giovedì 18 luglio 2013

James e la vita numero due

Oggi M è tornata nella casa dove ha trascorso la sua vita numero due. 
Quella della rinascita e della perdizione, della libertà e della solitudine, quella dove è nato l'amore con H e dove è nato il nano.

Ci è tornata per farla vedere a James, un collega in cerca di fissa dimora. O almeno se non proprio fissa, comunque in cerca di dimora.
James ha 31 anni, la faccia da antipatico, il corpo di un atleta e l'intelligenza spiritosa che tanto piace a M. E' divertente, simpatico, single e non ama molto la compagnia, nè la condivisione di spazi troppo piccoli. Però adora il pane.

"E' fighissimo qui!"
"Sì è bello..io ci sono stata molto bene.."
"Ma ci stavi da sola?"
"Sì ci sono stata da sola per 4/5 anni, poi in due e poi per cinque mesi in tre"
"In tre???"
"Sì con mio figlio.."
"Scusa ma come facevate a starci in tre?"
"Bè il divano non era qui come adesso ma lì e qui c'era il lettino del nano.."
"..bisogna volersi molto bene per stare qui in tre.."
"..sì ce ne volevamo molto..ma non abbastanza da restarci"
"..."

In effetti H non vedeva l'ora di avere un ambiente separato da quello del nano, mentre M sarebbe rimasta lì per sempre perchè i traslochi la terrorizzano e l'ignoto la paralizza e i traslochi verso l'ignoto peggio.

Alla fine della visita James ha detto che non si può permettere da solo la spesa per l'appartamento e che al momento non conosce nessuno così intimamente per poterlo condividere. 
Però insieme hanno fatto una piacevole passeggiata sono andati al forno del pane e hanno comprato mezzo filone appena sfornato e una ciambella dolce.

1 commento:

  1. Civico19, il giorno del mio compleanno.
    La voce mi accompagna dall'alto di una scala ripida, percorsa guardando la polvere cadere in controluce dai ponteggi.
    Oltre l'ultima rampa mi appare la punta di un paio di stivaletti lasciati in mezzo al ballatoio. Sembra ci sia un tedesco rimasto lì in balcone dall'ultima guerra.

    Giro l'angolo e lei aspetta sullo stipite manco fosse il remake di Top Gun. Entrata da rifare.
    La rifacciamo e iniziamo il tour della casa. Sembra di essere nella sua stanza tanto è orgogliosa nel descrivere le disposizioni. Rigida a tratti.
    Sei anni per lei tra quelle mura; da sola e in compagnia. Giriamo. E' un quadrato e si capisce come ad ogni angolo le appaia un ricordo.

    Saranno venti minuti in tutto per me. In compagnia sua e del rammarico che cresce perchè rimarrei lì a dormire già stasera.
    Trovo tutto in perfetto stile, al punto giusto. Come lei in fondo alle mie battute.
    Anche se poi ora che ci penso quel leggio non l'ho capito.

    Siedo sul divano per sentire ancor più mio l'ambiente. Dovessi entrarci so che quello sarebbe il mio angolo. Comodo e con vista sull'esterno.
    Parliamo e lei resta in piedi ad illustrare dettagli. Come la zip abbassata che però non le faccio notare. E' troppo contenta per imbarazzarla.
    Siede anche lei. All'angolo opposto. Sembra Casa Vianello.

    Mi parla di un terrazzo, inaccessibile come il prezzo del quadrato. Che rimarrà senza soluzione, alla Rubik.
    Se torno però una birra lassù non me la leva nessuno.

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