giovedì 1 dicembre 2011

L'onda

La sala è grande e le poltrone rosse e imbottite come quelle del cinema. Come al cinema c'è uno schermo grande. Davanti un tavolo e sei persone sedute con i microfoni davanti. Un uomo e cinque donne. Accanto al tavolo uno di quei leggii di legno che usano per i comizi politici o per i discorsi a Stanford, con davanti inciso in verticale a lettere maiuscole il nome dell'istituto.
In sala un centianio di persone per lo più mamme e qualche papà. C'è una carrozzina e un neonato che piange nel silenzio.
L'inizio della presentazione è previsto alle tre e qui non si sgarra di un minuto. Si sentono parole antiche e fuori moda "educatori", "igiene personale", "didattica", "figure formative", "eccellenza".
Si racconta di corsi di latino per dodicenni, di insegnanti madrelingua cinese, di gite a Bruxelles nelle sedi delle Istituzioni Europee. Si annunciano lezioni "facilitate" sul debito pubblico per bambini della scuola elementare e test di ammissione difficili da passare come il muro di Berlino: da una parte la salvezza, dall'altra niente.
Si elogiano aspetti dimenticati della vita quotidiana come l'ordine, la disciplina, l'autonomia, il rispetto.
Si presentano attività sportive inusuali come la scherma, il golf e l'hokey su prato e la possibilità di essere selezionati per le relative nazionali.

Oggi M è stata alla presentazione della scuola del nano per l'anno prossimo. La presentazione era aperta a tutte le mamme anche a quelle dei nani che non verranno ammessi mai.
Ha visto ragazzi in divisa blu e grigia e campi da calcio in erba, ha ascoltato le assurde domande degli altri genitori che sicuramente saranno ammessi al posto suo e, seduta sulla poltrona rossa del cinema accanto a H, ha pensato che il film che stavano proiettando la affascinava molto, ma la spaventava anche un po'. Come "l'onda".

3 commenti:

  1. ...brava, hai reso veramente l'idea ... però il rimando filmico te lo ha suggerito la tua vicina di sedia rossa (sia la sedia che la vicina)che dalla riunione è stata moltissimo colpita, forse anche affondata !

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  2. Ms e Hs stanno per fare una scelta che non è la loro. E fanno un esercizio molto difficile in questi questi giorni: bisognerebbe riappropriarsi del ragionamento di un bambino... e farsi delle domande da adulto. L'adulto le presuppone sempre, prima di una scelta: come ci starò io lì? Come vivrò? Come farò a farmi nuovi amici? E chi? Ma i bambini in realtà sanno sempre "surfare" sull'onda. Ci girano intorno e sopra con un movimento che è sempre giusto. Un movimento liquido che si fonde sempre con quello che c'è sotto che dopotutto è sempre acqua. Forse è così perchè hanno il baricentro basso, l'orizzonte visivo e pure il punto di vista, o forse perchè non conoscono ancora la paura e l'ansia. E non si fanno mai domande

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  3. @Anonimo numero due: chiunque tu sia grazie.

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