domenica 2 giugno 2013

Allo zoo

C'è un film divertente di qualche anno fa in cui in un negozio di barbiere aspettano un mafioso per fargli un agguato. In realtà al posto del mafioso si presenta un ignaro sosia. I sicari abbassano le saracinesche per non essere visti e perpetrare in santa pace il terribile delitto e quando le saracinesche si rialzano il sosia del mafioso è in piedi su un trespolo davanti a tutti gli altri e li dirige nella canzoncina "Allo zoo", che sarebbe una specie di "Nella vecchia fattoria" dove ognuno fa la parte di un animale. 
Il senso è che anche dalle situazioni più negative qualcuno riesce a trarne vantaggio rigirandole in positivo e divertendosi.

A M viene spesso in mente questa scena "Allo zoo" perché lei è una di quelle persone che anche in una situazione di per sé spiacevole o noiosa, riesce a trovare il lato positivo e a  trarne giovamento. Era così da piccola a scuola e è ancora così ancora oggi che ha l'età che ha.

Una di queste situazioni è stata l'attività lavorativa che nelle ultime sei settimane l'ha portata a Milano tutti i giovedì e venerdì. Di per sè l'attività non aveva molto di speciale e tanti al suo posto si sarebbero lamentati degli orari massacranti, della trasferta settimanale, della scarsa considerazione dell'attività da parte dei diretti superiori, della continua pioggia, del bunker senza finestre adibito a ufficio per lei e il collega siamese e delle cene alla macchinetta del caffè. Invece M non solo si è divertita, non solo ha conosciuto persone più o meno piacevoli che le sono diventate familiari settimana dopo settimana ognuna con le sue manie, ma adesso che tutto è finito, che quelle persone difficilmente le incontrerà di nuovo e che nel bunker non ci tonerà più, le dispiace anche un po'. 

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