giovedì 8 novembre 2012

Divagazioni di genere

Essere femmine è decisamente più difficile che essere maschi.
E non è perché è un mondo sessista.
Non è perché se sei carina esisti per le tue tette e se sei brutta non esisti per niente.
Non è perché sei sempre in balia di un capo bavoso.
Non è perché ti è richiesto di ricoprire ruoli incompatibili tra loro: la mamma, la moglie/compagna, la lavoratrice indefessa, la cuoca.
Non è perché ti devi strappare i peli su tutto il corpo almeno una volta ogni 30 giorni.
Non è per le imbarazzanti visite ginecologiche, né per il dolore del parto e nemmeno per il devastante periodo dell'allattamento.
O perchè il rosa è un colore orrendo.
Non è perché tutte le sere mentre il tuo H si limita a fare la pipì e a lavarsi i denti, tu devi sostare in bagno mezz'ora per strucco, creme, controllo e spulciaggio sopracciglia, baffi, nuovi capelli bianchi e inedite rughe.
Non è per la cucina, lo stiro, la spesa.
Non è per quei giorni lì.
E nemmeno per la scoliosi che ti viene portando borse enormi e pesanti sempre sulla stessa spalla.
Non è per la cellulite, il punto vita questo sconosciuto, l'invenzione del fotoshop e delle tette rifatte.
E non è nemmeno per la ricrescita e i collant che pizzicano da morire e si torcono alle caviglie.

Essere femmine è decisamente più difficile che essere maschi perché se ti scappa la pipì e sei in autostrada, in un parco giochi, in un campo di grano, in spiaggia, in un qualsiasi fottuto angolo di mondo, non la puoi fare.
E quando arrivi finalmente nel primo bagno che incontri, che non ce la fai più, ti fa male la pancia, e stai per scoppiare, ti tocca assumere una posizione poco dignitosa, con i pantaloni abbassati, le gambe piegate e in tensione, spesso il mento abbassato sullo sterno per tenere sollevata la maglietta/camicia, in un perfetto equilibrio per evitare il contatto con qualsiasi superficie. E non è facile perché essendo fammine non abbiamo facoltà di indirizzare niente, di puntare sull'obiettivo e fare fuoco, possiamo solo sperare di centrarlo per tentativi.

Questo post è nato nella testa di M durante il viaggio di giovedì scorso in direzione Altro Mare quando, nel bel mezzo della statale E45, i tre quarti della famiglia si sono fermati per fare pipì sul ciglio della strada, mentre M si è dovuta trattenere per una buona mezzora tenendo le gambe incrociate prima di trovare il suo equilibrio (psico)fisico sulla tazza di un orribile bagno pubblico di un bar, per di più al buio.

4 commenti:

  1. questo post fa troppo ridere..da pisciarsi sotto!

    i.

    RispondiElimina
  2. con il mento abbassato ; )

    i.

    RispondiElimina
  3. ahahahahhahh!!...e la felicità quando vedi che sulla porta c'è un gancio per appendere la borsa?

    RispondiElimina