lunedì 16 giugno 2014

Nonno Lello

Il Mezzonano un po'gli somiglia.
Nel suo essere buono. Nel mettere il bene degli altri sempre al primo posto. Nella calma e nella pazienza che mette nel portare a termine un impegno. Non l'ha mai visto eppure inconsapevolmente porta con sé qualcosa di lui.
Era un uomo buono. Aveva le sue abitudini, la poltrona dove ascoltava le lezioni del cugino serio la sera. Aveva il bastone su cui appoggiarsi e il cappello in testa quando usciva. Il budino nelle coppette monodose, trasparenti di vetro, una per ognuno di noi che potevamo portarcele a casa e mangiarle dopo cena.
Aveva il suo sport alla tele, lui che di sport aveva vissuto tutta la vita.
Amava stare in compagnia, le grandi tavolate, loro che minimo a tavola erano in otto.
Quando c'erano i mondiali invitava tutti noi nipoti a guardarli con lui nella tele a colori, grande.
È per questo che nei ricordi di M la sua faccia e quella di Pizzul di confondono un po'.
E in questi giorni che i mondiali sono tornati, M non può fare a meno di pensare a lui, che gli ultimi che ha visto sono stati quelli del 94, venti anni fa.

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