lunedì 29 agosto 2011

Sono i ragazzi di oggi

Noi avevamo le bici, diligentemente appoggiate sui cavalletti o sui muri, con i cestini di vimini colorati, e quando diventavano piccole il sellino e il manubrio si alzavano al massimo, cantavamo le canzoni dei cartoni animati, giocavamo a un due tre stella, tornavamo a casa alle dieci per mano con i cugini più grandi. Eravamo vestiti uguali a due a due, coppie di fratelli, avevamo i capelli alle spalle legati in code di cavallo tiratissime e sandaletti con gli occhi. Non conoscevamo le parolacce e il loro significato.

Loro le bici le buttano per terra le une sulle altre, sono sempre nuove fiammanti, non invecchiano mai perchè durano un'estate e poi vengono sostituite, hanno l'ipod o il telefonino e ascoltano canzoni pop di cui cantano a memoria i testi, non giocano, raccontano storie e si prendono in giro, fanno fotografie con i cellulari e navigano con i tablet. Arrivano alle dieci e non so a che ora vadano a casa nè se abbiano un orario di rientro. Sono vestiti come i grandi, i jeans bassi a scoprire le mutande, skinny, le paillettes e i tacchi, hanno capelli lunghissimi, sciolti. Portano accessori all'ultima moda e dicono un sacco di parolacce per sentirsi fighi.

Stasera M ha accompagnato i nani in piazzetta dopo cena, ha constatato il rivoluzionario cambiamento dei ragazzi di oggi rispetto a quelli di ieri e si è chiesta se le emozioni sono rimaste le stesse.

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