tutti e due di plastica rossa, che adesso giace nascosto nella nostra cantina.

martedì 6 dicembre 2011

Il più grande spettacolo

Il bene prezioso ricevuto
Ieri alle 18.30 M e H erano in metropolitana "destinazione paradiso".
Alle 19.00 erano seduti su una panchina sul ciglio della Tuscolana a mangiare panini "strada facendo" da una busta di carta.
Alle 19.30 erano in fila all'entrata del Teatro 5 di Cinecittà, trepidanti di attesa.
Alle 20.00 erano seduti composti sulle loro seggioline in terza fila a scattare "fotografie" come turisti.
Alle 21.15 "si spengono le luci" ed inizia il più grande spettacolo.


Quando entra lui, sulle note della canzone dei nani, con la giacca azzura la cravatta gialla, i pantaloni stretti e corti sulle scarpe di paillettes, M è molto emozionata, ha gli occhi lucidi e il cuore al galoppo.

Quando arriva il padrone di casa, M si rilassa e alterna per tutto il tempo stati di esilarante delirio a stati di commoventi emozioni, sullo sfondo di musica e parole cantate a memoria.

"Ora" torna lui, alto, longilineo, sorridente, con lo smoking (che ha per M lo stesso irresistibile fascino delle divise della scuola) e la sua adorabile s, per cantare la canzone che M sente sempre la mattina quando nuota, con la complicità delle immagini che si inseguono sullo schermo M e H devono tirar fuori i fazzoletti dalla borsa. E usarli.

A mezzanotte e mezza M-Cenerentola, con il cuore gonfio di cose bellissime come il sacco di Babbo Natale, sale sull'autobus-zucca con H e torna a casa, molto elettrizzata e un po' preoccupata per il prezzo che ancora non ha pagato al suo benefattore per il bene prezioso ricevuto.

lunedì 5 dicembre 2011

Tre

Caro mezzonano,
che ieri hai avuto la tua festa di compleanno, i tuoi amichetti e i tuoi regali tutti per te. Che hai passato tutto il tempo a giocare con una Jeep della polizia telecomandata senza pile portando il libro Ciuf Ciuf sotto il brasso.

Che al momento della torta, fatta a forma di "cars", non hai degnato di uno sguardo nè lei nè noi, ma intento a sfogliare il tuo libro, hai a malapena soffiato sulle tre candeline, visibilmente consumate e storte che affondavano piano piano nella glassa a forma di strada a forma di tre.

Che stanotte hai dormito poco e male e ti rigiravi nel letto lamentando dolori diffusi alla pancia e che continuavi a dire che le tue gambe non ti lasciavano dormire. Che pensando che avessi fame, sei stato riempito come un'oca di latte e nesquik che hai giustamente vomitato, pensando che volessimo ucciderti forse.
Che stamattina ti sei svegliato, chiedendo ancora latte, forse per vedere fino a che punto potevamo arrivare nella nostra follia omicida e che una volta finito di bere, dopo essere stato vestito di tutto punto per la scuola con tanto di grembiule, lo hai rivomitato in due volte separate e in due luoghi diversi.

Che nel giorno del tuo compleanno sei rimasto a casa, con il ciuccio in bocca e la tua Jeep vomitata, lavata e asciugata, vicino.

Che dovrai rimandare a un altro giorno il festeggiamento a scuola con la torta numero due con nutella e pere dell'Altra Nonna, le patatine a forma di luna e le candeline sempre più consumate e storte.

Oggi compi tre anni e la giornata peggio di così non poteva iniziare.
Ma tu, che ti sei affacciato a questa vita senza sforzi nè dolore per merito di una puntura negata a tuo fratello, e che quindi affronti tutto con quella serenità che ti condraddistingue e che ti distingue più di ogni altra cosa da lui, sei contento anche così, a casa da solo, con la muta Mar e i tuoi zochi nuovi intorno.
Buon compeanno.

Basta un poco di zucchero

M e H sabato sera hanno approfittato della presenza degli Altri Nonni, per andare al cinema. Sono usciti alle 19.40 e sono rientrati alle 22.00.
A casa hanno lasciato i nani, lavati, profumati e pigiamati, gli Altri Nonni e una coppia di amici loro.
Al rientro i nani dormivano, i nonni di sesso maschile erano in chiacchiera sul divano del salotto e le nonne lavoravano in cucina.

Nelle due ore e venti minuti in cui M e H erano stati fuori, le due nonne avevano avuto il tempo e la voglia di preparare quattro torte (due con le mele e due di pere e nutella) e circa duecento biscottini a forma di piccoli croissant ripieni di nutella per la festa del mezzonano e una ventina di cassoni romagnoli ripieni di mozzarella e pomodoro per noi "da congelare così se non avete niente da mangiare una sera li tirate fuori e mangiate quelli".

M non aveva mai imamginato di quante cose si potessero fare nel tempo di un film (tra l'altro molto bello), senza la presenza di Mary Poppins.

Le quattro torte
e i biscottoni ripieni di nutella

giovedì 1 dicembre 2011

L'onda

La sala è grande e le poltrone rosse e imbottite come quelle del cinema. Come al cinema c'è uno schermo grande. Davanti un tavolo e sei persone sedute con i microfoni davanti. Un uomo e cinque donne. Accanto al tavolo uno di quei leggii di legno che usano per i comizi politici o per i discorsi a Stanford, con davanti inciso in verticale a lettere maiuscole il nome dell'istituto.
In sala un centianio di persone per lo più mamme e qualche papà. C'è una carrozzina e un neonato che piange nel silenzio.
L'inizio della presentazione è previsto alle tre e qui non si sgarra di un minuto. Si sentono parole antiche e fuori moda "educatori", "igiene personale", "didattica", "figure formative", "eccellenza".
Si racconta di corsi di latino per dodicenni, di insegnanti madrelingua cinese, di gite a Bruxelles nelle sedi delle Istituzioni Europee. Si annunciano lezioni "facilitate" sul debito pubblico per bambini della scuola elementare e test di ammissione difficili da passare come il muro di Berlino: da una parte la salvezza, dall'altra niente.
Si elogiano aspetti dimenticati della vita quotidiana come l'ordine, la disciplina, l'autonomia, il rispetto.
Si presentano attività sportive inusuali come la scherma, il golf e l'hokey su prato e la possibilità di essere selezionati per le relative nazionali.

Oggi M è stata alla presentazione della scuola del nano per l'anno prossimo. La presentazione era aperta a tutte le mamme anche a quelle dei nani che non verranno ammessi mai.
Ha visto ragazzi in divisa blu e grigia e campi da calcio in erba, ha ascoltato le assurde domande degli altri genitori che sicuramente saranno ammessi al posto suo e, seduta sulla poltrona rossa del cinema accanto a H, ha pensato che il film che stavano proiettando la affascinava molto, ma la spaventava anche un po'. Come "l'onda".

mercoledì 30 novembre 2011

Un treno per l'eternità

"Mi scusi, posso?"
"Sì certo si accomodi.. aspetti che le libero il posto..tolgo tutto.. mi scusi.."
"..no guardi non si preoccupi..in realtà non sarebbe nemmeno il mio posto.."
"Ah no?"
"No"
"Ah"
"In realtà a dire il vero non sarebbe nemmeno il mio treno.."
"Ah..davvero?"
"Già.."
"Questo va a Roma.. lei dove doveva andare?"
"No no.. a Roma certo..solo tra un'ora.."
"Ah ho capito..va bene ma si accomodi.."
"Grazie.."
"Posso dirle un segreto?"
"..."
"Questo non sarebbe nemmeno il mio posto.. io starei lì al 26, ma preferisco questo a un posto solo..è più comodo"

"Sì certo."
"Però, a differenza sua, questo è decisamente il mio treno."

Oggi M è andata in trasferta a Milano. E' stata sei ore in treno e un'ora a un'inutile presentazione spacciata per corso. Però ha affidato il nano e il suo corso di nuoto a NonnaG, ha viaggiato in prima classe, ha usufruito per 6 ore della connessione wi fi di Trenitalia, ha mangiato dolce all'andata e salato al ritorno, ha fatto acquisti online, ha bevuto il tè, ha chattato con l'amica della macchinetta, con H e con qualcun altro. Ha sentito amiche di vecchia data per telefono, ha apprezzato la pulizia dei treni e la gentilezza e educazione dei suoi partner di viaggio e al ritorno è riuscita a salire in corsa sul treno che partiva un'ora prima del suo.
Tutto perfetto. Peccato solo per l'alta velocità, perchè M su quel treno coccolata, servita e riverita ci sarebbe rimasta volentieri qualche giorno..

martedì 29 novembre 2011

Programma interrotto

Interno sera.
A casa.
Bambini in pigiama, profumati di bagnetto, seduti a tavola.
Silenzio celestiale.
Una specie di cena preparata dalla muta Mar su input di H che agiva per input di M.
"Mamma, vuoi sentire il programma di stasera?"
"Sì certo, c'è un programma?"
"Sì.."
"Sentiamo.."
"Adesso mangiamo tuuuutta la cena, composti"
"Ok bene"
"Poi vediamo un po' cartunito, fino alla fine del camioncino ciak, tutti e due no solo uno però"
"..mmm..ok.."
"Poi giochiamo un po' e tu giochi con noi.."
"Ma sono troppe cose ed è già tardi.."
"Poi.."
"No! Poi non c'è più tempo per fare niente.. ci si lava i denti, si fa la pipì, e si fila a letto!"

"Ah peccato.. perchè dopo in programma c'era che pomiciavamo un pò".
Porco mondo mi ha fregato anche stavolta.

lunedì 28 novembre 2011

2 biglietti + 1 giacca = x

M ha ottenuto i biglietti per andare a vedere il più grande spettacolo dopo il weekend lunedì 5 dicembre.
Quindi nella serata in cui il mezzonano compirà i suoi primi tre anni di vita, dopo l'ufficio senza nemmeno ripassare dal via per non dargli false speranze, da vera madre snaturata qual è, si avvierà con H al teatro 5 di Cinecittà.
La serata si prospetta molto interessante perchè a parte Lorenzo, motivo scatenante della richiesta dei biglietti al Dir, pare che intreverrano anche Benigni e JLo. E finalmente M potrà constatare se il famoso lato B della latino americana sia effettivamente più grande del proprio o se, come al solito non sia tutta colpa del televisore sedici noni.
Il Dir quando M si era presentata umilmente al suo cospetto per la richiesta le aveva strappato la promessa di un bacio dietro l'orecchio, ma poi si dimostrò persona degna di stima quando, una volta ottenuti i biglietti le disse "visto gli ospiti previsti, facciamo tutto un conto che un bacio dietro l'orecchio non basta".

M si era limitata a sorridere.
H era entusiasta per lo spettacolo.

Dopo qualche giorno il Dir era passato a trovarla in stanza per proporle di uscire insieme  a fare shopping perchè voleva regalarle una giacca a vento bianca che aveva visto in una vetrina.
Tornata a casa, dopo cena.
"Oggi il Dir mi ha proposto di accompagnarlo a fare shopping"
"Ah.."
"Voleva regalarmi una giacca imbottita bianca.. ma non ci sono andata ovviamente che già il debito dei biglietti mi pesa a bestia..figurati se mi regala una giacca"
"Vabbè ma potevi andare a vedere.."
"Ma come?? Lui già ha detto che un bacio per i biglietti non basta, che facciamo tutto un conto..mi faccio regalare anche una giacca? E la mia etica?"
"Vabbè ma non sai nemmeno com'era sta giacca.."

domenica 27 novembre 2011

Nubilato, addio

Quando è toccato a me con poche care amiche di lunga e media data siamo andate a Ponza per una giornata. Il nano aveva nove mesi ed era la prima volta che mi allontavo da lui per un giorno intero. Allattavo ancora, da mesi visibilmente da una tetta sola, che aveva raggiunto dimensioni del tutto sporporzionate rispetto all'altra. Era il 23 giugno, l'acqua del mare era fredda, il cielo un po' velato. Affittammo un barchino e ci facemmo bagni, chiacchiere, confessioni, scorpacciate di cibi ipercalorici e un sacco di risate.

Quando toccò a MK, lei non era ancora mamma, io ero all'ottavo mese di pancia del nano (e non sapevo che avrei partorito di lì a cinque giorni, con un mese di anticipo) e andammo in una spa a farci coccolare un po'. Mi ricordo che c'era una piscina e che io ne approfittai per nuotare, che ci prendemmo un tè a bordo vasca e che mentre le altre si rilassavano con massaggi e cure di bellezza io, che nel mio stato non potevo fare quasi niente, mi dedicai alla cura maniacale delle mani e dei piedi e alla pulizia del viso in una stanza semibuia con un sottofondo di musica ambient, in pieno relax.

Quando toccò alla Cate, noi amiche le organizzammo una giornata speciale, le cui attività resteranno per sempre impresse in un video esilarante. Nell'ordine la Cate dovette lavare i vetri a un semaforo di una via molto trafficata; cantare con un ambulante e chiedere le elemosina; girare con un cuscino di quelli che fanno il rumore delle puzze e sedercisi sopra in mezzo a sconosciuti, seduti ai tavolini dei bar, sulle panchine, all'edicola; entrare in un negozio di abbigliamento intimo e far tirare fuori alla commessa la lingerie più assurda e imbarazzante che avesse e passeggiare per un quartiere molto frequentato vestita con un improbabile costume da principessa fucsia, la bacchetta magica in mano, la corona in testa e dei barattoli (vuoti) di piselli  legati dietro.

Ieri è toccato alla Bene. Sarà che le spa e i massaggi ormai sono scontati, sarà che è inverno e la gita a Ponza non era appropriata, sarà che la Cate non c'era e non ha potuto vendicarsi dei torti subiti, ma, dopo aver firmato il foglio per lo scarico delle responsabilità in caso di incidente, ci siamo ritrovate nell'ordine:
a costruire con rami e corde una "A" che la Bene avrebbe dovuto usare a mo' di trampoli trascinata in lungo e in largo su un sentiero di birilli;
a cercare, munite di rilevatori gps, dieci nastri nascosti in un campo senza limiti e confini, sotto un sole che ci ha fatto rimpiangere Ponza;
a guidare bendate un Hummer, affidandoci solo alle indicazioni delle compagne di squadra;
a sparare contro un bersaglio con un fucile M16 in tutto identico a quello in dotazione all'esercito italiano, compreso il peso;
ad arrampicarci, con imbracatura e caschetto di sicurezza, su una parete perpendicolare al terreno, alta circa dieci metri.

In questa escalation di resistenza fisica, coraggio, abilità atletiche e noncuranza del pericolo, M sopravvissuta alla giornata "Donna Avventura", sta già pensando con preoccupazione al prossimo addio al nubilato previsto a giugno.

Ps. il ponte tibetano è stato sostituito all'ultimo momento dalla parete da scalare, per cambio di location last minute. E mai sapremo se è stato meglio così.

giovedì 24 novembre 2011

Un buon inizio

Stamattina alle 8.30 M si è presentata davanti alla porta ancora chiusa della segreteria della scuola scelta per le elementari del nano.
Era la seconda in fila.
Quando è toccato a lei, ha realizzato che la lettera di richiesta di iscrizione veniva controllata seduta stante e letta rigo per rigo.
"Qui leggo che chiede l'ammissione della domanda, ma non leggo a quale anno"
"Bè.. alla Scuola Primaria c'è scritto qui.."
"Signora la Scuola Primaria dura cinque anni, lo sa?"
"Sì certo, ha ragione.. al primo"
"E da cosa dobbiamo dedurlo?"
"..."
"E ha portato i documenti che attestano la frequenza dei corsi che ha inserito?"
"Sì sì certo eccoli.."
"Bene"
"E la lettera di presentazione della scuola materna di provenienza?"
"Sì certo tenga.."
"Senta signora Lei può fare due cose: la prima è aggiungere l'informazione a penna e consegnarla così.. corretta. La seconda è che la riscrive al computer tutta beeeella ordinaaata e la riporta qui"
"Ok, ho capito ritorno più tardi"
"Come preferisce lei, siamo aperti fino alle dieci"

M è andata in ufficio ha corretto la lettera l'ha stampata beeella e ordinaaata e si è ripresentata davanti alla porta aperta della segreteria.
Era la ventesima in fila.
Quando è toccato a lei la signora della segreteria l'ha riconosciuta subito
"Vediamo le correzioni..."
"Sì qui ho specificato il primo anno della scuola primaria.."
"Sì lo vedo..ma signora..è la prima elementare.."
"Sì.."
"E magari avrebbe dovuto scrivere Annno SCOLASTICO 2012-2013 e non Anno ACCADEMICO..che dice?"
"..sì..torno in ufficio e la correggo.."
"No no lasci stare, può bastare così"
"..."
"Va bene signora abbiamo finito, le risposte ad aprile. Arrivederci".

Sarà stato per le innumerevoli volte che si è sentta chiamare "signora", sarà stato per l'imperdonabile errore di aver scritto accademico al posto di scolastico, sarà stato per il senso di colpa, per la fila infinita, per il ritardo in ufficio, per il caldo nel piumino e nella sciarpa perfettamente indossati per tutto il tempo, ma M è uscita dalla scuola umile, sconsolata, sudata e certa che per la risposta non servirà aspettare aprile.

mercoledì 23 novembre 2011

Santissimo Savonarola

Illustrissimo Rettore,
Le scriviamo per chiederLe di accettare l'iscrizione del nostro nano primogenito alla Scuola da Lei diretta. Non conosciamo nessuna Alta Carica dello Stato, non abbiamo parenti Ammiragli, né amici Cardinali. Nella nostra famiglia non vantiamo la presenza di professori universitari, di economisti di fama internazionale, di imprenditori con la I maiuscola e di rappresentanti dell'Arma.
Il nostro nano pur avendo nei suoi miseri cinque anni di vita frequentato due corsi di nuoto, due corsi di inglese a casa e uno a scuola, un corso di musica e un corso di minibasket non ha finora dimostrato doti di eccellenza né si è distinto per particolari capacità.
Abbiamo scelto la Suola che Lei dirige, non soltanto per l'ottima reputazione che la precede, per le divise, personalmente molto gradite, per la Struttura imponente e rigorosa e per la presenza di Angeli Custodi chiamati Educatori, quanto piuttosto perché è l'unica che prevede un orario di uscita compatibile con i nostri orari di lavoro full time e con l'orario di uscita da scuola del nostro secondogenito mezzonano.

In attesa di un Suo gentile riscontro Le inviamo cordiali saluti, Le lasciamo tutti i nostri recapiti e alleghiamo alla presente attestati brevetti lettere di presentazione delle maestre della scuola materna, la mia laurea, il battesimo di volo del nano, un disegno del mezzonano e la ricetta segreta della pastiera napoletana della NonnaG.

Domani mattina M consegnerà la lettera di iscrizione per l'anno prossimo alla scuola elementare del nano. La lettera non sarà questa, anche se è proprio questo il testo che M avrebbe voluto scrivere.

martedì 22 novembre 2011

Una specie di soldato

M è addestrata dalla nascita a vivere con disciplina e con senso del dovere.
Se prende un impegno, lo porta a termine con ostinata determinazione.
Se ha un nemico, lo combatte per tutta la vita.
Se ha una missione da compiere, non ha pace fino a quando non l'ha conclusa.
Se ha una battaglia da affrontare, ci si butta con tutta se stessa.
Non  capisce la sciatteria, non sopporta l'approssimazione, non concepisce l'abbandono.
A scuola è stata sempre brava, diligente, attenta.
Mai una materia a settembre, mai una nota di demerito.
Mai un giorno di "sega".
All'università non un mese fuori corso. E dopo due mesi aveva già trovato il primo impiego anche se aveva 23 anni e non le piaceva per niente.
E' fatta così, non può farci niente.
Non è per lei un vanto, come non è una vergogna.
E' uno stato di fatto.
Fino a stamattina M era convinta che questo suo modo di essere, fosse invisibile agli altri. Impercettibile.
Nello spogliatoio della piscina dopo la lezione, mentre velocissima e instancabile cercava di battere l'imbattuto record personale dei 27 minuti per uscre dalla vasca, entrare nella doccia, lavarsi (shampo e balsamo compresi), asciugarsi (capelli compresi), incremarsi, vestirsi, truccarsi e dirigersi in ufficio, chiacchierando con compagnadicorso, ha capito che si sbagliava.
"Io vengo anche domani a pinnato"
"Ah io penso di no.."
"Dai vieni è divertente.."
"Sì ma mi fa fatica..di nuovo domani nuoto.. doccia.. shampo.. già è tanto quando riesco a venire due volte.."
"Ah io sto venendo sempre tre volte, ormai sono programmata così"
"Sì l'ho capito, sei una specie di soldato te.."

lunedì 21 novembre 2011

Cose da maschi e una postilla

Venerdì pomeriggio all'uscita di scuola M ha incontrato emme, una mamma di scuola (oltre che MdVR).

emme le ha raccontato di aver visto il nano all'uscita di scuola, prima che lei arrivasse, baciarsi con una compagna di classe dai capelli rossi, "baci veri" ha precisato emme.

Tornati a casa con malcelata noncuranza, M  ha chiesto dettagli al nano, solitamente restio a qualsivoglia racconto per natura e omertà, ma nel frangente stranamente propenso alla risposta.
M ha così scoperto che il nano si è fidanzato con la compagna dai capelli rossi, che quando si salutano all'uscita si baciano,
"Dove?" ha chiesto M
"A scuola mamma" ha risposto lui seccato
"No ma volevo sapere dove vi baciate, che ne so sulle guance.."
"Ma quali guance mamma siamo fidanzati..i fidanzati si baciano sulla bocca no?"
"Sì credo di sì.."
e ha ingoiato il rospo.

H, silenzioso spettatore di questo timido interrogatorio, malsimulava indifferenza.
"Si può vedere questa ragazza?"
"Sì ecco nella foto di classe dell'anno scorso.. non è venuta benissimo..è questa" indicava M.
"Ah. Bè puoi fare di meglio..ma come nave scuola va bene qualunque ragazza e dimmi amore hai anche sravanato?"

No, il nano non aveva anche sravanato e menomale perché stamattina M trovava nella posta una mail della mamma della compagna dai capelli rossi che, ignara del  pomicio e del mancato sravanamento, recitava così:
"Mia figlia ha 39,5. Si sospetta varicella. Saluti a tutti".

Ecco M avrebbe voluto in quel momento avere di fronte H per potergli chiedere se si poteva aggiungere alla teoria della nave scuola "va bene qualsiasi ragazza" la postilla "purchè esente da malattie contagiose".

domenica 20 novembre 2011

Prima il dovere poi il piacere

"Che cosa stai scrivendo mamma?"
"Ancora niente, volevo scrivere una storiella su te e tuo fratello ma non ho ancora iniziato.."
"Allora te la dico io.."
"Ok, facciamo così tu detti e io scrivo"
"Allora scrivi che siamo belli"
"Ok"
"Poi metti che siamo bravi e che ci diamo i baci"
"Ok.. fatto"
"Che ci diamo gli abbracci e che stiamo sempre insieme"
"Ok.."
""Stai scrivendo tutto?"
"Sì.."
"Ammazza quanto scrivi, è molto lunga questa storia"
"No non è molto lunga, ho quasi finito.."
"Ok allora quando finisci dimmelo"
"Ecco ho finito."
"Bene adesso che hai finito con questa cosa su di noi, scrivi una storia di Goldrake".

giovedì 17 novembre 2011

M e la teoria del club sandwich

M lavora a tempo pieno da dodici anni.
Ha sempre pensato che il lavoro, per il semplice fatto che occupasse la maggior parte delle sue giornate, fosse il suo principale impegno.
L'equazione era:
se lavoro = circa 10 ore al giorno;
e se tempo da svegli = circa 14 ore;
e se 2 ore = pasti+cura corpo (doccia shampoo trucco strucco ceretta)
restano solo 2 ore per il tempo libero (sport, libri, cinema, amici, telefonate..).

Questo era valido prima che M avesse i nani.
Alla loro nascita M ha pensato che il tempo per lei (sport, libri, cinema, amici, telefonate..) fosse finito e che fosse finito anche quello per pasti+cura corpo (doccia shampoo trucco strucco ceretta). Che il tempo per il lavoro si sarebbe ridotto un pochino, che quello per dormire si sarebbe ridotto parecchio e che il tempo per i nani si sarebbe espanso a macchia d'olio e avrebbe assorbito tutto il resto.

E così sarebbe stato e così è stato in effetti per qualche tempo, fino a quando M non ha elaborato la teoria del Club Sandwich, detta anche teoria a strati.
La teoria è la seguente:
aggiungendo ingredienti gustosi e saporiti al solito triste sandwich, non sembrerà più di mangiare lo stesso panino tutti i giorni.

E così senza interferire sugli orari di veglia e di sonno, M ha inserito ingredienti sopra e sotto l'ingrediente principale (il lavoro) del suo panino, trasformandolo in un appetitoso club sandwich.

Il lavoro pur occupando sempre lo stesso lasso di tempo, è diventato più gradevole.
Ecco come funziona:
ore 7.00 sveglia
ore 8.00 nuoto
ore 9.35 ufficio
ore 13.30 pranzo (in ufficio)
18.30-19.00 uscita e rientro a casa
ore 19.30 cena con i nani e H
ore 20.00 giochi e letture
ore 20.45 nanna nani
ore 21.00 a scelta uscita (con amiche/i o con H) oppure casa per film, romanzi, H, serie al pc.
A seguire, l'erba.
ore 23.30-24.00 buonanotte.

In questo modo M mangia sempre lo stesso ingrediente fondamentale (lavoro) ma condito con salse (sport), verdure (uscite), pane (film, libri), formaggio (altro), le sembra molto più buono.