Dicevano che era tutto deciso.
Che era necessario farlo e che una volta iniziato non si sarebbe più potuto tornare indietro.
Dicevano che era l'unica soluzione e che eravamo già stati fortunati finora.
Dicevano che sarebbe durato nella migliore delle ipotesi cinque anni e nella peggiore che sarebbe stato per sempre.
Dicevano che sarebbe stato meglio per tutti e che non si poteva continuare così.
Che prima o poi qualcuno avrebbe dovuto decidere e che finalmente era arrivato il qualcuno che aveva deciso.
Dicevano che era una soluzione che costava talmente poco che non si poteva rifiutare.
E che a lungo andare ci avremmo fatto l'abitudine.
Dicevano che è più dire che fare e che non è poi una tragedia.
Nelle ultime settimane nell'ufficio di M sono iniziate a circolare voci su un prossimo trasferimento a Mompracen. In un posto lontano dal mondo, dimenticato da tutti, irraggiungibile in motorino e completamnete incompatibile con l'attuale vita di M. Un posto che per raggiungerlo ci sarebbero volute ore e diversi mezzi di trasporto.
Un posto più vicino a Sandokan che a M.
M aveva già salutato il nuoto della mattina.
Aveva messo in conto di non accompagnare più i nani in piscina il mercoledì.
Aveva rinunciato in anticipo alle riprese a scuola e agli incontri con le maestre.
Desolata e sconfitta aveva accettato la cosa, dopo aver invano tentato di proporre a H la soluzione estrema della terza pancia.
Oggi le voci sono state smentite.
Mompracen non ci aspetta, nel futuro di M e dei suoi colleghi c'è sì uno spostamento ma in zona.
M ricevuta la smentita ha pensato che regalo di natale più bello non riusicva a immaginarselo e ha ringraziato il qualcuno che forse non ha ancora deciso dove trasferirci ma almeno ha avuto il buon senso di cancellare dai nostri animi il panico seminato e di farci trascorrere un sereno natale.
non poosso non condividere il pericolo scampato!
RispondiEliminafiuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
me
(certo per lo sdentato avrebbe avuto un certo fascino il sapermi al lavoro dalle parti di sandokan..)