Oggi pomeriggio il nano è stato invitato a giocare a casa di una compagna di classe.
"Posso portare mio fratello?" Le ha chiesto lui al telefono.
"Come vuoi".
"Posso portare mio fratello?" Le ha chiesto lui al telefono.
"Come vuoi".
Quando, dopo circa due ore, M è andata a riprenderli, ha trovato il Mezzonano in preda a una crisi di gelosia. perché la condivisione del fratello gli procura sofferenza fisica, che lamentava qualsiasi malessere possibile e aveva un muso lungo fin sotto i piedi, una fame da lupi, un inizio di congiuntivite nervosa che è sparita appena rientrato in casa e un sonno annoiato pieno di sbadigli. Il nano invece era per terra intento a giocare con la sua compagna di classe a monopoli.
Tornando a casa M, che non ha mai imparato a giocare a monopoli, ha chiesto al nano spiegazioni sulla dinamica del gioco.
Tornando a casa M, che non ha mai imparato a giocare a monopoli, ha chiesto al nano spiegazioni sulla dinamica del gioco.
Eccole:
"Ci sono tanti soldi, finti però. Pezzi da dieci, da venti, da cinquanta, da cento, anche da mille. E bisogna metterli tutti a posto in mucchietti prima di giocare. C'è un tabellone grande. Ogni giocatore ha un personaggino. Ci sono i dadi e li devi tirare per far muovere il personaggino nelle caselle. Se arrivi a 11 c'è un punto interrogativo. Allora puoi scegliere tra due cose, ma non obbligo o possibilità come facciamo noi, altre due cose che non mi ricordo quali sono, e se scegli bene vinci i soldi, finti eh."
"Ci sono tanti soldi, finti però. Pezzi da dieci, da venti, da cinquanta, da cento, anche da mille. E bisogna metterli tutti a posto in mucchietti prima di giocare. C'è un tabellone grande. Ogni giocatore ha un personaggino. Ci sono i dadi e li devi tirare per far muovere il personaggino nelle caselle. Se arrivi a 11 c'è un punto interrogativo. Allora puoi scegliere tra due cose, ma non obbligo o possibilità come facciamo noi, altre due cose che non mi ricordo quali sono, e se scegli bene vinci i soldi, finti eh."
Per capire qualcosa del monopoli M dovrà aspettare ancora un po'.
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