martedì 13 gennaio 2015

Sono un po' stanchino

Forrest Gump a un certo punto del film comincia a correre. Così, senza apparente motivo. Inizia a correre senza una meta e corre da un paese all'altro, da un confine all'altro, da un oceano all'altro. Corre senza fermarsi mai, ispirato. E il suo correre diventa una missione che ispira altri a seguirlo, dà loro un senso.
E corre, lui qualche metro più avanti e gli altri, quelli che hanno deciso di seguirlo, che hanno sposato la sua causa fiduciosi, lo seguono qualche metro più indietro.
E passano i giorni, i mesi e cresce la barba sui volti e si passa dalla neve all'estate, poi di punto in bianco Forrest Gump si ferma. Si gira verso il suo gruppo di seguaci. Tutti lo guardano, aspettano che li illumini, che sveli loro il senso di tutto quel correre.
Ma lui dice solo che è un po' stanchino e torna a casa.

Immagino che tutti abbiano visto Forrest Gump e si ricordino questa scena.

A M è venuta in mente ieri, quando Lui il giovane adorato capo, con cui lavora da 15 anni, le ha detto che sarebbe andato via. Proprio nel momento in cui aveva iniziato a correre verso una meta nota solo a Lui, e in questa corsa aveva trascinato tutti noi che lo seguivamo, immaginando attraverso i suoi occhi e il suo entusiasmo, il nostro dove.

Siamo rimasti lì a guardarlo mentre, un po' stanchino, se ne andava. Con le nostre barbe appena accennate, che non avevano ancora fatto in tempo a crescere.

M è passata dalla rabbia furiosa di ieri alla tristezza cosmica di oggi e oggi pomeriggio è stata convocata in un incontro a tu per tu di un'ora e mezza.
Lui era già altrove e lei si è sentita come quando si viene lasciate da un fidanzato e si ha ancora qualcosa da dire e si parla, ma lui è già fuori, già via, già da un'altra parte.

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