La sala è grande e le poltrone rosse e imbottite come quelle del cinema. Come al cinema c'è uno schermo grande. Davanti un tavolo e sei persone sedute con i microfoni davanti. Un uomo e cinque donne. Accanto al tavolo uno di quei leggii di legno che usano per i comizi politici o per i discorsi a Stanford, con davanti inciso in verticale a lettere maiuscole il nome dell'istituto.
In sala un centianio di persone per lo più mamme e qualche papà. C'è una carrozzina e un neonato che piange nel silenzio.
L'inizio della presentazione è previsto alle tre e qui non si sgarra di un minuto. Si sentono parole antiche e fuori moda "educatori", "igiene personale", "didattica", "figure formative", "eccellenza".
Si racconta di corsi di latino per dodicenni, di insegnanti madrelingua cinese, di gite a Bruxelles nelle sedi delle Istituzioni Europee. Si annunciano lezioni "facilitate" sul debito pubblico per bambini della scuola elementare e test di ammissione difficili da passare come il muro di Berlino: da una parte la salvezza, dall'altra niente.
Si elogiano aspetti dimenticati della vita quotidiana come l'ordine, la disciplina, l'autonomia, il rispetto.
Si presentano attività sportive inusuali come la scherma, il golf e l'hokey su prato e la possibilità di essere selezionati per le relative nazionali.
Oggi M è stata alla presentazione della scuola del nano per l'anno prossimo. La presentazione era aperta a tutte le mamme anche a quelle dei nani che non verranno ammessi mai.
Ha visto ragazzi in divisa blu e grigia e campi da calcio in erba, ha ascoltato le assurde domande degli altri genitori che sicuramente saranno ammessi al posto suo e, seduta sulla poltrona rossa del cinema accanto a H, ha pensato che il film che stavano proiettando la affascinava molto, ma la spaventava anche un po'. Come "l'onda".
...brava, hai reso veramente l'idea ... però il rimando filmico te lo ha suggerito la tua vicina di sedia rossa (sia la sedia che la vicina)che dalla riunione è stata moltissimo colpita, forse anche affondata !
RispondiEliminaMs e Hs stanno per fare una scelta che non è la loro. E fanno un esercizio molto difficile in questi questi giorni: bisognerebbe riappropriarsi del ragionamento di un bambino... e farsi delle domande da adulto. L'adulto le presuppone sempre, prima di una scelta: come ci starò io lì? Come vivrò? Come farò a farmi nuovi amici? E chi? Ma i bambini in realtà sanno sempre "surfare" sull'onda. Ci girano intorno e sopra con un movimento che è sempre giusto. Un movimento liquido che si fonde sempre con quello che c'è sotto che dopotutto è sempre acqua. Forse è così perchè hanno il baricentro basso, l'orizzonte visivo e pure il punto di vista, o forse perchè non conoscono ancora la paura e l'ansia. E non si fanno mai domande
RispondiElimina@Anonimo numero due: chiunque tu sia grazie.
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