mercoledì 19 novembre 2014

Lo schiaffo

Soltanto una volta nella sua vita NonnaG ha dato uno schiaffo a M. Uno schiaffo vero sulla guancia.
M se lo ricorda bene perché è stato l'unico e poi perché non ne aveva capito il motivo e lei quando non capisce non va avanti, resta lì.
M avrà avuto 16 anni.
Successe che come sempre dopo un tema in classe portò la brutta copia a casa per leggerla come d'abitudine a NonnaG e ottenere la sua approvazione. A NonnaG però quella volta il tema non piacque e M ci restò parecchio male.

Lo stesso tema però piacque alla professoressa di italiano che dopo qualche giorno lo riportò in classe con un sette sopra.

M me fu molto felice.

Quando NonnaG tornò a casa, in soggiorno, davanti alla panchetta di paglia, trovò una trepidante M che le spiattellò il suo sette e lo accompagnò con una linguaccia provocatoria di sfida.

A NonnaG partì la mano e così M ricevette l'unico schiaffo in faccia della sua vita.

Che poi se ci si pensa bene è un paradosso a 16 anni prendersi uno schiaffo per un tema andato bene, ma tant'è.
Tanto bene M quello schiaffo non l'ha capito mai. La linguaccia non è certo un gesto carino da fare, ma di qui a prendersi uno schiaffo ce ne vuole.

Solo quando è diventata mamma M ha finalmente capito. Che ci sono delle giornate che proprio non vanno e che può succedere di prendersela con qualcuno che non c'entra o di avere reazioni sbagliate.

Oggi M è in una di quelle giornate, anche se di schiaffi a casa non ne sono volati.
Insomma aveva avuto ragione NonnaG a darle quello schiaffo. La sua ragione.

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