mercoledì 14 dicembre 2011

Attacchi di panico

Nella sua vita numero due M era una subacquea.
Andava sott'acqua con le bombole, la muta, il manometro, le pinne, l'erogatore, il gav (che sarebbe un giubbotto che si gonfia e si sgonfia a seconda se si vuole scendere o risalire), i pesi, la maschera.
Aveva iniziato con il siciliano-maestro di sub a Sharm el Sheik alla fine del 1998. Lui aveva detto che era molto portata per quello sport che richiedeva disciplina, serenità interiore, fiducia nel prossimo e in se stessi e amore sconfinato per il profondo blu.
Tutte cose che M possedeva per natura.
M aveva poi continuato a fare immersioni in varie isole italiane e poi all'inizio del 2002, nel paradiso dei sub: le Maldive.
Ne 2002 M usciva con il milanese-bello e cattivo, non era serena, non aveva fiducia nel prossimo e ancor meno in se stessa, ma continuava a nutrire un amore sconfinato per il profondo blu e con sommo dispiacere e materna preoccupazione della NonnaG, andò sott'acqua.
Nel bel mezzo di un'immersione allo Shark's corner M fu presa da un improvviso, inaspettato, inedito, pericolosissimo attacco di panico. A quasi trenta metri di profondità cominciò ad annaspare, non riusciva a respirare, si agitò ed entrò in quel circolo vizioso tachicardia-affanno-sensazione di morte certa e terrore, tipico degli attacchi di panico.
Fortunatamente il suo compagno di immersioni (ci si immerge sempre in coppia per motivi di sicurezza) era una guida indigena e piano piano la riaccompagnò in superficie e la fece calmare.
Restarono insieme a mollo nelle onde dell'oceano per un'ora in attesa che qualcuno arrivasse a soccorrerli. Alla fine una barca arrivò e la guida convinse M a immergersi immediatamente per un'altra immersione, per vincere la paura.
M accettò, seguì l'indianino nel blu, vinse la paura e portò a termine l'immersione.
Tuttavia da allora non è più scesa sott'acqua.

Mercoledì scorso in piscina, durante il corso di nuoto pinnato, mentre stava facendo una vasca in apnea a un metro di profondità, M ha di nuovo avuto un attacco di panico a distanza di 10 anni dal precedente. Più breve, meno traumatico e pericoloso di quello del 2002, ma ugualmente inaspettato.
Maestro di sub

3 commenti:

  1. Io l'ho avuto ad un bivio, non quello figurato, non di vita, non d'amore. Un bivio. Per strada. Non sapevo più dove andare e dov'ero.
    E tornata a casa ho deciso che avrei cambiato lavoro. L'ho fatto. E per non sbagliare non sono mai più passata per quella strada.
    Non è bastato in realtà ma mi piace pensare che basti tenersi lontano dai bivi per non ricaderci più.

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  2. io ho sempre adorato guidare...ma da qualche tempo ho dei veri e propri attacchi di panico quando sono in autostrada o cmq su strade ad alto scorrimento e tutto ciò non lo sopporto, mi rende dipendente da qualcuno e nn va bene!!!

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  3. Durante le gravidanze: ho smesso di prendere l'ascensore, sudavo freddo... oggi tutti parcheggi sotterranei o i posti chiusi molto affollati, mi viene affanno e tachicardia...

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