martedì 18 settembre 2012

Eighties

Quando non si sapeva in anticipo chi era al telefono;
quando, per trovare una strada, si usava il tutto città e lo si teneva in macchina stropicciato e rigorosamente senza copertina;
quando, per telefonare a qualcuno, bisognava aspettare che tornasse a casa;
quando, per fare i calcoli, si usava la calcolatrice,
per trovare un numero di telefono la rubrica,
e per scegliere un ristorante si sfogliavano le pagine gialle.

Quando non si sapeva che tempo avrebbe fatto domani;
quando per rivedere le foto di una vacanza dovevi aspettare che finisse il rullino,
e per rivedere un film che ti era piaciuto dovevi aspettare che lo trasmettessero di nuovo.

Quando davvero non eri raggiungibile;
quando per conoscere il valore di una moneta estera dovevi andare in banca;
quando il cinema si sceglieva sull'ultima pagina del giornale
e le vacanze sui dépliant delle agenzie di viaggio.

Quando si girava tutta la città per un introvabile paio di scarpe;
quando "..se vai in america me lo porti?";
quando gli impegni si scrivevano sull'agenda,
e rintracciare qualcuno che non si vedeva da tempo era molto difficile.

Quando i telefoni non si portavano in tasca e per telefonare, in tasca, avevi i gettoni;
quando per segnarti una cosa cercavi carta e penna;
quando per sapere che giorno capita natale c'era sempre qualcuno che tirava fuori il calendarietto plastificato scritto minuscolo.

Quando per imparare a memoria il testo di una canzone bisognava mandare la cassetta avanti e indietro;
quando si usava l'indice per comporre i numeri al posto del pollice;
quando si batteva a macchina e non sulla tastiera;
quando non esisteva il tasto "delete".

Quando al posto dell'erba, M scriveva il diario.

Nonostante le spalline, le schiumate a carnevale, i capelli a piramide e l'apparecchio ai denti, gli anni 80 sono gli anni preferiti di M.

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