giovedì 31 maggio 2012

Lugano

M in questi giorni è un po' così. Non sa bene nemmeno lei come. Non vuole pensare al malessere che ha avuto. Non ne vuole parlare. Non se la sente di affrontare situazioni fino a ieri normalissime e quotidiane: la mensa, l'accompagno del nano in piscina, il breve tragitto in motorino per andare in ufficio.
Inoltre preferisce non ricevere notizie destabilizzanti, brutte o comunque che esulino dal rituale giornaliero.

H dal black out di M di lunedì sera ha onorato alla perfezione il giuramento fatto davanti all'allora sindaco,"in salute e in malattia" e ha accudito M nel migliore dei modi possibili: ha preso tutto su di sé il carico dei nani, ha accompagnato M nella sua deambulazione notturna in giardino in pigiama, le ha preparato la cena, la camomilla prima di dormire e si è più volte al giorno preoccupato di chiederle come stava.

Ieri M su suggerimento di S il dottore è tornata in ufficio. Prima di salire nella sua stanza si è fermata in infermeria per la misurazione della pressione: 60-105.
Ha affrontato con calma e determinazione le incombenze lavorative spostandosi nelle stanze dei colleghi se necessario e trascinandosi dietro una scatola di risme di carta per tenere sollevate le gambe, "me pari mi nonna" le ha detto un ignaro collega.

Alle 12.01 ha ricevuto la seguente mail da H:
Oggetto: Offerta lavoro
Testo: Mi hanno proposto un lavoro per una grande azienda di Lugano (Svizzera n.d.r.) 5 su 7 gg da quelle parti, con contratto da frontaliero…..Per ora mando il CV voglio vedere cosa mi dicono.

M per stare bene, per ridimensionare, per alleggerire, per prendersi meno sul serio, ha bisogno che H sia proprio così com'è.
Ecco magari in Italia però.

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