giovedì 11 dicembre 2014

Così vai via...

Che vuoi che sia, se tu devi vai.

È andata via.

Con la sua scrivania, il pc, il portapenne e lo specchio per farsi lo chignon.
Con la sedia girevole e il libro rigido al posto del cuscino per stare più dritta con la schiena.

Con il cestino della carta e la borraccia grigia per bere quando ha fame e un solo scatolone con dentro tutte le sue cose.

Con le sue attenzioni di accendere la luce quando diventa buio; di alzare e abbassare le veneziane quando c'è troppo sole; di aprire e chiudere la finestra per cambiare aria.

È andata via con le sue telefonate, le sue rare incavolature, le sue piccole e gentili richieste di aiuto e le sue grandi e costanti offerte di aiuto e con il suo tè caldo bollente.
È andata via con il suo minimalismo e la sua discrezione, e con la capacità di ascoltare e gestire le follie di M, le lacrime, le paure, le risate, le scoperte.

Al suo posto è rimasto un buco su mattonelle di linoleum verdi.


Per fortuna non è andata molto lontano, ma dopo 14 anni di convivenza è comunque strano non averla lì. 

E anche se si è deciso di fare finta di niente, anche se quando gli omini del trasloco hanno portato via tutto lei non c'era, M ha accusato il colpo.

E stamattina, 24 ore dopo, si è svegliata a distanza di 16 anni dall'ultima volta, cantando una canzone di Baglioni.

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