lunedì 10 febbraio 2014

Geometria applicata

M non è mai andata bene in matematica.

Anche se in realtà è molto quadrata e razionale, con una logica talmente lineare da rasentare la noia, la matematica non l'ha mai capita. Ha pochissime riminiscenze delle cose imparate a scuola e adesso che ha l'occasione di ripartire da zero accanto al nano spera di avere il giusto distacco e la calma che il suo ruolo le impone per avere l'occasione di capirci qualcosa di più.

Le nozioni di matematica/geometria che M ricorda sono quelle che banalmente si applicano alla vita reale.
Una di queste è che due rette si dicono parallele quando non hanno nessun punto in comune. Nessuno. E se non hanno nessun punto in comune vuol dire che non si incontreranno mai.

Attenzione perchè sembra molto stupido come teorema, niente a che vedere con Pitagora & co, ma a pensaric bene significa che per quanto possano essere lunghe queste due rette, e anche vicine, vicinissime, se anche si estendessero per chilometri e chilometri, anche se percorressero tutto l'universo fino a completarne il giro, non si incontrerebbero mai nemmeno per un nanosecodno, nemmeno in un minuscolo punto.

Ecco, M non starà qui a il perchè e il per come, ma ieri le sono venute in mente queste due rette parallele che fanno il giro di tutto l'universo senza incontrarsi mai in nessun punto.

Anzi forse divergendo anche un po'.

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